
Originariamente Scritto da
Macchia Nera
Perdonami, cosa ti spingono irrefrenabilmente a fare queste parole?
Anche dopo averle rilette, continuo a non trovarci nessun riferimento a Cristo, inizio, fine e centro della creazione; vedo solo timidi riferimenti alla Scrittura, e soprattutto intenti generici e vaghi, senza alcuna indicazione concreta.
Faccio alcuni esempi:
"Ci troviamo nella posizione unica di decidere se affrontarle con poca lungimiranza e speculando o se coglierle come un’opportunità di conversione e trasformazione."
Non si può che condividere questa affermazione, ma è così generica che potrebbe condividerla anche il più grande inquinatore del mondo.
"Insieme possiamo condividere una visione della vita in cui tutti prosperano. Insieme possiamo scegliere di agire con amore, giustizia e misericordia. Insieme possiamo camminare verso una società più giusta e appagante, con al centro coloro che sono più vulnerabili"
Di nuovo affermazioni giuste e condivisibili, ma restano poco più che slogan (spero che nessuno si offenda e mi scomunichi per avere usato questa parola), non c'è nulla di concreto. Io cristiano cosa devo fare per rendere reale questa visione? Non si sa.
"Ognuno di noi, individualmente, deve assumersi la responsabilità di come vengono usate le nostre risorse"
Di nuovo una cosa molto generica, si può sentire a posto riaspetto a questa affermazione chiunque, basta usare la borraccia invece della bottiglia d'acqua.
Inoltre nella citazione che hai fatto a parte l'accenno alle Chiese e la citazione del passo di Luca, non c'è nulla di specificamente cristiano. Ripeto quello che ho scritto in un post precedente, le stesse idee le avremmo potute trovare nell'editoriale di un giornale laico.
Abbiamo un documento congiunto di tre chiese cristiane e su circa 1.400 parole, Cristo o Gesù non compaiono mai, la parola cristiano compare solo 3 volte, se a voi sembra normale, a me non tanto?
Cristo è il centro del creato, l'inizio e il suo compimento ultimo, un accenno a questo non avrebbe dovuto esserci?
L'uomo ha una posizione privilegiata sulla creazione, ma al contempo è chiamato a custodirla.
La custodia del creato non è la sostenibilità, è molto di più.
Il problema ecologico, è innanzitutto antropologico, perché siamo arrivati a questa situazione? perché prevale la logica del profitto, del mercato selvaggio, dove l'uomo e il creato sono visti sono come mezzi per ottenere ulteriore profitto o come consumatori da spremere.
Ed è vero che ciascuno di noi ha delle responsabilità e con i suoi comportamenti può aiutare a cambiare la situazione.
Ma le responsabilità principali sono altrove, sono nelle multinazionali, nelle banche, nei grandi gruppi finanziari che fanno di tutto per portare questo modello agli estremi.
Di tutto questo nel documento non c'è traccia.