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Discussione: Cronache della diocesi di Reggio Emilia - Guastalla Anno 2018

  1. #571
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  2. #572

  3. #573
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    Il genio religioso della donna


    Come preannunciato, in questo inserto proponiamo il testo integrale, rivisto dalle autrici, delle relazioni che Maria Teresa Moscato e Mariantonia Avati hanno tenuto il 29 maggio scorso al convegno “L...Leggi altro ›

  4. #574
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    «Fammi vedere, Signore, come Tu operi»



    Un incontro all’insegna delle sorprese e delle meraviglie di Dio. Don Davide Sacco, giovane sacerdote (33 anni) di Rapallo, ha stupito e affascinato le varie persone venute all’Eremo di Salvarano per ascoltare la testimonianza della sua vocazione sacerdotale.


    Don Davide ha descritto con semplicità e con passione, come un innamorato genuino, l’opera di Dio nella sua vita.


    Come sanno fare i giovani veri, santi, ci ha indicato non tanto la sua persona, ma la presenza viva di Gesù, che provoca il cuore di chi Lo sceglie e chiama a realizzarsi attraverso un cammino di consacrazione a Lui. La provocazione è passata attraverso una domanda che portava nel cuore fin da bambino di fronte alla sofferenza e alle malattie dei suoi parenti: “Dov’è Dio nella sofferenza?”. La chiamata l’ha avvertita attraverso la testimonianza di un amico frate e del suo parroco, che gli ha fatto da papà. Di fronte alle argomentazioni dei genitori e al loro rifiuto all’entrata in Seminario, Davide ha fatto la Scuola Alberghiera e così ha esercitato la professione di cuoco, poi, di fronte a problemi seri di salute, ha iniziato in proprio l’attività di giardinaggio.
    Il parroco, avendo a cuore il suo bene, lo ha nominato ministro straordinario dell’Eucarestia per l’Ospedale e le Case di cura.
    Davide, portando ogni giorno la Comunione in una casa di cura, si sentiva salutare tutte le mattine da una signora con bestemmie e insulti. Venne a sapere che a questasignora, ammalata di tumore, erano morti cinque figli e il marito. Per questo, quando un giorno non la sentì imprecare, andò nella sua camera per salutarla. Dopo un primo impatto scontroso, la signora gli raccontò le proprie vicissitudini e finì dicendo “…sono stata fatta per morire…”. Alla risposta immediata di don Davide, “Tu non sei fatta per morire, ma per vivere”, si sciolse in lacrime e domandò di potersi confessare (da 47 anni non si confessava). Dopo alcuni mesi si aggravò e volle ricevere il Sacramento dell’Unzione. Al sacerdote che le domandava “Come stai?”, lei rispose “…aspetto Gesù”.


    Questi fatti scuscitarono nel cuore di don Davide la chiamata vocazionale: “Perché resisti ancora? Perché non ti decidi?”. Aiutato dal parroco, in un momento di profonda riflessione e preghiera, disse a Gesù: “Io non sono capace di studiare, tantomeno di parlare. Mi ammalo di fronte alle fatiche, non so cosa fare; ma se Tu mi chiami, io Ti dico di sì!”. E il cuore si è sciolto in una pace, in una serenità e letizia mai provate prima. Anche i genitori, alla sua decisione di entrare in Seminario, inizialmente sono stati un doloroso - ma proficuo - ostacolo. Anche in Seminario la vita con gli amici non sempre era idilliaca Tutte le volte però che voleva ripensare alla sua vocazione, una voce nel cuore gli diceva: “Coraggio, non avere paura, va’ avanti, io sono con te”.
    Così il 23 novembre del 2014 è stato ordinato sacerdote. Ora è parroco di due parrocchie in Rapallo. E ringrazia dal profondo del cuore il Signore per averlo chiamato, guidato e sostenuto nella sua decisione di seguirlo. Non tornerebbe indietro per tutto l’oro del mondo.


    Già fin d’ora gode dei frutti abbondanti, totalmente gratuiti, che il suo ministero sacerdotale gli permette di verificare.


    Sì, grazie a Dio e grazie a don Davide per la sua limpida testimonianza di giovane prete, di uomo vero, di sacerdote lieto e santo.


    don Romano Vescovi




    Don Davide Sacco








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  5. #575
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    Citazione Originariamente Scritto da Letizia.3 Visualizza Messaggio


    Il genio religioso della donna


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    Mia ex professoressa universitaria. Una grande

  6. #576
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    Beata Scopelli in carne e foto


    Giovanna Borziani Bondavalli rivive l’ultima ricognizione


    Appropinquandosi la festa della beata Giovanna Scopelli, in programma quest’anno il 7 e 8 luglio (si veda il riquadro giallo), nulla stimola più la memoria del gustoso reportage storico-fotografico appena pubblicato per i tipi delle Edizioni San Lorenzo da Giovanna Borziani Bondavalli (“ Ricognizione canonica della beata Giovanna Scopelli”, 2018, 100 pagine, 15 euro). Non parliamo di una corposa biografia della vergine carmelitana reggiana, anche se la sua vita affiora comunque tra le pagine del primo capitolo, ma di un agile album che con l’aiuto di tante immagini artigianali - scattate dall’autrice con una macchina fotografica tascabile durante la ricognizione canonica del corpo della beata compiuta nel decennio scorso – ci fa riscoprire una figura sorprendentemente vicina e… concreta.


    Ilettori più accorti ricorderanno che proprio su queste colonne (cf. La Libertà del 7 febbraio 2018, pagina 10 ) Giovanna Borziani Bondavalli ha pubblicato un rilevante contributo storico che, recuperando la pagina del registro dei Battesimi dall’Archivio vescovile, ha posto fine una volta per tutte al dubbio sulla data di nascita della Scopelli, fissando quella autentica al 1439 (l’attestazione del Battesimo è del 2 agosto).
    Laureata in Pedagogia e Filosofia all’Università degli Studi di Bologna, Giovanna Borziani, madre di quattro figli e nonna di dieci nipoti, si è abilitata in Lettere, materia che ha insegnato per più di trent’anni nelle varie scuole reggiane.
    Dopo la pensione si è dedicata alla ricerca su argomenti di storia reggiana frequentando numerosi archivi, pubblicando le sue ricerche sul Bollettino Storico Reggiano della Deputazione di Storia Patria delle Antiche Provincie Modenesi di cui è socio effettivo; ha al suo attivo più di venti pubblicazioni, in particolare due numeri speciali del Bollettino Storico Reggiano riguardanti la “Storia del cimitero suburbano dalle origini all’Unità d’Italia (1808-1861)” e una biografia della “Beata Scopelli, vergine reggiana (1439-1491)” tratta da documenti quattrocenteschi di notai e da vari documenti d’archivio dell’epoca.
    Per introdurre quest’ultimo lavoro, basti ricordare che nel 2005 il vescovo Caprioli e il direttore dell’Ufficio diocesano Beni culturali monsignor Ghirelli, nell’ambito del grande cantiere che coinvolse la Cattedrale e i suoi manufatti, programmarono anche il restauro dell’urna dove riposano le spoglie mortali della beata Giovanna, organizzando nel contempo la ricognizione canonica del corpo allo scopo di verificarne lo stato di conservazione. La commissione scientifica che venne istituita in quell’occasione si giovò dell’apporto di tre storici: il compianto monsignor Guido Agosti, la professoressa Aurelia Fresta e, appunto, Giovanna Borziani Bondavalli.
    L’arca della beata si trova nella cappella Rangoni, sotto l’altare della Madonna del parto, a far tempo dal 3 luglio 1803, dopo le fortunose vicende che videro l’urna salvarsi dalla distruzione nel 1798 in seguito alla soppressione napoleonica del convento e della chiesa di Santa Maria del Popolo fondati dalla Scopelli e ubicati in via Campo Marzio, nel centro di Reggio Emilia.
    Fatta tale premessa, ecco che a partire dal secondo capitolo dei nuovo libro Giovanna Borziani Bondavalli, con precisione di circostanze e ampio corredo di foto a colori, ci fa ripercorrere il periodo che va dall’inizio della nuova ricognizione canonica, era il 18 dicembre 2005, fino al ritorno della beata Giovanna in Cattedrale nella vigilia della “Candelora”, domenica 1° febbraio 2009.
    Puntuali, vengono riferite le relazioni conclusive degli antropologi Renato Grilletto e Rosa Boano, delle restauratrici del tessile Annalisa Biselli e Ivana Micheletti, dell’anatomopatologo Fabrizio Ambrosetti e si citano i commenti dei tanti esperti che hanno partecipato all’operazione.
    Quella stesa da Giovanna Borziani Bondavalli è però soprattutto una testimonianza personale sull’illustre concittadina, decima figlia di Simone Scopelli e Caterina de Oleo, condivisa nella fede con i devoti. A proposito di devoti, molti si chiedono come mai la beata non sia stata dichiarata santa. La risposta, che l’autrice consegna senza giri di parole, è nella “burocrazia ecclesiastica”, essendo la causa da ricercare “quando nel 1625 papa Urbano VIII proibì il culto e la venerazione di chi non era canonizzato o beatificato nella sede apostolica, non fidandosi della marea dei santi creati dai vescovi”.
    Ebbene, dopo varie vicende nel 1771 si rifece il processo canonico secondo le rigide disposizioni di Benedetto XIV; durante il dibattimento venne riconosciuta l’eroicità delle virtù e la verità dei miracoli della beata Giovanna, per cui essa fu inserita nelCanone dei beati nel 1773.


    Edoardo Tincani


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    Foto 1: la copertina del libro sulla ricognizione canonica della beata Giovanna Scopelli. Foto 2: l’autrice, Giovanna Borziani Bondavalli. Foto 3, 4 e 5: alcuni momenti della ricollocazione dell’urna restaurata con le spoglie mortali della beata Scopelli avvenuta il 1° febbraio 2009, con il trasferimento dalla Basilica di San Prospero alla Cattedrale.
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  7. #577

  8. #578
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  9. #579

  10. #580

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