«Genus humánum, in ténebris ámbulans,
ad fídei claritátem per mystérium incarnatiónis addúxit».
Nota della Presidenza CEI: “Invitiamo le comunità a pregare per la pace”
“Tutto il mondo è in guerra, è in autodistruzione. Fermiamoci in tempo!”.
Il grido accorato di Papa Francesco scuote le coscienze e chiede un impegno forte a favore della pace: è tempo di trovare spazi di dialogo per porre fine a una crisi internazionale aggravata dalla minaccia nucleare. Ad un anno dall’invasione russa di uno Stato indipendente, l’Ucraina, vogliamo tornare a ripetere il nostro “no” deciso a tutte le forme di violenza e di sopraffazione, il nostro “mai più” alla guerra. Per questo, invitiamo le comunità ecclesiali ad unirsi in preghiera per invocare il dono della pace nel mondo.
In Ucraina, così come in tanti (troppi) angoli della terra risuona infatti l’assordante rumore delle armi che soffoca gli aneliti di speranza e di sviluppo, causando sofferenza, morte e distruzione e negando alle popolazioni ogni possibilità di futuro. Sentiamo come attuale l’appello lanciato sessant’anni fa da san Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in terris: «Al criterio della pace che si regge sull’equilibrio degli armamenti, si sostituisca il principio che la vera pace si può ricostruire nella vicendevole fiducia» (n. 39).
Se da una parte è urgente un’azione diplomatica capace di spezzare la sterile logica della contrapposizione, dall’altra tutti i credenti devono sentirsi coinvolti nella costruzione di un mondo pacificato, giusto e solidale. Il tempo di Quaresima ci ricorda il valore della preghiera, del digiuno e della carità, le uniche vere armi capaci di trasformare i cuori delle persone e di renderci “fratelli tutti”.
Aderendo all’iniziativa del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), invitiamo a celebrare venerdì 10 marzo una Santa Messa per le vittime della guerra in Ucraina e per la pace in questo Paese. Sarà un’occasione per rinnovare la nostra vicinanza alla popolazione e per affidare al Signore il nostro desiderio di pace. Chiedere la conversione del cuore, affinché si costruisca una rinnovata cultura di pace, sarà il modo in cui porteremo nel mondo quei germogli della Pasqua a cui ci prepariamo.
La Presidenza della CEI
21 Febbraio 2023
(Fonte, dal sito della Conferenza Episcopale Italiana. Note legali (paragrafo “Diritti d’autore”): «Le informazioni, le immagini, i file audio e video e gli altri contenuti diversi da quelli sopra elencati, ove consentito dalla legge e fatti salvi i diritti di terzi, possono essere riprodotti, divulgati ed utilizzati per finalità formative ed educative con espressa esclusione di qualsiasi utilizzo commerciale e/o scopo di lucro»).
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Il Segretario Generale a Damasco e Aleppo
Dal 27 febbraio al 5 marzo il Segretario Generale, Mons. Giuseppe Baturi, accompagnato da don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo, si recherà in Siria per ribadire la solidarietà della Chiesa in Italia alla popolazione e per comprendere come aumentare l’efficacia degli aiuti offerti attraverso i progetti finanziati con i fondi dell’8xmille presenti sul territorio. “Sarà un’ulteriore occasione – afferma Mons. Baturi – per farci prossimi al popolo siriano, stremato da anni di guerra e ora ulteriormente provato dal terremoto che ha aggiunto distruzione e dolore ad una situazione già drammatica. La nostra presenza in Siria vuole essere il segno di una vicinanza e di un’amicizia che da tempo si fanno preghiera, condivisione e sostegno concreto e che oggi si rinnovano e si rinsaldano in nome della fratellanza e del desiderio di pace. Da questa terra non mancherà il nostro ricordo e la nostra prossimità all’altro territorio, quello turco, in sofferenza per le morti e i danni causati dal recente sisma”.
Il viaggio prevede tappe a Damasco e ad Aleppo. Oltre a momenti di incontro con le autorità religiose locali e con gli operatori impegnati nei diversi progetti, è in programma la visita ai centri di accoglienza e alle zone terremotate di Aleppo dove è attivo l’Ospedale St. Luis, finanziato con i fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica.
Dal 2013 ad oggi la CEI ha destinato 12.124.711 euro per realizzare 17 interventi. Tra questi ha una particolare rilevanza il progetto “Ospedali aperti”, gestito dalla Fondazione Avsi, che dal 2017 rappresenta una risposta significativa alla crisi umanitaria e oggi anche alle conseguenze del sisma (alle 3 fasi iniziali ne è stata aggiunta una quarta per il potenziamento degli ospedali e dei dispensari di Aleppo per il soccorso della popolazione colpita). Di forte impatto sul territorio anche il progetto per il sostegno, la formazione e l’inserimento lavorativo della comunità cristiana di Aleppo promosso dal 2017 dall’Associazione Pro Terra Sancta, che in seguito al sisma sta provvedendo anche alla distribuzione di pasti caldi nei centri di accoglienza e nei conventi. Non va dimenticato poi l’impegno continuo di Caritas Italiana che dal 2014 opera in Siria, Libano e Giordania per assistere i profughi della guerra.
22 Febbraio 2023
(Fonte, dal sito della Conferenza Episcopale Italiana. Note legali (paragrafo “Diritti d’autore”): «Le informazioni, le immagini, i file audio e video e gli altri contenuti diversi da quelli sopra elencati, ove consentito dalla legge e fatti salvi i diritti di terzi, possono essere riprodotti, divulgati ed utilizzati per finalità formative ed educative con espressa esclusione di qualsiasi utilizzo commerciale e/o scopo di lucro»).
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Naufragio a Cutro (Crotone): Nota del Presidente della CEI
Pubblichiamo la Nota del Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, sul naufragio avvenuto il 26 febbraio, davanti alle coste di Cutro (Crotone).
Una profonda tristezza e un acuto dolore attraversano il Paese per l’ennesimo naufragio avvenuto sulle nostre coste. Le vittime sono di tutti e le sentiamo nostre. Il bilancio è drammatico e sale di ora in ora: sono stati già recuperati 40 corpi, tra cui molti bambini. Ci uniamo alla preghiera del Santo Padre per ognuno di loro, per quanti sono ancora dispersi e per i sopravvissuti. Li affidiamo a Dio con un pensiero per le loro famiglie.
Questa ennesima tragedia, nella sua drammaticità, ricorda che la questione dei migranti e dei rifugiati va affrontata con responsabilità e umanità. Non possiamo ripetere parole che abbiamo sprecato in eventi tragici simili a questo, che hanno reso il Mediterraneo in venti anni un grande cimitero. Occorrono scelte e politiche, nazionali ed europee, con una determinazione nuova e con la consapevolezza che non farle permette il ripetersi di situazioni analoghe.
L’orologio della storia non può essere portato indietro e segna l’ora di una presa di coscienza europea e internazionale. Che sia una nuova operazione Mare Nostrum o Sophia o Irini, ciò che conta è che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza.
26 Febbraio 2023
(Fonte, dal sito della Conferenza Episcopale Italiana. Note legali (paragrafo “Diritti d’autore”): «Le informazioni, le immagini, i file audio e video e gli altri contenuti diversi da quelli sopra elencati, ove consentito dalla legge e fatti salvi i diritti di terzi, possono essere riprodotti, divulgati ed utilizzati per finalità formative ed educative con espressa esclusione di qualsiasi utilizzo commerciale e/o scopo di lucro»).
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8xmille
Una delegazione CEI in visita in Etiopia
Si chiama “Araara” – “riconciliazione” in lingua oromo – il nuovo Centro specialistico neuropsichiatrico di Robe, in Etiopia, realizzato con i fondi dell’8xmille che i cittadini italiani destinano alla Chiesa cattolica. La struttura è stata inaugurata da Mons. Rocco Pennacchio, Arcivescovo di Fermo e Presidente del Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, che ha guidato la delegazione della CEI in visita nel Paese dal 31 gennaio all’8 febbraio.
Alla cerimonia hanno partecipato Mons. Antoine Camilleri, nunzio apostolico in Etiopia e Gibuti, Mons. Teshome Fikre Woldetensae, segretario generale della Conferenza episcopale etiope, altre autorità religiose locali e personalità del mondo civile, politico e sanitario.
L’ospedale, che dispone di 40 posti letto, ambulatori, reparti e sale per la riabilitazione, accoglierà anche i pazienti più gravi della Missione delle Sorelle di Madre Teresa di Calcutta (avviata dalla stessa Madre Teresa), che a Gobe, a 10 km da Robe, assiste circa 250 malati psichiatrici e neurologici.
Il viaggio è stato occasione per visitare alcuni progetti, come lo studio televisivo dell’emittente “Catholic Tv Ethiopia – CTV Ethiopia”, realizzato dall’arcidiocesi di Addis Abeba che ha dato vita ad una tv dove lavorano 24 persone di cui 15 laici e che trasmette h24 nell’intero Paese fino al Sudan e all’Eritrea. Ad Addis Abeba, la delegazione della CEI si è poi recata alla struttura per i ragazzi dai 14 ai 18 anni, voluta dalla Community of Saint John e dotata di dormitorio, mensa, aule e sala polivalente; e alla Casa Ispettoriale dei Salesiani dove è attivo il progetto del Vides “Stop al traffico di esseri umani, un’opportunità per essere liberi di restare” che offre formazione professionale e sostegno nell’inserimento lavorativo ai giovani dai 18 ai 35 anni (attualmente i beneficiari sono circa 1260 ragazzi).
Fuori città, la delegazione ha fatto visita alle Suore Benedettine che stanno provvedendo alla costruzione di un sistema idrico per approvvigionare di acqua potabile il Monastero Holeta e i villaggi limitrofi, e alla Comunità Volontari per il Mondo impegnata nella promozione umana e sociale delle donne vittime di abusi all’estero. A Meki è stato possibile verificare l’avanzamento dei lavori per l’ampliamento del Centro conferenze e formazione “St. John XXIII” del Vicariato, ad Hawassa quelli per la costruzione del Centro culturale “Comboni” per i giovani che, oltre alla biblioteca e alle aule, comprenderà anche un dormitorio. Sempre ad Hawassa, la delegazione è stata accolta presso il Centro sanitario specialistico Mother and Child di Bushulo, una struttura efficiente, dotata di apparecchiature di qualità e con un personale sanitario attento e dinamico. L’ultima tappa, prima di Robe, è stata Adaba dove è attiva la struttura scolastica voluta dal missionario fidei donum don Giuseppe Ghirelli, scomparso nel 2022: grazie ai fondi dell’8xmille, gli ambienti sono stati riorganizzati in maniera funzionale e dispongono di una biblioteca, un laboratorio di informatica e uno di fisica e chimica. È presente anche una “casa famiglia” che accoglie e segue fino all’adolescenza e all’autonomia diversi bambini particolarmente svantaggiati.
28 Febbraio 2023
(Fonte, dal sito della Conferenza Episcopale Italiana. Note legali (paragrafo “Diritti d’autore”): «Le informazioni, le immagini, i file audio e video e gli altri contenuti diversi da quelli sopra elencati, ove consentito dalla legge e fatti salvi i diritti di terzi, possono essere riprodotti, divulgati ed utilizzati per finalità formative ed educative con espressa esclusione di qualsiasi utilizzo commerciale e/o scopo di lucro»).
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Soliderietà
Card. Zuppi: senza sviluppo non ci sono pace e giustizia
“Rilanciare e mantenere l’impegno per destinare lo 0,70% del Reddito Nazionale Lordo alla solidarietà internazionale non è un’elemosina, ma un’azione di pace da compiere insieme – con gli Organismi Internazionali, tenendo conto dei tanti missionari presenti in tutto il mondo – e attraverso interventi che possano aiutare le persone a partire e a restare. Bisogna passare dalle enunciazioni agli impegni precisi, a progetti di cooperazione internazionale che sostengano lo sviluppo. Perché se non c’è sviluppo non c’è pace e non c’è giustizia”. Lo ha affermato il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, intervenendo oggi, 4 marzo, a Bologna, al Seminario “Si deve. Si può” per la promozione della “Campagna 070” che chiede di destinare, entro il 2030, lo 0,70% del Reddito Nazionale Lordo a sostegno delle attività di cooperazione e solidarietà internazionale.
L’incontro è stato organizzato dal Centro Missionario Diocesano in collaborazione con la Campagna070 e il Progetto Generazione Cooperazione. All’evento hanno preso parte anche alcuni rappresentanti istituzionali e di organismi pastorali della CEI.
“Siamo uguali e fratelli: lavorare per lo sviluppo – ha spiegato il Cardinale – significa porre le basi per il benessere di tutti; pensare agli altri e all’Africa, in particolare, funziona. In questo senso, il PNRR può essere una grande occasione. Così come il Piano per l’Africa, di cui si si parla proprio in questi giorni, a patto che non sia contingente ma abbia una visione a 360°”.
“Il tempo della Quaresima – ha sottolineato il Presidente della CEI – ci invita a uscire dal mondo dei sogni e a entrare nella realtà. Spesso abbiamo una visione deformata e pensiamo che tutto andrà bene, ma non è così. C’è la guerra, con il rischio di un conflitto nucleare dagli effetti incalcolabili e che facciamo ancora fatica a comprendere, ci sono le tante vittime delle guerre nel mondo, del terremoto, e muoiono ancora molti bambini in mezzo al mare. Non se ne esce da soli, siamo sulla stessa barca, come ci ricorda Papa Francesco, e per questo dobbiamo operare tutti per la pace, la giustizia, lo sviluppo. Ognuno può e deve dare il proprio contributo per cambiare il mondo”.
04 Marzo 2023
(Fonte, dal sito della Conferenza Episcopale Italiana. Note legali (paragrafo “Diritti d’autore”): «Le informazioni, le immagini, i file audio e video e gli altri contenuti diversi da quelli sopra elencati, ove consentito dalla legge e fatti salvi i diritti di terzi, possono essere riprodotti, divulgati ed utilizzati per finalità formative ed educative con espressa esclusione di qualsiasi utilizzo commerciale e/o scopo di lucro»).
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Consiglio Permanente: dal 20 al 22 marzo la sessione primaverile
Da lunedì 20 a mercoledì 22 marzo si svolgerà a Roma, presso la sede della CEI (Circonvallazione Aurelia, 50), la sessione primaverile del Consiglio Episcopale Permanente.
I lavori, che saranno introdotti alle ore 16 del 20 marzo dal Cardinale Presidente Matteo Zuppi, si focalizzeranno sul programma e sullo svolgimento dell’Assemblea Generale in programma dal 22 al 25 maggio sul tema: “In ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Passi verso il discernimento”. Le Chiese in Italia continuano ad essere impegnate nell’ascolto, attraverso i “Cantieri di Betania”: alla data del 31 gennaio, ne sono stati attivati 377, di cui 101 della “strada e del villaggio”, 99 dell’“ospitalità e della casa”, 93 delle “diaconie e della formazione spirituale” e 84 scelti dalle Diocesi.
All’ordine del giorno del Consiglio Permanente anche la presentazione delle attività del Comitato e del Servizio e per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo, con un focus sulle linee del nuovo Regolamento. Dopo un approfondimento sul Sovvenire, i Vescovi discuteranno della proposta di ripartizione dei fondi 8xmille che sarà sottoposta alla prossima Assemblea Generale.
Infine, è prevista l’approvazione del calendario delle attività della CEI per l’anno pastorale 2023- 2024.
Giovedì 23 marzo, alle ore 11, nella Sala Marconi di Palazzo Pio (Piazza Pia, 3), il Segretario Generale, Mons. Giuseppe Baturi, illustrerà in conferenza stampa il Comunicato finale.
Fotografi e operatori tv, accreditati presso la CEI, che intendono effettuare riprese durante l’Introduzione del Cardinale Presidente devono inviare richiesta a: media@chiesacattolica.it.
I giornalisti e gli operatori media che intendono partecipare alla conferenza stampa del 23 marzo devono inviare richiesta, entro 24 ore dall’evento, attraverso il Sistema di accreditamento online della Sala Stampa della Santa Sede, all’indirizzo: press.vatican.va/accreditamenti. L’ingresso sarà consentito ad un massimo di 40 persone.
16 Marzo 2023
(Fonte, dal sito della Conferenza Episcopale Italiana. Note legali (paragrafo “Diritti d’autore”): «Le informazioni, le immagini, i file audio e video e gli altri contenuti diversi da quelli sopra elencati, ove consentito dalla legge e fatti salvi i diritti di terzi, possono essere riprodotti, divulgati ed utilizzati per finalità formative ed educative con espressa esclusione di qualsiasi utilizzo commerciale e/o scopo di lucro»).
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Non c’è futuro senza famiglia
“Non c’è futuro senza famiglia”. Lo ha ribadito il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, intervenendo con un videomessaggio all’Assemblea generale del Forum nazionale delle associazioni familiari (Roma, 17-18 marzo). “La famiglia non è un problema o qualcosa destinata ai retaggi del passato, ma l’unica risorsa che può garantire futuro alle persone: senza di essa le crisi economiche e le varie pandemie sarebbero state ancora più tragiche di quanto lo sono state e lo sono”, ha osservato il Card. Zuppi che ha ringraziato il presidente Gigi De Palo, arrivato alla fine del suo mandato, per aver aiutato, “con intelligenza, passione, competenza, intuizione, con il coinvolgimento di tanti e con la costruzione di alleanze” a “scommettere sulla famiglia”. Il tutto, ha precisato il Presidente della CEI, con il dialogo: “Questa via fa spendere la propria identità e la arricchisce perché non c’è dialogo senza identità e non c’è identità senza dialogo”. Rivolgendosi a De Palo, il Card. Zuppi ha fatto riferimento alla natalità, “un’altra grande battaglia che ci vedrà di sicuro ancora uniti e che è fondamentale perché la famiglia non vive per se stessa. La natalità – ha ricordato – è una delle grandi battaglie decisive per il nostro Paese, una grande scommessa, anche perché permette di combattere tutto quello che ci fa chiudere, che ci fa conservare la vita e non donarla”.
All’Assemblea ha portato il suo saluto anche il Segretario Generale della CEI, Mons. Giuseppe Baturi, per il quale “la genialità del Forum è stata quella di aver portato dentro l’agone politico e sociale la possibilità di una sintesi tra la questione personale e la dimensione pubblica della famiglia: non c’è nulla di più personale che quella promessa di felicità che la famiglia sempre evoca, promette e in qualche modo realizza; e non c’è nulla di più istituzionale di una famiglia che scommette sul futuro, sul ‘per sempre’, che coordina per sempre esistenze attraverso ruoli definiti”. Secondo Mons. Baturi, dunque, “se un sentimento individuale che ha bisogno di libertà si sgancia dall’idea di un’istituzione, può accadere di tutto e anche di non buono”.
Il Segretario della CEI ha quindi ringraziato il Forum delle associazioni familiari per aver evidenziato “la possibilità nel mondo cattolico che il rispetto del pluralismo e dell’identità non è contro la possibilità dell’unità che nasce dal dialogo e dal rispetto delle identità”. “Non è qualcosa di scontato e – ha aggiunto – può far bene anche al mondo cattolico”. “L’ispirazione cristiana non è un motivo di frammentazione, non è contro la laicità e non è contro la laicità della democrazia, ma è la sua possibilità, perché ciò che davvero è ispirato dal cristianesimo è a favore dell’uomo ed è un bene comune perché è per tutti”, ha rilevato Mons. Baturi che ha incoraggiato il Forum a continuare sulla strada tracciata: “Siete chiamati – ha concluso – a porre al centro dell’attenzione politica la questione antropologica, perché non c’è nulla di più politico oggi che la questione dell’uomo e del suo destino”.
18 Marzo 2023
(Fonte, dal sito della Conferenza Episcopale Italiana. Note legali (paragrafo “Diritti d’autore”): «Le informazioni, le immagini, i file audio e video e gli altri contenuti diversi da quelli sopra elencati, ove consentito dalla legge e fatti salvi i diritti di terzi, possono essere riprodotti, divulgati ed utilizzati per finalità formative ed educative con espressa esclusione di qualsiasi utilizzo commerciale e/o scopo di lucro»).
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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI GIOVANI DEL "PROGETTO POLICORO"
PROMOSSO DALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Sala Clementina
Sabato, 18 marzo 2023
Caro Monsignor Baturi, cari giovani, benvenuti!
Grazie per i saluti che mi avete rivolto. Questo incontro mi dà l’occasione di incoraggiare il percorso di formazione sociopolitica che dà continuità al “Progetto Policoro” della Chiesa italiana. Mi piace sottolineare che l’esigenza di questo percorso è nata dal basso, dal vostro bisogno di formarvi ad un servizio nella società e nella politica; e anche per potere, a vostra volta, collaborare alla formazione di altri giovani.
Quest’anno avete come tema la pace. È un tema che non può mancare nella formazione sociopolitica, e purtroppo è anche urgente a causa della situazione attuale. La guerra, è il fallimento della politica. Questo va sottolineato: la guerra è il fallimento della politica. Si alimenta del veleno che considera l’altro come nemico. La guerra ci fa toccare con mano l’assurdità della corsa agli armamenti e del loro uso per la risoluzione dei conflitti. Mi diceva un tecnico che se per un anno non si facessero armamenti si potrebbe eliminare la fame nel mondo. Dunque, ci vuole una “migliore politica” (cfr Enc. Fratelli tutti, cap. 5), che presuppone proprio ciò che state facendo voi, cioè educarsi alla pace. Questo è responsabilità di tutti. Fare la guerra ma un’altra guerra, una guerra interiore, una guerra su sé stessi per lavorare per la pace.
Oggi la politica non gode di ottima fama, soprattutto fra i giovani, perché vedono gli scandali, tante cose che tutti conosciamo. Le cause sono molteplici, ma come non pensare alla corruzione, all’inefficienza, alla distanza dalla vita della gente? Proprio per questo c’è ancora più bisogno di buona politica. E la differenza la fanno le persone. Lo vediamo nelle amministrazioni locali: un conto è un sindaco o un assessore disponibile, e un altro è chi è inaccessibile; un conto è la politica che ascolta la realtà, che ascolta i poveri, e un altro è quella che sta chiusa nei palazzi, la politica “distillata”.
Mi viene in mente l’episodio biblico del re Acab e della vigna di Nabot. Il re vuole appropriarsi della vigna di Nabot, per allargare il suo giardino; ma Nabot non vuole e non può venderla, perché quella vigna è l’eredità dei suoi padri. Il re è arrabbiato e “mette il muso”, come un bambino viziato. Allora sua moglie, la regina Gezabele – che è un diavoletto! – risolve il problema facendo eliminare Nabot con una falsa accusa. Così Nabot viene ucciso e il re prende la sua vigna. Acab rappresenta la peggiore politica, quella di andare avanti e farsi spazio facendo fuori gli altri, quella che persegue non il bene comune ma interessi particolari e usa ogni mezzo per soddisfarli. Acab non è padre, è padrone, e il suo governo è il dominio. Sant’Ambrogio scrisse un libretto su questa storia biblica, intitolato La vigna di Nabot. A un certo punto, rivolgendosi ai potenti, Ambrogio scrive: «Perché scacciate chi è compartecipe ai beni della natura e rivendicate per voi soli il possesso dei beni naturali? La terra è stata creata in comunione per tutti, per ricchi e per poveri. […] La natura non sa cosa siano i ricchi, lei che genera tutti ugualmente poveri. Quando nasciamo non abbiamo vestiti, non veniamo al mondo carichi d’oro e d’argento. Questa terra ci mette al mondo nudi, bisognosi di cibo, di vesti e di bevande. La natura […] ci crea tutti uguali e tutti ugualmente ci racchiude nel grembo di un sepolcro» (1, 2). Questa piccola ma preziosa opera di Sant’Ambrogio sarà utile per la vostra formazione. La politica che esercita il potere come dominio e non come servizio non è capace di prendersi cura, calpesta i poveri, sfrutta la terra e affronta i conflitti con la guerra, non sa dialogare.
Come esempio biblico positivo possiamo prendere la figura di Giuseppe figlio di Giacobbe. Ricordate che lui viene venduto come schiavo dai suoi fratelli, che erano invidiosi di lui, e viene portato in Egitto. Lì, dopo alcune peripezie, viene liberato, entra al servizio del Faraone e diventa una specie di Viceré. Giuseppe non si comporta da padrone, ma da padre: si prende cura del Paese; quando arriva la carestia organizza le riserve di grano per il bene comune, tanto che il Faraone dice al popolo: «Fate quello che [Giuseppe] vi dirà» (Gen 41,55) – la stessa frase che Maria dirà ai servi alle nozze di Cana riferendosi a Gesù –. Giuseppe, che ha sofferto l’ingiustizia personalmente, non cerca il proprio interesse ma quello del popolo, paga di persona per il bene comune, si fa artigiano di pace, tesse rapporti capaci di innovare la società. Scriveva Don Lorenzo Milani: «Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia». [1] È così, è semplice.
Questi due esempi biblici, uno negativo, l’altro positivo, ci aiutano a capire quale spiritualità può alimentare la politica. Ne colgo solo due aspetti: la tenerezza e la fecondità. La tenerezza «è l’amore che si fa vicino e concreto. […] È la strada che hanno percorso gli uomini e le donne più coraggiosi e forti. In mezzo all’attività politica, i più piccoli, i più deboli, i più poveri debbono intenerirci: hanno “diritto” di prenderci l’anima e il cuore» (Enc. Fratelli tutti, 194). La fecondità è fatta di condivisione, di sguardo a lungo termine, di dialoghi, di fiducia, di comprensione, di ascolto, di tempo speso, di risposte pronte e non rimandate. Significa guardare all’avvenire e investire sulle generazioni future; avviare processi piuttosto che occupare spazi. Questa è la regola d’oro: la tua attività è per occupare uno spazio per te? Non va. Per il tuo gruppo? Non va. Occupare spazi non va, avviare processi va. Il tempo è superiore allo spazio.
Cari amici, vorrei concludere proponendovi le domande che ogni buon politico dovrebbe farsi: «Quanto amore ho messo nel mio lavoro? In che cosa ho fatto progredire il popolo? Che impronta ho lasciato nella vita della società? Quali legami reali ho costruito? Quali forze positive ho liberato? Quanta pace sociale ho seminato? Che cosa ho prodotto nel posto che mi è stato affidato?» (ibid., 197). La vostra preoccupazione non sia il consenso elettorale né il successo personale, ma coinvolgere le persone, generare imprenditorialità, far fiorire sogni, far sentire la bellezza di appartenere a una comunità. La partecipazione è il balsamo sulle ferite della democrazia. Vi invito a dare il vostro contributo, a partecipare e a invitare i vostri coetanei a farlo, sempre con il fine e lo stile del servizio. Il politico è un servitore; quando il politico non è un servitore è un cattivo politico, non è un politico.
Grazie del vostro impegno. Andate avanti e che la Madonna vi accompagni. Di cuore vi benedico, e vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!
______________________________
[1] Lettera a una professoressa, Firenze 1994, 14.
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana
(Fonte, dal sito della Santa Sede.
Citazione biblica: La Sacra Bibbia, Conferenza Episcopale Italiana, Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, 2008).
«Genus humánum, in ténebris ámbulans,
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