Lo Staff del Forum dichiara la propria fedeltà al Magistero. Se, per qualche svista o disattenzione, dovessimo incorrere in qualche errore o inesattezza, accettiamo fin da ora, con filiale ubbidienza, quanto la Santa Chiesa giudica e insegna. Le affermazioni dei singoli forumisti non rappresentano in alcun modo la posizione del forum, e quindi dello Staff, che ospita tutti gli interventi non esplicitamente contrari al Regolamento di CR (dalla Magna Charta). O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te.
Pagina 11 di 28 PrimaPrima ... 91011121321 ... UltimaUltima
Risultati da 101 a 110 di 275

Discussione: Omelie, discorsi e messaggi di Papa Francesco - ANNO 2018

  1. #101
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
    Data Registrazione
    Apr 2006
    Località
    casa mia
    Messaggi
    63,528
    Le parole del Papa alla recita del Regina Coeli, 29.04.2018


    Alle ore 12 di oggi, V Domenica di Pasqua, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, per recitare il Regina Coeli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

    Queste le parole del Santo Padre nell’introdurre la preghiera mariana:

    Prima del Regina Coeli


    Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

    La Parola di Dio, anche in questa quinta Domenica di Pasqua, continua a indicarci la strada e le condizioni per essere comunità del Signore Risorto. Domenica scorsa era messo in risalto il rapporto tra il credente e Gesù Buon Pastore. Oggi il Vangelo ci propone il momento in cui Gesù si presenta come la vera vite e ci invita a rimanere uniti a Lui per portare molto frutto (cfr Gv 15,1-8). La vite è una pianta che forma un tutt’uno con i tralci; e i tralci sono fecondi unicamente in quanto uniti alla vite. Questa relazione è il segreto della vita cristiana e l’evangelista Giovanni la esprime col verbo “rimanere”, che nel brano odierno è ripetuto sette volte. “Rimanere in me”, dice il Signore; rimanere nel Signore.

    Si tratta di rimanere con il Signore per trovare il coraggio di uscire da noi stessi, dalle nostre comodità, dai nostri spazi ristretti e protetti, per inoltrarci nel mare aperto delle necessità degli altri e dare ampio respiro alla nostra testimonianza cristiana nel mondo. Questo coraggio di uscire da sé e inoltrarci nelle necessità degli altri nasce dalla fede nel Signore Risorto e dalla certezza che il suo Spirito accompagna la nostra storia. Uno dei frutti più maturi che scaturisce dalla comunione con Cristo è, infatti, l’impegno di carità verso il prossimo, amando i fratelli con abnegazione di sé, fino alle ultime conseguenze, come Gesù ci ha amato. Il dinamismo della carità del credente non è frutto di strategie, non nasce da sollecitazioni esterne, da istanze sociali o ideologiche, ma nasce dall’incontro con Gesù e dal rimanere in Gesù. Egli per noi è la vite dalla quale assorbiamo la linfa, cioè la “vita” per portare nella società un modo diverso di vivere e di spendersi, che mette al primo posto gli ultimi.

    Quando si è intimi con il Signore, come sono intimi e uniti tra loro la vite e i tralci, si è capaci di portare frutti di vita nuova, di misericordia, di giustizia e di pace, derivanti dalla Risurrezione del Signore. È quanto hanno fatto i Santi, coloro che hanno vissuto in pienezza la vita cristiana e la testimonianza della carità, perché sono stati veri tralci della vite del Signore. Ma per essere santi «non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi. […] Tutti noi, tutti, siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 14). Tutti noi siamo chiamati ad essere santi; dobbiamo essere santi con questa ricchezza che noi riceviamo dal Signore risorto. Ogni attività – il lavoro e il riposo, la vita familiare e sociale, l’esercizio delle responsabilità politiche, culturali ed economiche – ogni attività, sia piccola sia grande, se vissuta in unione con Gesù e con atteggiamento di amore e di servizio, è occasione per vivere in pienezza il Battesimo e la santità evangelica.

    Ci sia di aiuto Maria, Regina dei Santi e modello di perfetta comunione con il suo Figlio divino. Ci insegni Lei a rimanere in Gesù, come tralci alla vite, e a non separarci mai dal suo amore. Nulla, infatti, possiamo senza di Lui, perché la nostra vita è Cristo vivo, presente nella Chiesa e nel mondo.

    [00669-IT.02] [Testo originale: Italiano]

    Dopo il Regina Coeli


    Cari fratelli e sorelle,

    Ieri, a Cracovia, è stata proclamata Beata Anna Chrzanowska, fedele laica, che dedicò la sua vita a curare gli ammalati nei quali vedeva il volto di Gesù sofferente. Rendiamo grazie a Dio per la testimonianza di questa apostola degli infermi e sforziamoci di imitarne l’esempio.

    Accompagno con la preghiera l’esito positivo del Summit Inter-coreano di venerdì scorso e il coraggioso impegno assunto dai Leader delle due Parti a realizzare un percorso di dialogo sincero per una Penisola Coreana libera dalle armi nucleari. Prego il Signore perché le speranza di un futuro di pace e più fraterna amicizia non siano deluse, e perché la collaborazione possa proseguire portando frutti di bene per l’amato popolo coreano e per il mondo intero.

    Nella scorsa settimana la comunità cristiana della Nigeria è stata nuovamente colpita con l’uccisione di un gruppo di fedeli, fra i quali due sacerdoti: affidiamo al Dio della misericordia questi fratelli affinché aiuti quelle comunità così provate a ritrovare la concordia e la pace.

    Saluto con affetto i pellegrini oggi presenti, davvero tanti per nominare ogni gruppo! Ma almeno saluto quelli provenienti da Braga (Portogallo), dall’India e dal Pakistan; i fedeli di Pavia, Crema e Vignale; i numerosi ragazzi che hanno ricevuto o riceveranno la Cresima; e gli adolescenti di Cuneo, Remedello, Arcore, Valle Olona e Modica.

    Un pensiero particolare per le Confraternite di Assisi, accompagnate dal Vescovo; per i giovani animatori dei Padri Giuseppini del Murialdo; e per i partecipanti al Convegno nazionale del catecumenato, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana.

    Cari fratelli e sorelle, dopodomani, 1° maggio, nel pomeriggio inizierò il Mese Mariano con un pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Divino Amore. Reciteremo il Rosario, pregando in particolare per la pace in Siria e nel mondo intero. Invito ad unirsi spiritualmente e a prolungare per tutto il mese di maggio la preghiera del Rosario per la pace.

    A tutti auguro una buona domenica. E per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

    [00670-IT.02] [Testo originale: Italiano]

    [B0309-XX.02]


    fonte: Sala Stampa della Santa Sede

  2. #102
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
    Data Registrazione
    Apr 2006
    Località
    casa mia
    Messaggi
    63,528
    Udienza ai Membri dell’Associazione “Una vita rara”, 30.04.2018


    Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Membri dell’Associazione “Una vita rara”, al termine delle nove tappe della “Rare words run”-“Corsa delle Parole Rare”, partita lo scorso 21 aprile da Monticelli Brusati (BS) e giunta oggi a Roma, che vuole simbolicamente dar voce a coloro che sono affetti dalla Allan Herndon Dudley Syndrome (AHDS-MCT8) e a quanti sostengono l’Associazione, impegnata a sostegno della ricerca scientifica e della tutela della salute per la cura delle malattie rare.

    Pubblichiamo di seguito il saluto che il Papa ha rivolto ai presenti all’Udienza:

    Saluto del Santo Padre

    Cari amici,

    grazie di essere venuti! Grazie al Presidente, il papà di Davide, che ha presentato la vostra storia e anche questa iniziativa che vi ha portato qui a Roma nel segno della speranza.

    Sono sempre contento di incontrare le associazioni per la ricerca e la solidarietà sulle malattie rare. Certo, c’è il dolore per le sofferenze e le fatiche, ma sempre mi colpisce – ne resto ammirato – la volontà delle famiglie di mettersi insieme per affrontare questa realtà e fare qualcosa per migliorarla. Voi, Giorgio e Rosita, insieme con Davide, vostro figlio, avete sentito dentro di voi la spinta a fare qualcosa per lui e per le persone affette da una malattia rarissima, e per le loro famiglie.

    Il nome che avete dato all’associazione: “Una Vita Rara”, dice molto, perché esprime la realtà di Davide, ma anche la vostra con lui, in modo positivo, non negativo. Il negativo c’è, lo sappiamo, è realtà quotidiana. Ma questo nome dice che voi sapete guardare il positivo: che ogni vita umana è unica, e che se la malattia è rara o rarissima, prima ancora è la vita ad esserlo.

    Questo sguardo positivo è un tipico “miracolo” dell’amore. È l’amore che fa questo: sa vedere il bene anche in una situazione negativa, sa custodire la piccola fiammella in mezzo a una notte buia.

    E l’amore fa un altro miracolo: aiuta a rimanere aperti agli altri, capaci di condividere, di essere solidali anche quando si soffre una malattia o una condizione pesante, logorante nel quotidiano.

    Credo che da questo stesso atteggiamento, di cui ringrazio Dio, è nata anche la corsa di 700 chilometri, partita dieci giorni fa dalla vostra casa e arrivata oggi a Roma. Una corsa per la vita e per la speranza. Mi congratulo con tutti coloro che hanno dato vita a questa “Corsa delle Parole Rare” e con quanti hanno collaborato.

    Vi ringrazio ancora. Pregherò per voi e per la vostra associazione. E anche voi, per favore, pregate per me. Grazie.

    [00672-IT.02] [Testo originale: Italiano]

    [B0310-XX.02]


    fonte: Sala Stampa della Santa Sede

  3. #103
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
    Data Registrazione
    Apr 2006
    Località
    casa mia
    Messaggi
    63,528
    Discorso del Santo Padre durante l'udienza ai dirigenti e al personale del quotidiano Avvenire nel 50° anniversario di fondazione
    (Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, 1 maggio 2018).

  4. #104
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
    Data Registrazione
    Apr 2006
    Località
    casa mia
    Messaggi
    63,528
    L’Udienza Generale, 02.05.2018


    L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.20, in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

    Nel discorso in lingua italiana il Papa ha incentrato la sua meditazione sul Battesimo: 4. Sorgente di vita.

    Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

    L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

    Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

    Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

    Proseguendo nella riflessione sul Battesimo, oggi vorrei soffermarmi sui riti centrali, che si svolgono presso il fonte battesimale.

    Consideriamo anzitutto l’acqua, sulla quale viene invocata la potenza dello Spirito affinché abbia la forza di rigenerare e rinnovare (cfr Gv 3,5 e Tt 3,5). L’acqua è matrice di vita e di benessere, mentre la sua mancanza provoca lo spegnersi di ogni fecondità, come capita nel deserto; l’acqua, però, può essere anche causa di morte, quando sommerge tra i suoi flutti o in grande quantità travolge ogni cosa; infine, l’acqua ha la capacità di lavare, pulire e purificare.

    A partire da questo simbolismo naturale, universalmente riconosciuto, la Bibbia descrive gli interventi e le promesse di Dio attraverso il segno dell’acqua. Tuttavia, il potere di rimettere i peccati non sta nell’acqua in sé, come spiegava Sant’Ambrogio ai neobattezzati: «Hai visto l’acqua, ma non ogni acqua risana: risana l’acqua che ha la grazia di Cristo. […] L’azione è dell’acqua, l’efficacia è dello Spirito Santo» (De sacramentis 1,15).

    Perciò la Chiesa invoca l’azione dello Spirito sull’acqua «perché coloro che in essa riceveranno il Battesimo, siano sepolti con Cristo nella morte e con lui risorgano alla vita immortale» (Rito del Battesimo dei bambini, n. 60). La preghiera di benedizione dice che Dio ha preparato l’acqua «ad essere segno del Battesimo» e ricorda le principali prefigurazioni bibliche: sulle acque delle origini si librava lo Spirito per renderle germe di vita (cfr Gen 1,1-2); l’acqua del diluvio segnò la fine del peccato e l’inizio della vita nuova (cfr Gen 7,6-8,22); attraverso l’acqua del Mar Rosso furono liberati dalla schiavitù d’Egitto i figli di Abramo (cfr Es 14,15-31). In relazione con Gesù, si ricorda il battesimo nel Giordano (cfr Mt 3,13-17), il sangue e l’acqua versati dal suo fianco (cfr Gv 19,31-37), e il mandato ai discepoli di battezzare tutti i popoli nel nome della Trinità (cfr Mt 28,19). Forti di tale memoria, si chiede a Dio di infondere nell’acqua del fonte la grazia di Cristo morto e risorto (cfr Rito del Battesimo dei bambini, n. 60). E così, quest’acqua viene trasformata in acqua che porta in sé la forza dello Spirito Santo. E con quest’acqua con la forza dello Spirito Santo, battezziamo la gente, battezziamo gli adulti, i bambini, tutti.

    Santificata l’acqua del fonte, bisogna disporre il cuore per accedere al Battesimo. Ciò avviene con la rinuncia a Satana e la professione di fede, due atti strettamente connessi tra loro. Nella misura in cui dico “no” alle suggestioni del diavolo – colui che divide – sono in grado di dire “sì” a Dio che mi chiama a conformarmi a Lui nei pensieri e nelle opere. Il diavolo divide; Dio unisce sempre la comunità, la gente in un solo popolo. Non è possibile aderire a Cristo ponendo condizioni. Occorre distaccarsi da certi legami per poterne abbracciare davvero altri; o stai bene con Dio o stai bene con il diavolo. Per questo la rinuncia e l’atto di fede vanno insieme. Occorre tagliare dei ponti, lasciandoli alle spalle, per intraprendere la nuova Via che è Cristo.

    La risposta alle domande – «Rinunciate a Satana, a tutte le sue opere, e a tutte le sue seduzioni?» – è formulata alla prima persona singolare: «Rinuncio». E allo stesso modo viene professata la fede della Chiesa, dicendo: «Credo». Io rinuncio e io credo: questo è alla base del Battesimo. E’ una scelta responsabile, che esige di essere tradotta in gesti concreti di fiducia in Dio. L’atto di fede suppone un impegno che lo stesso Battesimo aiuterà a mantenere con perseveranza nelle diverse situazioni e prove della vita. Ricordiamo l’antica sapienza di Israele: «Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione» (Sir 2,1), cioè preparati alla lotta. E la presenza dello Spirito Santo ci dà la forza per lottare bene.

    Cari fratelli e sorelle, quando intingiamo la mano nell’acqua benedetta - entrando in una chiesa tocchiamo l’acqua benedetta - e facciamo il segno della Croce, pensiamo con gioia e gratitudine al Battesimo che abbiamo ricevuto - quest’acqua benedetta ci ricorda il Battesimo - e rinnoviamo il nostro “Amen” – “Sono contento” -, per vivere immersi nell’amore della Santissima Trinità.

    [00676-IT.02] [Testo originale: Italiano]

    Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

    In lingua francese

    Speaker:


    Frères et sœurs, parmi les rites centraux qui se déroulent près des fonts baptismaux, considérons d’abord l’eau. Matrice de vie et de bien-être, même si elle peut aussi être cause de mort, l’eau a la capacité de laver, de nettoyer, de purifier. A partir de ce symbole universellement reconnu, la Bible décrit les interventions et les promesses de Dieu. Toutefois, le pouvoir de remettre les péchés ne se trouve pas dans l’eau elle-même. C’est pourquoi l’Église invoque l’action de l’Esprit Saint sur l’eau, à travers la prière de bénédiction, afin que "ceux qui recevront en elle le Baptême soient ensevelis avec le Christ dans la mort et, avec lui, ressuscitent à la vie éternelle". Il faut ensuite préparer le cœur à recevoir le Baptême. C’est le but de la renonciation au mal et de la profession de foi, exprimées à la première personne du singulier: "Je renonce”, "Je crois". Ces deux actes, étroitement liés entre eux, manifestent que l’adhésion au Christ est un choix responsable qui exige d’être traduit en gestes concrets de confiance en Dieu. Ils ne sont pas limités à l’instant du Baptême: la renonciation au péché, à Satan et la profession de foi de l’Église sont deux attitudes qui accompagnent toute la croissance et la maturation de la vie chrétienne.

    Santo Padre

    Sono lieto di salutare i pellegrini di lingua francofona, in particolare i giovani di Rouen con il loro Vescovo Mons. Lebrun e i giovani di San Brieuc con il loro Vescovo Mons. Moute. Quando facciamo il segno della croce immergendo la nostra mano nell'acqua santa, possiamo pensare con gratitudine al battesimo ricevuto e rinnovare il nostro "Amen" per vivere immersi nell'amore della Santa Trinità. Dio vi benedica!

    Speaker:

    Je suis heureux de saluer les pèlerins venus de France et de divers pays francophones, en particulier les jeunes du diocèse de Rouen avec leur évêque Mgr Lebrun et les jeunes du diocèse de Saint-Brieuc avec leur évêque Mgr Moutel. Quand nous faisons le signe de la croix en plongeant notre main dans l’eau bénite, puissions-nous penser avec reconnaissance au Baptême reçu et renouveler notre "Amen", pour vivre immergés dans l’amour de la Sainte Trinité. Que Dieu vous bénisse!

    [00677-FR.01] [Texte original: Français]

    In lingua inglese

    Speaker:


    Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on the sacrament of Baptism, we now turn to the blessing of the water, the rejection of Satan and the profession of faith. In blessing the water of the baptismal font, the Church prays that it may become the source of new life in Christ and the cleansing of sin through the outpouring of the Holy Spirit. After recalling the prophetic prefigurements of baptism in the Old Testament, Jesus’ own baptism in the Jordan, and the water that flowed from his side upon the cross, the prayer of blessing asks God to sanctify the water of the baptismal font, so that, through it, those who are to be baptized may enter into the saving mystery of Christ’s death and resurrection. As a sign of our decision to live this mystery of new and eternal life, we then reject Satan and all his works, and proclaim the Church’s faith in the Triune God. Whenever we bless ourselves with holy water, may we recall with gratitude the gift that we received on the day of our Baptism, and ask for the grace to persevere in our efforts to be conformed more closely to Christ our Saviour.

    Santo Padre:

    Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente quelli provenienti da Regno Unito, India Thailandia, Canada e Stati Uniti d’America. Rivolgo un saluto particolare ai membri della Catholic Extension Society degli Stati Uniti, grato per l’impegno profuso nell’opera di ricostruzione in Puerto Rico. Nella gioia del Cristo Risorto, invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’amore misericordioso di Dio nostro Padre. Il Signore vi benedica!

    Speaker:

    I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly those from the United Kingdom, India, Thailand, Canada and the United States of America. In a special way, I greet the members of the Catholic Extension Society of the United States, with gratitude for their contribution to the work of rebuilding in Puerto Rico. In the joy of the Risen Christ, I invoke upon you and your families the loving mercy of God our Father. May the Lord bless you all!

    [00678-EN.01] [Original text: English]

    In lingua tedesca

    Speaker:


    Liebe Brüder und Schwestern,

    in der Reihe der Katechesen über die Taufe richten wir heute unser Augenmerk auf die Handlungen am Taufbecken. Für die Taufe wird das Wasser gesegnet. In der Natur ist Wasser die Voraussetzung für alles Leben, es kann aber auch Tod bringen, und zugleich reinigt es. Der heilige Ambrosius sagt in seinen Taufkatechesen: „Du hast das Wasser gesehen, aber nicht jedes Wasser heilt. Nur das Wasser heilt, in dem die Gnade Christi wohnt. … Die Handlung wird vom Wasser, die Wirkung vom Heiligen Geist vollbracht“ (De sacr. 1,15). Die Kirche ruft den Heiligen Geist auf das Wasser herab, „damit alle, die durch die Taufe mit Christus begraben sind in seinem Tod, mit ihm zum Leben auferstehen“ (Die Feier der Kindertaufe, Nr. 54). So wie das Taufwasser gesegnet wird, müssen sich auch die Taufbewerber bereiten. Sie müssen sich von allen Bindungen lösen, um sich an Gott zu binden. Dies geschieht in der Absage vom Satan und im Bekenntnis des Glaubens an den Dreifaltigen Gott. Der Täufling oder seine Paten antworten in der ersten Person; sie vollziehen damit eine persönliche Geste gegenüber Gott. Immer wenn wir uns mit Weihwasser bekreuzigen, denken wir an unsere Taufe und erneuern dankbar unser Amen, dass wir in die Liebe der Allerheiligsten Dreifaltigkeit eingetaucht sind und daraus leben wollen.

    Santo Padre:

    Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua tedesca. Il ricordo del nostro Battesimo, che celebriamo nella Liturgia della Pasqua, ci fa presente il nostro legame vivo con Cristo, e ci rende disponibili a seguirlo nella carità ai fratelli. Dio benedica voi e le vostre famiglie.

    Speaker:

    Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger deutscher Sprache. Das Taufgedächtnis, das wir in der Osterliturgie feiern, führt uns unsere lebendige Beziehung zu Christus vor Augen und macht uns bereit, ihm in der Liebe zu den Brüdern und Schwestern zu folgen. Gott segne euch und eure Familien!

    [00679-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

    In lingua spagnola

    Queridos hermanos y hermanas:

    Reflexionamos hoy sobre los ritos del sacramento del bautismo que se realizan junto a la fuente bautismal, que son: la bendición del agua y la renuncia al pecado y la profesión de fe.

    El agua es un elemento que se caracteriza por su capacidad de vivificar y purificar. Este simbolismo natural aparece en varios pasajes de la Palabra de Dios, que son recordados al bendecir el agua que se usará para el bautismo, a la vez que se invoca sobre ella la fuerza del Espíritu Santo, para que todos los que reciban el bautismo sean sepultados con Cristo en su muerte y con él renazcan a una vida inmortal.

    Una vez que ha sido bendecida el agua, es necesario disponer el corazón para acceder al bautismo, por eso se realiza la renuncia a satanás y la profesión de fe. Estos son dos hechos que están estrechamente unidos, pues no se puede seguir a Cristo con condiciones, sino que hay que despojarse de todo lo malo para empezar la vida nueva en Cristo.

    La respuesta a las renuncias y a la profesión de fe, se realiza en primera persona del singular. Esto indica que es una elección personal y responsable, que debe ser traducida en gestos concretos de confianza en Dios, y que no se reduce solo al momento del bautismo, sino que deberá acompañar todo el crecimiento y maduración de la vida cristiana.

    Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España y Latinoamérica.

    Los invito a que hagan memoria agradecida de su bautismo, y a que renueven con alegría y convencimiento el compromiso que sellaron aquel día, de modo que vivan siempre inmersos en el amor de Dios Padre, Hijo y Espíritu Santo. Muchas gracias.

    [00680-ES.02] [Texto original: Español]

    In lingua portoghese

    Speaker:


    Dando continuidade às catequeses sobre o Batismo, hoje nos ocuparemos dos ritos centrais deste sacramento. A água, fonte natural de vida, mas também possível causa de morte e elemento purificador, possui um grande simbolismo na Bíblia para falar das intervenções de Deus, como por exemplo as águas do dilúvio, a passagem pelas águas do Mar Vermelho ou o sangue e água que correram do lado de Cristo crucificado. Por isso, quando se invoca o Espírito Santo sobre a água no Batismo, esta torna-se o instrumento que permite a quem recebe este sacramento ser sepultado com Cristo e, com Ele, ressuscitar para uma vida imortal. Após a santificação da água, quem se prepara para receber o sacramento deve renunciar a Satanás e fazer a sua profissão de fé. De fato, trata-se de um compromisso pessoal que deve ser traduzido em gestos concretos de luta contra o pecado e de esforço, contando com a graça de Deus, para configurar a própria vida aos ensinamentos de Jesus.

    Santo Padre:

    Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese presenti a quest’Udienza, in particolare ai gruppi venuti da Portogallo e Brasile. Cari amici, la grazia del battesimo è diretta a fruttificare in un cammino di santità fatto da piccoli, ma profondi, gesti concreti di fiducia in Dio e amore al prossimo. Dio vi benedica!

    Speaker:

    Dirijo uma cordial saudação aos peregrinos de língua portuguesa, presentes nesta Audiência, nomeadamente aos grupos vindos de Portugal e do Brasil. Queridos amigos, a graça do batismo deve frutificar num caminho de santidade feito de pequenos, mas profundos, gestos concretos de confiança em Deus e de amor ao próximo. Que Deus vos abençoe!

    [00681-PO.01] [Texto original: Português]

    In lingua araba

    Speaker:


    أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، إذ نتابع التأمّل حول المعموديّة، أريد اليوم أن أتوقّف عند الطقوس الأساسيّة التي تتم عند جرن المعموديّة. نأخذ بعين الاعتبار أولاً الماء الذي يتم عليه استدعاء قوّة الروح القدس لكي يصبح لديه القوّة ليلِد من جديد ويجدّد. تطلب الكنيسة عمل الروح القدس على الماء: "لكي يُدفن مع المسيح في الموت ويقوموا معه إلى الحياة الأبديّة الذين ينالون المعموديّة بواسطته". وتقول صلاة البركة إنَّ الله قد أعدَّ الماء "ليكون علامة للمعموديّة" وتطلب من الله أن يفيض في ماء جرن المعموديّة نعمة المسيح المائت والقائم من الموت. بعد تقديس الماء، يجب إعداد القلب لقبول المعمودية، وذلك من خلال الكفر بالشيطان وإعلان الإيمان وهما فعلان مرتبطان ببعضهما ارتباطا وثيقا. فبقدر ما أقول "لا" لمغريات الشيطان باستطاعتي أن أقول "نعم" لله الذي يدعوني لأتشبّه به فكراً وعملا؛ إذ لا يمكننا اتّباع المسيح بشكل مشروط، بل يجب أن ننفصل عن بعض الروابط كي نعانق روابط أخرى، ويجب أن نهدم بعض الجسور ونتركها وراءنا كي نعيش الحياة الجديدة التي هي في المسيح. أيها الأخوة والأخوات الأعزاء، في كلِّ نغمس يدنا في الماء المبارك ونرسم إشارة الصليب، لنفكّر بفرح وامتنان بالمعمودية التي نلناها، ونجدد الـ"آمين" التي قلناها لكي نعيش تغمرنا محبة الثالوث الأقدس.

    Santo Padre:

    Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, ricordatevi sempre che la rinuncia al peccato, alle seduzioni del male, a satana, è ciò in cui la Chiesa crede; non sono atti momentanei, limitati al momento del Battesimo, ma atteggiamenti che accompagnano tutta la crescita e la maturazione della vita cristiana. Il Signore vi benedica!

    Speaker:

    أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللّغةِ العربيّة، وخاصّةً بالقادمينَ من الشّرق الأوسط. أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، تذكّروا على الدوام أنَّ الكفر بالخطيئة وبإغراءات الشر وبالشيطان، والإيمان بكل ما تؤمن به الكنيسة، ليست أفعالاً موقتة، تنحصر بلحظة المعمودية؛ بل هي مواقف ترافق نموّ ونضوج الحياة المسيحية. ليبارككُم الرب!

    [00682-AR.01] [Testo originale: Arabo]

    In lingua polacca

    Speaker:


    Drodzy bracia i siostry, kontynuując refleksję na temat chrztu św. zwróćmy dzisiaj uwagą na centralne obrzędy, które odbywają się przy chrzcielnicy. Najpierw kapłan poświęca wodę. Wyjaśnia jej znaczenie i symbolikę, a przyzywając nad nią mocy Ducha Świętego zachęca, „aby wszyscy, pogrzebani przez chrzest razem z Chrystusem w śmierci, z Nim też powstali do nowego życia” (Obrzędy chrztu dzieci, n. 54). Następnie ma miejsce wyrzeczenie się szatana i wyznanie wiary, mające na celu przygotowanie kandydatów, aby godnie przyjęli chrzest. Odpowiedź na pytanie: „Czy wyrzekasz się szatana, wszystkich jego dzieł i wszystkich jego pokus” sformułowane jest w pierwszej osobie liczby pojedynczej: „Wyrzekam się”. W ten sam sposób wyznawana jest wiara Kościoła, gdy mówimy: „Wierzę”. Ta odpowiedzialna decyzja, wypowiedziany akt wiary, powinny towarzyszyć naszemu rozwojowi i dojrzewaniu w życiu chrześcijańskim. Dlatego czyniąc znak krzyża wodą święconą z radością i wdzięcznością pamiętajmy o chwili chrztu świętego, odnawiajmy nasze „Amen” wobec Boga, by żyć ze świadomością Jego obecności w nas.

    Santo Padre:

    Saluto cordialmente i Polacchi, e in modo particolare la delegazione della Caritas Polacca, insieme con alcuni giovani dalla Siria, giunti a Roma con uno speciale bus, l’Ambasciata mobile della Caritas Giovani, che iniziano una campagna che si propone di sensibilizzare la società ai problemi dei più poveri; promuovono il volontariato dei giovani e l’aiuto alle vittime delle persecuzioni in Siria. Il segno spirituale del progetto Bus Young Caritas sarà la peregrinazione dell’Immagine della Madonna di Aleppo. Durante le funzioni del mese di maggio affidate a Maria, Regina di Polonia, la vita della Chiesa, la vostra Patria e le vostre famiglie. Pregate per la pace nel mondo, e in modo particolare nel Medio Oriente. Vi benedico di cuore.

    Speaker:

    Pozdrawiam serdecznie Polaków, a szczególnie delegację Caritas Polska wraz z młodzieżą z Syrii, przybyłych do Rzymu specjalnym busem, mobilną ambasadą Young Caritas, którzy inicjują kampanię uwrażliwienia społeczeństwa na problemy ludzi najbiedniejszych, promują wolontariat młodzieży, akcję informacyjną i pomoc dla ofiar prześladowań w Syrii. Duchowym znakiem projektu Bus Young Caritas będzie peregrynacja Obrazu Matki Bożej z Aleppo. W nabożeństwach majowych zawierzajcie Maryi, Królowej Polski, sprawy całego Kościoła, Ojczyzny i waszych rodzin. Proście o pokój na świecie, a zwłaszcza na Bliskim Wschodzie. Z serca wam błogosławię.

    [00683-PL.01] [Testo originale: Polacco]

    In lingua croata

    Santo Padre:


    Saluto con gioia i pellegrini croati, in particolare i dirigenti e gli alunni della Scuola Cattolica “San Giuseppe” di Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina. Cari giovani, ho ancora vivo nel cuore il nostro incontro a Sarajevo nel 2015, soprattutto la vostra presenza festosa, la vostra sete di verità e di ideali. Vi esorto ad aderire sempre più a Cristo, per vivere in pienezza la vostra esistenza. La Chiesa conta su di voi: siate sempre generosi, coraggiosi e pieni di speranza. Di cuore vi benedico. Siano lodati Gesù e Maria!

    Speaker:

    Radosno pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito voditelje i učenike Katoličke škole „Sveti Josip“ iz Sarajeva, u Bosni i Hercegovini. Dragi mladi, još uvijek mi je živ u srcu naš susret u Sarajevu 2015 godine, osobito vaša radosna prisutnost te vaša žeđ za istinom i idealima. Potičem vas da se približavate sve više Kristu, kako biste u punini živjeli svoj život. Crkva računa na vas: budite uvijek velikodušni, hrabri i puni nade. Od srca vas blagoslivljam! Hvaljen Isus i Marija!

    [00686-AA.01] [Testo originale: Croato]

    In lingua italiana

    Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. In particolare, saluto i sacerdoti del Pontificio Collegio Missionario Internazionale e del Pontificio Collegio Spagnolo San José di Roma; la parrocchia Beata Vergine Maria della Stella in Stornella; l’Associazione laboratorio della speranza di Ascoli Piceno e l’unione Cuochi Toscani. Sono lieto di accogliere i pellegrini della città di Palermo, accompagnati dal loro Pastore Mons. Corrado Lorefice. Incoraggio tutti ad essere fedeli a Cristo, fonte della nostra speranza, per far risplendere dappertutto la gioia del Vangelo.

    Un pensiero speciale porgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi ricorre la memoria di Sant’Atanasio, Vescovo e Dottore della Chiesa. La sua santità, associata ad una sana dottrina, sostenga la fede e rafforzi la testimonianza cristiana di ciascuno.

    [00684-IT.01] [Testo originale: Italiano]

    [B0315-XX.02]


    fonte: Sala Stampa della Santa Sede

  5. #105
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
    Data Registrazione
    Apr 2006
    Località
    casa mia
    Messaggi
    63,528
    Udienza ai partecipanti al Convegno internazionale promosso dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, 04.05.2018


    Alle ore 10.30 di questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti al Convegno internazionale dal titolo “Consecratio et consecratio per evangelica consilia. Riflessioni, questioni aperte, cammini possibili”, promosso dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, che si svolge a Roma presso la Pontificia Università Antonianum dal 3 al 6 maggio.

    Pubblichiamo il discorso che il Papa ha rivolto a braccio ai presenti nel corso dell’incontro:

    Discorso del Santo Padre

    Buongiorno a tutti!

    Io ho pensato se fare un discorso, ben fatto, bello… Ma poi mi è venuto in mente di parlare a braccio, di dire le cose che sono adatte per questo momento.

    La chiave di quello che dirò è quello che ha chiesto il Cardinale [Prefetto della Congregazione]: criteri autentici per discernere quello che sta succedendo. Perché davvero, oggi succedono tante cose che, per non perdersi in questo mondo, nella nebbia della mondanità, nelle provocazioni, nello spirito di guerra, tante cose, abbiamo bisogno di criteri autentici che ci guidino. Che ci guidino nel discernimento.

    Poi, c’è un’altra cosa: che questo Spirito Santo è una calamità [ride, ridono], perché non si stanca mai di essere creativo! Adesso, con le nuove forme di vita consacrata, davvero è creativo, con i carismi… È interessante: è l’Autore della diversità, ma allo stesso tempo il Creatore dell’unità. Questo è lo Spirito Santo. E con questa diversità di carismi e tante cose, Lui fa l’unità del Corpo di Cristo, e anche l’unità della vita consacrata. E anche questa è una sfida.

    Mi sono domandato: quali sono le cose che lo Spirito vuole si mantengano forti nella vita consacrata? E il pensiero è volato, è andato, ha girato…, e mi veniva sempre [in mente] il giorno che sono andato a San Giovanni Rotondo: non so perché, ma ho visto lì tanti consacrati e consacrate che lavorano… e ho pensato a cosa ho detto lì, alle “tre p” che ho detto lì. E mi sono detto: queste sono colonne che rimangono, che sono permanenti nella vita consacrata. La preghiera, la povertà e la pazienza. E ho scelto di parlarvi di questo: cosa penso che sia la preghiera nella vita consacrata, e poi la povertà e la pazienza.

    La preghiera è tornare sempre alla prima chiamata. Qualsiasi preghiera, forse una preghiera nel bisogno, ma sempre è ritornare a quella Persona che mi ha chiamato. La preghiera di un consacrato, di una consacrata è tornare dal Signore che mi ha invitato a esserGli vicino. Tornare da Lui che mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: “Vieni. Lascia tutto e vieni” – “Ma, io vorrei lasciare la metà…” (di questo parleremo a proposito della povertà) – “No, vieni. Lascia tutto. Vieni”. E la gioia in quel momento di lasciare il tanto o il poco che noi avevamo. Ognuno sa cosa ha lasciato: lasciare la mamma, il papà, la famiglia, una carriera… È vero che qualcuno cerca la carriera “dentro”, e questo non è buono. In quel momento trovare il Signore che mi ha chiamato a seguirLo da vicino. Ogni preghiera è tornare a questo. E la preghiera è quello che fa che io lavori per quel Signore, non per i miei interessi o per l’istituzione nella quale lavoro, no, per il Signore. C’è una parola che si usa tanto, è stata usata troppo e ha perso un po’ di forza, ma indicava bene questo: radicalità. A me non piace usarla perché è stata troppo usata, ma è questo: lascio tutto per Te. È il sorriso dei primi passi… Poi sono arrivati dei problemi, tanti problemi che tutti noi abbiamo avuto, ma sempre si tratta di tornare all’incontro con il Signore. E la preghiera, nella vita consacrata, è l’aria che ci fa respirare quella chiamata, rinnovare quella chiamata. Senza quest’aria non potremmo essere buoni consacrati. Saremmo forse buone persone, cristiani, cattolici che lavorano in tante opere della Chiesa, ma la consacrazione tu devi rinnovarla continuamente lì, nella preghiera, in un incontro con il Signore. “Ma sono indaffarato, sono indaffarata, ho tante cose da fare…”. Più importante è questo. Vai a pregare. E poi c’è quella preghiera che ci mantiene durante la giornata alla presenza del Signore. Ma comunque la preghiera. “Ma io ho un lavoro troppo rischioso che mi prende tutta la giornata…”. Pensiamo a una consacrata dei nostri giorni: Madre Teresa. Madre Teresa andava anche a “cercarsi dei problemi”, perché era come una macchina per cercarsi dei problemi, perché si metteva di qua, di là, di là… Ma le due ore di preghiera davanti al Santissimo, nessuno gliele toglieva. “Ah, la grande Madre Teresa!”. Ma fai come faceva lei, fa’ lo stesso. Cerca il tuo Signore, Colui che ti ha chiamato. La preghiera. Non solo al mattino… Ognuno deve cercare come farla, dove farla, quando farla. Ma farla sempre, pregare. Non si può vivere la vita consacrata, non si può discernere ciò che sta accadendo senza parlare con il Signore.

    Non vorrei parlare oltre su questo, ma avete capito bene, credo. Preghiera. E la Chiesa ha bisogno di uomini e donne che preghino, in questo momento di tanto dolore nell’umanità.

    La seconda “p” è la povertà. Nelle Costituzioni, Sant’Ignazio a noi Gesuiti aveva scritto questo – ma non era una cosa originale sua, credo, l’aveva presa dai Padri del Deserto, forse –: “La povertà è la madre, è il muro di contenimento della vita consacrata”. È “madre”. Interessante: lui non dice la castità, che forse è più collegata alla maternità, alla paternità, no: la povertà è madre. Senza povertà non c’è fecondità nella vita consacrata. Ed è “muro”, ti difende. Ti difende dallo spirito della mondanità, certamente. Noi sappiamo che il diavolo entra dalle tasche. Tutti noi lo sappiamo. E le piccole tentazioni contro la povertà sono ferite all’appartenenza al corpo della vita consacrata. Povertà secondo le regole, le costituzioni di ogni congregazione: non è la stessa, la povertà di una congregazione o dell’altra. Le regole dicono: “La nostra povertà va da questa parte”, “la nostra va da quella”, ma sempre lo spirito di povertà c’è. E questo non si può negoziare. Senza povertà noi non potremo mai discernere bene cosa sta accadendo nel mondo. Senza lo spirito di povertà. “Lascia tutto, dai ai poveri”, ha detto il Signore a quel giovane. E quel giovane siamo tutti noi. “Ma io no, padre, non ho tanta fortuna [ricchezza]…”. Si, ma qualcosa, qualche attaccamento ce l’hai! Il Signore ti chiede quello: quello sarà “l’Isacco” che tu devi sacrificare. Nudo nell’anima, povero. E con questo spirito di povertà il Signore ci difende – ci difende! – da tanti problemi e da tante cose che cercano di distruggere la vita consacrata.

    Ci sono tre scalini per passare dalla consacrazione religiosa alla mondanità religiosa. Sì, anche religiosa; c’è una mondanità religiosa; tanti religiosi e consacrati sono mondani. Tre scalini. Primo: i soldi, cioè la mancanza di povertà. Secondo: la vanità, che va dall’estremo di farsi “pavone” a piccole cose di vanità. E terzo: la superbia, l’orgoglio. E da lì, tutti i vizi. Ma il primo scalino è l’attaccamento alle ricchezze, l’attaccamento ai soldi. Vigilando su quello, gli altri non vengono. E dico alle ricchezze, non solo ai soldi. Alle ricchezze. Per poter discernere cosa sta succedendo, ci vuole questo spirito di povertà. Un compito a casa è: come è la mia povertà? Guardate nei cassetti, nei cassetti delle vostre anime, guardate nella personalità, guardate nella Congregazione… Guardate come va la povertà. È il primo scalino: se noi custodiamo quello, gli altri non vengono. È il muro che ci difende dagli altri, è la madre che ci fa più religiosi e ci fa mettere tutta la nostra ricchezza nel Signore. È il muro che ci difende da quello sviluppo mondano che tanto danneggia ogni consacrazione. La povertà.

    E terzo, la pazienza. “Ma, padre, cosa c’entra la pazienza, qui?”. È importante la pazienza. Noi abitualmente non ne parliamo, ma è molto importante. Guardando Gesù, la pazienza è quello che ha avuto Gesù per arrivare fino alla fine della sua vita. Quando Gesù, dopo la Cena, va all’Orto degli Ulivi, possiamo dire che in quel momento in modo speciale Gesù “entra in pazienza”. “Entrare in pazienza”: è un atteggiamento di ogni consacrazione, che va dalle piccole cose della vita comunitaria o della vita di consacrazione, che ognuno ha, in questa varietà che fa lo Spirito Santo… Dalle piccole cose, dalle piccole tolleranze, dai piccoli gesti di sorriso quando ho voglia di dire delle parolacce…, fino al sacrificio di sé stessi, della vita. Pazienza. Quel “portare sulle spalle” (hypomoné) di San Paolo: San Paolo parlava di “portare sulle spalle”, come virtù cristiana. Pazienza. Senza pazienza, cioè senza capacità di patire, senza “entrare in pazienza”, una vita consacrata non può sostenersi, sarà a metà. Senza pazienza, per esempio, si capiscono le guerre interne di una congregazione, si capiscono. Perché non hanno avuto la pazienza di sopportarsi l’un l’altro, e vince la parte più forte, non sempre la migliore; e anche quella che è vinta, neppure è la migliore, perché è impaziente. Senza pazienza, si capiscono questi carrierismi nei capitoli generali, questo fare le “cordate” prima… per fare due esempi. Voi non sapete la quantità di problemi, di guerre interne, di liti che arrivano da Mons. Carballo! [Segretario della Congregazione]. Ma lui è della Galizia, lui è capace di sopportare questo! Pazienza. Sopportarsi l’un l’altro.

    Ma non solo pazienza nella vita comunitaria: pazienza davanti alle sofferenze del mondo. Portare sulle spalle i problemi, le sofferenze del mondo. “Entrare in pazienza”, come Gesù è entrato in pazienza per consumare la redenzione. Questo è un punto-chiave, non solo per evitare queste liti interne che sono uno scandalo, ma per essere consacrato, per poter discernere. La pazienza.

    E anche pazienza davanti ai problemi comuni della vita consacrata: pensiamo alla scarsità di vocazioni. “Non sappiamo cosa fare, perché non abbiamo vocazioni… Abbiamo chiuso tre case…”. Questa è lamentela di ogni giorno, voi l’avete sentito, sentito nelle orecchie e sentito nel cuore. Non vengono le vocazioni. E quando non c’è questa pazienza… Questo che dico adesso è accaduto, accade: io conosco almeno due casi, in un Paese troppo secolarizzato, che riguardano due congregazioni e due rispettive province. La provincia ha incominciato quel cammino che è pure un cammino mondano, dell’“ars bene moriendi”, l’atteggiamento per morire bene. E cosa significa questo in quella provincia, in quelle due province di due congregazioni diverse? Chiudere l’ammissione al noviziato, e noi che siamo qui invecchiamo fino alla morte. E la congregazione in quel posto è finita. E queste non sono favole: sto parlando di due province maschili che hanno fatto questa scelta; province di due congregazioni religiose. Manca la pazienza e finiamo con l’“ars bene moriendi”. Manca la pazienza e non vengono le vocazioni? Vendiamo e ci attacchiamo ai soldi per qualsiasi cosa possa succedere in futuro. Questo è un segnale, un segnale che si è vicini alla morte: quando una Congregazione incomincia ad attaccarsi ai soldi. Non ha la pazienza e cade nella seconda “p”, nella mancanza di povertà.

    Posso domandarmi: questo che è accaduto in quelle due province che hanno fatto l’opzione dell’“ars bene moriendi”, accade nel mio cuore? La mia pazienza è finita e vado avanti sopravvivendo? Senza pazienza non si può essere magnanimi, non si può seguire il Signore: ci stanchiamo. Lo seguiamo fino a un certo punto e alla prima o alla seconda prova, ciao. Scelgo l’“ars bene moriendi”; la mia vita consacrata è arrivata fino a qui, qui chiudo il cuore e sopravvivo. È in stato di grazia, sì, certamente. “Padre, non andrò all’inferno?” No, forse non andrai. Ma la tua vita? Hai lasciato la possibilità di essere padre e madre di famiglia, di avere la gioia dei figli, dei nipotini, tutto questo, per finire così? Questa “ars bene moriendi”, è l’eutanasia spirituale di un cuore consacrato che non ce la fa più, non ha il coraggio di seguire il Signore. E non chiama…

    Ho preso come punto di partenza per parlare di questo la scarsità delle vocazioni: questo amareggia l’anima. “Non ho discendenza”, era il lamento del nostro padre Abramo: “Signore, le mie ricchezze saranno ereditate da uno straniero”. Il Signore gli ha detto: “Abbi pazienza. Avrai un figlio” – “Ma a 90 anni?”, e la moglie dietro la finestra che era come – scusatemi – come le donne: spiava dalla finestra – ma è una qualità delle donne, questa, sta bene, non sta male –; sorrideva, perché pensava: “Ma io, a 90 anni? E mio marito, quasi 100, avremo un figlio?”. “Pazienza”, ha detto il Signore. Speranza. Avanti, avanti, avanti.

    State attenti su queste tre “p”: la preghiera, la povertà e la pazienza. State attenti. E credo che piaceranno al Signore scelte – mi permetto la parola che non mi piace – scelte radicali in questo senso. Siano personali, siano comunitarie. Ma scommettere su questo.

    Vi ringrazio per la pazienza che avete avuto per ascoltare questo sermone [ridono, applausi]. Vi ringrazio. E vi auguro fecondità. Mai si sa per quali vie passa la mia fecondità, ma se tu preghi, se sei povero, se sei paziente, stai sicuro che sarai fecondo. Come? Il Signore te lo farà vedere “dall’altra parte”; ma è la ricetta per essere fecondo. Sarai padre, sarai madre: la fecondità. È quello che auguro alla vita religiosa, di essere fecondi.

    Grazie! Continuate a studiare, a lavorare, a fare delle proposte buone, ma che sempre siano con quello sguardo che Gesù vuole. E quando penserete alla prima “p”, pensate a me e pregate per me. Grazie!

    Adesso preghiamo la Madonna: “Ave o Maria, …”

    [Benedizione]

    Buona giornata!

    [00693-IT.01] [Testo originale: Italiano]

    [B0321-XX.01]


    fonte: Sala Stampa della Santa Sede

  6. #106
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
    Data Registrazione
    Apr 2006
    Località
    casa mia
    Messaggi
    63,528
    Discorso del Santo Padre durante l'Udienza alla Guardia Svizzera Pontificia in occasione del giuramento delle nuove reclute
    (Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, 4 maggio 2018).

  7. #107
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
    Data Registrazione
    Apr 2006
    Località
    casa mia
    Messaggi
    63,528
    Discorso del Santo Padre durante l'Incontro con il Cammino Neocatecumenale in occasione del 50° anniversario di fondazione
    (Roma, spianata di Tor Vergata, 5 maggio 2018).

  8. #108
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
    Data Registrazione
    Apr 2006
    Località
    casa mia
    Messaggi
    63,528
    Le parole del Papa alla recita del Regina Coeli, 06.05.2018


    Alle ore 12 di oggi, VI Domenica di Pasqua, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, per recitare il Regina Coeli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

    Prima del Regina Coeli

    Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

    In questo tempo pasquale la Parola di Dio continua a indicarci stili di vita coerenti per essere la comunità del Risorto. Tra questi, il Vangelo di oggi presenta la consegna di Gesù: «Rimanete nel mio amore» (Gv 15,9): rimanere nell’amore di Gesù. Abitare nella corrente dell’amore di Dio, prendervi stabile dimora, è la condizione per far sì che il nostro amore non perda per strada il suo ardore e la sua audacia. Anche noi, come Gesù e in Lui, dobbiamo accogliere con gratitudine l’amore che viene dal Padre e rimanere in questo amore, cercando di non separarcene con l’egoismo e con il peccato. E’ un programma impegnativo ma non impossibile.

    Anzitutto è importante prendere coscienza che l’amore di Cristo non è un sentimento superficiale, no, è un atteggiamento fondamentale del cuore, che si manifesta nel vivere come Lui vuole. Gesù infatti afferma: «Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore» (v. 10). L’amore si realizza nella vita di ogni giorno, negli atteggiamenti, nelle azioni; altrimenti è soltanto qualcosa di illusorio. Sono parole, parole, parole: quello non è l’amore. L’amore è concreto, ogni giorno. Gesù ci chiede di osservare i suoi comandamenti, che si riassumono in questo: «che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (v. 12).

    Come fare perché questo amore che il Signore risorto ci dona possa essere condiviso dagli altri? Più volte Gesù ha indicato chi è l’altro da amare, non a parole ma con i fatti. È colui che incontro sulla mia strada e che, con il suo volto e la sua storia, mi interpella; è colui che, con la sua stessa presenza, mi spinge a uscire dai miei interessi e dalle mie sicurezze; è colui che attende la mia disponibilità ad ascoltare e a fare un pezzo di strada insieme. Disponibilità verso ogni fratello e sorella, chiunque sia e in qualunque situazione si trovi, incominciando da chi mi è vicino in famiglia, nella comunità, al lavoro, a scuola… In questo modo, se io rimango unito a Gesù, il suo amore può raggiungere l’altro e attirarlo a sé, alla sua amicizia.

    E questo amore per gli altri non può essere riservato a momenti eccezionali, ma deve diventare la costante della nostra esistenza. Ecco perché siamo chiamati, per esempio, a custodire gli anziani come un tesoro prezioso e con amore, anche se creano problemi economici e disagi, ma dobbiamo custodirli. Ecco perché ai malati, anche se nell’ultimo stadio, dobbiamo dare tutta l’assistenza possibile. Ecco perché i nascituri vanno sempre accolti; ecco perché, in definitiva, la vita va sempre tutelata e amata dal concepimento al suo naturale tramonto. E questo è amore.

    Noi siamo amati da Dio in Gesù Cristo, che ci chiede di amarci come Lui ci ama. Ma questo non possiamo farlo se non abbiamo in noi il suo stesso Cuore. L’Eucaristia, alla quale siamo chiamati a partecipare ogni domenica, ha lo scopo di formare in noi il Cuore di Cristo, così che tutta la nostra vita sia guidata dai suoi atteggiamenti generosi. La Vergine Maria ci aiuti a rimanere nell’amore di Gesù e a crescere nell’amore verso tutti, specialmente i più deboli, per corrispondere pienamente alla nostra vocazione cristiana.

    [00701-IT.02] [Testo originale: Italiano]

    Dopo il Regina Coeli

    Cari fratelli e sorelle,

    ieri, ad Aquisgrana (Germania), è stata proclamata Beata Chiara Fey, fondatrice delle Suore del Povero Bambino Gesù, vissuta nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Rendiamo grazie a Dio per questa zelante testimone del Vangelo, premurosa educatrice della gioventù disagiata.

    Invito a pregare per la popolazione della Repubblica Centrafricana, Paese che ho avuto la gioia di visitare e che porto nel cuore, e dove nei giorni scorsi sono avvenute gravi violenze con numerosi morti e feriti, tra cui un sacerdote. Il Signore, per intercessione della Vergine Maria, aiuti tutti a dire no alla violenza e alla vendetta, per costruire insieme la pace.

    Saluto tutti voi, romani e pellegrini, in particolare quelli provenienti da Oviedo (Spagna), gli studenti di Vrbové (Slovacchia) e i chierichetti di Berna. Un saluto speciale va alle nuove Guardie Svizzere, ai loro familiari e amici, nel giorno della festa di questo storico e benemerito Corpo. Un applauso a loro!

    Saluto i rappresentanti dell’Associazione Meter, che incoraggio a continuare nell’impegno in favore dei bambini vittime della violenza; come pure i fedeli di Piacenza e Borgoricco e le atlete ginnaste di Castelfranco Emilia.

    Ho sentito anche alcuni canti dei Neocatecumenali… Eccoli! Grazie! Grazie per il vostro lavoro di evangelizzazione. Siete dappertutto, grazie!

    Saluto anche tutti i detenuti della casa circondariale di Latina che sono in questo momento uniti a noi spiritualmente.

    A tutti auguro una buona domenica. E per favore non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

    [00702-IT.02] [Testo originale: Italiano]

    [B0324-XX.02]


    fonte: Sala Stampa della Santa Sede

  9. #109
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
    Data Registrazione
    Apr 2006
    Località
    casa mia
    Messaggi
    63,528
    Visita pastorale alla Parrocchia romana del Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi, 06.05.2018


    Nel pomeriggio di oggi, VI Domenica di Pasqua, il Santo Padre Francesco si è recato in visita pastorale alla Parrocchia romana del Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi dove ha inaugurato la “Casa della gioia” per persone con disabilità, realizzata nei locali del sottotetto.

    Al suo arrivo, alle ore 15.30 circa, il Papa è stato accolto dall’Arcivescovo Angelo De Donatis, Vicario generale della Diocesi di Roma, dal Cardinale titolare José Gregorio Rosa Chàvez, dall’Arcivescovo di Manila e Presidente di Caritas Internationalis Card. Luis Antonio Tagle, legato alla nascita della “Casa della gioia”, dal parroco don Maurizio Mirilli, dal vice parroco don Vasile Alexandru Muresan e da alcuni collaboratori parrocchiali.

    Nell’oratorio il Papa, incontrando la comunità parrocchiale, ha risposto a quattro domande poste da un genitore, da un giovane, da un adolescente e da un bambino. Successivamente, nel salone parrocchiale, ha incontrato gli anziani e gli ammalati. Quindi è salito nei locali della “Casa della gioia”. Negli spazi adibiti a centro diurno Papa Francesco ha incontrato i responsabili della Caritas, dei progetti “Quartieri solidali” e “Condomini solidali” e del servizio notturno per i senza fissa dimora. Il Santo Padre si è intrattenuto poi con i disabili del centro diurno e con le loro famiglie. Quindi ha visitato la nuova casa famiglia e, dopo averne benedetto gli ambienti, ha incontrato i sette ragazzi che la abiteranno insieme a due religiose e a una laica. E’ sceso poi nei locali parrocchiali dove ha confessato alcuni penitenti.

    Alle ore 17.30 ha celebrato la Santa Messa durante la quale ha impartito il sacramento della Cresima a una bambina della parrocchia affetta da malattia mitocondriale e a sua madre. Al termine, dopo il saluto ai fedeli riuniti nella piazza antistante che hanno seguito la celebrazione sul maxischermo appositamente allestito per l’occasione, è rientrato in Vaticano.

    Pubblichiamo di seguito l’omelia che il Santo Padre ha pronunciato a braccio nel corso della Celebrazione Eucaristica durante la quale ha amministrato il sacramento della Cresima:

    Omelia del Santo Padre

    Gesù, prima di recarsi all’orto degli ulivi e incominciare la sua Passione - ha sofferto tanto Gesù, nell’orto degli ulivi - ha questo lungo discorso a tavola con i discepoli. E lui consiglia una cosa forte, dà un consiglio molto forte: “Rimanete nel mio amore”. Questo è il consiglio che Gesù dà ai suoi prima di soffrire e di morire. Ed è anche il consiglio che dà a noi, ad ognuno di noi. Gesù ci dice: “Rimanete nel mio amore. Non andate fuori del mio amore”. E ognuno di noi può domandarsi nel cuore - nel proprio cuore -: “Io rimango nell’amore del Signore? O esco fuori cercando altre cose, altri divertimenti, altre condotte di vita?” Ma “rimanere nell’amore” è fare quello che Gesù ha fatto per noi. Lui ha dato la vita. Lui è stato il servo di noi: è venuto a servirci. “Rimanere nell’amore” significa servire gli altri, essere al servizio degli altri. Che cosa è l’amore? Vogliamo pensare a che cosa è l’amore? “Ah, sì, ho visto un telefilm sull’amore, era bello… E quella coppia di fidanzati… E poi, è finita male, peccato!”. Non è così. L’amore è un’altra cosa. L’amore è prendersi carico degli altri. L’amore non è suonare violini, tutto romantico… L’amore è lavoro. Quante tra di voi sono mamme, pensate a quando i bambini erano piccolini: come amavate i vostri bambini? Con il lavoro. Prendendovi cura di loro. Loro piangevano… bisognava allattarli; cambiarli; questo, quell’altro… L’amore è sempre lavoro per gli altri. Perché l’amore si fa vedere nelle opere, non nelle parole. Ricordate quella canzone: “Parole, parole, parole”. Tante volte sono solo parole. L’amore invece è concreto. Ognuno deve pensare: il mio amore per la mia famiglia, nel quartiere, nel lavoro: è servizio agli altri? Mi preoccupo degli altri? Sono stato su – la chiamano la “Casa della Gioia” – ma può ben chiamarsi la “Casa dell’Amore”, perché questa parrocchia si è presa cura di tanti che hanno bisogno di essere curati, di essere sorvegliati. E questo è amore. Amore è lavoro, lavoro per gli altri. L’amore è nelle opere, non nelle parole. “Io ti amo”. “E che cosa fai per me se mi ami?” Ognuno degli ammalati del quartiere si chiede: “Che cosa fai per me?” Nella nostra famiglia, se tu ami i tuoi figli, siano piccoli, grandi, i genitori, gli anziani, che cosa fai per loro? Per vedere com’è l’amore, va sempre detto: che cosa faccio? “Ma padre, dove impariamo questo?” Da Gesù. E nella Seconda Lettura c’è una frase che può aprirci gli occhi: “In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio”. In questo sta l’amore. Non siamo stati noi ad amare Dio; ma è Lui che ci ha amato per primo. Il Signore ama sempre per primo. Ci aspetta con l’amore. Anche noi possiamo farci la domanda: io aspetto con l’amore gli altri? E poi fare l’elenco delle domande. Per esempio: il chiacchiericcio è amore? Quello che chiacchiera degli altri… No, non è amore. Sparlare della gente non è amore. “Oh… Io amo Dio. Faccio cinque novene al mese. Faccio questo, questo…” Sì, ma… com’è la tua lingua? Come va la tua lingua? Questa è proprio la pietra di paragone per vedere l’amore. Io amo gli altri? Domandati: come va la mia lingua? Ti dirà se è vero amore. Dio ci ha amato per primo. Ci aspetta con l’amore sempre. Io amo per primo o aspetto che mi diano qualcosa per amare? Come i cagnolini che aspettano il regalo, il pezzo per mangiare e poi fanno festa al padrone. L’amore è gratuito, per primo. Ma il termometro per sapere la temperatura del mio amore è la lingua. Non dimenticatevi di questo. Quando state per fare l’esame di coscienza, prima della confessione o a casa, chiedetevi: ho fatto quello che Gesù mi ha detto: “Rimanete nel mio amore”? E come posso saperlo? Da come è andata la mia lingua. Se ho parlato male degli altri, non ho amato. Se questa parrocchia riuscisse a non parlare mai male degli altri, sarebbe da canonizzare! E, almeno, come ho detto altre volte: fate lo sforzo di non sparlare degli altri. “Ma, padre, ci dia un rimedio per non sparlare degli altri”. È facile. È alla portata di tutti. Quando ti viene voglia di parlare male degli altri, morditi la lingua! Si gonfierà, ma di sicuro non parlerai più male.

    Chiediamo al Signore di “rimanere nell’amore”, e di capire che l’amore è servizio. E' prendersi carico degli altri. E la grazia di capire che il termometro di come va l’amore è la lingua.

    Tutti accompagneremo Maia che riceverà la Confermazione.

    [Rito della Confermazione]

    [00703-IT.01]

    [B0325-XX.02]


    fonte: Sala Stampa della Santa Sede

  10. #110
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
    Data Registrazione
    Apr 2006
    Località
    casa mia
    Messaggi
    63,528
    L’Udienza Generale, 09.05.2018


    L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.20 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

    Nel discorso in lingua italiana il Papa ha incentrato la sua meditazione sul Battesimo: 5. La rigenerazione (Lettera San Paolo ai Romani 6, 4).

    Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

    L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

    Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

    Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

    La catechesi sul sacramento del Battesimo ci porta a parlare oggi del santo lavacro accompagnato dall’invocazione della Santissima Trinità, ossia il rito centrale che propriamente “battezza” – cioè immerge – nel Mistero pasquale di Cristo (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1239). Il senso di questo gesto lo richiama san Paolo ai cristiani di Roma, dapprima domandando: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?», e poi rispondendo: «Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4). Il Battesimo ci apre la porta a una vita di risurrezione, non a una vita mondana. Una vita secondo Gesù.

    Il fonte battesimale è il luogo in cui si fa Pasqua con Cristo! Viene sepolto l’uomo vecchio, con le sue passioni ingannevoli (cfr Ef 4,22), perché rinasca una nuova creatura; davvero le cose vecchie sono passate e ne sono nate di nuove (cfr 2Cor 5,17). Nelle “Catechesi” attribuite a San Cirillo di Gerusalemme viene così spiegato ai neobattezzati quanto è loro accaduto nell’acqua del Battesimo. E’ bella questa spiegazione di San Cirillo: «Nello stesso istante siete morti e nati, e la stessa onda salutare divenne per voi e sepolcro e madre» (n. 20, Mistagogica 2, 4-6: PG 33, 1079-1082). La rinascita del nuovo uomo esige che sia ridotto in polvere l’uomo corrotto dal peccato. Le immagini della tomba e del grembo materno riferite al fonte, sono infatti assai incisive per esprimere quanto avviene di grande attraverso i semplici gesti del Battesimo. Mi piace citare l’iscrizione che si trova nell’antico Battistero romano del Laterano, in cui si legge, in latino, questa espressione attribuita al Papa Sisto III: «La Madre Chiesa partorisce verginalmente mediante l’acqua i figli che concepisce per il soffio di Dio. Quanti siete rinati da questo fonte, sperate il regno dei cieli»[1]. E’ bello: la Chiesa che ci fa nascere, la Chiesa che è grembo, è madre nostra per mezzo del Battesimo.

    Se i nostri genitori ci hanno generato alla vita terrena, la Chiesa ci ha rigenerato alla vita eterna nel Battesimo. Siamo diventati figli nel suo Figlio Gesù (cfr Rm 8,15; Gal 4,5-7). Anche su ciascuno di noi, rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo, il Padre celeste fa risuonare con infinito amore la sua voce che dice: «Tu sei il mio figlio amato» (cfr Mt 3,17). Questa voce paterna, impercettibile all’orecchio ma ben udibile dal cuore di chi crede, ci accompagna per tutta la vita, senza mai abbandonarci. Durante tutta la vita il Padre ci dice: “Tu sei il mio figlio amato, tu sei la mia figlia amata”. Dio ci ama tanto, come un Padre, e non ci lascia soli. Questo dal momento del Battesimo. Rinati figli di Dio, lo siamo per sempre! Il Battesimo infatti non si ripete, perché imprime un sigillo spirituale indelebile: «Questo sigillo non viene cancellato da alcun peccato, sebbene il peccato impedisca al Battesimo di portare frutti di salvezza» (CCC, 1272). Il sigillo del Battesimo non si perde mai! “Padre, ma se una persona diventa un brigante, di quelli più famosi, che uccide gente, che fa delle ingiustizie, il sigillo se ne va?”. No. Per la propria vergogna il figlio di Dio che è quell’uomo fa queste cose, ma il sigillo non se ne va. E continua a essere figlio di Dio, che va contro Dio ma Dio mai rinnega i suoi figli. Avete capito quest’ultima cosa? Dio mai rinnega i suoi figli. Lo ripetiamo tutti insieme? “Dio mai rinnega i suoi figli”. Un po’ più forte, che io o sono sordo o non ho capito: [ripetono più forte] “Dio mai rinnega i suoi figli”. Ecco, così va bene.

    Incorporati a Cristo per mezzo del Battesimo, i battezzati vengono dunque conformati a Lui, «il primogenito di molti fratelli» (Rm 8,29). Mediante l’azione dello Spirito Santo, il Battesimo purifica, santifica, giustifica, per formare in Cristo, di molti, un solo corpo (cfr 1Cor 6,11; 12,13). Lo esprime l’unzione crismale, «che è segno del sacerdozio regale del battezzato e della sua aggregazione alla comunità del popolo di Dio» (Rito del Battesimo dei Bambini, Introduzione, n. 18, 3). Pertanto il sacerdote unge con il sacro crisma il capo di ogni battezzato, dopo aver pronunciato queste parole che ne spiegano il significato: «Dio stesso vi consacra con il crisma di salvezza, perché inseriti in Cristo, sacerdote, re e profeta, siate sempre membra del suo corpo per la vita eterna» (ibid., n. 71).

    Fratelli e sorelle, la vocazione cristiana sta tutta qui: vivere uniti a Cristo nella santa Chiesa, partecipi della stessa consacrazione per svolgere la medesima missione, in questo mondo, portando frutti che durano per sempre. Animato dall’unico Spirito, infatti, l’intero Popolo di Dio partecipa delle funzioni di Gesù Cristo, “Sacerdote, Re e Profeta”, e porta le responsabilità di missione e servizio che ne derivano (cfr CCC, 783-786). Cosa significa partecipare del sacerdozio regale e profetico di Cristo? Significa fare di sé un’offerta gradita a Dio (cfr Rm 12,1), rendendogli testimonianza per mezzo di una vita di fede e di carità (cfr Lumen gentium, 12), ponendola al servizio degli altri, sull’esempio del Signore Gesù (cfr Mt 20,25-28; Gv 13,13-17). Grazie.

    _____________________________________

    [1] «Virgineo fetu genitrix Ecclesia natos / quos spirante Deo concipit amne parit. / Caelorum regnum sperate hoc fonte renati».

    [00714-IT.02] [Testo originale: Italiano]

    Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

    In lingua francese

    Speaker:


    Frères et sœurs, nous poursuivons les catéchèses sur le baptême en parlant aujourd’hui du rite de l’immersion, qui constitue le baptême lui-même. Le baptistère est le lieu où se vit la Pâque avec le Christ: L’homme ancien est enseveli dans l’eau du baptême pour renaître comme créature nouvelle. Alors que nos parents nous ont engendrés à la vie terrestre, l’Eglise nous engendre, enfants de Dieu, à la vie éternelle. Sur nous, comme sur Jésus, le Père fait résonner avec amour ses paroles: «tu es mon fils bien aimé». Enfant de Dieu, nous le devenons pour toujours: le baptême imprime en notre âme une marque qu’aucun péché ne peut effacer, même s’ils peuvent empêcher d’en développer les fruits. L’onction du Saint Chrême, faite par le prêtre à la suite de l’immersion, signifie que le Baptême nous configure au Christ, le premier né d’une multitude de frères, et nous incorpore à son Corps. Nous sommes, en effet, consacrés prêtres, prophètes et rois, appelés à participer au sacerdoce royal et prophétique du Christ.

    Santo Padre:

    Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare i fedeli venuti dal Canada e dalla Francia.

    Fratelli e sorelle, ricordiamo ogni giorno la nostra vocazione battesimale facendo della nostra vita un’offerta gradita a Dio e mettendola al servizio degli altri.

    Dio vi benedica!

    Speaker:

    Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier les personnes venues du Canada et de France.

    Frères et sœurs, souvenons-nous chaque jour de notre vocation baptismale en faisant de notre vie une offrande agréable à Dieu et en la mettant au service des autres.

    Que Dieu vous bénisse.

    [00715-FR.01] [Texte original: Français]

    In lingua inglese

    Speaker:


    Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on Baptism, we now turn to the central action of the baptismal rite. Through the pouring of water and the invocation of the Blessed Trinity, we are “immersed” in the mystery of Christ’s death and rising to new life. Thus reborn, we become a new creation, passing from the corruption of sin to eternal life. In Christ, and by the outpouring of the Holy Spirit, we are made adoptive children of the Father, with the Church as our spiritual mother. This relationship is definitive and is sealed by an indelible mark on the soul. Henceforth, as members of Christ’s body, we are committed to avoid sin and to conform our lives ever more fully to him. Following our rebirth in the waters of baptism, we are anointed with sacred chrism as a sign of our sharing in Christ’s role as priest, prophet and king. As members of God’s priestly people, we are called to offer our lives daily as a sacrifice pleasing to him. As a royal and prophetic people, we are called to proclaim Christ’s kingship by our witness of faith and love, and our commitment to imitate him in loving service to our brothers and sisters.

    Santo Padre:

    Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Finlandia, Indonesia, Filippine, Canada e Stati Uniti d’America. Rivolgo un saluto particolare ai “piccoli agricoltori” venuti in Italia da vari paesi, con gratitudine per il loro contributo alla nutrizione di tutti nel nostro mondo. Nella gioia del Cristo Risorto, invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’amore misericordioso di Dio nostro Padre. Il Signore vi benedica!

    Speaker:

    I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly those from England, Finland, Indonesia, the Philippines, Canada and the United States of America. In a special way, I greet the “small farmers” from various countries meeting in Italy, with gratitude for their contribution to feeding our world. In the joy of the Risen Christ, I invoke upon you and your families the loving mercy of God our Father. May the Lord bless you all!

    [00716-EN.01] [Original text: English]

    In lingua tedesca

    Speaker:


    Liebe Brüder und Schwestern, der wesentliche Ritus des Sakraments der Taufe besteht im dreimaligen Eintauchen in das Wasser unter der Anrufung der heiligsten Dreifaltigkeit. Der Täufling taucht gewissermaßen in das Pascha-Mysterium Christi ein. Der alte Mensch wird auf Jesus Christus, auf seinen Tod getauft und mit ihm begraben, damit er als neue Schöpfung wiedergeboren wird. So ist der Taufbrunnen der Ort, an dem Ostern geschieht. Er ist sozusagen Grab für die Sünde und Mutterschoß für das neue Leben. In der Taufe hat uns die Mutter Kirche zum ewigen Leben geboren, und wir sind für immer Kinder Gottes. Die Taufe wird ein für alle Mal gespendet; sie kann nicht wiederholt werden und bezeichnet den Christen mit einem unauslöschlichen geistlichen Siegel. Er gehört für immer Christus an, weil er durch die Taufe Christus eingegliedert ist. Dies wird auch durch die Salbung mit dem heiligen Chrisam deutlich. Im Heiligen Geist hat der Getaufte Anteil an Christus, der zum Priester, König und Propheten gesalbt ist. Der Heilige Geist formt die vielen zu dem einen Leib Christi, der Kirche. Die Berufung des Christen besteht darin, in der Kirche in Einheit mit Christus zu leben, an seiner Würde teilzuhaben und seine Sendung in dieser Welt zu leben.

    Santo Padre:

    Sono lieto di accogliere i pellegrini di lingua tedesca. Saluto in particolare i Cavalieri del Santo Sepolcro della Sezione Sant’Ildegarda e le Suore del Divin Redentore che celebrano 25 anni di professione religiosa. Come battezzati siamo rigenerati ad una vita nuova in Cristo e chiamati a continuare la sua missione, portando il suo amore e il suo vangelo ai nostri vicini. Di cuore vi benedico tutti.

    Speaker:


    Mit Freude heiße ich die Pilger deutscher Sprache willkommen. Insbesondere grüße ich die Grabesritter der Komturei St. Hildegard und die Schwestern vom Göttlichen Erlöser, die ihr 25-jähriges Professjubiläum feiern. Als Getaufte sind wir wiedergeboren zu einem neuen Leben in Christus und berufen, seine Sendung weiterzuführen, indem wir seine Liebe und sein Evangelium zu unseren Mitmenschen bringen. Von Herzen segne ich euch alle.

    [00717-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

    In lingua spagnola

    Queridos hermanos y hermanas:

    Hoy fijamos nuestra atención en el rito central del bautismo: el lavacro santo acompañado de la invocación a la Santísima Trinidad, momento en el que somos bautizados y participamos en el Misterio pascual de Cristo: el hombre viejo queda sepultado para que renazca una creatura nueva. Morimos y nacemos en el mismo instante, pues la fuente bautismal se convierte en sepulcro y en madre. Estas dos imágenes manifiestan la grandeza de lo que sucede por medio de los gestos sencillos del bautismo.

    Nuestros padres nos generaron a la vida terrena; la Iglesia, en el Bautismo, nos regenera a la vida eterna, haciéndonos hijos de Dios para siempre. Por eso, también sobre cada uno de nosotros, renacidos del agua y del Espíritu Santo, el Padre dice amorosamente: «Tú eres mi hijo amado» (cf. Mt 3,17). El bautismo no se repite porque imprime un sello sacramental indeleble que el pecado no puede borrar, pero sí puede impedir que dé frutos de salvación.

    Luego, la unción crismal, nos conforma a Cristo “Sacerdote, Profeta y Rey”. Por eso, todo el Pueblo de Dios, animado por el Espíritu Santo, participa de esas funciones, y tiene la responsabilidad de misión y servicio que de ellas deriva.

    Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española venidos de España y Latinoamérica. En este tiempo pascual, los invito a considerar la grandeza de la vocación cristiana que recibimos en el bautismo, y vivirla unidos a Cristo en la Iglesia, de modo que pueda dar frutos abundantes en una vida de fe y de caridad, al servicio de los hermanos. Muchas gracias.

    [00718-ES.02] [Texto original: Español]

    In lingua portoghese

    Speaker:


    O momento central do Batismo é o triplo derramamento de água sobre a cabeça da pessoa batizada enquanto o Ministro pronuncia o nome dela e acrescenta: «Eu te batizo em nome do Pai e do Filho e do Espírito Santo». Outrora, em vez do derramamento da água sobre a cabeça, fazia-se uma tripla imersão na piscina batismal, permitindo uma visão mais sugestiva da graça que confere este sacramento: é sepultado o homem velho com as suas paixões enganadoras e renasce uma nova criatura. Este renascimento exige que seja reduzida a pó a criatura velha, corrompida pelo pecado; e a fonte batismal é o lugar onde, com Cristo, se faz a passagem, a Páscoa, da morte do pecado para a vida nova de ressuscitados. Tornamo-nos filhos no Filho Jesus. Também sobre cada um de nós, renascidos pela água e pelo Espírito Santo, o Pai celeste faz ouvir a sua voz: «Tu és o meu filho muito amado». Esta voz paterna é percetível, não pelos ouvidos, mas pelo coração de quem crê; e acompanha-nos por toda a vida. Renascidos filhos de Deus, somo-lo para sempre. De facto, o Batismo não se repete, porque imprime uma marca espiritual, imprime caráter permanente. Nenhum pecado o pode apagar, embora impeça o Batismo de produzir frutos de salvação. Quais frutos? Explica-os o Ministro do sacramento, quando, imediatamente depois, faz a unção crismal na cabeça da pessoa recém-batizada: «Unjo-te com o crisma da salvação para que, reunida ao seu povo, permaneças eternamente membro de Cristo sacerdote, profeta e rei». Esta é a vocação cristã: viver unidos a Cristo na Santa Igreja, participando da mesma unção para realizar a mesma missão: tornar a vida uma oferta agradável a Deus, prestar-Lhe testemunho com uma vida de fé, esperança e caridade e pôr a vida ao serviço dos outros, como Jesus.

    Santo Padre:


    Carissimi pellegrini di lingua portoghese, benvenuti! Saluto cordialmente i vari gruppi parrocchiali, i Missionari Redentoristi e la Famiglia Francescana del Brasile, nonché gli appartenenti l’«Instituto para o Desenvolvimento Social», di Lisbona. Possa questo pellegrinaggio rinsaldare nei vostri cuori il sentire e il vivere con la Chiesa, perseverando nella preghiera quotidiana del Rosario. Potrete così incontrarvi ogni giorno con la Vergine Madre, imparando da Lei a cooperare pienamente con i piani di salvezza che Dio ha per ciascuno. Il Signore benedica voi e i vostri cari!

    Speaker:

    Queridos peregrinos de língua portuguesa, bem-vindos! Saúdo cordialmente os vários grupos paroquiais, os Missionários Redentoristas e a Família Franciscana do Brasil, bem como os membros do Instituto para o Desenvolvimento Social, de Lisboa. Que esta peregrinação fortaleça nos vossos corações o sentir e o viver com a Igreja, perseverando na reza diária do terço. Podereis assim reunir-vos quotidianamente com a Virgem Mãe, aprendendo d'Ela a cooperar plenamente com os desígnios de salvação que Deus tem sobre cada um. O Senhor vos abençoe, a vós e aos vossos entes queridos.

    [00719-PO.01] [Texto original: Português]

    In lingua araba

    Speaker:


    أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، يحملنا التّعليم حول سرّ المعموديّة لنتكلّم اليوم على الغسل المقدّس الذي يرافقه إستدعاء الثّالوث الأقدس، أيّ الطّقس الأساسيّ الذي "يعمِّد" في سرِّ المسيح الفصحيّ. إنَّ جرن المعموديّة هو المكان الذي نصنع فيه الفصح مع المسيح! يُدفن الإنسان القديم الَّذي تُفسِدُه الشَّهَواتُ الخادِعة لكي يولد كخليقة جديدة؛ لأنَّ الأَشياء القَديمة قد زالت وها قد جاءَت أشياءُ جَديدة. وبالتالي فإن كان أهلنا قد ولدونا إلى حياة أرضيّة فالكنيسة قد ولدتنا ثانية إلى الحياة الأبديّة بواسطة المعموديّة. أصبحنا أبناء الله في ابنه يسوع. وعلى كلِّ واحد منّا، نحن الذين ولدنا مجدّدًا من الماء والرّوح القدس، يتردّد بحبّ لامتناه صدى صوت الآب السماويّ القائل: "أنت ابني الحبيب". وإذ نولد مجدّدًا كأبناء لله نبقى أبناءه للأبد! من خلال عمل الرّوح القدس تُطهِّر المعموديّة وتقدِّس وتبرّر لكي تُكوِّن، من كثيرين، جسدًا واحدًا في المسيح. وتعبّر عن ذلك مسحة الميرون "التي هي علامة لكهنوت المعمَّد الملوكيّ ولانضمامه لجماعة شعب الله". أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، هنا تكمن الدّعوة المسيحيّة بأسرها: العيش بالإتّحاد بالمسيح في الكنيسة المقدّسة، والمشاركة في المسحة عينها للقيام بالرسالة عينها فنجعل من ذواتنا تقدمة مقبولة لله، مقدّمين له شهادة من خلال حياة إيمان ومحبّة، واضعينها في خدمة الآخرين على مثال الرّبّ يسوع.

    Santo Padre:

    Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, il mese di maggio è dedicato alla Madonna; vi invito a coltivare la devozione alla Madre di Dio con la recita quotidiana del Rosario, pregando in particolare per la pace in Siria e nel mondo intero. Il Signore vi benedica!

    Speaker:

    أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللّغةِ العربيّة، وخاصّةً بالقادمينَ من الشّرق الأوسط. أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، إنَّ شهر أيّار مُخصّص لتكريم العذراء، أدعوكم لتنمية التعبُّد لوالدة الله من خلال تلاوة مسبحة الورديّة يوميًّا رافعين الصّلاة بشكل خاصّ من أجل السّلام في سوريا والعالم بأسره. ليبارككُم الرّبّ!

    [00720-AR.01] [Testo originale: Arabo]

    In lingua polacca

    Speaker:


    Kontynuując katechezy o sakramencie chrztu, Ojciec Święty zatrzymał się dziś nad znakiem obmycia wodą, któremu towarzyszy wezwanie Trójcy Świętej. Jest to centralny moment w obrzędzie sakramentu – zanurzenie w Misterium Paschalnym Chrystusa (por. Katechizm Kościoła Katolickiego, 1239). Jak pisze św. Paweł: „przez chrzest zanurzający nas w śmierć zostaliśmy razem z Chrystusem pogrzebani po to, abyśmy i my wkroczyli w nowe życie” (por. Rz 6, 3-4).

    Jeśli nasi rodzice zrodzili nas do życia doczesnego, to Kościół w chrzcie odrodził nas do życia wiecznego. Ojciec Niebieski sprawia, że w każdym z nas, odrodzonym przez wodę i Ducha Świętego, rozbrzmiewa z nieskończoną miłością Jego głos mówiący: „Tyś jest mój Syn umiłowany” (por. Mt 3,17). Odrodzeni jako dzieci Boże, jesteśmy nimi na zawsze! Chrzest wyciska niezatarte znamię duchowe: „Znamienia tego nie wymazuje żaden grzech, chociaż z powodu grzechu chrzest może nie przynosić owoców zbawienia” (Katechizm Kościoła Katolickiego, 1272).

    Poprzez działanie Ducha Świętego chrzest oczyszcza, uświęca, usprawiedliwia, aby z wielu utworzyć w Chrystusie jedno ciało (por. 1 Kor 6,11; 12,13). Wyraża to namaszczenie krzyżmem, „które ma oznaczać włączenie ochrzczonego w królewskie kapłaństwo i dopuszczenie go do wspólnoty ludu Bożego” (Obrzędy chrztu dzieci, Wstęp, n. 18, 3). Mieści się tutaj całe powołanie chrześcijańskie: życie w zjednoczeniu z Chrystusem w Kościele świętym, aby wypełniać Jego misję na tym świecie, przynosząc owoce, które będą trwać wiecznie.

    Santo Padre:

    Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, ieri la Chiesa in Polonia ha festeggiato la solennità del vostro patrono San Stanislao Vescovo e Martire. Egli ha dato la vita come difensore del Vangelo, dei valori morali e della dignità di ogni uomo. Il suo eroico esempio sia per tutti voi guida nel vostro quotidiano, nella vita personale, familiare e sociale. La sua intercessione vi sostenga nel cammino sulle vie della verità e dell’amore. Dio vi benedica!

    Speaker:

    Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, wczoraj Kościół w Polsce świętował uroczystość waszego Patrona św. Stanisława Biskupa i Męczennika. Oddał życie jako obrońca Ewangelii, wartości moralnych i godności każdego człowieka. Jego heroiczny przykład niech będzie dla was wszystkich drogowskazem w waszej codzienności, w życiu osobistym, rodzinnym i społecznym. Niech jego wstawiennictwo wspiera was w podążaniu drogami prawdy i miłości. Niech Bóg wam błogosławi!

    [00721-PL.01] [Testo originale: Polacco]

    In lingua italiana

    Porgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana.

    Sono lieto di accogliere i partecipanti ai Capitoli Generali delle Suore di Nostra Signora della Mercede; delle Missionarie Figlie del Calvario; delle Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino e delle Suore Francescane Serve di Maria. Incoraggio tutte ad essere fedeli a Cristo affinché, sull’esempio di Maria Santissima, possiate far risplendere la gioia del Vangelo.

    Saluto la Comunità di Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma, le parrocchie, in particolare quelle di Salerno e di Preturo di Montoro; l’Associazione Laici Amore misericordioso; i giovani di Civitanova Marche e i gruppi di studenti, particolarmente quelli di Firenze e di Gioia del Colle.

    Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli. Siamo nel mese di maggio, tempo dedicato alla Beata Vergine Maria. Coltivate la devozione alla Madonna, con la recita quotidiana del Rosario, affinché come la Madre di Dio, accogliendo i misteri di Cristo nella vostra vita, possiate essere sempre più un dono d’amore per tutti. Grazie.

    [00722-IT.02] [Testo originale: Italiano]

    [B0331-XX.02]


    fonte: Sala Stampa della Santa Sede

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
>