Mons Gilberto Baroni, vescovo di Reggio Emilia, portava abitualmente il tricorno paonazzo e talare nera filettata.
Mons Gilberto Baroni, vescovo di Reggio Emilia, portava abitualmente il tricorno paonazzo e talare nera filettata.
Virtus ex Alto
Lo scorso 3 dicembre Mons. Orazio Francesco Piazza ha preso possesso della Diocesi di Viterbo. Al momento dell'accoglienza davanti alla Cattedrale lui e il predecessore Lino Fumagalli indossavano, sopra l'abito corale, il tabarro nero.
Fonte: https://www.vivitelese.it/2022/12/la...si-di-viterbo/
I vescovi possono legittimamente indossare il mantello del colore violaceo prelatizio. Mons Cavina, emerito di Carpi, lo usava abitualmente nelle festività invernali sia nel portarsi alla cattedrale sia in altre occasioni particolari.
Virtus ex Alto
Fonte: https://www.chiesadimilano.it/fotoga...e-1384958.html
Ma Mons. Delpini in Camerun è diventato Cardinale?![]()
«Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non morirà in eterno»
E perchè quella del Vescovo vicino è paonazza?
«Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non morirà in eterno»
Ah ok... capito! Non sapevo: grazie mille Santo! Come sempre![]()
«Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non morirà in eterno»
Il prelato in questione è l'Arcivescovo di Garoua. È la filettatura della sua talare ad essere da monsignore e non da Vescovo.![]()
Notiamo che Mons. Ravelli per la cerimonia della deposizione della salma del Papa emerito nella bara e della chiusura della stessa ha indossato l'abito corale proprio dei Prelati superiori di Curia non vescovi, cioè rocchetto e mantelletta sulla talare paonazza.
Se, per ipotesi, le esequie non fossero state presiedute da Papa Francesco, con ogni probabilità Mons. Maestro avrebbe indossato tale abito per l'intera durata della celebrazione, come fece Mons. Noè alle esequie di Paolo VI e di Giovanni Paolo I.
Mons. Piero Marini, invece, essendo Arcivescovo, indossò nei riti della Sede vacante del 2005 rocchetto e mozzetta.
«Ego sum resurrectio et vita.
Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet».
(Io. 11, 25)