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Discussione: Omelie, discorsi e messaggi di Papa Francesco - ANNO 2015

  1. #311
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    Udienza ai partecipanti al Congresso Internazionale dei “Pueri Cantores”, 31.12.2015


    Alle ore 11 di oggi, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti al 40.mo Congresso internazionale dei Pueri Cantores (Roma, 28 dicembre 2015 – 1° gennaio 2016).

    Pubblichiamo di seguito la trascrizione del dialogo che il Papa ha tenuto con i giovani coristi nel corso dell’incontro:

    Dialogo del Santo Padre

    Prima domanda
    : Che cosa pensa del nostro canto? Le piace cantare?

    Papa Francesco – “Che cosa pensi del nostro canto? Ti piace cantare?”… Mi piacerebbe sentirvi cantare di più! Ho sentito soltanto un canto, spero che ne facciate altri... Mi piace sentire cantare, ma, se io cantassi, sembrerei un asino, perché non so cantare. Neppure so parlare bene, perché ho un difetto nel modo di parlare, nella fonetica... Ma mi piace tanto sentir cantare. E vi dirò un aneddoto. Da bambino - noi siamo cinque fratelli - da bambini, la mamma, il sabato, alle due del pomeriggio, ci faceva sedere davanti alla radio per ascoltare. E cosa ascoltavamo? Tutti i sabati si faceva la trasmissione di un’opera [lirica]. E la mamma ci insegnava com’era quell’opera, ci spiegava: “Senti come fa questo…”. E da bambino ho provato il piacere di sentir cantare. Ma mai ho potuto cantare. Invece, uno dei miei nonni, che era falegname, mentre lavorava cantava sempre, sempre. Il piacere di sentire cantare mi viene da bambino. Mi piace tanto la musica e il canto. E cosa penso del vostro canto? Spero di sentirne qualcun altro. D’accordo? E’ possibile?

    Vi dico una cosa: il canto educa l’anima, il canto fa bene all’anima. Per esempio, quando la mamma vuol fare addormentare il bambino, non gli dice: “Uno, due, tre, quattro…”. Gli canta la ninna nanna… la canta… e gli fa bene all’anima, il bambino diventa tranquillo e si addormenta. Sant’Agostino dice una frase molto bella. Ognuno di voi deve impararla nella propria lingua. Parlando della vita cristiana, della gioia della vita cristiana, dice così: “Canta e cammina”. La vita cristiana è un cammino, ma non è un cammino triste, è un cammino gioioso. E per questo canta. Canta e cammina, non dimenticare! Ognuno lo dica nella sua lingua: canta e cammina! [ripetono: “Canta e cammina!”] Non ho sentito bene… [“Canta e cammina!”] Ecco. Ricordatevi di questo: canta e cammina. E così la tua anima godrà di più della gioia del Vangelo.

    Seconda domanda: Come fa ad essere sempre così buono, si arrabbia mai? Quali sono i Suoi buoni propositi per l’anno nuovo?

    Papa Francesco - Una volta si avvicinò a Gesù un ragazzo e ha detto una parola che assomiglia alla tua; ha detto: “Gesù, maestro buono”. E Gesù lo guardò e gli disse: “No, solo Dio è buono”. Solo Dio è buono, ha detto Gesù. E noi? Siamo cattivi? No, metà e metà, abbiamo un po’ di tutto… Noi abbiamo sempre quella ferita del peccato originale che ci porta ad non essere tanto buoni sempre… Ma, ricordati sempre: solo Dio è buono, e se tu vuoi trovare bontà, va’ dal Signore, Lui è tutta bontà, tutto amore, tutto misericordia. E sai come faccio io per essere un po’ buono? Mi avvicino al Signore. E chiedo al Signore: “Signore, che non sia tanto peccatore, che non sia tanto cattivo, che non faccia cattiverie a nessuno, che non abbia gelosie, invidie, che non mi mischi nelle cordate, che sono tante…”. E tutte queste cose. Chiedere la grazia di essere buono, perché solo Dio è buono. Anche questo dovete impararlo. Lo diciamo tutti insieme? Ognuno nella propria lingua: “Solo Dio è buono”. [ripetono: “Solo Dio è buono”]. Un’altra volta. [“Solo Dio è buono”]. Ricordate quel consiglio di sant’Agostino che avete ripetuto tutti insieme, com’era? [rispondono: “Canta e cammina!”]. Solo Dio è buono. Ricordatevi bene questo.

    Ma ci sono persone buone, sì, che si avvicinano al Signore, i santi! Tanti santi nascosti nella vita quotidiana, nella nostra vita, tante persone che soffrono e offrono le sofferenze per la conversione dei peccatori. Tanta, tanta gente che si avvicina tanto alla bontà di Dio, sono i santi. Ma chi è buono solamente? [rispondono: “Dio”]. Solo Dio è buono.

    L’altra domanda: “Si arrabbia mai?”. Sì, mi arrabbio, ma non mordo! Alle volte mi arrabbio, quando qualcuno fa una cosa che non va bene, mi viene un po’… Ma mi aiuta fermarmi e pensare alle volte in cui io ho fatto arrabbiare gli altri. E penso e mi domando: Io ho fatto arrabbiare un altro? Eh sì, tante volte. Allora non hai diritto di arrabbiarti. Ma questo ha fatto… Sì, ma se questo ha fatto quella cosa che è cattiva, che non è buona, chiamalo e parlagli come fratello, parla come fratello e sorella, parla, parla. Ma senza arrabbiarsi, perché la rabbia è velenosa, ti avvelena l’anima. Tante volte ho visto bambini e ragazzi spaventati. Perché? Perché i genitori, o a scuola, li sgridano. E quando uno è arrabbiato e sgrida fa male, ferisce: sgridare un altro è come dare una coltellata all’anima, non fa bene questo. Avete capito bene?

    Io mi arrabbio, sì, alcune volte mi arrabbio, ma mi aiuta pensare alle volte in cui io ho fatto arrabbiare gli altri, questo mi rasserena un po’, mi rende un po’ più tranquillo. Arrabbiarsi è una cosa che fa male non solo all’altra persona, fa male a te stesso, avvelena te stesso. E c’è gente, che voi sicuramente conoscete, che ha l’anima amara, sempre con amarezze, che vivono arrabbiati. Sembra che tutte le mattine si lavino i denti con l’aceto per essere così arrabbiati! Gente che è così…: è una malattia. Si capisce, se c’è una cosa che non mi piace, mi arrabbio un po’. Ma questo, l’abitudine di arrabbiarsi, l’abitudine di gridare, l’abitudine di sgridare gli altri, questo è un veleno! Domando a voi, e ognuno nella propria lingua rispondete: com’era l’anima di Gesù, dolce o amara? [rispondono: “Dolce!”]. Era dolce perché? Perché quando si arrabbiava questo non arrivava alla sua anima, era soltanto per correggere, e poi tornava alla pace.

    “Quali sono i Suoi buoni propositi per l’anno nuovo?”. Ne ho fatto uno in questi giorni, in cui ho preso un po’ di tempo per fare un ritiro spirituale: pregare di più. Perché mi sono accorto che i vescovi e i preti - io sono vescovo - devono reggere il popolo di Dio prima di tutto con la preghiera, è il primo servizio. Vi racconto una storia. All’inizio del cristianesimo c’era tanto lavoro perché tanta gente si convertiva e gli apostoli non avevano tempo. E alcuni sono venuti a lamentarsi perché non curavano bene le vedove e gli orfani. Era vero, ma non avevano tempo di fare tutto. E hanno fatto un concilio fra loro e hanno deciso di incaricare alcuni uomini soltanto di servire la gente. E’ il momento della creazione dei diaconi. I diaconi sono nati così. Voi potete vedere questo nel Libro degli Atti degli Apostoli. E cosa dice Pietro, san Pietro, il primo Papa? Cosa dice? “Loro faranno questo, e a noi, gli apostoli, soltanto due cose: la preghiera e l’annuncio del Vangelo, la predicazione”. Cioè, per un vescovo, il primo compito è la preghiera, il primo compito: non si può essere vescovo nella Chiesa senza la preghiera al primo posto. E poi l’annuncio del Vangelo. In questi giorni, rispondendo alla tua domanda, io ho pensato che un buon proposito per il prossimo anno sarebbe questo, pregare un po’ di più. D’accordo? Anche a voi domando: pensate che questo sarebbe un buon proposito anche per voi? [rispondono: “Sì!”]. Pregare un po’ di più. Perché la Chiesa va avanti con la preghiera dei santi. Pregate per la Chiesa!

    Terza domanda: Quando era piccolo, cosa sognava di diventare? Alla sera, quando guardo la televisione con la mia famiglia, vedo tante storie tristi e drammatiche: il mondo resterà sempre così, anche quando sarò grande?

    Papa Francesco – Se io vi dicessi la verità sulla prima domanda, vi farei ridere… Ma dirò la verità. La domanda era: “Quando era piccolo, cosa sognava di diventare?” Da piccolo andavo spesso con la nonna, ma anche con la mamma, al mercato a fare le spese. In quel tempo non c’erano i supermarket, non c’era la televisione, non c’era niente… Il mercato era sulla strada e c’erano i posti per la verdura, per la frutta, per la carne, per il pesce e si comprava tutto. Un giorno a casa, a tavola, mi è stato domandato: cosa ti piacerebbe diventare da grande? Sapete cosa ho detto? “Macellaio”. Perché? Perché il macellaio che era nel mercato – c’erano 3 o 4 posti per la carne – prendeva il coltello, faceva i pezzi…è un’arte, e mi piaceva vederlo, guardarlo. Adesso è cambiata l’idea, ovviamente; ma, rispondendo alla tua domanda, quando ero piccolo, io pensavo di diventare un macellaio. Mi sarebbe piaciuto.

    Poi, la seconda domanda - questa è seria! -: “La sera, mentre sono a cena con la mia famiglia, guardando la televisione, sento sempre parlare di notizie tristi e drammatiche… Ma il mondo, quando io sarò grande, sarà sempre così?”. E’ vero quello che tu dici. C’è tanta gente che soffre nel mondo oggi. Ci sono le guerre. Ma quante guerre ci sono? In Africa, pensate quante guerre. Il Medio Oriente, dove è nato Gesù, è tutto in guerra. L’Ucraina, guerra. In tanti posti. In America Latina ci sono guerre. Sono cose brutte! E cosa fanno le guerre? Fanno povertà, fanno dolore, fanno male. Soltanto delle cose tristi… Pensate ai bambini. Voi, ragazzi e ragazze, bambini e bambine, avete il dono di Dio di poter cantare, di essere felici, di vivere la vita cristiana come diceva sant’Agostino - com’era quello che diceva sant’Agostino? [rispondono: “Canta e cammina!”] -, ma ci sono bambini che non hanno da mangiare nel mondo; ci sono bambini che non possono andare a scuola, perché c’è la guerra, la povertà, e non ci sono le scuole; ci sono bambini che, quando si ammalano, non hanno la possibilità di andare in ospedale. Pregate per questi bambini. Pregate! Ma il mondo sarà sempre così? Il mondo può migliorare. Ma c’è una cosa di cui non piace parlare, ma di cui si deve parlare: nel mondo c’è la lotta fra il bene il male - dicono i filosofi -, la lotta fra il diavolo e Dio. Ancora questo esiste. Quando ad ognuno di noi viene la voglia di fare una cattiveria, quella piccola cattiveria è un’ispirazione del diavolo, che, tramite la debolezza che ha lasciato in noi il peccato originale, ti porta a questo. Si fa il male nelle piccole cose come nelle grandi cose; nelle guerre come – per esempio – un ragazzo o una ragazza bugiarda: è una guerra contro la verità di Dio, contro la verità della vita, contro la gioia. Questa lotta fra il diavolo e Dio, dice la Bibbia che continuerà fino alla fine. Questo è chiaro, no? Avete capito questo? E’ chiaro. Tutti noi abbiamo dentro un campo di battaglia. Si lotta fra il bene e il male, tutti noi. Abbiamo grazie e tentazioni, e dobbiamo parlare col parroco, col catechista di queste cose per conoscerle bene. Questo è il primo. Il secondo: ci sono tante cose buone nel mondo, e io mi domando: perché queste cose buone non si pubblicizzano? Perché sembra che alla gente piaccia più vedere le cose cattive o sentire le brutte notizie. Pensiamo all’Africa: tante cose cattive, tante guerre – come ho detto – ma ci sono i missionari, sacerdoti, suore, che hanno speso tutta la loro vita lì, predicando il Vangelo, in povertà… Quando il mese scorso sono andato in Africa, ho trovato delle Suorine… penso ad una di 83 anni, era italiana, e mi ha detto “Io è da quando avevo 26 anni che sono qui”. E ci sono tante famiglie sante, tanti genitori che educano bene i figli. Perché non si vede in televisione una famiglia che educa bene, che educa bene un figlio? Non si vede! Perché c’è questa attrazione verso il male: sembra che piaccia di più guardare le cose brutte che le cose belle, le cose grandi. Il diavolo fa la sua parte – questo è vero –, ma anche Dio fa la sua parte: tanta gente santa! Non solo nelle missioni, ma nel mondo, nel lavoro, nelle famiglie; tanti genitori, tanti nonni e nonne che portano avanti la malattia, i problemi; e questo non si vede in televisione. Perché? Perché questo non ha rating, non ha pubblicità… Qui, in Italia, ho scoperto tante associazioni, uomini e donne, che danno parte del proprio tempo per assistere, per accompagnare, per essere badanti di malati. Questo è buono. Ma questo non si vede nella pubblicità. E’ vero o no questo? Se tu vuoi avere rating – sia giornalistico, sia televisivo, o quello che vuoi – fa’ vedere soltanto le cose brutte; con le cose buone la gente si annoia. Oppure non sanno presentare e fare bene le cose, fare vedere bene le cose buone.

    Quando tu [si rivolge alla bambina che ha fatto la domanda] vedi la televisione, a casa tua, ricordati di queste due cose: c’è una lotta nel mondo fra il bene e il male, ci sono tanti bambini che soffrono, ci sono le guerre, ci sono cose cattive, perché la lotta è fra Dio e il diavolo; ma pensa anche a tanta gente, tanta gente santa, tanta gente che dà la vita per aiutare gli altri, per pregare per gli altri. Ma perché nella televisione non si vedono le monache di clausura che passano la vita pregando per tutti? Quello non interessa… Forse interessano di più i gioielli di una ditta importante, che si fanno vedere… le cose che fanno le vanità. Non ci lasciamo ingannare! Nel mondo ci sono cose brutte, brutte, brutte, e questo è il lavoro del diavolo contro Dio; ma ci sono cose sante, cose sante, cose grandi che sono l’opera di Dio. Ci sono i santi nascosti. Questa parola non dimentichiamola: i santi nascosti, quelli che noi non vediamo. D’accordo?

    Io vi ringrazio di tutto questo. Ma vorrei sentire un’altra canzone per dire se mi piace o non mi piace come cantate… E un’altra cosa: vorrei sentir ripetere com’era la vita cristiana secondo sant’Agostino? Come si deve essere? [rispondono: “Canta e cammina!”]. Canta e cammina! Secondo: chi è buono? [“Solo Dio è buono”].

    Ecco. E adesso aspetto una bella canzone… Grazie!

    [Canto]

    Papa Francesco - Adesso posso rispondere: cantate molto bene! Grazie!

    Vi do la benedizione, e anche i miei auguri per il nuovo anno. E domani ci vedremo in Basilica, sarà un piacere.

    Preghiamo la Madonna, ognuno nella propria lingua. [Ave Maria]

    [Benedizione]

    [02304-IT.01] [Testo originale: Italiano]

    [B1033-XX.02]


    fonte: Sala Stampa della Santa Sede

  2. #312
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    PRIMI VESPRI DELLA SOLENNITÀ DI MARIA SS.MA MADRE DI DIO
    E TE DEUM DI RINGRAZIAMENTO PER L'ANNO TRASCORSO

    OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

    Basilica Vaticana
    Giovedì, 31 dicembre 2015

    Quanto è colmo di significato il nostro essere radunati insieme per dare lode al Signore al termine di questo anno!

    La Chiesa in tante occasioni sente la gioia e il dovere di innalzare il suo canto a Dio con queste parole di lode, che fin dal quarto secolo accompagnano la preghiera nei momenti importanti del suo pellegrinaggio terreno. E’ la gioia del ringraziamento che quasi spontaneamente promana dalla nostra preghiera, per riconoscere la presenza amorevole di Dio negli avvenimenti della nostra storia. Come spesso succede, però, sentiamo che nella preghiera non basta solo la nostra voce. Essa ha bisogno di rinforzarsi con la compagnia di tutto il popolo di Dio, che all’unisono fa sentire il suo canto di ringraziamento. Per questo, nel Te Deum chiediamo l’aiuto agli Angeli, ai Profeti e a tutta la creazione per dare lode al Signore. Con questo inno ripercorriamo la storia della salvezza dove, per un misterioso disegno di Dio, trovano posto e sintesi anche le varie vicende della nostra vita di quest’anno trascorso.

    In questo Anno giubilare assumono una speciale risonanza le parole finali dell’inno della Chiesa: «Sia sempre con noi, o Signore, la tua misericordia: in te abbiamo sperato». La compagnia della misericordia è luce per comprendere meglio quanto abbiamo vissuto, e speranza che ci accompagna all’inizio di un nuovo anno.

    Ripercorrere i giorni dell’anno trascorso può avvenire o come un ricordo di fatti e avvenimenti che riportano a momenti di gioia e di dolore, oppure cercando di comprendere se abbiamo percepito la presenza di Dio che tutto rinnova e sostiene con il suo aiuto. Siamo interpellati a verificare se le vicende del mondo si sono realizzate secondo la volontà di Dio, oppure se abbiamo dato ascolto prevalentemente ai progetti degli uomini, spesso carichi di interessi privati, di insaziabile sete di potere e di violenza gratuita.

    E, tuttavia, oggi i nostri occhi hanno bisogno di focalizzare in modo particolare i segni che Dio ci ha concesso, per toccare con mano la forza del suo amore misericordioso. Non possiamo dimenticare che tante giornate sono state segnate da violenza, da morte, da sofferenze indicibili di tanti innocenti, di profughi costretti a lasciare la loro patria, di uomini, donne e bambini senza dimora stabile, cibo e sostentamento. Eppure, quanti grandi gesti di bontà, di amore e di solidarietà hanno riempito le giornate di quest’anno, anche se non sono diventate notizie dei telegiornali. Le cose buone non fanno notizia. Questi segni di amore non possono e non devono essere oscurati dalla prepotenza del male. Il bene vince sempre, anche se in qualche momento può apparire più debole e nascosto.

    La nostra città di Roma non è estranea a questa condizione del mondo intero. Vorrei che giungesse a tutti i suoi abitanti l’invito sincero per andare oltre le difficoltà del momento presente. L’impegno per recuperare i valori fondamentali di servizio, onestà e solidarietà permetta di superare le gravi incertezze che hanno dominato la scena di quest’anno, e che sono sintomi di scarso senso di dedizione al bene comune. Non manchi mai l’apporto positivo della testimonianza cristiana per consentire a Roma, secondo la sua storia, e con la materna intercessione di Maria Salus Populi Romani, di essere interprete privilegiata di fede, di accoglienza, di fraternità e di pace.

    «Noi ti lodiamo, o Dio. […] Tu sei la nostra speranza. Non saremo confusi in eterno».


    fonte: sito ufficiale della Santa Sede

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