A proposito degli inni del Breviario Romano e di quelli della Liturgia Horarum, noto che nell'inno dei vespri della festa di Cristo Re, composto nel 1925 dall'allora innografo pontificio p. Antonio Genovesi S. I., vi sono le seguenti strofe:
Scelesta turba clamitat:
Regnare Christum nolumus;
Te nos ouantes omnium
Regem supremum dicimus
.........
Te nationum praesides
Honore tollant publico,
Colant magistri, iudices,
Leges et artes exprimant.
Entrambe, ancora presenti nel breviario del 1960, sono sparite dal testo così come proposto nella Liturgia Horarum. Il p. Anselmo Lentini S. I., che della commissione per la redazione degl'inni fece parte, scrive nel suo "Te decet laus. L'innario della Liturgia Horarum", Città del Vaticano 1984, p. 67, che le modifiche alle strofe che sembravano non più attuali furono fatte con il consenso dell'autore, morto nel 1967.
In che senso non sembrerebbero più attuali? Che cosa si potrebbe dedurne? Che tra il 1960 e il 1971 (anzi, tra il 1968 e il 1971, ché l'inno in questione conserva le due strofe anche nella revisione provvisoria pubblicata per cura dello stesso p. Lentini in "Hymni instaurandi Breviarii Romani", Città del Vaticano 1968, p. 139), anno in cui fu pubblicata la I edizione tipica della Liturgia Horarum, quei voti si erano compiuti per cui non erano più necessarie quelle preghiere?
Quindi secondo i redattori della Liturgia Horarum oggi
a) non c'è più nessuno che rifiuti la regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, anzi, tutti la hanno accettata con entusiasmo;
b ) tutti i capi di stato onorano pubblicamente Gesù;
c) tutti i professori nelle scuole ne insegnano la dottrina (soprattutto dopo il '68!);
d) tutti i magistrati ne rispettano gl'insegnamenti (ad esempio quello marchigiano che si rifiuta di lavorare perché nell'aula c'è il Crocifisso);
e) le arti e le leggi esprimono la Sua divina persona (è nota infatti la grande rifioritura della pittura, scultura, architettura, letteratura e musica a soggetto religioso negli ultimi 40 anni! Anzi, si può dire che quello sacro sia ormai l'unico oggetto dell'arte, proprio come nel Medio Evo).
Non si capisce se questi redattori credessero veramente alle cose che scrivevano oppure abbiano voluto prenderci in giro (e passi se i beffati siamo noi, il peggio è che si potrebbe pensare che abbiano voluto prendere in giro Gesù e la sua Chiesa).