18/08/2009 14.19.18
A settembre e ottobre, apertura notturna dei Musei Vaticani
Dopo il lusinghiero successo della prima apertura notturna lo scorso 24 luglio, i Musei Vaticani annunciano che l’apertura straordinaria notturna sarà replicata, quest’anno, tutti i venerdì del mese di Settembre (4, 11, 18, 25) e tutti i venerdì del mese di Ottobre (2, 9, 16, 23, 30), dalle ore 19 alle ore 23 (ultimo ingresso alle ore 21,30). Un’esperienza unica e straordinaria per tutti i romani e per tutti coloro che lo desiderano, ma che durante le normali ore di apertura sono impegnati in attività che rendono impossibile il godimento di una piacevole visita alle meraviglie del Vaticano. Per la visita notturna, informa un comunicato dei Musei Vaticani, è obbligatoria la prenotazione online tramite il sito Internet ufficiale dei Musei, (www.vatican.va: nella pagina con la scritta La Santa Sede cliccare sulla lingua desiderata, nella pagina seguente cliccare a sinistra su Musei Vaticani, seguire le istruzioni per Biglietteria online). Sempre online, è possibile prenotare una visita guidata.
fonte: Radio Vaticana
Oboedientia et Pax
Sono appena ritornato da una vacanza in Austria con la famiglia e ho sperimentato che nei musei (ma anche il altre "attrazioni" come le funivie ) esiste il "biglietto famiglia" dove in pratica una famiglia con 3 figli sotto i 16 (o a volte 18) anni paga solo la tariffa dei due genitori adulti e i figli in pratica entrano gratis.
Purtroppo ho visto che per i musei vaticani non esiste niente di simile, se li visitassi con la mia famiglia arriverei a spendere 52 euro.
Penso che per i Musei vaticani (come per tutti i musei ecclesiastici) una tariffa famigliare sia un opzione importante da prendere in considerazione.
Tutti i venerdì di settembre e ottobre
Tornano le «notti bianche»
ai Musei Vaticani
Tornano le "notti bianche" ai Musei Vaticani. Dopo il successo dell'apertura straordinaria notturna dello scorso 24 luglio, l'iniziativa si replicherà anche a settembre e a ottobre. È di ieri, infatti, l'annuncio che tutti i venerdì dei prossimi due mesi - 4, 11, 18, 25 settembre e 2, 9, 16, 23, 30 ottobre - i Musei resteranno aperti al pubblico per la visita notturna dalle ore 19 alle ore 23. L'ultimo ingresso consentito sarà alle 21.30.
Sarà possibile così ripetere l'esperienza straordinaria che già un mese fa ha coinvolto numerosi romani e turisti. Per quella che, in 503 anni di storia, è stata la prima apertura serale dei Musei Vaticani si sono registrate 5.104 prenotazioni on line, per un totale di ben 6.500 ingressi. Nei primi quaranta minuti più di 2.600 persone hanno varcato le porte dei Musei e molti hanno atteso pazientemente in fila il loro turno, a testimonianza del riscontro positivo registrato dall'iniziativa.
Anche questa volta per poter usufruire dell'apertura notturna sarà obbligatoria la prenotazione on line tramite il sito internet dei Musei Vaticani. Vi si può accedere attraverso l'indirizzo www.vatican.va del portale ufficiale della Santa Sede. Nella pagina con la scritta La Santa Sede occorre cliccare dapprima sulla lingua desiderata. Poi, nella pagina seguente, a sinistra si clicca su Musei Vaticani e si seguono le istruzioni per Biglietteria online. Sempre attraverso il sito è possibile prenotare una visita guidata dei Musei.
Per l'apertura straordinaria dei venerdì di settembre e ottobre è stato predisposto anche un percorso di visita. Superato l'Atrio dei Quattro Cancelli, si sale per la Scala Simonetti e si entra nel Museo Pio Clementino, che porta il nome dei due Pontefici - Clemente XIV (1769-1774) e Pio VI (1775-1799) - che incrementarono e sistemarono il primo nucleo della raccolta risalente a Giulio II (1503-1513). Si attraversano poi la Sala a Croce Greca, la Sala Rotonda, la Sala delle Muse e la Sala degli Animali, per giungere al Cortile Ottagono.
Successivamente, dopo aver percorso a ritroso lo stesso itinerario, si ritorna alla Scala Simonetti e si sale alle Gallerie. Il "corridore" occidentale realizzato da Gregorio XIII (1572-1585) - che collega il Palazzo Apostolico Vaticano alla Palazzina del Belvedere - è suddiviso infatti in varie Gallerie differentemente denominate. Sarà possibile visitare le Gallerie dei Candelabri, degli Arazzi e delle Carte Geografiche, oltre alla Galleria e alla Cappella appartenenti alla parte privata dell'appartamento di Pio V (1566-1572).
Si passerà poi attraverso la Sala Sobieski - che prende il nome dal grande dipinto "Re Sobieski libera Vienna" (1883) del pittore polacco Jan Matejko che occupa l'intera parete nord - e la Sala dell'Immacolata affrescata da Francesco Podesti con episodi riguardanti la definizione e la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione di Maria. Si potrà anche visitare la cappella privata di Urbano VIII (1623-1644).
I visitatori raggiungeranno successivamente le Stanze di Raffaello - al secondo piano del Palazzo Apostolico Vaticano - che costituiscono la parte di "rappresentanza" dell'appartamento abitato da Giulio ii e dai suoi successori sino a Gregorio XIII: la Stanza dell'Incendio di Borgo, la Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro e la Stanza di Costantino. Quindi potranno ammirare il maestoso scenario della Cappella Sistina, con la volta e il Giudizio universale di Michelangelo, oltre ai numerosi affreschi di maestri come Botticelli, Perugino, Ghirlandaio, Luca Signorelli, Biagio d'Antonio, Cosimo Rosselli, Bartolomeo della Gatta, Matteo da Lecce, Arrigo Paludano.
Dopo il passaggio attraverso la Sala degli Indirizzi di Pio IX (1846-1878) e la Cappella di San Pio V (1566-1572) iniziano le Gallerie della Biblioteca. Si percorrerà l'ultimo tratto settentrionale del "corridore" occidentale - lasciato a loggia aperta sul cortile della Pigna e poi chiuso nel 1739 da Clemente XII (1730-1740) - che risulta suddiviso in vari settori. Si potranno visitare la Sala degli Indirizzi, la Sala delle Nozze Aldobrandine, la Sala dei Papiri, il Museo Sacro della Biblioteca Vaticana, la Galleria di Urbano VIII, le Gallerie Sistine, il Salone Sistino, le Gallerie Paoline, la Galleria Alessandrina e la Galleria Clementina.
Infine, dalle Gallerie della Biblioteca Vaticana, si scende la scala e si giunge alla rotonda, dove si trova la rampa elicoidale realizzata da Giuseppe Momo nel 1932 e dove si concluderà il percorso della visita.
(©L'Osservatore Romano - 20 agosto 2009)
"Vi scongiuro, sosteniamoci in questo cammino" Card.Angelo Scola
credo che siano da visitare una volta nella vita per tutti.
poi per noi,addetti ai lavori,più volte.
è una visita lunga stancante,ma segna la vita.
è stupendo rivivere secoli di arte,spendendo solo 7 euro(se ben ricordo).
uno spettacolo unico,stupendo.
dagli egizi a raffaello,grande!!
06/10/2009 14.24.29
I Musei Vaticani replicano per i venerdì di ottobre l'appuntamento con la "lezione pubblica serale"
Dopo il grande successo riscosso dalla “lezione pubblica serale” sul Beato Angelico tenuta dal loro direttore, il prof. Antonio Paolucci, i Musei Vaticani hanno deciso di replicare l’iniziativa per i prossimi venerdì del mese di ottobre, coinvolgendo esperti dei Musei durante l’apertura notturna dei Musei dalle 19 alle 23, con l’ultimo ingresso alle 21.30. Il 9 ottobre, la dott.ssa Micol Forti parlerà de “L’arte contemporanea nei Musei Vaticani”, mentre il 16 ottobre la dott.ssa Alessia Amenta, tratterà de “I Faraoni alla corte dei Papi”. Sarà poi la volta del dott. Petro Beresh, che venerdì 23 ottobre si soffermerà sul tema “Il significato delle icone attraverso la collezione dei Musei Vaticani”. Infine, per l’ultimo appuntamento del mese, il 30 ottobre, il prof. Ivan Di Stefano Manzella, ordinario di Antichità Romane all’Università degli Studi della Tuscia e Consulente dei Musei Vaticani per le Raccolte Epigrafiche, terrà una lezione su “Divinità, imperatori, persone tra grandi eventi e vita quotidiana: testimonianze nella Galleria Lapidaria”. Chiunque fosse interessato a seguire le lezioni serali potrà accedervi - spiegano i Musei Vaticani - senza dover rinunciare al proprio programma di visita o potrà venire esclusivamente per la lezione serale. Obbligatoria la prenotazione online al sito www.vatican.va. (A cura di Alessandro De Carolis)
fonte: Radio Vaticana
Oboedientia et Pax
Epigrafi e storia nella Galleria lapidaria dei Musei Vaticani
Finestre sul passato per ritrovare il presente
di Ivan Di Stefano Manzella
La storia è "grande" solo perché si compone di tante storie "piccole", e la conoscenza che dell'una e delle altre possediamo è legata a quella rete di relazioni che il tempo è pronto a disfare, a meno che qualcuno - a esempio un contadino o un epigrafista - non faccia opposizione ricordando tutto, caparbiamente.
Fra le maglie di questa rete c'è, dunque, anche l'epigrafia: una disciplina che studia le iscrizioni da vari punti di vista. L'archeologico-topografico guarda alla classe del manufatto, alla sua funzione, allo stato di conservazione, al contesto originario di appartenenza, alle manipolazioni subite; l'artistico esamina le figure abbinate all'iscrizione in un rapporto di mutuo completamento narrativo; il linguistico traccia il profilo dei committenti e degli scriventi; il grafico investiga materie e modalità scrittorie, tecniche, esiti formali: alla ricercatezza della scrittura "capitale" su marmo, geometricamente solenne, si contrappongono il gusto anarchico e la secchezza che agitano il corsivo della vita quotidiana, per non parlare delle molli sinuosità partorite dal pennello degli scriptores pompeiani, annuncianti spettacoli gladiatorii, come Aemilius Celer che "scrisse da solo al lume della Luna"; lo storico-antiquario impiega i dati del testo per ricostruire il panorama di un'epoca; il collezionistico-museografico e umanistico non solo indaga l'apporto che gli studiosi europei dal XV secolo hanno recato, trascrivendo e commentando iscrizioni, ma ricostruisce le raccolte private e pubbliche e i passaggi di proprietà, puntando, con un percorso inverso, alla provenienza archeologica; lo storico-culturale accerta il ruolo che nel mondo moderno taluni documenti antichi hanno avuto in relazione al clima politico dell'epoca; infine il bibliografico-archivistico impiega e ordina la produzione manoscritta e a stampa in relazione alla storia degli studi.
L'epigrafia è dunque un universo vario, denso di sfide, provocazioni, curiosità: pone davanti i suoi rigidi formalismi, i suoi sottintesi, le sue sintesi, le sue lacune defatiganti, gli enigmi, le abbreviature irrisolvibili, le ambiguità lessicali, gli inganni delle falsificazioni. Mette spesso in imbarazzo proponendo argomenti sconosciuti, costringendo a ricominciare daccapo. Il più delle volte non è lo studioso a scegliere di cosa occuparsi, ma è l'epigrafe che, offrendosi casualmente, condiziona il percorso di approfondimento, seducendo la fantasia.
Se si è fortunati si lavora sugli originali ancora in situ, ma quasi sempre si trovano fuori contesto, nei luoghi più diversi. Spesso l'originale è perduto, sicché si deve ricostruirne le vicende e verificare l'esattezza del testo confrontando le trascrizioni note.
Negli anni della rivoluzione francese, dell'impero napoleonico, dei sofferti papati di Pio VI (1775-1799) e Pio VII (1800-1823), Gaetano Marini (1742-1815), prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana dal 1798, fra le tante imprese compiute, che attendono ancora un narratore (l'ha rilevato Marco Buonocore nel 2004), trovò il tempo di salvare alcune migliaia di antiche "piccole" storie, facendone murare il pietrificato ricordo nella Galleria Lapidaria dei Musei Vaticani, nota come Ambulacrum Iulianum (da Papa Giulio II) o come "corridore bramantesco" dall'architetto che la costruì.
Salvare la storia, mentre se ne viene travolti, è impresa coraggiosa, esemplare, generosa, lungimirante, benefica e, a suo modo, anche poetica.
In quelle lapidi divise per argomenti Marini ci si specchiava come degno rappresentante di una posterità non immemore; per lui ogni epigrafe era la finestra di un passato da ricomporre per ritrovarvi il senso del presente coi suoi traguardi e i suoi orrori.
Marini ci ha consegnato il frutto del proprio lavoro e regalato l'opportunità di compiere gli stessi viaggi che egli fece tante volte quanti furono i testi decifrati, letti, analizzati, contestualizzati, spiegati, datati.
La sfida di allora era e rimane quella di ricostituire i legami che il tempo ha sciolto, magari partendo dalla storia di un marinaio della flotta di Capo Miseno, originario della provincia Aegyptus, passando per un ex voto, sino a scendere nel quotidiano, col tempo dedicato al lavoro, con una sosta alla trattoria del "cuoco sobrio" o nelle terme private di Aurelia Faustiniana, la cui insegna vantava in Ficulea servizi ed efficienza paragonabili a quelli offerti nell'Urbe.
L'epigrafia delle carriere può stupire, giovando alla ricostruzione della mappa dei poteri distribuiti nel tempo e nei luoghi, svelando la complessa struttura della macchina imperiale e il profilo della sua classe dirigente, che fu caparbiamente conservatrice nella forma e pragmaticamente innovatrice nella sostanza (vedi la storia del diritto romano).
La "scrittura esposta" mostra ancora oggi, come nell'antichità, la metamorfosi della lingua, del formulario, dei contenuti, passa da un'avara età repubblicana al ricco alto impero (I-II secolo) e poi, attraverso un periodo di crisi che culmina con l'editto dioclezianeo sui prezzi (III), al basso impero (iv-vi), con un'epigrafia anarchica e povera di informazioni (nel 1997 fu dedicata una mostra a Le iscrizioni dei cristiani in Vaticano).
Il profilo appena tracciato contiene tutti gli elementi che sono alla base di quella passione di ricerca nota come "mal d'epigrafia": chi la volesse contrarre dovrà - studio a parte - trovare dentro di sé il giusto equilibrio tra fantasia e realismo, tra impulso all'azzardo e autocontrollo critico, fra desiderio di certezza e necessità di approssimazione. Schiere di "ammaliati" ci tengono buona compagnia, anche se ad alcuni, come a Gaetano Marini, è andata via la voce.
(©L'Osservatore Romano - 2- novembre 2009)
Oboedientia et Pax