Omelia del Santo Padre durante la Santa Messa nella Festa della Presentazione del Signore e XXII Giornata della Vita Consacrata
(Basilica Vaticana, 2 febbraio 2018).
Omelia del Santo Padre durante la Santa Messa nella Festa della Presentazione del Signore e XXII Giornata della Vita Consacrata
(Basilica Vaticana, 2 febbraio 2018).
Udienza ai Membri della Consulta Nazionale Antiusura, 03.02.2018
Alle ore 12.10 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Membri della Consulta Nazionale Antiusura.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’incontro:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle,
sono lieto di accogliervi e di condividere con voi questo momento di riflessione su una piaga purtroppo diffusa e ancora molto sommersa: l’usura. Ringrazio il Presidente per le sue cortesi parole, e rivolgo il pensiero a Padre Massimo Rastrelli, assente perché ammalato, che nel 1991 ha costituito la prima Fondazione Antiusura.
Seguo con particolare attenzione il vostro percorso di lotta all’usura, che diventa sempre più qualificato e concreto con l’esperienza e con la costituzione di nuove Fondazioni distribuite su tutto il territorio nazionale attraverso centinaia di Centri di ascolto. Sono presìdi, scuole di umanità e di educazione alla legalità, frutto di una sensibilità che trova nella Parola di Dio la sua illuminante ispirazione e che opera silenziosamente e faticosamente nelle coscienze delle persone.
Nei vostri primi ventisei anni di servizio avete salvato dalla morsa del debito usurario e dal rischio dell’usura oltre 25 mila famiglie; salvando loro la casa, e talvolta la piccola azienda, le avete aiutate a ritrovare la dignità di cui erano state espropriate. E questo merita grande riconoscenza. Grazie, grazie tante.
L’usura umilia e uccide. L’usura è un male antico e purtroppo ancora sommerso che, come un serpente, strangola le vittime. Bisogna prevenirla, sottraendo le persone alla patologia del debito fatto per la sussistenza o per salvare l’azienda. E si può prevenirla educando ad uno stile di vita sobrio, che sappia distinguere tra ciò che è superfluo e ciò che è necessario e che responsabilizzi a non contrarre debiti per procurarsi cose alle quali si potrebbe rinunciare. E’ importante recuperare le virtù della povertà e del sacrificio: della povertà, per non diventare schiavi delle cose, e del sacrificio, perché dalla vita non si può ricevere tutto.
È necessario formare una mentalità improntata alla legalità e all’onestà, nei singoli e nelle istituzioni; incrementare la presenza di un volontariato motivato e disponibile verso i bisognosi, perché questi si sentano ascoltati, consigliati, guidati, per risollevarsi dalla loro condizione umiliante.
Alla base delle crisi economiche e finanziarie c’è sempre una concezione di vita che pone al primo posto il profitto e non la persona. La dignità umana, l’etica, la solidarietà e il bene comune dovrebbero essere sempre al centro delle politiche economiche attuate dalle pubbliche Istituzioni. Da esse ci si attende che disincentivino, con misure adeguate, strumenti che, direttamente o indirettamente, sono causa di usura, come ad esempio il gioco d’azzardo, un’altra piaga. Io ho visto, ho saputo, di donne anziane a Buenos Aires, che andavano in banca a ricevere la pensione e da lì si recavano al locale del gioco di azzardo. È una patologia che ti prende e ti uccide!
L’usura è un peccato grave: uccide la vita, calpesta la dignità delle persone, è veicolo di corruzione e ostacola il bene comune. Essa indebolisce anche le fondamenta sociali ed economiche di un Paese. Infatti, con tanti poveri, tante famiglie indebitate, tante vittime di gravi reati e tante persone corrotte nessun Paese può programmare una seria ripresa economica né tantomeno sentirsi al sicuro.
Cari fratelli e sorelle, so bene che il servizio che rendete è gravoso: si tratta di collaborare perché il sistema economico-sociale sia umano e perché il messaggio evangelico possa illuminare il cuore e l’anima delle persone, come un giorno accadde a Zaccheo, ricco e corrotto capo dei “pubblicani” di Gerico (cfr Lc 19,1-10), e al suo collega Matteo, che Gesù guardò con misericordia e scelse come discepolo, e che da un anno è Patrono delle Fondazioni Antiusura (cfr Mt 9,9-13). Un bel pellegrinaggio che potete fare per vedere l’anima di un uomo attaccato ai soldi, all’usura, è a San Luigi dei Francesi, la Conversione di Matteo del Caravaggio. Il Matteo fa così con i soldi [fa un gesto], come se fossero figli suoi. Questo dipinge bene l’atteggiamento dell’uomo attaccato ai soldi. Il Signore ispiri e sostenga le pubbliche Autorità, affinché le persone e le famiglie possano usufruire dei benefici di legge come ogni altra realtà economica; ispiri e sostenga i responsabili del sistema bancario, affinché vigilino sulla qualità etica delle attività degli istituti di credito. Vale la pena di sottolineare che molte banche sono nate e si sono diffuse nel mondo proprio per sottrarre i poveri all’usura con i prestiti senza pegno e senza interessi.
Cari fratelli, il vostro servizio vi chiede di essere uomini e donne di incontro, di ascolto, di prossimità. Per questo vi esorto a tenere fisso lo sguardo e il cuore su Gesù, a sostare sulle pagine del Vangelo in cui Lui incontra i poveri e i mendicanti, i lebbrosi e i paralitici e li “rimette in piedi”, restituendo loro dignità e futuro. Fronteggiando l’usura e la corruzione, anche voi potete trasmettere speranza e forza alle vittime, affinché possano recuperare fiducia e risollevarsi dai loro bisogni. Per le istituzioni siete stimolo ad assicurare risposte concrete a chi è disorientato, a volte disperato e non sa come fare per mandare avanti la propria famiglia. Per gli stessi usurai potete essere richiamo al senso di umanità e di giustizia, a prendere coscienza che in nome del denaro non si possono uccidere i fratelli!
Inoltre, vi incoraggio a dialogare con quanti hanno responsabilità nel campo dell’economia e della finanza, perché vengano promosse iniziative che concorrano alla prevenzione dell’usura. Non spetta a me fare esempi concreti: voi li avete ben presenti; ma sempre si tratta di avere rispetto dei volti, di mettere realmente al centro la persona e la famiglia, non a parole ma nei fatti.
Le persone che avete fatto uscire dall’usura possono testimoniare che il buio dentro il tunnel che hanno attraversato è fitto e angosciante, ma c’è anche una luce più forte che può illuminare e dare conforto. Per i poveri, le persone indebitate, le imprese in difficoltà, possiate essere riferimento di speranza. Continuate il vostro servizio con perseveranza e coraggio: è un lievito prezioso per tutta la società. Lo sanno bene le vittime dell’usura e dell’azzardo che sono venute qui con una loro rappresentanza. Le saluto e le incoraggio perché so che hanno intrapreso un cammino nuovo con l’aiuto di Dio e la solidarietà di tanti fratelli. Trasmettete alle persone che sono ancora dentro quel tunnel il vostro coraggio, raccontando la vostra esperienza, testimoniando che si può venire fuori dall’usura e dall’azzardo.
Insieme facciamo appello per un nuovo umanesimo economico, che «metta fine all’economia dell’esclusione e dell’inequità», all’economia che uccide, a sistemi economici in cui uomini e donne non sono più persone, ma sono ridotte a strumenti di una logica dello scarto che genera profondi squilibri (cfr Messaggio al Simposio Internazionale sull’economia, 26 novembre 2016).
Vi ringrazio per la vostra presenza, per il vostro lavoro e di cuore benedico voi e il vostro lavoro. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.
[00193-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0098-XX.02]
fonte: Sala Stampa della Santa Sede
Le parole del Papa alla recita dell’Angelus, 04.02.2018
Alle ore 12 di oggi, V Domenica del Tempo Ordinario, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
Prima dell’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di questa domenica prosegue la descrizione di una giornata di Gesù a Cafarnao, un sabato, festa settimanale per gli ebrei (cfr Mc 1,21-39). Questa volta l’evangelista Marco mette in risalto il rapporto tra l’attività taumaturgica di Gesù e il risveglio della fede nelle persone che incontra. Infatti, con i segni di guarigione che compie per i malati di ogni tipo, il Signore vuole suscitare come risposta la fede.
La giornata di Gesù a Cafarnao incomincia con la guarigione della suocera di Pietro e termina con la scena della gente di tutta la cittadina che si accalca davanti alla casa dove Lui alloggiava, per portargli tutti i malati. La folla, segnata da sofferenze fisiche e da miserie spirituali, costituisce, per così dire, “l’ambiente vitale” in cui si attua la missione di Gesù, fatta di parole e di gesti che risanano e consolano. Gesù non è venuto a portare la salvezza in un laboratorio; non fa la predica da laboratorio, staccato dalla gente: è in mezzo alla folla! In mezzo al popolo! Pensate che la maggior parte della vita pubblica di Gesù è passata sulla strada, fra la gente, per predicare il Vangelo, per guarire le ferite fisiche e spirituali. E’ una umanità solcata da sofferenze, questa folla, di cui il Vangelo parla molte volte. È un’umanità solcata da sofferenze, fatiche e problemi: a tale povera umanità è diretta l’azione potente, liberatrice e rinnovatrice di Gesù. Così, in mezzo alla folla fino a tarda sera, si conclude quel sabato. E che cosa fa dopo, Gesù?
Prima dell’alba del giorno seguente, Egli esce non visto dalla porta della città e si ritira in un luogo appartato a pregare. Gesù prega. In questo modo sottrae anche la sua persona e la sua missione ad una visione trionfalistica, che fraintende il senso dei miracoli e del suo potere carismatico. I miracoli infatti sono “segni”, che invitano alla risposta della fede; segni che sempre sono accompagnati dalle parole, che li illuminano; e insieme, segni e parole, provocano la fede e la conversione per la forza divina della grazia di Cristo.
La conclusione del brano odierno (vv. 35-39) indica che l’annuncio del Regno di Dio da parte di Gesù ritrova il suo luogo più proprio nella strada. Ai discepoli che lo cercano per riportarlo in città – i discepoli sono andati a trovarlo dove Lui pregava e volevano riportarlo in città -, che cosa risponde Gesù?: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là» (v. 38). Questo è stato il cammino del Figlio di Dio e questo sarà il cammino dei suoi discepoli. E dovrà essere il cammino di ogni cristiano. La strada, come luogo del lieto annuncio del Vangelo, pone la missione della Chiesa sotto il segno dell’“andare”, del cammino, sotto il segno del “movimento” e mai della staticità.
La Vergine Maria ci aiuti ad essere aperti alla voce dello Spirito Santo, che spinge la Chiesa a porre sempre più la propria tenda in mezzo alla gente per recare a tutti la parola risanatrice di Gesù, medico delle anime e dei corpi.
[00197-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle,
ieri, a Vigevano, è stato proclamato Beato il giovane Teresio Olivelli, ucciso per la sua fede cristiana nel 1945, nel lager di Hersbruck. Egli ha dato testimonianza a Cristo nell’amore verso i più deboli e si unisce alla lunga schiera dei martiri del secolo scorso. Il suo eroico sacrificio sia seme di speranza e di fraternità soprattutto per i giovani.
Oggi si celebra in Italia la Giornata per la Vita, che ha come tema «Il vangelo della vita, gioia per il mondo». Mi associo al Messaggio dei Vescovi ed esprimo il mio apprezzamento e incoraggiamento alle diverse realtà ecclesiali che in tanti modi promuovono e sostengono la vita, in particolare il Movimento per la Vita, di cui saluto gli esponenti qui presenti, non tanto numerosi. E questo mi preoccupa; non sono tanti quelli che lottano per la vita in un mondo dove ogni giorno si costruiscono più armi, ogni giorno si fanno più leggi contro la vita, ogni giorno va avanti questa cultura dello scarto, di scartare quello che non serve, quello che dà fastidio. Per favore preghiamo perché il nostro popolo sia più cosciente della difesa della vita in questo momento di distruzione e di scarto dell’umanità.
Desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni del Madagascar, recentemente colpite da un forte ciclone, che ha causato vittime, sfollati e ingenti danni. Il Signore le conforti e le sostenga.
Ed ora un annuncio. Dinanzi al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, invito tutti i fedeli ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Come in altre occasioni simili, invito anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme.
Il nostro Padre celeste ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, «risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Sal 147,3). Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!
Saluto tutti voi, fedeli di Roma e pellegrini venuti dall’Italia e da vari Paesi. Saluto il gruppo della diocesi di Cádiz e Ceuta (Spagna), gli alunni del collegio “Charles Péguy” di Parigi, i fedeli di Sestri Levante, Empoli, Milano e Palermo, e la rappresentanza della Città di Agrigento, a cui esprimo apprezzamento per l’impegno di accoglienza e integrazione dei migranti. Grazie! Grazie per quello che fate. Un saluto cordiale rivolgo ai volontari e ai collaboratori dell’associazione “Fraterna Domus” che opera da 50 anni a Roma per l’accoglienza e la solidarietà.
Auguro a tutti una buona domenica. Per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!
[00198-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0100-XX.02]
fonte: Sala Stampa della Santa Sede
Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 2018: «Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti» (Mt 24,12)
(1° novembre 2017, pubblicato il 6 febbraio 2018).
L’Udienza Generale, 07.02.2018
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.35 nell’Aula Paolo VI, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando la catechesi sulla Santa Messa, ha incentrato la sua meditazione sulla Liturgia della Parola: II. Vangelo e omelia.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello per la Giornata Mondiale di Preghiera e riflessione contro la Tratta che ricorre domani nella memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita e per la XXIII edizione delle Olimpiadi Invernali che si aprono a PyeongChang, in Corea del Sud, venerdì 9 febbraio.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Continuiamo con le catechesi sulla Santa Messa. Eravamo arrivati alle Letture.
Il dialogo tra Dio e il suo popolo, sviluppato nella Liturgia della Parola della Messa, raggiunge il culmine nella proclamazione del Vangelo. Lo precede il canto dell’Alleluia – oppure, in Quaresima, un'altra acclamazione – con cui «l’assemblea dei fedeli accoglie e saluta il Signore che sta per parlare nel Vangelo».[1] Come i misteri di Cristo illuminano l’intera rivelazione biblica, così, nella Liturgia della Parola, il Vangelo costituisce la luce per comprendere il senso dei testi biblici che lo precedono, sia dell’Antico che del Nuovo Testamento. In effetti, «di tutta la Scrittura, come di tutta la celebrazione liturgica, Cristo è il centro e la pienezza».[2] Sempre al centro c’è Gesù Cristo, sempre.
Perciò la stessa liturgia distingue il Vangelo dalle altre letture e lo circonda di particolare onore e venerazione.[3] Infatti, la sua lettura è riservata al ministro ordinato, che termina baciando il libro; ci si pone in ascolto in piedi e si traccia un segno di croce in fronte, sulla bocca e sul petto; i ceri e l’incenso onorano Cristo che, mediante la lettura evangelica, fa risuonare la sua efficace parola. Da questi segni l’assemblea riconosce la presenza di Cristo che le rivolge la “buona notizia” che converte e trasforma. E’ un discorso diretto quello che avviene, come attestano le acclamazioni con cui si risponde alla proclamazione: «Gloria a te, o Signore» e «Lode a te, o Cristo». Noi ci alziamo per ascoltare il Vangelo: è Cristo che ci parla, lì. E per questo noi stiamo attenti, perché è un colloquio diretto. E’ il Signore che ci parla.
Dunque, nella Messa non leggiamo il Vangelo per sapere come sono andate le cose, ma ascoltiamo il Vangelo per prendere coscienza che ciò che Gesù ha fatto e detto una volta; e quella Parola è viva, la Parola di Gesù che è nel Vangelo è viva e arriva al mio cuore. Per questo ascoltare il Vangelo è tanto importante, col cuore aperto, perché è Parola viva. Scrive sant’Agostino che «la bocca di Cristo è il Vangelo. Lui regna in cielo, ma non cessa di parlare sulla terra».[4] Se è vero che nella liturgia «Cristo annunzia ancora il Vangelo»,[5] ne consegue che, partecipando alla Messa, dobbiamo dargli una risposta. Noi ascoltiamo il Vangelo e dobbiamo dare una risposta nella nostra vita.
Per far giungere il suo messaggio, Cristo si serve anche della parola del sacerdote che, dopo il Vangelo, tiene l’omelia.[6] Raccomandata vivamente dal Concilio Vaticano II come parte della stessa liturgia,[7] l’omelia non è un discorso di circostanza - neppure una catechesi come questa che sto facendo adesso -, né una conferenza neppure una lezione, l’omelia è un’altra cosa. Cosa è l’omelia? E’ «un riprendere quel dialogo che è già aperto tra il Signore e il suo popolo»,[8] affinché trovi compimento nella vita. L’esegesi autentica del Vangelo è la nostra vita santa! La parola del Signore termina la sua corsa facendosi carne in noi, traducendosi in opere, come è avvenuto in Maria e nei Santi. Ricordate quello che ho detto l’ultima volta, la Parola del Signore entra dalle orecchie, arriva al cuore e va alle mani, alle opere buone. E anche l’omelia segue la Parola del Signore e fa anche questo percorso per aiutarci affinché la Parola del Signore arrivi alle mani, passando per il cuore.
Ho già trattato l’argomento dell’omelia nell’Esortazione Evangelii gaudium, dove ricordavo che il contesto liturgico «esige che la predicazione orienti l’assemblea, e anche il predicatore, verso una comunione con Cristo nell’Eucaristia che trasformi la vita».[9]
Chi tiene l’omelia deve compiere bene il suo ministero - colui che predica, il sacerdote o il diacono o il vescovo -, offrendo un reale servizio a tutti coloro che partecipano alla Messa, ma anche quanti l’ascoltano devono fare la loro parte. Anzitutto prestando debita attenzione, assumendo cioè le giuste disposizioni interiori, senza pretese soggettive, sapendo che ogni predicatore ha pregi e limiti. Se a volte c’è motivo di annoiarsi per l’omelia lunga o non centrata o incomprensibile, altre volte è invece il pregiudizio a fare da ostacolo. E chi fa l’omelia deve essere conscio che non sta facendo una cosa propria, sta predicando, dando voce a Gesù, sta predicando la Parola di Gesù. E l’omelia deve essere ben preparata, deve essere breve, breve! Mi diceva un sacerdote che una volta era andato in un’altra città dove abitavano i genitori e il papà gli aveva detto: “Tu sai, sono contento, perché con i miei amici abbiamo trovato una chiesa dove si fa la Messa senza omelia!”. E quante volte noi vediamo che nell’omelia alcuni si addormentano, altri chiacchierano o escono fuori a fumare una sigaretta… Per questo, per favore, che sia breve, l’omelia, ma che sia ben preparata. E come si prepara un’omelia, cari sacerdoti, diaconi, vescovi? Come si prepara? Con la preghiera, con lo studio della Parola di Dio e facendo una sintesi chiara e breve, non deve andare oltre i 10 minuti, per favore. Concludendo possiamo dire che nella Liturgia della Parola, attraverso il Vangelo e l’omelia, Dio dialoga con il suo popolo, il quale lo ascolta con attenzione e venerazione e, allo stesso tempo, lo riconosce presente e operante. Se, dunque, ci mettiamo in ascolto della “buona notizia”, da essa saremo convertiti e trasformati, pertanto capaci di cambiare noi stessi e il mondo. Perché? Perché la Buona Notizia, la Parola di Dio entra dalle orecchie, va al cuore e arriva alle mani per fare delle opere buone.
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[1] Ordinamento Generale del Messale Romano, 62.
[2] Introduzione al Lezionario, 5.
[3] Cfr Ordinamento Generale del Messale Romano, 60 e 134.
[4] Sermone 85, 1: PL 38, 520; cf. anche Trattato sul vangelo di Giovanni, XXX, I: PL 35, 1632; CCL 36, 289
[5] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 33.
[6] Cfr Ordinamento Generale del Messale Romano, 65-66; Introduzione al Lezionario, 24-27.
[7] Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 52.
[8] Esort. ap. Evangelii gaudium, 137.
[9] Ibid., 138.
[00206-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, comme les mystères du Christ éclairent toute la révélation biblique, ainsi, dans la liturgie de la Parole, l’Évangile est la lumière qui permet de comprendre le sens des textes bibliques qui l’ont précédé. Pour cette raison, la lecture de l’Évangile est faite par un ministre ordonné et elle est accompagnée de plusieurs signes qui manifestent la reconnaissance par l’assemblée de la présence du Christ. L’Évangile est proclamé pour prendre conscience de ce que Jésus a dit et fait une fois et de ce qu’il continue de nous dire et d’accomplir pour nous. Pour transmettre son message, le Christ se sert aussi de la parole du prêtre dans l’homélie qui est «une reprise de ce dialogue déjà engagé entre le Seigneur et son peuple», afin que la parole du Seigneur puisse prendre chair en nous et se traduire en actions. C’est le service que celui qui fait l’homélie doit offrir à tous ceux qui participent à la Messe. Mais les fidèles qui écoutent doivent aussi adopter les justes dispositions intérieures et manifester, de façon appropriée, les attentes de la communauté pour aider le prêtre à bien accomplir son ministère. Et, dans tous les cas, la lecture habituelle de l’Évangile et de la Bible favorise la participation à la liturgie de la Parole.
Santo Padre:
Sono lieto di salutare i pellegrini provenienti dalla Francia e dai vari paesi francofoni, in particolare i giovani e i dirigenti degli Istituti di Insegnamento Cattolico della Gironda, accompagnati dal Signor Cardinale Jean-Pierre Ricard. Possa la proclamazione del Vangelo e l'omelia far risuonare nei nostri cuori la Parola efficace di Cristo che converte e trasforma. Dio vi benedica!
Speaker:
Je suis heureux de saluer les pèlerins venus de France et de divers pays francophones, en particulier les jeunes et les chefs d’établissements de l’Enseignement Catholique de Gironde accompagnés du Cardinal Jean-Pierre Ricard. Que la proclamation de l’Évangile et l’homélie puissent faire résonner dans nos cœurs la parole efficace du Christ qui convertit et transforme. Que Dieu vous bénisse!
[00207-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear brothers and sisters: In our catechesis on the Eucharist, we now turn to the culmination of the Liturgy of the Word in the Gospel and in the homily. The Gospel sheds the light of the mystery of Christ on the scriptural readings that precede it. By our acclamations and the rites that accompany its proclamation, we venerate the Gospel as the living and saving word of God, who speaks to us in the midst of the liturgical assembly and awaits our response. This dialogue between the Lord and his people continues in the homily, which seeks to make God’s word incarnate in our hearts and in our lives. The homily draws us more deeply into the mystery of the communion in Christ that we celebrate in the Eucharist. The homily makes demands on both the homilist and the congregation; both must be disposed to consider how the word of God applies to the here and now of our lives, even when its summons to conversion proves challenging or painful. Familiarity with the Gospel through private reading and reflection can enable us appreciate ever more fully the beauty and richness of the readings of each Sunday’s Mass.
Santo Padre:
Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Filippine e Stati Uniti d’America. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo. Dio vi benedica!
Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly those from England, the Philippines and the United States of America. Upon all of you, and your families, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!
[00208-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, in unseren Betrachtungen zur Feier der heiligen Messe sprechen wir heute über das Evangelium und die Homilie. Das Evangelium bildet den Höhepunkt der Liturgie des Wortes und darf nur von einem Priester oder Diakon verkündet werden. Ihm geht das Halleluja oder ein anderer Ruf voraus; ebenso wird es von besonderen Zeichen der Ehrerbietung und Verehrung begleitet, um deutlich zu machen: Hier ist der Herr gegenwärtig. Er spricht zu uns. Was er einst gesagt und getan hat, vollzieht er jetzt weiter an uns. Um seine Botschaft näherzubringen, bedient sich Christus auch des Wortes des Priesters oder des Diakons, der nach dem Evangelium die Homilie hält. Sie ist Teil der Liturgie und greift den Dialog zwischen dem Herrn und seinem Volk auf, damit er im Leben erfüllt wird. Die authentische Auslegung des Evangeliums ist unser heiligmäßiges Leben! Gottes Wort muss in uns Fleisch werden und in Werken umgesetzt werden, wie es bei Maria und den Heiligen war. Für eine fruchtbare Verkündigung sind eine gute Vorbereitung, Aufmerksamkeit und die rechte innere Haltung sowohl des Predigers wie auch der Zuhörer erforderlich. Die Kenntnis und das regelmäßige Lesen der Heiligen Schrift hilft uns allen, um mit Gewinn an der Liturgie des Wortes teilzunehmen.
Santo Padre:
Sono lieto di accogliere i fratelli e le sorelle provenienti dai paesi di lingua tedesca. Nella liturgia Cristo annunzia ancora il Vangelo, e noi, partecipando alla S. Messa, dobbiamo dargli una risposta. Il Signore ci aiuti ad essere, come i santi, il Vangelo vissuto per i nostri vicini. Dio vi benedica e protegga.
Speaker:
Mit Freude heiße ich die Brüder und Schwestern aus den Ländern deutscher Sprache willkommen. In der Liturgie verkündet Christus immer noch die Frohe Botschaft, und wir müssen durch unsere Teilnahme an der heiligen Messe ihm Antwort geben. Der Herr helfe uns, wie die Heiligen das gelebte Evangelium für unsere Mitmenschen zu sein. Gott segne und behüte euch.
[00209-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos:
Con la proclamación del Evangelio se llega al culmen de ese diálogo entre Dios y su pueblo que es la liturgia de la Palabra en la Misa. Del Evangelio viene la luz para comprender el sentido de los textos bíblicos que se han leído antes. Por eso, la liturgia rodea al Evangelio de una veneración particular. En efecto, sólo el ministro ordenado puede leerlo y cuando termina besa el libro; hay que ponerse en pie para escucharlo y hacemos la señal de la cruz sobre la frente, la boca y el pecho. La asamblea reconoce así la presencia de Cristo que le anuncia la buena noticia que convierte y transforma, y responde con la aclamación: «Gloria a ti, Señor Jesús». En la lectura del Evangelio tomamos conciencia de que Jesús sigue hablando y actuando en nuestros días.
A continuación viene la homilía. Como parte de la misma liturgia, no es un discurso o una conferencia, sino que retoma ese diálogo entre Dios y su pueblo. La predicación debe orientar a todos, también al predicador, hacia una comunión con Cristo en la Eucaristía que transforme la vida. Para ello, no sólo es importante que quien predica cumpla bien su ministerio, sino que también los que escuchan han de procurar hacerlo con las mejores disposiciones interiores.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en modo particular a los grupos provenientes de España y América Latina. Contemplando a la Virgen María, esforcémonos como Ella para escuchar la Palabra del Señor con un corazón dócil y sencillo, y así poder hacerla carne en nosotros traduciéndola en obras de amor y de santidad. Que el Señor los bendiga. Muchas gracias.
[00210-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
O diálogo entre Deus e o seu povo, que tem lugar na Liturgia da Palavra, alcança a sua plenitude durante a proclamação do Evangelho. Como dizia Santo Agostinho, “a boca de Cristo é o Evangelho. Ele reina no céu, mas não deixa de falar na terra”. O Evangelho é a luz que ajuda a entender o sentido dos demais textos bíblicos proclamados na Missa; por isso é objeto de uma veneração particular: somente um ministro ordenado pode proclamá-lo, os fiéis se levantam e se persignam para escutá-lo. E, para fazer chegar a sua mensagem ao seu povo, Cristo também se serve da palavra do sacerdote durante a homilia. Esta, longe de ser um discurso de circunstância, uma conferência ou aula, deve retomar o diálogo que a Liturgia da Palavra estabelece entre Deus e o povo, a fim de consolidar o seu cumprimento na vida concreta.
Santo Padre:
Saluto i pellegrini di lingua portoghese, in particolare i seminaristi dell’Amministrazione Apostolica São João Maria Vianney, accompagnati dal Vescovo. Cari amici, nella vostra preparazione al Ministero ordinato, fate volentieri della Bibbia il cibo quotidiano del vostro dialogo con il Signore, perché, quando sarete inviati a proclamare questa Parola divina, la gente trovi nella vostra vita la testimonianza più eloquente della sua efficacia. Grazie per la vostra visita e pregate per me.
Speaker:
Saúdo os peregrinos de língua portuguesa, em particular os seminaristas da Administração Apostólica São João Maria Vianney, acompanhados pelo seu Bispo. Queridos amigos, na vossa preparação para o Ministério Ordenado, de bom grado fazei da Bíblia o alimento diário do vosso diálogo com o Senhor, para que, quando fordes enviados a proclamar esta Palavra divina, as pessoas encontrem na vossa vida o testemunho mais eloquente da sua eficácia. Obrigado pela vossa visita e rezai por mim.
[00211-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
تابع قداسة البابا اليوم تعليمه حول القدّاس الإلهي متوقّفا عند إعلان الإنجيل والعظة. فبيّن الإكرام الذي تخصّ به الكنيسة هذا الإعلان عبر علامات ملموسة مثل إنشاد الهللويا، وتقبيل الإنجيل بعد قراءته، والاصغاء إليه وقوفًا، ورسم إشارة الصليب على الجبين والفم والقلب. وأكد البابا أن المسيح بذاته، عبر الإنجيل، يفتح حوارًا معنا ويكلّمنا، لأن ما صنعه وقاله في السابق ما يزال يصنعه ويقوله لنا اليوم، وكلمته هذه هي فعّالة وتقودنا إلى التوبة. أمّا عن العظة فذكّر البابا أنها استئناف لهذا الحوار مع المسيح الذي يجب أن يجد تحقيقًا له في حياتنا اليومية، عبر حياة مقدّسة، تتجسّد فيها الكلمة كما تجسّدت في حياة مريم والقدّيسين. وأنهى قداسته تعليمَ اليوم مشيرًا إلى أن الجميعَ يحملُ مسؤوليةَ نجاحِ العظة: فعلى الكاهن أن يتمّمَ هذه الخدمة بشكل جيّد، ولكن على المؤمنين أيضًا أن يوصّلوا إلى الكاهن تطلّعاتهم كما وأن يتحلّوا بروح موضوعيّ ومنفتح.Santo Padre:
Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dall’Egitto e dalla Terra Santa. Nella Messa, è Cristo stesso che continua nell’oggi a dialogare con noi attraverso la proclamazione del Vangelo e l’Omelia. Ascoltiamo dunque la Sua Parola, con cuori sempre aperti a questa grazia che cambia la nostra vita e ci conduce alla vera gioia. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga dal maligno!
Speaker:
أرحبّ بمودّة بالحجّاج الناطقين باللغة العربية، وخاصة بالقادمين من مصر ومن الأراضي المقدسة. إن المسيح بذاته ما زال يكلّمنا اليوم عبر إعلان الإنجيل والعظة في القدّاس الإلهي. لنصغِ إذا لكلامه هذا بقلوب دومًا منفتحة على هذه النعمة التي تغيّر حياتنا وتقودنا إلى الفرح الحقيقي. ليبارككم الربّ جميعًا ويحرسكم من الشرير!
[00212-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Drodzy bracia i siostry, dialog między Bogiem a Jego ludem, który ma miejsce podczas Mszy św. w liturgii słowa, osiąga swój szczyt w proklamacji Ewangelii. Dzięki niej w Kościele rozbrzmiewa orędzie Chrystusa, mające moc nawrócenia i przemiany. Jest to autentyczne słowo Boga, na które z wdzięcznością odpowiadamy: „Chwała Tobie, Panie” i „Chwała Tobie, Chryste”. Proklamacja „Dobrej Nowiny” jest zastrzeżona dla pełniących posługę święceń i uwieńczona ucałowaniem księgi. Słuchając Ewangelii uświadamiamy sobie, że to, co Pan Jezus kiedyś uczynił i powiedział, czyni nadal i mówi teraz również do nas. Wynika z tego, że uczestnicząc we Mszy Świętej musimy Mu dać konkretną odpowiedź. Szczególną pomocą w tym powinna być dla nas głoszona podczas Mszy św. homilia. Jej rolę bardzo mocno podkreśla Sobór Watykański II. Nie jest ona przemówieniem okolicznościowym, ani też konferencją, ani wykładem. Jest przepowiadaniem, które ma nam pomóc, by dialog podjęty z Bogiem znalazł swoją realizację w codziennym życiu. Dlatego głoszący homilie powinni dobrze wypełniać swoją posługę, wierni natomiast dołożyć starań, by słuchać słowa z należną uwagą i właściwą dyspozycją wewnętrzną. Wszelkie niedociągnięcia w przekazie i przyjęciu Bożego Słowa, należałoby korygować przez życzliwy dialog kapłana i wiernych. Warto pamiętać, że w zrozumieniu liturgii słowa bardzo pomaga znajomość Biblii. Niech to będzie dla nas zachętą do częstej lektury Pisma Świętego.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i polacchi presenti a quest’udienza. Partecipando durante la Santa Messa alla Liturgia della Parola, ricordiamo sempre il mandato missionario affidato dal Signore Gesù agli apostoli e a ciascuno di noi: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura!” (Mc 16, 15). Rafforzati dall’Eucaristia e della “Buona novella”, siate testimoni credibili di Cristo nelle vostre famiglie, nelle comunità, nei vostri luoghi di lavoro, nelle università, negli eventi quotidiani della vostra vita come in quelli eccezionali. Vi benedico di cuore.
Speaker:
Witam serdecznie obecnych na tej audiencji Polaków. Uczestnicząc w mszalnej liturgii słowa, pamiętajmy zawsze o nakazie misyjnym, jaki Pan Jezus powierzył apostołom i każdemu z nas: „Idźcie na cały świat i głoście Ewangelię wszelkiemu stworzeniu!” (Mk 16, 15). Umocnieni Eucharystią i „Dobrą Nowiną”, bądźcie wiarygodnymi świadkami Chrystusa w waszych rodzinach, wspólnotach, w miejscach pracy, na uczelniach, w codziennych i wyjątkowych zdarzeniach życia. Z serca wam błogosławię.
[00213-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Sono lieto di accogliere la Delegazione dell’Episcopato Lituano, presieduta da Monsignor Gintaras Grušas, Arcivescovo di Vilnius; i partecipanti alla settimana di studi per formatori di seminaristi, promosso dalla Pontificia Università della Santa Croce; le Religiose del Sacro Cuore di Gesù; le Figlie di Maria Ausiliatrice e l’Istituto secolare Volontarie di Don Bosco. A tutti auguro che la visita alla Città Eterna stimoli ad approfondire la Parola di Dio per poter annunciare che Gesù è il Salvatore.
Saluto il Gruppo del Progetto “Porte aperte” di Guardiagrele, accompagnato da Monsignor Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto; i gruppi parrocchiali e i Dirigenti e gli Artisti del Circo “Medrano” e del Circo “Rony Rollert Circus”. Vorrei ringraziare anche voi per il vostro lavoro, un lavoro di bellezza; voi con la vostra arte, esprimete la bellezza e per la bellezza fate che tutti noi arriviamo più su, più vicino a Dio. Il vostro lavoro di bellezza ci fa bene a tutti, grazie tante!
Saluto i rappresentanti della Fondazione Banco Farmaceutico che sabato prossimo, nelle farmacie italiane, raccoglieranno farmaci per le persone indigenti.
Rivolgo un pensiero speciale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Domenica prossima ricorrerà la memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, giorno in cui si celebrerà anche la Giornata Mondiale dell’ammalato. Cari giovani, disponetevi ad essere provvidenza per chi è nella sofferenza; cari ammalati, sentitevi sempre sostenuti dalla preghiera della Chiesa; e voi, cari sposi novelli, amate la vita che è sempre sacra, anche quando è segnata dalla fragilità e dalla malattia.
[00214-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Appelli del Santo Padre
Appello per la Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta
Domani, 8 febbraio, memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, ricorre la Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta. Il tema di quest’anno è “Migrazione senza tratta. Sì alla libertà! No alla tratta!”. Avendo poche possibilità di canali regolari, molti migranti decidono di avventurarsi per altre vie, dove spesso li attendono abusi di ogni genere, sfruttamento e riduzione in schiavitù. Le organizzazioni criminali, dedite alla tratta di persone, usano queste rotte migratorie per nascondere le proprie vittime tra i migranti e i profughi. Invito pertanto tutti, cittadini e istituzioni, a unire le forze per prevenire la tratta e garantire protezione e assistenza alle vittime. Preghiamo, tutti, affinché il Signore converta il cuore dei trafficanti – è brutta parola questa, trafficanti di persone - e dia la speranza di riacquistare la libertà a quanti soffrono per questa piaga vergognosa.
***
Appello per le Olimpiadi Invernali di PyeongChang
Dopodomani, venerdì 9 febbraio, si apriranno i XXIII Giochi Olimpici Invernali nella città di PyeongChang, in Corea del Sud, con la partecipazione di 92 Paesi.
La tradizionale tregua olimpica quest’anno acquista speciale importanza: delegazioni delle due Coree sfileranno insieme sotto un’unica bandiera e competeranno come un’unica squadra. Questo fatto fa sperare in un mondo in cui i conflitti si risolvono pacificamente con il dialogo e nel rispetto reciproco, come anche lo sport insegna a fare.
Rivolgo il mio saluto al Comitato Olimpico Internazionale, agli atleti e alle atlete che partecipano ai Giochi di PyeongChang, alle Autorità e al popolo della Penisola di Corea. Tutti accompagno con la preghiera, mentre rinnovo l’impegno della Santa Sede a sostenere ogni utile iniziativa a favore della pace e dell’incontro tra i popoli. Che queste Olimpiadi siano una grande festa dell’amicizia e dello sport! Che Dio vi benedica e vi custodisca!
[00216-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0107-XX.02]
fonte: Sala Stampa della Santa Sede
Discorso del Santo Padre durante l'Udienza ai partecipanti al Capitolo Generale della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo (Stimmatini)
(Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, 10 febbraio 2018).
Udienza ai Dirigenti e al Personale di Poste Italiane, 10.02.2018
Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Dirigenti e il Personale di Poste Italiane.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’incontro:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle,
vi do il benvenuto e ringrazio la Presidente per le sue cortesi parole. Rivolgo il mio saluto cordiale ai dirigenti e ai dipendenti di Poste Italiane, estendendolo anche ai vostri colleghi che non sono qui oggi.
Poste Italiane è legata in modo inscindibile alla vita e alla storia dell’Italia: ne ha accompagnato le vicende, a partire dal suo sorgere come Stato unitario. Ha contribuito in un certo senso a mantenerla unita, tenendo in contatto famiglie e luoghi lontani. Sappiamo bene quanto la comunicazione stia al cuore della nostra società, e come regioni diverse riescano a compiere un cammino comune solamente in un continuo interscambio di informazioni e di beni. Ciò influisce direttamente anche sullo sviluppo economico di un Paese, che necessita di servizi efficienti e di qualità.
In questo itinerario accanto alla nazione e al popolo italiano, Poste Italiane ha dovuto e saputo rinnovarsi, adattandosi ai tempi. Negli ultimi decenni, infatti, si sono trasformati quasi tutti gli aspetti della vita delle persone e della società, a partire dai mezzi di comunicazione e di trasporto. La grande accelerazione impressa da una tecnologia sempre più sviluppata, onnipresente e non di rado invasiva, ha cambiato la mentalità e gli stili di vita, creando nuove esigenze e richiedendo un’efficienza sempre maggiore. Poste Italiane si è impegnata a fondo ad affrontare queste sfide epocali con lungimiranza, diversificando i servizi e attuando una strategia di investimento che guarda al futuro, con un impiego capillare delle nuove tecnologie e in un continuo sforzo di ricerca e innovazione.
Questo sguardo al futuro da parte di Poste Italiane, nella scelta dei mezzi di trasporto e in altre decisioni programmatiche, ha tenuto conto anche della tutela dell’ambiente naturale. Come ho sottolineato nell’Enciclica Laudato si’, non ci può essere un vero sviluppo che ignori la capacità della natura di rigenerarsi, o che la concepisca non come la nostra casa comune, ma come un magazzino pieno di risorse da consumare.
Tuttavia, ciò che è più importante nell’opera di ristrutturazione e rinnovamento che avete compiuto, è di avere attuato una strategia d’impresa fedele alla vostra vocazione originaria, di essere a servizio dei cittadini. Pur seguendo una logica di mercato, Poste Italiane ha posto al centro non il profitto ma le persone, ricordando che tutti i servizi offerti verrebbero svuotati del loro valore se fossero fruibili solo da alcuni, o non rispondessero alle esigenze concrete degli utenti. Questo è tanto più importante nel nostro contesto economico e sociale, che così spesso punta a un guadagno fine a sé stesso, dimenticando che la vera ricchezza sta nelle persone, e quindi le tratta spesso come numeri senza volto: chi ha un numero alto è considerato e rispettato, mentre chi è ritenuto uno zero viene buttato via: la nostra “cultura dello scarto” di oggi.
Davanti a questo dramma, conseguenza dell’egoismo e di una profonda miopia spirituale, siete chiamati a sposare sempre la logica opposta, che pone al centro le esigenze e la cura delle persone. Lo avete fatto adottando, come criterio-guida delle scelte strategiche dell’Azienda, l’attenzione al cliente, fissando standard da raggiungere nelle prestazioni e personalizzando i servizi, curando la formazione del “personale di contatto” e interagendo con gli utenti.
Esorto tutti voi, che ogni giorno siete in rapporto con il pubblico e cercate di rispondere alle sue esigenze, a mantenere questo atteggiamento di disponibilità e benevolenza verso chi si rivolge a voi.
È importante, quando si va a uno sportello o a un ufficio, incontrare persone che svolgono il loro lavoro bene, che non sbuffano o danno l’impressione di considerarti un peso, o fanno finta di non vederti. D’altra parte, i clienti devono essere attenti a non avere – come purtroppo accade! – un atteggiamento di pretesa o di lamentela, caso mai scaricando sugli impiegati le proprie frustrazioni o per tutti i mali della società! Come è difficile, ma anche quanto è importante, che nelle mille relazioni quotidiane tra colleghi e con i cittadini, si conservi uno stile di ascolto, di disponibilità e di rispetto! E questo costa fatica, non è facile. Per riuscirci è indispensabile allenare sé stessi ogni giorno, educandosi ad agire con misericordia anche nei piccoli gesti e nei pensieri. Un sorriso, un sorriso! Viene la vecchietta che è un po’ sorda, e tu le spieghi ma non sente… E fai il sorriso, invece di “uff”… Il sorriso è sempre un ponte, ma è un ponte dei “grandi” [di animo], perché il sorriso va da cuore a cuore. Non dimenticate il sorriso! Chi si comporta così diventa contagioso, perché il sorriso è contagioso, e la pace che semina non manca di produrre frutto.
La cura per la persona, da sempre assunta da Poste Italiane come suo criterio-guida, si manifesta non solo nell’attenzione che avete per i clienti, ma per gli stessi dipendenti, i quali per primi offrono energie e competenze per il bene dell’azienda. Quanto spesso il mondo del lavoro ignora, o finge di non vedere, le necessità peculiari legate all’essere madre, nonché i bisogni delle famiglie, da proteggere e favorire ad ogni costo! Poste Italiane, al contrario, ha sempre cercato di avere una cura particolare per le lavoratrici e le famiglie, rappresentando un segno per ogni ambiente lavorativo, e mostrando che il pieno rispetto di chi lavora e dei suoi diritti non contrasta con il guadagno e l’efficienza, ma al contrario li incrementa.
Nel difficile equilibrio tra contenimento dei costi e competitività, abbiate sempre cura che l’attenzione al bilancio non vada a scapito della qualità del lavoro, né comprometta quel principio di universalità nell’offerta dei servizi, realizzata attraverso la presenza capillare di Uffici postali e sportelli su tutto il territorio nazionale. La vicinanza alle persone che essi assicurano va mantenuta con tutte le energie necessarie, perché garantisce a tanti, in particolare ai più deboli, un punto di riferimento per le loro esigenze, e come un presidio di difesa.
Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per l’opportunità di questo incontro. Vi chiedo per favore di pregare per me. Invoco la benedizione di Dio su voi, sulle vostre famiglie e su ogni vostro proposito di bene. Grazie.
[00229-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0115-XX.02]
fonte: Sala Stampa della Santa Sede
Le parole del Papa alla recita dell’Angelus, 11.02.2018
Alle ore 12 di oggi, VI Domenica del Tempo Ordinario, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
Prima dell’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
In queste domeniche il Vangelo, secondo il racconto di Marco, ci presenta Gesù che guarisce i malati di ogni tipo. In tale contesto si colloca bene la Giornata Mondiale del Malato, che ricorre proprio oggi, 11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes. Perciò, con lo sguardo del cuore rivolto alla grotta di Massabielle, contempliamo Gesù come vero medico dei corpi e delle anime, che Dio Padre ha mandato nel mondo per guarire l’umanità, segnata dal peccato e dalle sue conseguenze.
L’odierna pagina evangelica (cfr Mc 1,40-45) ci presenta la guarigione di un uomo malato di lebbra, una patologia che nell’Antico Testamento veniva considerata una grave impurità e comportava la separazione del lebbroso dalla comunità: vivevano da soli. La sua condizione era veramente penosa, perché la mentalità del tempo lo faceva sentire impuro anche davanti a Dio non solo davanti agli uomini. Anche davanti a Dio. Perciò il lebbroso del Vangelo supplica Gesù con queste parole: «Se vuoi, puoi purificarmi!» (v. 40).
All’udire ciò, Gesù sente compassione (cfr v. 41). È molto importante fissare l’attenzione su questa risonanza interiore di Gesù, come abbiamo fatto a lungo durante il Giubileo della Misericordia. Non si capisce l’opera di Cristo, non si capisce Cristo stesso, se non si entra nel suo cuore pieno di compassione e di misericordia. E’ questa che lo spinge a stendere la mano verso quell’uomo malato di lebbra, a toccarlo e a dirgli: «Lo voglio, sii purificato!» (v. 40). Il fatto più sconvolgente è che Gesù tocca il lebbroso, perché ciò era assolutamente vietato dalla legge mosaica. Toccare un lebbroso significava essere contagiati anche dentro, nello spirito, cioè diventare impuri. Ma in questo caso l’influsso non va dal lebbroso a Gesù per trasmettere il contagio, bensì da Gesù al lebbroso per donargli la purificazione. In questa guarigione noi ammiriamo, oltre alla compassione, la misericordia, anche l’audacia di Gesù, che non si preoccupa né del contagio né delle prescrizioni, ma è mosso solo dalla volontà di liberare quell’uomo dalla maledizione che lo opprime.
Fratelli e sorelle, nessuna malattia è causa di impurità: la malattia certamente coinvolge tutta la persona, ma in nessun modo intacca o impedisce il suo rapporto con Dio. Anzi, una persona malata può essere ancora più unita a Dio. Invece il peccato, quello sì che ci rende impuri! L’egoismo, la superbia, l’entrare nel mondo della corruzione, queste sono malattie del cuore da cui c’è bisogno di essere purificati, rivolgendosi a Gesù come il lebbroso: «Se vuoi, puoi purificarmi!».
E adesso, facciamo un attimo di silenzio, e ognuno di noi – tutti voi, io, tutti – può pensare al suo cuore, guardare dentro di sé, e vedere le proprie impurità, i propri peccati. E ognuno di noi, in silenzio, ma con la voce del cuore dire a Gesù: “Se vuoi, puoi purificarmi”. Lo facciamo tutti in silenzio.
“Se vuoi, puoi purificarmi”.
“Se vuoi, puoi purificarmi”.
E ogni volta che ci accostiamo al sacramento della Riconciliazione con cuore pentito, il Signore ripete anche a noi: «Lo voglio, sii purificato!». Quanta gioia c’è in questo! Così la lebbra del peccato scompare, ritorniamo a vivere con gioia la nostra relazione filiale con Dio e siamo riammessi pienamente nella comunità.
Per intercessione della Vergine Maria, nostra Madre Immacolata, chiediamo al Signore, che ha portato agli ammalati la salute, di sanare anche le nostre ferite interiori con la sua infinita misericordia, per ridonarci così la speranza e la pace del cuore.
[00233-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle,
Oggi si aprono le iscrizioni alla Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà a Panamá nel gennaio 2019. Anch’io, alla presenza di due giovani, adesso mi iscrivo tramite internet.
[clicca sul tablet]
Ecco, mi sono iscritto come pellegrino alla Giornata Mondiale della Gioventù. Dobbiamo prepararci! Invito tutti i giovani del mondo a vivere con fede e con entusiasmo questo evento di grazia e di fraternità sia recandosi a Panamá, sia partecipando nelle proprie comunità.
Il 15 febbraio, nell’Estremo Oriente e in varie parti del mondo, milioni di uomini e donne celebreranno il capodanno lunare. Invio il mio cordiale saluto a tutte le loro famiglie, con l’augurio che in esse si vivano sempre di più la solidarietà, la fraternità e il desiderio di bene, contribuendo a creare una società in cui ogni persona viene accolta, protetta, promossa e integrata. Invito a pregare per il dono della pace, tesoro prezioso da perseguire con compassione, lungimiranza e coraggio. Tutti accompagno e benedico.
Saluto le famiglie, le parrocchie, le associazioni e tutti quanti sono venuti dall’Italia e da tante parti del mondo; in particolare, i pellegrini di Murcia (Spagna) e i bambini di Guimarães (Portogallo).
Saluto la comunità congolese di Roma e mi associo alla sua preghiera per la pace nella Repubblica Democratica del Congo. Ricordo che questa intenzione sarà particolarmente presente nella Giornata di preghiera e digiuno che ho indetto per il 23 febbraio.
Oggi sono presenti tante parrocchie italiane e tanti ragazzi del dopo-Cresima, della professione di fede e del catechismo. Non mi è possibile nominare ogni gruppo, ma vi ringrazio tutti per la vostra presenza e vi incoraggio a camminare con gioia, con generosità, testimoniando ovunque la bontà e la misericordia del Signore.
Un particolare pensiero rivolgo ai malati che, in ogni parte del mondo, oltre alla mancanza della salute, soffrono spesso la solitudine e l’emarginazione. La Vergine Santa, Salus infirmorum, aiuti ciascuno a trovare conforto nel corpo e nello spirito, grazie a una adeguata assistenza sanitaria e alla carità fraterna che sa farsi attenzione concreta e solidale.
A tutti auguro una buona domenica. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!
[00234-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0117-XX.02]
fonte: Sala Stampa della Santa Sede
Udienza ai Membri del Sinodo Greco-Melkita, 12.02.2018
Alle ore 11.45 di questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Membri del Sinodo Greco-Melkita e ha rivolto loro il discorso che riportiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Beatitudine, cari Fratelli nell’Episcopato,
Vi ringrazio per la vostra visita. La felice occasione è data dalla manifestazione pubblica della Comunione Ecclesiastica, che avrà luogo domani mattina durante la Celebrazione eucaristica e che ho già avuto modo di accordare a Vostra Beatitudine nella Lettera del 22 giugno scorso, dopo la Sua elezione a Patriarca, Pater et Caput, da parte del Sinodo dei Vescovi.
Allora, come oggi, caro Fratello, Le assicuro la mia costante vicinanza nella preghiera: che il Signore Risorto Le sia vicino e La accompagni nella missione affidataLe. È una preghiera che non può essere dissociata da quella per l’amata Siria e per tutto il Medio Oriente, regione nella quale la vostra Chiesa è profondamente radicata e svolge un prezioso servizio per il bene del Popolo di Dio. Una presenza, la vostra, che non si limita al Medio Oriente, ma si estende, ormai da molti anni, a quei Paesi nei quali tanti fedeli greco-melkiti si sono trasferiti in cerca di una vita migliore. Anche a questi fedeli in diaspora e ai loro Pastori vanno la mia preghiera e il mio affettuoso ricordo.
In questo difficile periodo storico tante comunità cristiane in Medio Oriente sono chiamate a vivere la fede nel Signore Gesù in mezzo a molte prove. Auspico vivamente che, con la loro testimonianza di vita, i Vescovi e i sacerdoti greco-melkiti possano incoraggiare i fedeli a rimanere nella terra dove la Provvidenza divina ha voluto che nascessero. Nella menzionata Lettera di giugno ricordavo che «mai come in questi momenti i Pastori sono chiamati a manifestare, davanti al popolo di Dio che soffre, comunione, unità, vicinanza, solidarietà, trasparenza e testimonianza». Vi invito fraternamente a proseguire su questa strada. Come sapete, ho indetto, per il 23 di questo mese, una giornata di preghiera e digiuno per la pace. In quella occasione non mancherò di ricordare, in maniera speciale, la Siria, colpita in questi ultimi anni da sofferenze indicibili.
Giungete pellegrini a Roma, presso la tomba dell’Apostolo Pietro, a conclusione della vostra ultima Assise sinodale, che si è svolta in Libano nei primi giorni del mese. Si tratta sempre di un momento fondamentale, di cammino comune, durante il quale Patriarca e Vescovi sono chiamati a prendere decisioni importanti per il bene dei fedeli, anche attraverso l’elezione dei nuovi Vescovi, di Pastori che siano testimoni del Risorto. Pastori che, come fece il Signore con i suoi discepoli, rianimino i cuori dei fedeli, stando loro vicini, consolandoli, scendendo verso di loro e verso i loro bisogni; Pastori che, al tempo stesso, li accompagnino verso l’alto, a “cercare le cose di lassù, dov’è Cristo, non quelle della terra” (cfr Col 3,1-2). Abbiamo tanto bisogno di Pastori che abbraccino la vita con l’ampiezza del cuore di Dio, senza adagiarsi nelle soddisfazioni terrene, senza accontentarsi di mandare avanti quello che già c’è, ma puntando sempre in alto; Pastori portatori dell’Alto, liberi dalla tentazione di mantenersi “a bassa quota”, svincolati dalle misure ristrette di una vita tiepida e abitudinaria; Pastori poveri, non attaccati al denaro e al lusso, in mezzo a un popolo povero che soffre; annunciatori coerenti della speranza pasquale, in perenne cammino con i fratelli e le sorelle. Mentre sono lieto di accordare l’Assenso Pontificio ai Vescovi da voi eletti, vorrei poter toccare con mano la grandezza di questi orizzonti.
Beatitudine, Eccellenze, rinnovo di cuore la mia gratitudine per la vostra fraterna visita. Quando farete ritorno alle vostre Sedi e incontrerete i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i fedeli, ricordate loro che sono nel cuore e nella preghiera del Papa. La Tutta Santa Madre di Dio, Regina della pace, vi custodisca e vi protegga. E mentre ho la gioia di dare a voi e alle vostre comunità la mia Benedizione, vi chiedo, per favore, di non dimenticarvi di pregare per me. Grazie.
[00239-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0118-XX.02]
fonte: Sala Stampa della Santa Sede
L’Udienza Generale, 14.02.2018
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.45 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Prima di recarsi all’Udienza Generale in Piazza San Pietro, il Papa ha incontrato i malati presenti riuniti nell’Aula Paolo VI a causa del maltempo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando la catechesi sulla Santa Messa, ha incentrato la sua meditazione sulla Liturgia della Parola: III Credo e Preghiera universale (dal Vangelo secondo Giovanni 15, 7-8).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Buongiorno anche se la giornata è un po’ bruttina. Ma se l’anima è in gioia sempre è un buon giorno. Così, buongiorno! Oggi l’udienza si farà in due parti: un piccolo gruppo di ammalati è in aula, per il tempo e noi siamo qui. Ma noi vediamo loro e loro vedono noi nel maxischermo. Li salutiamo con un applauso.
Continuiamo con la Catechesi sulla Messa. L’ascolto delle Letture bibliche, prolungato nell’omelia, risponde a che cosa? Risponde a un diritto: il diritto spirituale del popolo di Dio a ricevere con abbondanza il tesoro della Parola di Dio (cfr Introduzione al Lezionario, 45). Ognuno di noi quando va a Messa ha il diritto di ricevere abbondantemente la Parola di Dio ben letta, ben detta e poi, ben spiegata nell’omelia. È un diritto! E quando la Parola di Dio non è ben letta, non è predicata con fervore dal diacono, dal sacerdote o dal vescovo si manca a un diritto dei fedeli. Noi abbiamo il diritto di ascoltare la Parola di Dio. Il Signore parla per tutti, Pastori e fedeli. Egli bussa al cuore di quanti partecipano alla Messa, ognuno nella sua condizione di vita, età, situazione. Il Signore consola, chiama, suscita germogli di vita nuova e riconciliata. E questo per mezzo della sua Parola. La sua Parola bussa al cuore e cambia i cuori!
Perciò, dopo l’omelia, un tempo di silenzio permette di sedimentare nell’animo il seme ricevuto, affinché nascano propositi di adesione a ciò che lo Spirito ha suggerito a ciascuno. Il silenzio dopo l’omelia. Un bel silenzio si deve fare lì e ognuno deve pensare a quello che ha ascoltato.
Dopo questo silenzio, come continua la Messa? La personale risposta di fede si inserisce nella professione di fede della Chiesa, espressa nel “Credo”. Tutti noi recitiamo il “Credo” nella Messa. Recitato da tutta l’assemblea, il Simbolo manifesta la comune risposta a quanto insieme si è ascoltato dalla Parola di Dio (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 185-197). C’è un nesso vitale tra ascolto e fede. Sono uniti. Questa - la fede -, infatti, non nasce da fantasia di menti umane ma, come ricorda san Paolo, «viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo» (Rm 10,17). La fede si alimenta, dunque, con l’ascolto e conduce al Sacramento. Così, la recita del “Credo” fa sì che l’assemblea liturgica «torni a meditare e professi i grandi misteri della fede, prima della loro celebrazione nell’Eucaristia» (Ordinamento Generale del Messale Romano, 67).
Il Simbolo di fede vincola l’Eucaristia al Battesimo, ricevuto «nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo», e ci ricorda che i Sacramenti sono comprensibili alla luce della fede della Chiesa.
La risposta alla Parola di Dio accolta con fede si esprime poi nella supplica comune, denominata Preghiera universale, perché abbraccia le necessità della Chiesa e del mondo (cfr OGMR, 69-71; Introduzione al Lezionario, 30-31). Viene anche detta Preghiera dei fedeli.
I Padri del Vaticano II hanno voluto ripristinare questa preghiera dopo il Vangelo e l’omelia, specialmente nella domenica e nelle feste, affinché «con la partecipazione del popolo, si facciano preghiere per la santa Chiesa, per coloro che ci governano, per coloro che si trovano in varie necessità, per tutti gli uomini e per la salvezza di tutto il mondo» (Cost. Sacrosanctum Concilium, 53; cfr 1 Tm 2,1-2). Pertanto, sotto la guida del sacerdote che introduce e conclude, «il popolo, esercitando il proprio sacerdozio battesimale, offre a Dio preghiere per la salvezza di tutti» (OGMR, 69). E dopo le singole intenzioni, proposte dal diacono o da un lettore, l’assemblea unisce la sua voce invocando: «Ascoltaci, o Signore».
Ricordiamo, infatti, quanto ci ha detto il Signore Gesù: «Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi,chiedete quello che volete e vi sarà fatto» (Gv 15,7). “Ma noi non crediamo questo, perché abbiamo poca fede”. Ma se noi avessimo una fede – dice Gesù – come il grano di senape, avremmo ricevuto tutto. “Chiedete quello che volete e vi sarà fatto”. E in questo momento della preghiera universale dopo il Credo, è il momento di chiedere al Signore le cose più forti nella Messa, le cose di cui noi abbiamo bisogno, quello che vogliamo. “Vi sarà fatto”; in uno o nell’altro modo ma “Vi sarà fatto”. “Tutto è possibile a colui che crede”, ha detto il Signore. Che cosa ha risposto quell’uomo al quale il Signore si è rivolto per dire questa parola – tutto è possibile a quello che crede-? Ha detto: “Credo Signore. Aiuta la mia poca fede”. Anche noi possiamo dire: “Signore, io credo. Ma aiuta la mia poca fede”. E la preghiera dobbiamo farla con questo spirito di fede: “Credo Signore, aiuta la mia poca fede”. Le pretese di logiche mondane, invece, non decollano verso il Cielo, così come restano inascoltate le richieste autoreferenziali (cfr Gc 4,2-3). Le intenzioni per cui si invita il popolo fedele a pregare devono dar voce ai bisogni concreti della comunità ecclesiale e del mondo, evitando di ricorrere a formule convenzionali e miopi. La preghiera “universale”, che conclude la liturgia della Parola, ci esorta a fare nostro lo sguardo di Dio, che si prende cura di tutti i suoi figli.
[00244-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, au cours de la célébration de la Messe, après l’écoute des lectures bibliques, prolongée par l’homélie, un temps de silence permet d’assimiler ce que nous avons reçu et d’adhérer à ce que l’Esprit nous a suggéré. Après ce silence, par le Credo, nous manifestons notre commune réponse à ce que nous avons entendu de la Parole de Dieu. En effet, il y a un lien vital entre l’écoute et la foi. Par la récitation du Credo l’Assemblée médite et professe les grands mystères de la foi avant de les célébrer dans l’Eucharistie. Il nous est ainsi rappelé que les sacrements sont des «signes» de la foi; ils la supposent et la suscitent. Sur la foi reçue des Apôtres se greffe la foi de chaque baptisé, dont l’union au Christ est actualisée par la célébration de l’Eucharistie. La réponse à la Parole de Dieu s’exprime ensuite par la Prière universelle, qui embrasse les nécessités de l’Eglise et du monde. Les fidèles font monter vers Dieu leur prière, confiants d’être exaucés. Les intentions présentées doivent exprimer des besoins concrets de la communauté ecclésiale et du monde, évitant de recourir à des formules conventionnelles et myopes. La prière «universelle» qui conclue la liturgie de la Parole nous exhorte à faire nôtre le regard de Dieu, qui prend soin de tous ses enfants.
Santo Padre:
Accolgo con gioia i pellegrini francofoni, in particolare quelli provenienti dalla Francia e dal Belgio. Saluto i giovani di Parigi, Saint-Cloud, Aix e Périgueux. Oggi iniziamo il nostro cammino verso la Pasqua. Vi invito ad entrare in questo tempo di conversione, dando più spazio nelle vostre vite alla preghiera e alla condivisione con i più poveri. A tutti auguro una buona Quaresima. Dio vi benedica!
Speaker:
J’accueille avec joie les pèlerins francophones, venant en particulier de France et de Belgique. Je salue les jeunes de Paris, de Saint-Cloud, d’Aix et de Périgueux. Aujourd’hui, nous commençons notre marche vers Pâques. Je vous invite à entrer dans ce temps de conversion en donnant plus de place dans vos vies à la prière et au partage avec les plus pauvres. A tous je souhaite un bon carême. Que Dieu vous bénisse !
[00245-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear brothers and sisters: In our catechesis on Holy Mass, we now turn to the Profession of Faith and the Universal Prayer of all the Christian faithful. In the Liturgy of the Word, after the homily and a time of silence, the whole assembly professes its faith: we recite the Creed, which bridges the sacraments of Baptism and the Eucharist. In doing so, we respond to what we have heard and received; this will lead us, in turn, to the Sacrament of the Eucharist. The Apostles’ Creed, which is the Church of Rome’s Baptismal Creed, may be appropriately taken up especially in Lent and Eastertide. Particularly on Sundays and feast days, we then offer the prayers of all the faithful: “for holy Church, for the civil authorities, for those oppressed by various needs, for all mankind, and for the salvation of the entire world.” After each intention, we pray together: “Lord, graciously hear us” (or similar words), confident that God takes care of his sons and daughters.
Santo Padre:
Saluto i pellegrini e i visitatori di lingua inglese presenti all’Udienza odierna del Mercoledì delle Ceneri, in modo speciale quelli provenienti da Inghilterra, Irlanda, Cina e Stati Uniti d’America. Auguro a voi e alle vostre famiglie, una Quaresima santa e feconda, e invoco su di voi la grazia e la pace di Cristo nostro Signore. Dio vi benedica tutti!
Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Ash Wednesday Audience, particularly those from England, Ireland, China and the United States of America. I wish you and your families a holy and fruitful season of Lent, and I invoke upon you the grace and peace of Christ our Lord. May God bless you all!
[00246-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern,
in der Reihe unserer Betrachtungen über die heilige Messe wollen wir uns heute dem Abschluss des Wortgottesdienstes widmen: dem Glaubensbekenntnis und dem Allgemeinen Gebet, den Fürbitten. Das Credo ist die Antwort des Glaubenden auf das Wort Gottes, das er vorher gehört hat und das ihm in der Predigt ausgelegt wurde. Eine kurze Stille nach der Homilie ermöglicht es den Zuhörern, dass der Same des Wortes sich setzt und die Anregungen des Heiligen Geistes zu Herzen gehen. Der persönliche Glaube nährt sich vom Hören und geleitet zur Eucharistie. Das Glaubensbekenntnis ist die Zusammenfassung der wichtigsten Lehren, die uns von der Kirche überliefert wurden. In diesen Glauben der Kirche willigt der Einzelne ein und lässt dies in den Fürbitten zu seinem Gebet werden. Die einzelnen Bitten geben den konkreten Bedürfnissen der Gemeinde und aller Mitmenschen Ausdruck, für die die Gläubigen eintreten. Das Fürbittgebet schließt mit der Ermahnung, sich den barmherzigen Blick Gottes zu eigen zu machen, der für alle seine Kinder auf der ganzen Welt Sorge trägt.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua tedesca. Oggi comincia la Quaresima, tempo di grazia per la preparazione alla Pasqua, cioè all’incontro con Gesù risorto. In questi quaranta giorni siamo invitati, con la preghiera, il digiuno e le opere di carità, a diventare sempre più una sola cosa con Cristo. Per questo, il Signore benedica voi e le vostre famiglie.
Speaker:
Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger deutscher Sprache. Heute beginnt die Fastenzeit als eine Zeit der Gnade zur Vorbereitung auf Ostern, also auf die Begegnung mit dem auferstandenen Jesus. In diesen vierzig Tagen sind wir eingeladen, im Gebet, mit dem Fasten und den Werken der Liebe eins mit Christus zu werden. Dazu segne der Herr euch und eure Familien.
[00247-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos:
En la Misa, tras la proclamación de las lecturas bíblicas y de la homilía, guardamos un tiempo de silencio para que se pueda sedimentar en el corazón todo lo que se ha escuchado y se concreten propósitos de adhesión a lo que el Espíritu sugiere a cada uno. Después se recita el Credo, con el que toda la Asamblea litúrgica da su asentimiento y su respuesta a la Palabra de Dios que se ha proclamado, y vuelve a meditar y profesar los grandes misterios de la fe antes de celebrarlos en la Eucaristía. El Símbolo pone de manifiesto la unión entre el Bautismo y la Eucaristía. La fe de todo bautizado se inserta en la fe recibida de los apóstoles y su unión a Cristo se actualiza en la celebración de la Eucaristía.
A continuación, la oración universal expresa la respuesta a la Palabra de Dios, que ha sido acogida con fe. En esta oración, los fieles se dirigen a Dios con la confianza de ser escuchados en sus peticiones, y hacen suya la mirada de Dios, que se preocupa de todos sus hijos.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española provenientes de España y América Latina, y de modo particular saludo al grupo de peregrinos de Caravaca de la Cruz, con su Obispo Mons. José Manuel Lorca. Hoy, miércoles de Ceniza, al comenzar el tiempo de cuaresma, tiempo de gracia y de misericordia, le pedimos a la Virgen María que nos ayude a prepararnos para celebrar la pascua de Cristo con un corazón purificado. Que el Señor los bendiga. Muchas gracias.
[00248-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Na Liturgia da Palavra, o Senhor fala a todas e cada uma das pessoas que tomam parte na Missa: chama, consola, faz germinar vida nova e reconciliada em cada um dos participantes, segundo a sua idade, condição e situação de vida. Por isso, depois da homilia, deve haver uns momentos de silêncio, que permitam sedimentar na alma a semente recebida, gerando propósitos de adesão àquilo que o Espírito sugeriu a cada um. Em seguida, temos a resposta comum da assembleia à Palavra escutada; tal resposta toma a forma da profissão de fé da Igreja, expressa no «Credo». Há uma ligação vital entre escuta e fé. Pois a fé não nasce de fantasias da mente humana, mas «surge – como nos diz São Paulo – da pregação, e a pregação surge pela palavra de Cristo». Ou seja, a fé alimenta-se com a escuta da Palavra e conduz ao Sacramento. Assim, a recitação do Credo faz com que a assembleia litúrgica volte a meditar e a professar os grandes mistérios da fé, antes da celebração destes na Liturgia Eucarística. A resposta à Palavra de Deus acolhida com fé expressa-se, depois, na Oração dos Fiéis, também chamada Oração Universal, porque abraça as necessidade da Igreja e do mundo. Sob a guia do sacerdote que a introduz e conclui, o povo, exercendo o seu sacerdócio batismal, oferece a Deus preces pela salvação de todos, como quer o Pai do Céu. Preces míopes, autorreferenciais ou ditadas por lógicas mundanas não chegam ao Céu. A Oração dos Fiéis, que conclui a Liturgia da Palavra, exorta-nos a assumir o olhar de Deus que cuida de todos os seus filhos.
Santo Padre:
Di cuore saluto i diversi gruppi di lingua portoghese, venuti dal Brasile e dal Portogallo, con risalto per i numerosi fedeli della parrocchia di «Nossa Senhora do Resgate», i membri dell’Associazione «Família Vida», e gli alunni, i professori, con i rispettivi familiari, del Collegio «São Teotónio». Su di voi e su tutti gli altri pellegrini di lingua portoghese, invoco la protezione della Vergine Maria: Ella vi prenda per mano lungo i prossimi quaranta giorni, aiutandovi a diventare più simili a Gesù risorto. Vi auguro una Quaresima santa e ricca di frutti.
Speaker:
De coração saúdo os vários grupos de língua portuguesa, vindos do Brasil e de Portugal, salientando os numerosos fiéis da paróquia de Nossa Senhora do Resgate, os membros da Associação «Família Vida», e os alunos, os professores com os respetivos familiares do Colégio São Teotónio. Sobre vós e demais peregrinos de língua portuguesa, invoco a proteção da Virgem Maria. Que Ela vos tome pela mão durante os próximos quarenta dias, ajudando-vos a ficar mais parecidos com Jesus ressuscitado. Desejo-vos uma santa e frutuosa Quaresma!
[00249-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
توقّفَ قداسةُ البابا اليوم، في إطارِ تعليمِهِ حولَ القدّاسِ الإلهي، عندَ إعلانِ قانون الإيمانِ والابتهالاتِ التي تَليه. فلَفَتَ الانتباهَ أوّلًا إلى لحظةِ الصمتِ التي تَقتَرِحُها علينا الليتورجيا بعدَ قراءةِ الإنجيلِ والعِظَة والتي تَهدِفُ إلى تَحضيرنا لإعلانِ قانون إيماننا، لأنها تَسمحُ للبذورِ التي نِلناها، بأن تَتَرسّخَ فينا وتَدفعنا للتَفاعُلِ مَعَها. وقانونُ الإيمانِ هذا تَتلوهُ الجماعةُ بأسرها، وتندمِجُ إجابتُنا الشخصيّةُ في إعلانِ إيمانِ الكنيسةِ جمعاء، لأن إيمانَ كلِّ مُعَمَّدٍ يقومُ على إيمانِ الرسل. ويلي هذا الإعلان رفعُ الابتهالاتِ لله، وهي صلواتٌ تُرفَعُ من أجل خيرِ العالمِ بأسره. يشترك بها الشعب وهو موقن أنّه سوفَ يُستجابَ له، لأن الله يعتني بجميع أبنائه. ثم ذكّر البابا بأهمّية مضمونِ هذه الصلوات الذي، إن أردنا أن تُستَجاب، يجب أن يَشمُلَ الكنيسةَ بأسرها والعالمَ أجمع.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Libano, dalla Siria e dal Medio Oriente. La professione di fede manifesta la comune risposta a quanto insieme si è ascoltato dalla Parola di Dio. Questa risposta venga dunque dai nostri cuori e si incarni nella nostra vita quotidiana. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga dal maligno!
Speaker:أرحبّ بمودّة بالحجّاج الناطقين باللغة العربية، وخاصة بالقادمين من لبنان، ومن سوريا، ومن الشرق الأوسط. إن إعلان قانون الإيمان يبيّن الإجابةَ المشتركةَ على ما سمعناه معًا من كلمة الله. لتنبع إذًا هذه الإجابة من قلوبنا ولتتجسّد في حياتنا اليومية. ليبارككم الربّ جميعًا ويحرسكم من الشرير!
[00250-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
W dzisiejszej katechezie Ojciec Święty kontynuował refleksję nad liturgią Mszy św. Po lekturze czytań biblijnych i homilii następuje chwila milczenia, która pozwala osadzić otrzymane ziarno Bożego słowa w duszy, tak aby zrodziło się pragnienie pójścia za tym, co Duch Święty każdemu z nas podsunął. Po tym milczeniu osobista odpowiedź wiary wpisuje się w wyznanie wiary Kościoła, wyrażane w „Credo”. Istnieje istotny związek między słuchaniem a wiarą, gdyż – jak przypomina św. Paweł - wiara „rodzi się z tego, co się słyszy, tym zaś, co się słyszy, jest słowo Chrystusa” (Rz 10,17). Credo wiąże Eucharystię z chrztem, przypominając nam, że wiara każdego ochrzczonego wpisuje się w wiarę otrzymaną od apostołów, a jego zjednoczenie z Chrystusem aktualizuje się przez sprawowanie i uczestnictwo w Eucharystii. Odpowiedź na słowo Boże przyjęte z wiarą wyraża się następnie we wspólnej modlitwie, zwanej „modlitwą powszechną”, ponieważ obejmuje potrzeby Kościoła i świata. Ojcowie Soboru Watykańskiego II zechcieli, by przywrócić tę modlitwę po Ewangelii i homilii, aby „z udziałem ludu zanoszone były błagania za Kościół święty, za tych, którzy nami rządzą, za tych którzy znajdują się w różnych potrzebach, za wszystkich ludzi i o zbawienie całego świata”. Wieńcząca Liturgię Słowa modlitwa „powszechna” zachęca nas, abyśmy utożsamili się ze spojrzeniem Boga, który troszczy się o wszystkie swoje dzieci.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Oggi entriamo nella Quaresima, tempo di digiuno, di preghiera e di carità. Mentre le nostre fronti vengono segnate dalle ceneri con l’invito: “convertitevi e credete al Vangelo”, disponiamo i nostri cuori a vivere questo tempo nell’unione con Cristo sofferente, che con la sua passione e morte sulla croce ci ha redenti, affinché, liberi dal peccato, possiamo partecipare alla santità di Dio stesso. Vi benedico di cuore.
Speaker:
Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Dziś wchodzimy w okres Wielkiego Postu, czas wstrzemięźliwości, modlitwy i ofiarnej miłości. Gdy nasze głowy posypywane są popiołem, z wezwaniem „nawracajcie się i wierzcie w Ewangelię”, przygotujmy nasze serca do przeżywania tego czasu w jedności z cierpiącym Chrystusem, który przez swoją mękę i śmierć na krzyżu odkupił nas, abyśmy wolni od grzechu mogli mieć udział w świętości samego Boga. Z serca wam błogosławię.
[00251-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana.
Saluto in particolare i partecipanti al Corso promosso dalla Congregazione per il Clero per i responsabili della formazione permanente del Clero in America Latina; i Missionari Claretiani; le Suore di San Paolo di Chartres e le Religiose Figlie di Gesù.
Saluto i ragazzi provenienti da Tezze sul Brenta; le parrocchie; i gruppi dei cresimati di Valbona e Lozzo Atestino e i cresimandi di Monselice e Arquà Petrarca. Saluto inoltre le Associazioni e gli Istituti scolastici, in particolare L’Arca di Legnano e il De Filippo di Roma. Vi esorto a ravvivare la vostra fede per essere testimoni dell’amore del Signore con concrete opere di carità.
Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi, Mercoledì delle Ceneri, inizia il cammino quaresimale. Cari giovani, vi auguro di vivere questo tempo di grazia come un ritorno all’amore del Padre, che attende tutti a braccia aperte. Cari ammalati, vi incoraggio ad offrire le vostre sofferenze per la conversione di quanti vivono lontani dalla fede; ed invito voi, cari sposi novelli, a costruire la vostra nuova famiglia sulla roccia dell’amore di Dio.
[00252-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Saluto ai malati nell’Aula Paolo VI
Grazie della visita. Vi do la benedizione a tutti. Io vado in piazza e voi potrete seguire da qui l’udienza in piazza. Dalla piazza vi vedranno, eh! Voi vedrete la piazza e la piazza vedrà voi. E questo è bello. Preghiamo un Ave Maria alla Madonna.
Recita Ave Maria
Benedizione
E pregate per me! Non dimenticatevi, eh! buona udienza. A dopo. Grazie!
[00257-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0124-XX.02]
fonte: Sala Stampa della Santa Sede