Comunicato dell'Abate Donato e della Comunità monastica
Le gravi e dolorose notizie degli ultimi giorni hanno profondamente scosso la nostra comunità monastica e il secolare, indissolubile legame che unisce l'Abbazia alla sua città, Cassino, e a tutto il suo territorio, la Terra di San Benedetto.
In un momento tanto difficile, in cui lo smarrimento, l'amarezza e la delusione rischiano di prendere il sopravvento, abbiamo preferito far tacere ogni forma di "balbettio umano" per lasciare spazio alla Parola vera, quella di Dio, attraverso il silenzio, la riflessione e la preghiera.
L'errore, anche grave, di un fratello – che sarà accertato alla luce della verità – non può, né deve, travolgere tutti e tutto. Chiediamo, tuttavia, perdono a quanti sono rimasti feriti e scandalizzati dalle notizie divulgate, e ringraziamo tutti coloro che in questi giorni ci hanno dimostrato affetto e solidarietà. A questi ultimi, e sono tantissimi, va, fin d'ora, il nostro grazie.
È nostra umile e fiduciosa convinzione che S. Benedetto e Santa Scolastica ci aiuteranno a ridare forza, slancio e luce alla nostra testimonianza monastica, affinché Montecassino continui a rappresentare un significativo punto di riferimento per ogni persona. Succisa virescit!
L'Abate e la Comunità monastica di Montecassino
http://www.abbaziamontecassino.org/a...o-abate-stampa
L'economo di una diocesi del genere potrebbe essere un sacerdote diocesano, mi pare difficile pensare che un semplice monaco possa avere un compito del genere nei riguardi di una intera diocesi. Bisognerebbe vedere il regolamento.
Comunque, il comunicato della comunità monastica ha ragione. Per quanto possa essere doloroso, “succisa, virescit” (tagliata, ricresce).
Questo è il motto di Montecassino che nel corso della sua lunga storia ha vissuto innumerevoli volte proprio questo fenomeno. Sembrerebbe che questi dolorosi "tagli", di ogni genere e specie (l'ultimo in senso cronologico era stata la distruzione fisica del '44), con le rispettive ricrescite, sia ormai un vero e proprio elemento della tradizione di Montecassino.
Galantino a Cefalù: Cei parte civile contro l’ex abate di Montecassino
La decisione sarà presa al termine dell’indagine in corso. Vitorelli ha usato fondi della Chiesa per fini personali
La Cei, la conferenza dei vescovi italiani, potrebbe costituirsi parte civile in un eventuale processo a carico dell’ex abate di Montecassino, don Pietro Vittorelli, indagato per avere usato fondi della Chiesa per fini personali. Lo ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino che a Cefalù (Palermo) partecipa al convegno regionale dei presbiteri di Sicilia.
In diretta streaming è stato intervistato da Vincenzo Morgante, direttore della Tgr della Rai. Galantino ha affermato di avere intenzione di costituirsi parte civile «a nome di tanti vescovi e sacerdoti che sono lontani mille miglia dal comportamento» dell’ex abate. A dom Vittorelli e al fratello Massimo la Guardia di finanza di Frosinone ha notificato un’ordinanza di sequestro di beni per 500 mila euro.
Il segretario della Cei ha assicurato anche che i fondi dell’8 per mille destinati alla Chiesa cattolica «sono utilizzati nel pieno rispetto delle legge dello Stato: in particolare, buona parte di essi sono devoluti sistematicamente a interventi caritativi e di promozione umana, in Italia e all’estero». «Ne è prova - ha concluso - la documentazione resa puntualmente disponibile online».
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Scandalo Montecassino, l’Arcivescovo D’Onorio: “Non manca nemmeno un euro”
“Non manca nemmeno un euro dalle casse di Montecassino”. Lo ha dichiarato ieri mattina l’Arcivescovo di Gaeta, Fabio Bernardo D’Onorio, durante il convegno “Quali comunicazioni sociali?” svoltosi presso il Museo Diocesano, rivolto ai giornalisti e agli operatori dell’informazione. Presenti in qualità di relatori il Direttore responsabile del quotidiano nazionale “Avvenire”, Marco Tarquinio, e il Direttore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni sociali della CEI, don Ivan Maffeis.
D’Onorio è intervenuto nel dibattito in particolare quando è stato affrontato il delicato tema dell’accertamento delle fonti da parte dei giornalisti e della cosiddetta “comunicazione malata” e ha sottolineato come, nel caso dello scandalo che ha avvolto l’Abbazia di Montecassino, siano state scritte alcune inesattezze.
“Lungi da me difendere qualcuno, sarà la magistratura a fare il suo corso – ha dichiarato l’Arcivescovo, che è stato abate di Montecassino per 24 anni e quindi conosce molto bene la situazione – ma posso dire che non manca nemmeno un euro. Sono stati fatti dei controlli da parte dell’Arcidiocesi di Sora, dalla quale dipende Montecassino, ed è risultato tutto in regola e pare che anche all’Abbazia non risultino irregolarità. Si è parlato dei soldi presi dalla Caritas ma non è così”.
Come è noto, quel denaro doveva essere destinato a finalità di culto e a opere caritatevoli, ma secondo la Procura di Roma sarebbe stato riciclato in varie tranche attraverso vorticosi passaggi da conti correnti, per poi tornare nella disponibilità del prelato per usi privati.
Per tali motivi, la Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro di beni nei confronti di Pietro Vittorelli, ex abate di Montecassino, e del fratello Massimo, per un valore di oltre 500mila euro, somma della quale l’alto prelato si sarebbe impossessato prelevandola, durante il suo mandato, dai conti dell’abbazia. Ma secondo questa tesi i fondi balzati all’onore delle cronache anche per l’impiego disinvolto proverrebbero da altre parti.
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Il tribunale di Roma ha assolto Dom Pietro Vittorelli dall'accusa di appropriazione indebita; assolto anche il fratello Massimo:
https://www.frosinonetoday.it/cronac...-scandalo.html
Oboedientia et Pax
Bisognerebbe precisare che per noi cristiani è più importante ciò che dice la morale cristiana. Anche l'aborto è legale per lo Stato ma è atto grave per il cristiano.Viaggi e cene di lusso con i soldi delle offerte: assolto dalle accuse l’ex abate di Montecassino
Sotto accusa anche il fratello del prete, Massimo, broker bancario accusato di riciclaggio. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, quest'ultimo avrebbe ricevuto dall'abate circa 100mila euro da un conto Ior. Durante l'udienza gli avvocati difensori dei due fratelli hanno dichiarato che quei soldi erano stati prelevati non dal conto della diocesi, su cui viene accreditato l'8 per mille dei fedeli, ma dal conto della comunità monastica. Si tratta di donazioni private su cui l'abate ha piena disponibilità.
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Quindi bisognerebbe chiarire se è moralmente tutto a posto per un abate prelevare migliaia di euro da un conto di una comunità monastica, di cui possiede legalmente piena disponibilità, per girarli al fratello oppure per spenderli per le proprie "necessità".
questo lo sosteneva l'accusa.
https://roma.corriere.it/notizie/cro...85a02xlk.shtml
Quei soldi «in parte mi sono stati dati dalla mia famiglia e parte erano dovuti a mia carità personale per le opere di bene che facevo», aveva detto dom Vittorelli, spiegando di avere «impiegato i soldi dell’abazia e della diocesi nel rispetto della normativa canonica». Ora la giustizia gli ha dato ragione.
Ultima modifica di Gerensis; 27-05-2023 alle 15:41