Non è che ritenessi, quando ho scritto quel post, che fosse giusto non rimarcare gli errori altrui... ritengo semplicemente che chi scrive male (e non un "male semplice", ma veramente male) difficilmente riceverà una lezione da un thread a caso sul forum. Tutto qui![]()
(Senza offesa per Letizia, comunque, la tua missione è suicida e quindi va apprezzata di per sè)
Ho timore che il discorso esulerebbe troppo dal merito precipuo della discussione. Perciò invito chi voglia qualche noticina per approfondire all'uso dei messaggi privati.![]()
Sì, in verità tutti i dizionari che posso consultare (anche il vecchio Palazzi dei miei suoceri) rubricano la voce (a)stutare come desueta e con coloriture regionali. Il percorso però è leggermente diverso ed è dovuto al modo in cui si è formata la nostra lingua letteraria, e ai mutamenti successivi del panorama linguistico della penisola.
Il verbo è oggi attestato come sinonimo italiano regionale in larga parte del Sud (dico italiano e non dialettale perché la morfologia proposta è italiana: p.es. in Sicilia si può sentire (a)stutato e non solo (a)stutatu, per il participio passato).
Tuttavia è interessante che nella nostra letteratura questo verbo trovi la prima attestazione in un testo di area veneziana (ogno foco s'astua per l'aqua, Proverbia que dicuntur, XII sec.), dove del resto stuàr(e) è ancora presentissimo dialettalmente; ed è interessante che si trovi anche in testi che più fiorentini o toscani non si può, p.es. la Rettorica di Brunetto Latini, il maestro di Dante. Nel volgare toscano trecentesco è probabilmente penetrato attraverso l'impiego fatto dalla scuola poetica siciliana (es. da Jacopo da Lentini: lo foco donde ardea stutò con foco), giacché oggi come allora (a)stutare è ben vivo nell'uso. Curiosità ultima: astutare è largamente usato da romanzieri tardonovecenteschi e contemporanei di origine siciliana, per mimare il parlato di questa regione. Se ne hanno tantissimi esempi nel pastiche linguistico proprio dei gialli di Andrea Camilleri.
Oggi tuttavia limiterei l'uso di stutare a usi espressivi (come nei casi segnalati da Phantom e nel predetto impiego letterario moderno), e comunque al parlato informale, anche qualora fossi al Sud.
Ultima modifica di 3manuele; 06-01-2013 alle 12:25
" ... ne abbiamo già parlato", quel ne, è SENZA accento.
Né con l'accento si scrive nei casi in cui si esprime una negazione.
Ad esempio:
Non voglio né questo né quello,
altrimenti non ha nessun accento.
Qual è si scrive SENZA apostrofo!![]()
Non l'ho visto, per favore, l'H!
Ho, voce del verbo avere.
Finora, io lo scrivo così, ma l'ho visto anche apostrofato: fin'ora.
Che dite?
Ormai si trova di tutto, c'è chi scrive anche fin ora!!!
Credo sia giusto soltanto finora.![]()