Papa in Messico:
conferenza stampa aereo, divorziati risposati
“Integrare nella Chiesa non significa fare la comunione”.
A precisarlo è stato il Papa, interpellato dai giornalisti, nel briefing sul volo di ritorno dal Messico, sulla questione dei divorziati risposati.
“La parola-chiave che usò il Sinodo – e io la riprenderò – è integrare nella vita della Chiesa le famiglie ferite, le famiglie di risposati”, ha ribadito Francesco:
“Io conosco cattolici risposati che vanno in chiesa una volta l’anno, due volte: ‘Ma, io voglio fare la comunione!’, come se la comunione fosse un’onorificenza.
Un lavoro di integrazione … tutte le porte sono aperte. Ma non si può dire, di qui in più, ‘possono fare la comunione’. Questo sarebbe una ferita anche ai matrimoni, alla coppia, perché non farà compiere loro quella strada di integrazione”.
http://agensir.it/quotidiano/2016/2/...-la-comunione/
n. 83 "La Chiesa ... rigetta fermamente la pena di morte" (Relatio finalis, 2015, 64)
CCC 1650
Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la Legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione.
FC 84
La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati.
AL nota 315
In certi casi, potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramenti.
ecco, se questa non è un evoluzione della dottrina poco ci manca... mentre, tra l'altro, in CCC e FC vi erano frasi chiare e nette, in AL si scrivono paragrafi e paragrafi sulla, giusta, ci mancherebbe, valutazione pastorale dei vari casi; ma, secondo me, un documento deve dare delle indicazioni generali, chiare e nette, altrimenti il rischio, come già si intuisce, è che ciascun Vescovo e ciascun sacerdote adotti un comportamento a sé, generando confusione e facendo quasi una "classifica" del pastore più accogliente o più rigido
in AL trovo molte parole per fare contenti un po' tutti, ciascuno ci potrà trovare un appiglio e una giustificazione al proprio comportamento, spiace perché una volta aperta questa breccia, poi se ne potranno aprire altre, una morale fai da te, soggettiva... cito ad esempio "È vero che le norme generali presentano un bene che non si deve mai disattendere né trascurare, ma nella loro formulazione non possono abbracciare assolutamente tutte le situazioni particolari. Nello stesso tempo occorre dire che, proprio per questa ragione, ciò che fa parte di un discernimento pratico davanti ad una situazione particolare non può essere elevato al livello di una norma." AL, 304 e mi chiedo che cosa voglia dire? Se la norma, come giustamente si legge, è bussola per il bene, allora questo bene, per definizione, è criterio superiore e giudicante le singole situazioni, altrimenti che norma sarebbe?
un ulteriore considerazione: penso che sia il primo documento che abbia nel titolo la parola "Amor", più che la teologica e biblica "Caritas"; tra l'altro, non vorrei dire, ma in latino "Amor" ha una connotazione molto terrena, chissà perché ho pensato all'ars amandi di Ovidio, che è ben altra cosa!!
Quid quaeritis viventem cum mortuis? (Lc 24, 5)
Sì, diciamo che prendere questi tre estratti e leggerli in sequenza, per dire che non si è introdotto nessun cambiamento nella dottrina bisogna fare un po' di salti mortali. Il che, se devo essere onesto, mi lascia un po' perplesso.
Però non ho ancora avuto il tempo di leggere il testo nella sua interezza quindi, prima di fare qualsiasi tipo di commento, preferisco conoscere tutto il contenuto. Commentare estrapolando frasi, in genere, è una cosa che non mi piace fare.
Aggiungo quest'altro passaggio:
301.(...) Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante. I limiti non dipendono
semplicemente da una eventuale ignoranza della norma. Un soggetto, pur conoscendo bene la
norma, può avere grande difficoltà nel comprendere «valori insiti nella norma morale» [339] o si
può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere
altre decisioni senza una nuova colpa (...).
Porto la mia esperienza personale: conosco delle persone che convivono sapendo benissimo di avere una situazione "irregolare" ed i cattolici di vivere in peccato mortale, ma hanno scelto la via più "facile" per motivi familiari, economici, burocratici ecc.
Raramente si "regolarizzano" sposandosi in chiesa perchè a loro sta bene così. E parlo di vedovi "accompagnati", oppure di persone mai sposate, o di altre che hanno avuto l'annullamento del Tribunale Ecclesiastico di un precedente matrimonio, tutte situazioni per cui nulla osta di consacrare la loro unione davanti a Dio.
Il pericolo che ravviso nei paragrafi precedenti e susseguenti è che comunque molti porteranno avanti la convivenza come scelta egoistica avanzando però la "pretesa" di accedere ugualmente all'Eucarestia.
E' vero che il Papa raccomanda un percorso di approfondimento e crescita con l'aiuto dei Sacerdoti ma sappiamo quanto questi sono già oberati e tante coppie (immagino) non si assoggetteranno per diversi motivi, "saltando" subito all'Eucarestia perchè lo dice Papa Francesco.
Senza contare i preti che sono d'accordo sulla linea dell'Eucarestia ai divorziati, proprio per una forma mentale (e spirituale).
Temo perciò, col tempo e per i più svariati motivi, una deriva ed una sorta di abuso come si sta verificando con la Comunione nelle mani e la S. Messa prefestiva.
Ciò che era stata indicata come una possibile alternativa, adesso è diventata la regola.
Ultima modifica di Sunshine; 08-04-2016 alle 22:19
Se solo il papa e la Chiesa fossero più chiari nella comunicazione... sì sì; no no!
dichiarazione di nullità, non annullamento
non ho potuto verificare ma Magister aveva pubblicato degli estratti già l'altra sera?
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351270 il post porta la data del 7 aprile
Quid quaeritis viventem cum mortuis? (Lc 24, 5)
un commento di Magister e del sacerdote spagnolo José Pérez-Soba
Ultima modifica di PaoVac; 09-04-2016 alle 00:34
Quid quaeritis viventem cum mortuis? (Lc 24, 5)