Lo Staff del Forum dichiara la propria fedeltà al Magistero. Se, per qualche svista o disattenzione, dovessimo incorrere in qualche errore o inesattezza, accettiamo fin da ora, con filiale ubbidienza, quanto la Santa Chiesa giudica e insegna. Le affermazioni dei singoli forumisti non rappresentano in alcun modo la posizione del forum, e quindi dello Staff, che ospita tutti gli interventi non esplicitamente contrari al Regolamento di CR (dalla Magna Charta). O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te.
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Discussione: 1° settembre: Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato

  1. #101
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    Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del creato (1° settembre 2022), 21.07.2022



    […].


    [Fonte, dal Bollettino quotidiano del: 21.07.2022 della Sala Stampa della Santa Sede].



    Regina Sacratissimi Rosarii,
    ora pro nobis.





  2. #102
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    MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ
    PAPA FRANCESCO
    PER LA CELEBRAZIONE DELLA
    GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CURA DEL CREATO


    1° settembre 2022


    Cari fratelli e sorelle!

    “Ascolta la voce del creato” è il tema e l’invito del Tempo del Creato di quest’anno. Il periodo ecumenico inizia il 1° settembre con la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato e si conclude il 4 ottobre con la festa di San Francesco. È un momento speciale per tutti i cristiani per pregare e prendersi cura insieme della nostra casa comune. Originariamente ispirato dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, questo tempo è un’opportunità per coltivare la nostra “conversione ecologica”, una conversione incoraggiata da San Giovanni Paolo II come risposta alla “catastrofe ecologica” preannunciata da San Paolo VI già nel 1970 [1].

    Se impariamo ad ascoltarla, notiamo nella voce del creato una sorta di dissonanza. Da un lato, è un dolce canto che loda il nostro amato Creatore; dall’altro, è un grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani.

    Il dolce canto del creato ci invita a praticare una «spiritualità ecologica» (Lett. enc. Laudato si’, 216), attenta alla presenza di Dio nel mondo naturale. È un invito a fondare la nostra spiritualità sull’«amorevole consapevolezza di non essere separati dalle altre creature, ma di formare con gli altri esseri dell’universo una stupenda comunione universale» (ibid., 220). Per i discepoli di Cristo, in particolare, tale luminosa esperienza rafforza la consapevolezza che «tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste» (Gv 1,3). In questo Tempo del Creato, riprendiamo a pregare nella grande cattedrale del creato, godendo del «grandioso coro cosmico» [2] di innumerevoli creature che cantano le lodi a Dio. Uniamoci a San Francesco d’Assisi nel cantare: “Sii lodato, mio Signore, con tutte le tue creature” (cfr Cantico di frate sole). Uniamoci al Salmista nel cantare: «Ogni vivente dia lode al Signore!» (Sal 150,6).

    Purtroppo, quella dolce canzone è accompagnata da un grido amaro. O meglio, da un coro di grida amare. Per prima, è la sorella madre terra che grida. In balia dei nostri eccessi consumistici, essa geme e ci implora di fermare i nostri abusi e la sua distruzione. Poi, sono le diverse creature a gridare. Alla mercé di un «antropocentrismo dispotico» (Laudato si’, 68), agli antipodi della centralità di Cristo nell’opera della creazione, innumerevoli specie si stanno estinguendo, cessando per sempre i loro inni di lode a Dio. Ma sono anche i più poveri tra noi a gridare. Esposti alla crisi climatica, i poveri soffrono più fortemente l’impatto di siccità, inondazioni, uragani e ondate di caldo che continuano a diventare sempre più intensi e frequenti. Ancora, gridano i nostri fratelli e sorelle di popoli nativi. A causa di interessi economici predatori, i loro territori ancestrali vengono invasi e devastati da ogni parte, lanciando «un grido che sale al cielo» (Esort. Ap. postsin. Querida Amazonia, 9). Infine, gridano i nostri figli. Minacciati da un miope egoismo, gli adolescenti chiedono ansiosi a noi adulti di fare tutto il possibile per prevenire o almeno limitare il collasso degli ecosistemi del nostro pianeta.

    Ascoltando queste grida amare, dobbiamo pentirci e modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi. Sin dall’inizio, l’appello evangelico «Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino!» (Mt 3,2), invitando a un nuovo rapporto con Dio, implica anche un rapporto diverso con gli altri e con il creato. Lo stato di degrado della nostra casa comune merita la stessa attenzione di altre sfide globali quali le gravi crisi sanitarie e i conflitti bellici. «Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana» (Laudato si’, 217).

    Come persone di fede, ci sentiamo ulteriormente responsabili di agire, nei comportamenti quotidiani, in consonanza con tale esigenza di conversione. Ma essa non è solo individuale: «La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria» (ibid., 219). In questa prospettiva, anche la comunità delle nazioni è chiamata a impegnarsi, specialmente negli incontri delle Nazioni Unite dedicati alla questione ambientale, con spirito di massima cooperazione.

    Il vertice COP27 sul clima, che si terrà in Egitto a novembre 2022, rappresenta la prossima opportunità per favorire tutti insieme una efficace attuazione dell’Accordo di Parigi. È anche per questo motivo che ho recentemente disposto che la Santa Sede, a nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, aderisca alla Convenzione-Quadro dell’ONU sui Cambiamenti Climatici e all’Accordo di Parigi, con l’auspicio che l’umanità del XXI secolo «possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità» (ibid., 165). Raggiungere l’obiettivo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C è alquanto impegnativo e richiede la responsabile collaborazione tra tutte le nazioni a presentare piani climatici, o Contributi Determinati a livello Nazionale, più ambiziosi, per ridurre a zero le emissioni nette di gas serra il più urgentemente possibile. Si tratta di “convertire” i modelli di consumo e di produzione, nonché gli stili di vita, in una direzione più rispettosa nei confronti del creato e dello sviluppo umano integrale di tutti i popoli presenti e futuri, uno sviluppo fondato sulla responsabilità, sulla prudenza/precauzione, sulla solidarietà e sull’attenzione ai poveri e alle generazioni future. Alla base di tutto dev’esserci l’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente che, per noi credenti, è specchio dell’«amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino» [3]. La transizione operata da questa conversione non può trascurare le esigenze della giustizia, specialmente per i lavoratori maggiormente colpiti dall’impatto del cambiamento climatico.

    A sua volta, il vertice COP15 sulla biodiversità, che si terrà in Canada a dicembre, offrirà alla buona volontà dei governi l’importante opportunità di adottare un nuovo accordo multilaterale per fermare la distruzione degli ecosistemi e l’estinzione delle specie. Secondo l’antica saggezza dei Giubilei, abbiamo bisogno di «ricordare, tornare, riposare e ripristinare» [4]. Per fermare l’ulteriore collasso della “rete della vita” – la biodiversità – che Dio ci ha donato, preghiamo e invitiamo le nazioni ad accordarsi su quattro principi chiave: 1. costruire una chiara base etica per la trasformazione di cui abbiamo bisogno al fine di salvare la biodiversità; 2. lottare contro la perdita di biodiversità, sostenerne la conservazione e il recupero e soddisfare i bisogni delle persone in modo sostenibile; 3. promuovere la solidarietà globale, alla luce del fatto che la biodiversità è un bene comune globale che richiede un impegno condiviso; 4. mettere al centro le persone in situazioni di vulnerabilità, comprese quelle più colpite dalla perdita di biodiversità, come le popolazioni indigene, gli anziani e i giovani.

    Lo ripeto: «Voglio chiedere, in nome di Dio, alle grandi compagnie estrattive – minerarie, petrolifere, forestali, immobiliari, agroalimentari – di smettere di distruggere i boschi, le aree umide e le montagne, di smettere d’inquinare i fiumi e i mari, di smettere d’intossicare i popoli e gli alimenti» [5].

    Non si può non riconoscere l’esistenza di un «debito ecologico» (Laudato si’, 51) delle nazioni economicamente più ricche, che hanno inquinato di più negli ultimi due secoli; esso richiede loro di compiere passi più ambiziosi sia alla COP27 che alla COP15. Ciò comporta, oltre a un’azione determinata all’interno dei loro confini, di mantenere le loro promesse di sostegno finanziario e tecnico per le nazioni economicamente più povere, che stanno già subendo il peso maggiore della crisi climatica. Inoltre, sarebbe opportuno pensare urgentemente anche a un ulteriore sostegno finanziario per la conservazione della biodiversità. Anche i Paesi economicamente meno ricchi hanno responsabilità significative ma “diversificate” (cfr ibid., 52); i ritardi degli altri non possono mai giustificare la propria inazione. È necessario agire, tutti, con decisione. Stiamo raggiungendo “un punto di rottura” (cfr ibid., 61).

    Durante questo Tempo del Creato, preghiamo affinché i vertici COP27 e COP15 possano unire la famiglia umana (cfr ibid., 13) per affrontare decisamente la doppia crisi del clima e della riduzione della biodiversità. Ricordando l’esortazione di San Paolo a rallegrarsi con chi gioisce e a piangere con chi piange (cfr Rm 12,15), piangiamo con il grido amaro del creato, ascoltiamolo e rispondiamo con i fatti, perché noi e le generazioni future possiamo ancora gioire con il dolce canto di vita e di speranza delle creature.

    Roma, San Giovanni in Laterano, 16 luglio 2022, Memoria della B.V. Maria del Monte Carmelo.

    FRANCESCO

    ________________________________________


    [1] Cfr Discorso alla F.A.O., 16 novembre 1970.

    [2] S. Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 10 luglio 2002.

    [3] Discorso all’Incontro “Fede e Scienza verso la COP26”, 4 ottobre 2021.

    [4] Messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, 1 settembre 2020.

    [5] Videomessaggio ai movimenti popolari, 16 ottobre 2021.


    Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana


    (Fonte, dal sito della Santa Sede.
    Citazioni bibliche:
    La Sacra Bibbia, Conferenza Episcopale Italiana, Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, 2008).



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    ora pro nobis.





  3. #103

  4. #104

  5. #105
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    Avviso di Conferenza Stampa, 20.05.2023


    Si avvisano i giornalisti accreditati che, giovedì 25 maggio 2023, alle ore 11.30, presso la Sala Stampa della Santa Sede, Sala San Pio X, Via dell’Ospedale 1, avrà luogo una Conferenza Stampadi presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del creato, che si celebra il prossimo 1° settembre.

    Interverranno:

    - Em.mo Card. Michael Czerny, S.I.,Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale;

    - Rev. Canon Rachel Mash,Environmental Coordinator for the Anglican Church of Southern Africa and member of the of the Anglican Communion Environmental Network (in collegamento da remoto);

    - Sig. Tomás Insua, Direttore Esecutivo del Movimento Laudato si';

    - Dott.ssa Cecilia Turbitosi, Animatrice Circolo Laudato si' Sacro Cuore Ladispoli, volontaria del Centro Missionario Diocesi Porto-Santa Rufina.

    La Conferenza Stampa verrà trasmessa in diretta streaming in lingua originale sul canale Youtube di Vatican News, collegandosi al sito https://www.youtube.com/c/VaticanNews.

    […].

    [00825-IT.01]

    [B0380-XX.01]


    [Fonte, dal Bollettino quotidiano del: 20.05.2023 della Sala Stampa della Santa Sede].



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    ora pro nobis.





  6. #106
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    Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, 25.05.2023



    […].

    [00866-IT.01] [Testo originale: Italiano]

    [B0393-XX.02]


    [Fonte, dal Bollettino quotidiano del: 25.05.2023 della Sala Stampa della Santa Sede].
    Ultima modifica di Laudato Si’; 28-05-2023 alle 15:50



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  7. #107
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    PAPA FRANCESCO

    PER LA GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CURA DEL CREATO


    1° settembre 2023


    Cari fratelli e sorelle!

    “Che scorrano la giustizia e la pace” è quest’anno il tema del Tempo ecumenico del Creato, ispirato dalle parole del profeta Amos: «Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne» (5,24).

    Questa espressiva immagine di Amos ci dice quello che Dio desidera. Dio vuole che regni la giustizia, che è essenziale per la nostra vita di figli a immagine di Dio come l’acqua lo è per la nostra sopravvivenza fisica. Questa giustizia deve emergere laddove è necessaria, non nascondersi troppo in profondità o svanire come acqua che evapora, prima di poterci sostenere. Dio vuole che ciascuno cerchi di essere giusto in ogni situazione, che si sforzi sempre di vivere secondo le sue leggi e di rendere quindi possibile alla vita di fiorire in pienezza. Quando cerchiamo prima di tutto il regno di Dio (cfr Mt 6,33), mantenendo una giusta relazione con Dio, l’umanità e la natura, allora la giustizia e la pace possono scorrere, come una corrente inesauribile di acqua pura, nutrendo l’umanità e tutte le creature.

    Nel luglio 2022, in una bella giornata estiva, ho meditato su questi argomenti durante il mio pellegrinaggio sulle sponde del Lago Sant’Anna, nella provincia di Alberta, in Canada. Quel lago è stato ed è un luogo di pellegrinaggio per molte generazioni di indigeni. Come ho detto in quell’occasione, accompagnato dal suono dei tamburi: «Quanti cuori sono giunti qui desiderosi e ansimanti, gravati dai pesi della vita, e presso queste acque hanno trovato la consolazione e la forza per andare avanti! Anche qui, immersi nel creato, c’è un altro battito che possiamo ascoltare, quello materno della terra. E così come il battito dei bimbi, fin dal grembo, è in armonia con quello delle madri, così per crescere da esseri umani abbiamo bisogno di cadenzare i ritmi della vita a quelli della creazione che ci dà vita». [1]

    In questo Tempo del Creato, soffermiamoci su questi battiti del cuore: il nostro, quello delle nostre madri e delle nostre nonne, il battito del cuore creato e del cuore di Dio. Oggi essi non sono in armonia, non battono insieme nella giustizia e nella pace. A troppi viene impedito di abbeverarsi a questo fiume possente. Ascoltiamo pertanto l’appello a stare a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, e a porre fine a questa insensata guerra al creato.

    Vediamo gli effetti di questa guerra in tanti fiumi che si stanno prosciugando. «I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi», ha affermato una volta Benedetto XVI. [2] Il consumismo rapace, alimentato da cuori egoisti, sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del pianeta. L’uso sfrenato di combustibili fossili e l’abbattimento delle foreste stanno creando un innalzamento delle temperature e provocando gravi siccità. Spaventose carenze idriche affliggono sempre più le nostre abitazioni, dalle piccole comunità rurali alle grandi metropoli. Inoltre, industrie predatorie stanno esaurendo e inquinando le nostre fonti di acqua potabile con pratiche estreme come la fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas, i progetti di mega-estrazione incontrollata e l’allevamento intensivo di animali. “Sorella acqua”, come la chiama San Francesco, viene saccheggiata e trasformata in «merce soggetta alle leggi del mercato» (Enc. Laudato si’, 30).

    Il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (IPCC) afferma che un’azione urgente per il clima può garantirci di non perdere l’occasione di creare un mondo più sostenibile e giusto. Possiamo, dobbiamo evitare che si verifichino le conseguenze peggiori. «È molto quello che si può fare!» (ibid., 180), se, come tanti ruscelli e torrenti, alla fine insieme confluiamo in un fiume potente per irrigare la vita del nostro meraviglioso pianeta e della nostra famiglia umana per le generazioni a venire. Uniamo le nostre mani e compiamo passi coraggiosi affinché la giustizia e la pace scorrano in tutta la Terra.

    Come possiamo contribuire al fiume potente della giustizia e della pace in questo Tempo del Creato? Cosa possiamo fare noi, soprattutto come Chiese cristiane, per risanare la nostra casa comune in modo che torni a pullulare di vita? Dobbiamo decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società.

    Per prima cosa, contribuiamo a questo fiume potente trasformando i nostri cuori. È essenziale se si vuole iniziare qualsiasi altra trasformazione. È la “conversione ecologica” che San Giovanni Paolo II ci ha esortato a compiere: il rinnovamento del nostro rapporto con il creato, affinché non lo consideriamo più come oggetto da sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore. Rendiamoci conto, poi, che un approccio d’insieme richiede di praticare il rispetto ecologico su quattro vie: verso Dio, verso i nostri simili di oggi e di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi.

    Quanto alla prima di queste dimensioni, Benedetto XVI ha individuato un’urgente necessità di comprendere che Creazione e Redenzione sono inseparabili: «Il Redentore è il Creatore e se noi non annunciamo Dio in questa sua totale grandezza – di Creatore e di Redentore – togliamo valore anche alla Redenzione». [3] La creazione si riferisce al misterioso e magnifico atto di Dio di creare questo maestoso e bellissimo pianeta e questo universo dal nulla, e anche al risultato di quell’azione, tuttora in corso, che sperimentiamo come un dono inesauribile. Durante la liturgia e la preghiera personale nella «grande cattedrale del creato», [4] ricordiamo il Grande Artista che crea tanta bellezza e riflettiamo sul mistero della scelta amorosa di creare il cosmo.

    In secondo luogo, contribuiamo al flusso di questo potente fiume trasformando i nostri stili di vita. Partendo dalla grata ammirazione del Creatore e del creato, pentiamoci dei nostri “peccati ecologici”, come avverte il mio fratello, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo. Questi peccati danneggiano il mondo naturale e anche i nostri fratelli e le nostre sorelle. Con l’aiuto della grazia di Dio, adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili. Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili.

    Infine, affinché il potente fiume continui a scorrere, dobbiamo trasformare le politiche pubbliche che governano le nostre società e modellano la vita dei giovani di oggi e di domani. Politiche economiche che favoriscono per pochi ricchezze scandalose e per molti condizioni di degrado decretano la fine della pace e della giustizia. È ovvio che le Nazioni più ricche hanno accumulato un “debito ecologico” (Laudato si’, 51). [5] I leader mondiali presenti al vertice COP28, in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre di quest’anno, devono ascoltare la scienza e iniziare una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili. Secondo gli impegni dell’Accordo di Parigi per frenare il rischio del riscaldamento globale, è un controsenso consentire la continua esplorazione ed espansione delle infrastrutture per i combustibili fossili. Alziamo la voce per fermare questa ingiustizia verso i poveri e verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico. Faccio appello a tutte le persone di buona volontà affinché agiscano in base a questi orientamenti sulla società e sulla natura.

    Un’altra prospettiva parallela è specifica dell’impegno della Chiesa cattolica per la sinodalità. Quest’anno, la chiusura del Tempo del Creato, il 4 ottobre, festa di San Francesco, coinciderà con l’apertura del Sinodo sulla Sinodalità. Come i fiumi che sono alimentati da mille minuscoli ruscelli e torrenti più grandi, il processo sinodale iniziato nell’ottobre 2021 invita tutte le componenti, a livello personale e comunitario, a convergere in un fiume maestoso di riflessione e rinnovamento. Tutto il Popolo di Dio viene accolto in un coinvolgente cammino di dialogo e conversione sinodale.

    Allo stesso modo, come un bacino fluviale con i suoi tanti affluenti grandi e piccoli, la Chiesa è una comunione di innumerevoli Chiese locali, comunità religiose e associazioni che si alimentano della stessa acqua. Ogni sorgente aggiunge il suo contributo unico e insostituibile, finché tutte confluiscono nel vasto oceano dell’amore misericordioso di Dio. Come un fiume è fonte di vita per l’ambiente che lo circonda, così la nostra Chiesa sinodale dev’essere fonte di vita per la casa comune e per tutti coloro che vi abitano. E come un fiume dà vita a ogni sorta di specie animale e vegetale, così una Chiesa sinodale deve dare vita seminando giustizia e pace in ogni luogo che raggiunge.

    Nel luglio 2022 in Canada, ho ricordato il Mare di Galilea dove Gesù ha guarito e consolato tanta gente, e dove ha proclamato “una rivoluzione d’amore”. Ho appreso che il Lago Sant’Anna è anche un luogo di guarigione, consolazione e amore, un luogo che «ci ricorda che la fraternità è vera se unisce i distanti, che il messaggio di unità che il Cielo invia in terra non teme le differenze e ci invita alla comunione, alla comunione delle differenze, per ripartire insieme, perché tutti – tutti! – siamo pellegrini in cammino». [6]

    In questo Tempo del Creato, come seguaci di Cristo nel nostro comune cammino sinodale, viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la nostra casa comune abbondi nuovamente di vita. Lo Spirito Santo aleggi ancora sulle acque e ci guidi a «rinnovare la faccia della terra» (cfr Sal 104,30).

    Roma, San Giovanni in Laterano, 13 maggio 2023

    FRANCESCO

    _____________________________

    [1] Omelia presso il Lago S. Anna, Canada, 26 luglio 2022.

    [2] Omelia in occasione del solenne inizio del ministero petrino , 24 aprile 2005.

    [3] Conversazione nella Cattedrale di Bressanone, 6 agosto 2008.

    [4] Messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, 21 luglio 2022.

    [5] «C’è infatti un vero “debito ecologico”, soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all’uso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi» ( Laudato si’, 51).

    [6] Omelia presso il Lago S. Anna, Canada, 26 luglio 2022.


    Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana


    (Fonte, dal sito della Santa Sede).



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  8. #108
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    La Festa del Creato segna l'inizio di un nuovo Tempo del Creato


    Papa Francesco ha lanciato un appello a “fermare la guerra mondiale contro la nostra casa comune” durante l’udienza generale di oggi [d’ieri, 30 agosto – N.d.R.].

    Il 1° settembre, la Festa del Creato, conosciuta anche come La Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, dà il via al Tempo del Creato 2023 con il tema "Che la Giustizia e la Pace Scorrano".

    Per celebrare, Papa Francesco invita tutti ad ascoltare le 'vittime dell'ingiustizia ambientale e climatica' e a 'porre fine a questa insensata guerra contro il creato'.

    Il 1° settembre inizia il Tempo del Creato. Quest'anno, che porta il tema ‘Che la Giustizia e la Pace Scorrano’ e simboleggiato dal "fiume possente", inizia il 1° settembre con la Festa del Creato (conosciuta anche come la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato) e si conclude il 4 ottobre, Festa di San Francesco d'Assisi.

    Nel suo messaggio per la Festa del Creato, Papa Francesco ha affermato: ‘In questo Tempo del Creato, come seguaci di Cristo nel nostro comune cammino sinodale, viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la nostra casa comune abbondi nuovamente di vita. Lo Spirito Santo aleggi ancora sulle acque e ci guidi a “rinnovare la faccia della terra”.’

    Ha inoltre sottolineato il ‘ritmo del cuore creato e del cuore di Dio’, che ‘non battono in armonia; non sono armonizzati nella giustizia e nella pace’’ Per questo Papa Francesco ha invitato a stare accanto ‘alle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica e a porre fine all’insensata guerra contro il creato’.

    Il Santo Padre sottolinea anche, nell'Udienza Generale di oggi [d’ieri, 30 agosto – N.d.R.], l'urgenza di “fermare la guerra contro la nostra casa comune” e ricorda la sua volontà di diffondere un'Esortazione Apostolica, una “seconda Laudato Si” al termine del Tempo del Creato, il 4 Ottobre.

    Quest’anno, l’inizio di questo tempo ecumenico di preghiera e di azione avverrà durante il Viaggio Apostolico del Santo Padre in Mongolia (31 agosto - 4 settembre), paese secondo recenti notizie, gravemente colpito dalla crisi climatica, dove le inondazioni distruggono le infrastrutture mentre gli dzud causano perdite di raccolti e bestiame e l’inquinamento atmosferico ha un forte impatto sulla salute delle persone. Inoltre, è stato annunciato che Papa Francesco sta lavorando a una “seconda parte” della Laudato Si’.

    L'evento di apertura sarà un servizio di preghiera ecumenico il 1° settembre, con la partecipazione di leader ecumenici che guideranno un momento di riflessione. L'evento sarà trasmesso in streaming in inglese su YouTube, con traduzioni simultanee in spagnolo, portoghese, italiano e francese disponibili su Zoom.

    Durante tutto il Tempo del Creato, eventi globali e regionali copriranno diversi argomenti, tra cui incontri di preghiera, una veglia di preghiera ecumenica in Piazza San Pietro organizzata da Taizé, il 30 settembre, a sostegno e promozione del Trattato di Non Proliferazione dei Combustibili Fossili (TNPCF) per mitigare la crisi del cambiamento climatico da parte della Chiesa in America Latina, Oceania e Africa, pulizia di aree naturali, seminari e altro ancora. L'elenco completo degli eventi può essere trovato qui.

    In particolare, il Movimento Laudato Si' estende un invito speciale a unirsi alla campagna di preghiera e di azione per la giustizia climatica in vista della COP 28. La campagna prevede preghiere per i leader politici con responsabilità nella prossima COP e per tutti coloro che hanno il compito di prendere decisioni immediate. per affrontare la crisi climatica. Utilizzando hashtag come #PregandoPerTe #COP28 e #TempoDelCreato, le persone e le comunità sono incoraggiate a pregare per i loro leader politici e a condividere una foto della loro preghiera sui social media.


    Il Tempo del Creato offre l’opportunità di rinnovare il nostro rapporto con il Creatore e con tutta la creazione attraverso la celebrazione comunitaria, la conversione e l’impegno personale. Durante questo tempo, la Chiesa Cattolica è unita alla famiglia ecumenica nella preghiera e nell’azione per la nostra casa comune.

    Per ulteriori informazioni sul Tempo del Creato, visitare il sito web


    Contatti per la stampa: Gabriel López Santamaría

    gabriel@laudatosimovement.org

    +34 691 907 261





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    Qui è possibile reperire tutto il materiale predisposto dalla CEI per la celebrazione della 18ª Giornata Mondiale per la Custodia del Creato.



    Regina Sacratissimi Rosarii,
    ora pro nobis.





  10. #110
    Partecipante a CR
    Data Registrazione
    Jan 2023
    Località
    Napoli
    Età
    72
    Messaggi
    743
    Preziosi suggerimenti che il Vescovo di Rimini, con un comunicato-stampa pubblicato sul sito ufficiale della diocesi, fornisce in merito alla Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato

    https://www.diocesi.rimini.it/giorna...ra-del-creato/



    Si tratta, per quanto possibile:

    – spegnere le luci di casa
    – minimizzare il consumo di acqua, chiudendo i rubinetti quando non serve l’acqua; mentre ci stiamo insaponando sotto la doccia o lavando i denti non è necessario che l’acqua scorra.
    – recuperare l’acqua dei piatti e del lavaggio per abbeverare le piante
    – non utilizzare piatti e bicchieri di plastica
    – cucinare solo quello che si riesce a mangiare e non lasciare cibo nel piatto
    – utilizzare macchine e moto meno possibile, e bici elettriche solo quando è indispensabile
    – usare mezzi di trasporto comune
    – differenziare i rifiuti
    – recuperare oggetti rotti o fuori uso
    – minimizzare, per quanto possibile l’uso degli elettrodomestici, dei condizionatori, dei ventilatori, di qualche comfort elettrico.
    – evitare l’uso di carta utilizzando le applicazioni digitali
    – riutilizzare la carta scritta su una sola facciata

    e così via, come dice il Papa.

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