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Discussione: Proposte per una nuova riforma dell'Ordo Missæ e del Calendario Romano

  1. #931
    Moderatore e Cronista di CR L'avatar di Abbas S:Flaviae
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    Citazione Originariamente Scritto da Traditio Marciana Visualizza Messaggio
    Il calendario romano standard, in realtà, era molto italocentrico, se non propriamente romanocentrico, essendo in origine il calendario proprio dell'Urbe, che poi fu impropriamente esteso all'orbe (pur esistendo i propria locali). Una lenta italianizzazione e poi europeizzazione si ebbe soprattutto nel Basso Medioevo e in età tridentina, ma in ispecie relativamente a santi recenti.
    E' ovvio che mi riferivo al Calendario che era in uso prima delle ultime riforme, avvenute nel XX secolo, e che, guardando alla Patria dei vari santi, non spazia molto al di là delle colonne d'Ercole. Arrivare a scomodare l'epoca medievale mi pare esagerato, da allora ad oggi il concetto di santità canonizzata è molto diverso, la liturgia, e di conseguenza il Calendario, si è concentrata su una concezione più ampia della santità, sia a livello geografico-temporale sia a livello storico-morale.
    vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo.

  2. #932
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    Citazione Originariamente Scritto da Traditio Marciana Visualizza Messaggio
    Eppure, a mio avviso, alcuni spunti li potrebbe offrire l'ufficio antico-romano (prima della "franchizzazione" e "francescanizzazione" dello stesso), ma sarebbe andar molto indietro.
    Traditio le tue note sono sempre molto interessanti! Sono curioso, in sintesi che spunti darebbe l'ufficio romano antico?
    Sul tema in generale io non credo sia un problema di obbligatorio o facoltativo, quanto il fatto che i santi presenti nel calendario generale dovrebbero rispondere a criteri di a) virtu' particolari da proporre ai fedeli b) devozione il più possibile generalizzata; per cui dovrebbe essere fatta una periodica revisione rispetto a questi criteri... non dico poi di cancellarne alcuno ma andrebbe inserito nei calendari locali o (sarebbe il mio auspicio) in un sussidio a parte che raccolga i testi eucologici propri approvati di qualunque santo o beato in modo da consentire a chiunque di celebrarne la memoria.
    Sarei poi molto favorevole ad estendere la facoltà della commemorazione come in quaresima a tutto il resto dell'anno quando ricorrono delle sovrapposizioni.

  3. #933
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    Citazione Originariamente Scritto da Abbas S:Flaviae Visualizza Messaggio
    E' ovvio che mi riferivo al Calendario che era in uso prima delle ultime riforme, avvenute nel XX secolo, e che, guardando alla Patria dei vari santi, non spazia molto al di là delle colonne d'Ercole. Arrivare a scomodare l'epoca medievale mi pare esagerato, da allora ad oggi il concetto di santità canonizzata è molto diverso, la liturgia, e di conseguenza il Calendario, si è concentrata su una concezione più ampia della santità, sia a livello geografico-temporale sia a livello storico-morale.
    Non ho affatto negato questo, ma ho precisato un punto. Perché c'è un motivo se nel calendario prima delle riforme del XX secolo manca un veneratissimo santo francese come Germano di Auxerre e invece ci sono i misconosciuti martiri romani Processo e Martiniano.

  4. #934
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    Riguardo all'Ordo Missæ, io sarei favorevole al ritorno in toto al messale precedente la riforma, seppur tradotto nella varie lingue, con solo alcune modifiche prese dal Novus Ordo:
    1) introduzione di una lettura, tratta dall'Antico Testamento, da leggersi come prima, separata dall'Epistola tramite il Graduale che viene, quindi, anticipato; questa sarebbe da leggersi, in una messa solenne, da un lettore, come già avveniva prima della riforma nei giorni delle Tempora con più d'una lettura;
    2) aumentare le letture assegnandole proprie a ciascun giorno dell'anno (quindi anche per le ferie di Avvento, Natale, Pasqua e per annum che non avevano testi proprî nei precedenti messali), mentre le orazioni e le Antifone potrebbero rimanere quelle della Domenica precedente (sono sempre restio alle nuove orazioni perché mi sembrano di un livello nettamente inferiore a quelle "antiche", sia da un punto di vista di mera composizione che di profondità teologica, però è un mio parere personale);
    3) sono, invece, contrario ai cicli di letture (A, B e C): ritengo che "spalmare" i testi aiuti certamente a leggere una porzione maggiore della Sacra Scrittura a scapito, tuttavia, di una minor memorizzazione e assimilazione delle stesse, sempre a parer mio;
    4) rivedere quali parti dire submissa voce e quali clara (anche se il canone "in silenzio" a me non dispiace, favorisce molto la preghiera nel momento centrale della Messa).

    Riguardo al calendario, anche in questo caso ritornerei a quello precedente al Concilio e, anzi dirò di più, a quello precedente alle semplificazioni di Pio XII*, certo aggiornandolo un po' inserendo alcuni santi nuovi e riducendo a commemorazioni altri, e analogamente per le rubriche e le precedenze tornei a quelle della Divino Afflatu di San Pio X, incluse le commemorazioni, che limiterei però solo alla colletta e non anche alla secreta e al postcommunio.

    Vorrei solo dire che questo non lo farei per indietrismo o per vezzo o bellezza, ma per due motivi:
    - riguardo all'Ordo Missæ, primo perché alla fine le modifiche non sarebbero così sostanziali, ma quelle che ci sarebbero aiuterebbero il raccoglimento e avrebbero un forte valore simbolico (ricordiamoci che non tutto dev'essere chiaro e spiegato)
    - riguardo a calendario e rubriche, perché reputo che con Divino Afflatu si sia raggiunto il giusto compromesso tra ciclo temporale e santorale, senza che l'uno prevalesse troppo sull'altro, e che con piccoli aggiustamenti e con il sistema delle commemorazioni sarebbe perfetto (ad esempio mi viene in mente ora che si potrebbe "rubare" al Novus Ordo quello che accade nelle memorie con messa del santo e lezioni del tempo, lasciando le lezioni proprie solo alle celebrazioni da festa in su, un po' come avveniva prima al Mattutino, che aveva tutte le letture proprie solo nei doppî di I e II classe)

    *) Prima di queste semplificazioni oltre alle Ottave di Natale, Pasqua e Pentecoste (scomparsa dopo la riforma), erano presenti anche le ottave di Ascensione, Epifania, Corpus Domini e Sacro Cuore (che avevano precedenza su buona parte delle feste), nonché quelle dell'Immacolata, dell'Assunzione, di San Giovanni, dei Santi Pietro e Paolo, di Ognissanti, del Titolare, dei vari Patroni e della Dedicazione della chiesa (che venivano preferite solo alle feste meno importanti) e quelle di Santo Stefano, Sa Giovanni, Santi Innocenti, San Lorenzo e della Natività di Maria (che venivano celebrate solo in die octava e non infra octavam). Tutte queste, forse, sarebbero troppe e intaserebbero davvero il calendario (anche se alla fine si celerebbero solo nei giorni perché cederebbero anche alle memorie), ma almeno quelle delle solennità del Signore sarebbero da ripristinare, a parer mio.
    Ultima modifica di Giantor; 09-09-2023 alle 18:45

  5. #935
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    L'ultimo messaggio di Giantor mi ha fatto pensare... Proprio stamattina partecipai a una liturgia in un posto ove viene celebrata anche secondo il messale del 1962: non vi è altare mobile, solo lo storico altare addossato alla parete, il presbitero non usa microfono (solo per l'omelia) e il segno di pace è stato omesso. anche così si nota che la liturgia di Paolo VI appare essere completamente un rito diverso rispetto a quello fino ad allora celebrato. Con questo non voglio dire che uno rito sia meglio dell'altro, non ho le competenze adatte, ma sottolineo solo come le celebrazioni come quella a cui ho partecipato stamattina sono un numero risibile (probabilmente quella a cui ho partecipato stamane era il famoso risultato che Benedetto XVI sperava di ottenere con la SP) e nella quasi totalità delle chiese si celebra in una maniera totalmente diversa e che ha caratteristiche ormai totalmente diverse dal rito romano celebrato fino al 1962 (ma per estensione anche rispetto a tutti gi altri riti latino giunti fino a noi). Non mi riferisco solo all'orientamento del celebrante, o ai paramenti etc... ma a caratteristi che del rito che a poco a poco si vanno sempre più delineando come proprie. penso ad esempio al segno di croce iniziale (nell'editio prynceps introdotto perfino all'inizio della veglia pasquale), al segno di pace che sta acquistando sempre più importanza, alla concelebrazione, al fatto che ormai lo stesso ordo missae raccomanda di celebrare possibilmente rivolti verso il popolo, alla nuova struttura della settimana santa etc...
    Visto tutto ciò mi sembra davvero difficile un ritorno al passato e fare finta che questo nuovo rito (permettetemi, lo so che qualcuno si incavolerà per questo) non sia mai esistito e non abbia preso piede. Le trasformazioni dell'attuale rito romano andranno in direzioni totalmente opposte a un ritorno al rito pre-1969. Penso che in tal senso sia da meglio strutturare il segno di pace e meglio definire la preghiera dei fedeli.
    Sempre in questo ambito credo che la cosa migliore sia permettere di continuare a celebrare secondo il rito romano pre-1969 e anzi fare in modo di fare evolvere questo rito in maniera armonica (sistemare il calendario, ad esempio, o ritornare a una settimana santa pre riforme) e infine permettere la coesistenza dei due riti pre e post 1969. Penso che col tempo si arriverà a un equilibro tale da risolvere anche gli attuali problemi che hanno portato al Traditionis custodes.
    Magari è una mia errata visione dlle cose ma ritengo che tutto l'inghippo sia nato dalla creazione de factu di questo nuovo rito pretendendo di far fintache fosse una organica evoluzione del rito fino ad allora celebrato.

  6. #936
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    Citazione Originariamente Scritto da Giantor Visualizza Messaggio
    Riguardo all'Ordo Missæ, io sarei favorevole al ritorno in toto al messale precedente la riforma, seppur tradotto nella varie lingue, con solo alcune modifiche prese dal Novus Ordo:
    1) introduzione di una lettura, tratta dall'Antico Testamento, da leggersi come prima, separata dall'Epistola tramite il Graduale che viene, quindi, anticipato; questa sarebbe da leggersi, in una messa solenne, da un lettore, come già avveniva prima della riforma nei giorni delle Tempora con più d'una lettura;
    Il rito romano, nella storia, non ha mai avuto delle letture veterotestamentarie durante la Liturgia, se non nei casi eccezionali delle Tempora e delle ferie di Quaresima. G. DiPippo fece un accurato studio in cui dimostrò magistralmente questo punto, smentendo una popolare tesi otto-novecentesca che riteneva che anticamente avesse due letture e ne avesse perduta una in età gregoriana. Lo stesso uso di pericopi veterotestamentarie come epistola in alcune feste di santi è un'innovazione medievale. La ragione è anche mistagogica, legata al significato dell'Eucaristia nel ciclo liturgico quotidiano. Il posto proprio per la lettura dell'A.T. nel rito romano sono le lezioni del Mattutino. Che, in osservanza di quanto correttamente auspicato dal Vat. II, dovrebbe essere celebrato - insieme al resto dell'ufficio - quanto più possibile anche dai laici e per i laici, idealmente in ogni chiesa.

    Citazione Originariamente Scritto da Giantor Visualizza Messaggio
    2) aumentare le letture assegnandole proprie a ciascun giorno dell'anno (quindi anche per le ferie di Avvento, Natale, Pasqua e per annum che non avevano testi proprî nei precedenti messali), mentre le orazioni e le Antifone potrebbero rimanere quelle della Domenica precedente (sono sempre restio alle nuove orazioni perché mi sembrano di un livello nettamente inferiore a quelle "antiche", sia da un punto di vista di mera composizione che di profondità teologica, però è un mio parere personale);
    In realtà, il rito romano originario aveva epistola e vangelo propri per ogni mercoledì e venerdì dell'anno. Gli altri giorni non hanno letture proprie... semplicemente perché non si celebrava l'Eucaristia ogni giorno!
    In alcuni usi del rito romano ancora a ridosso del XVI secolo queste letture rimanevano, se non per tutto l'anno almeno in Avvento. Ad abolire queste letture furono i francescani, e il danno fu fatto dopo che Niccolò III adottò i libri francescani a Roma, condannando all'oblio il rito romano antico in favore del rito "romano-europeo", o "della curia romana", alla base del futuro rito tridentino.

    Quanto alle orazioni, hai pienamente ragione. Infatti molte di quelle composte per nuovi santi dal XVI secolo in poi andrebbero semplicemente cancellate.


    Citazione Originariamente Scritto da Giantor Visualizza Messaggio
    - riguardo a calendario e rubriche, perché reputo che con Divino Afflatu si sia raggiunto il giusto compromesso tra ciclo temporale e santorale, senza che l'uno prevalesse troppo sull'altro, e che con piccoli aggiustamenti e con il sistema delle commemorazioni sarebbe perfetto (ad esempio mi viene in mente ora che si potrebbe "rubare" al Novus Ordo quello che accade nelle memorie con messa del santo e lezioni del tempo, lasciando le lezioni proprie solo alle celebrazioni da festa in su, un po' come avveniva prima al Mattutino, che aveva tutte le letture proprie solo nei doppî di I e II classe)
    Un equilibrio estremamente fragile, e ottenuto al prezzo della distruzione del Salterio Romano.

    Citazione Originariamente Scritto da Giantor Visualizza Messaggio
    *) Prima di queste semplificazioni oltre alle Ottave di Natale, Pasqua e Pentecoste (scomparsa dopo la riforma), erano presenti anche le ottave di Ascensione, Epifania, Corpus Domini e Sacro Cuore (che avevano precedenza su buona parte delle feste), nonché quelle dell'Immacolata, dell'Assunzione, di San Giovanni, dei Santi Pietro e Paolo, di Ognissanti, del Titolare, dei vari Patroni e della Dedicazione della chiesa (che venivano preferite solo alle feste meno importanti) e quelle di Santo Stefano, Sa Giovanni, Santi Innocenti, San Lorenzo e della Natività di Maria (che venivano celebrate solo in die octava e non infra octavam). Tutte queste, forse, sarebbero troppe e intaserebbero davvero il calendario (anche se alla fine si celerebbero solo nei giorni perché cederebbero anche alle memorie), ma almeno quelle delle solennità del Signore sarebbero da ripristinare, a parer mio.
    Cosa ti hanno fatto di male le ottave? In particolare quelle di Ascensione ed Epifania, molto più antiche di quella di Natale, ma pure quella dell'Assunta, del Battista, dei Ss. Pietro e Paolo, di S. Lorenzo (santi romani!) della Natività della Madonna e dei Comites Christi, di venerabile antichità e pienamente integrate nel sistema del rito romano.

  7. #937
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    Citazione Originariamente Scritto da Traditio Marciana Visualizza Messaggio
    Il rito romano, nella storia, non ha mai avuto delle letture veterotestamentarie durante la Liturgia, se non nei casi eccezionali delle Tempora e delle ferie di Quaresima. G. DiPippo fece un accurato studio in cui dimostrò magistralmente questo punto, smentendo una popolare tesi otto-novecentesca che riteneva che anticamente avesse due letture e ne avesse perduta una in età gregoriana. Lo stesso uso di pericopi veterotestamentarie come epistola in alcune feste di santi è un'innovazione medievale. La ragione è anche mistagogica, legata al significato dell'Eucaristia nel ciclo liturgico quotidiano. Il posto proprio per la lettura dell'A.T. nel rito romano sono le lezioni del Mattutino. Che, in osservanza di quanto correttamente auspicato dal Vat. II, dovrebbe essere celebrato - insieme al resto dell'ufficio - quanto più possibile anche dai laici e per i laici, idealmente in ogni chiesa.
    Non sapevo questa cosa, perciò grazie. Tuttavia, giacché qui siamo a fare "fanta-liturgia" e poiché uno dei pochissimi pregi che personalmente attribuisco al Novus Ordo è far conoscere "al grande pubblico" anche passi scritturali che rimarrebbero relegati al Mattutino (che poi, ci sarebbe un'interessante divagazione da fare riguardo al fatto che le letture veterotestamentarie della Messa alla fine sono sempre i passi più noti: che io ricordi, non ho quasi mai sentito passi di Giobbe o di Tobia, giusto per fare un esempio delle letture del Mattutino di queste settimane di settembre), in un mio auspicato ritorno all'Ordo precedente, ritengo che non sarebbe uno snaturamento eccessivo inserire una lettura in più.
    Infine, vorrei solo notare che l'Ufficio delle Letture attuale è ben diverso dal vecchio Mattutino, da che io ricordi (non uso il breviario "nuovo" da un bel po'...), e non contiene tutti i passi dell'Antico Testamento che c'erano prima.
    Citazione Originariamente Scritto da Traditio Marciana Visualizza Messaggio
    Un equilibrio estremamente fragile, e ottenuto al prezzo della distruzione del Salterio Romano.
    Potresti spiegare meglio questa tua affermazione per cortesia? Magari in privato così non andiamo fuori argomento. Che io sappia, la riforma di San Pio X ha avuto il merito di ripristinare l'importanza della domenica, facendola prevalere sui riti doppi che non fossero di I o II classe, e di fare in modo che nelle feste doppie non di I o II classe e non del Signore, della Vergine, degli Angeli, di San Giuseppe e di San Giovanni Battista si leggessero salmi e antifone dal salterio e non dal comune: pertanto, di fatto, nella maggior parte delle settimane si leggono tutti i 150 salmi senza giorni "buchi".
    Citazione Originariamente Scritto da Traditio Marciana Visualizza Messaggio
    Cosa ti hanno fatto di male le ottave? In particolare quelle di Ascensione ed Epifania, molto più antiche di quella di Natale, ma pure quella dell'Assunta, del Battista, dei Ss. Pietro e Paolo, di S. Lorenzo (santi romani!) della Natività della Madonna e dei Comites Christi, di venerabile antichità e pienamente integrate nel sistema del rito romano.
    Nessuno, pertanto auspicavo un loro ritorno. Il mio commento finale era solo per dire che, se proprio è necessario eliminare qualcuna di queste ottave (tra l'altro ho dimenticato anche quella del Patrocinio di San Giuseppe nell'elenco) a causa di un presunto sovraccarico del santorale, allora lascerei almeno quelle del Signore: Pentecoste (da ripristinare assolutamente, giacché dovrebbe essere una solennità più importante del Natale ma spesso viene ignorata), Epifania, Ascensione, Corpus Domini e Sacro Cuore.

  8. #938
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    Per completezza riporto i link alla serie di articoli di Gregory DiPippo del New Liturgical Movement sulla riforma del lezionario e sulle sue fonti vere o presunte nella liturgia medievale e/o ambrosiana:

    Did the Roman Rite Anciently Have Three Readings?
    https://www.newliturgicalmovement.or...ave-three.html

    Is the Ambrosian Lectionary an Older Form of the Traditional Roman Lectionary?
    https://www.newliturgicalmovement.or...aditional.html

    Is the Ambrosian Liturgy a Source for the Modern Lectionary?
    https://www.newliturgicalmovement.or...or-modern.html

    Is the Medieval Liturgy a Source for the Modern Lectionary?
    https://www.newliturgicalmovement.or...or-modern.html

    La serie di articoli traeva ispirazione da questo articolo di Peter Kwasniewski che si chiedeva se avere più letture nella liturgia sia necessariamente meglio: https://www.newliturgicalmovement.or...e-at-mass.html

    Per chi non li conoscesse, gli autori sono dei nomi piuttosto noti nella galassia tradizionalista (preciso che si pongono assolutamente in comunione con Roma e il Papa). In particolare, perché di rilevanza a questo thread, Kwasniewski era uno di quelli che all'epoca di Benedetto XVI parlava spesso di Riforma della Riforma ma da qualche tempo in qua sostiene invece che bisognerebbe ritornare tout-court a quello che lui in un suo libro ha chiamato "The Once and Future Roman Rite", cioè la TLM. Il dibattito negli ultimi anni si è ulteriormente polarizzato, specialmente da Traditionis Custodes in qua.
    Populus Sion, ecce, Dominus veniet ad salvandas gentes: et auditam faciet Dominus gloriam vocis suae in laetitia cordis vestri.

  9. #939
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    Se volete occupare in modo proficuo un'ora e mezza del vostro tempo, propongo la visione di questo video del Pontificio Istituto Biblico in cui viene presentato un libro della collana "Perle" sull'argomento "Celebrare - Bibbia e Liturgia in dialogo":

    https://www.youtube.com/watch?v=q8EjnTi1hFs

    E' in tema con l'argomento della discussione e offre numerosi spunti su cui riflettere.
    Personalmente, tra le altre cose, mi ha colpito e fatto riflettere l'introduzione del Prof. Melloni.

  10. #940
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    Avvento "abbreviato"

    Come già accaduto negli anni precedenti, anche quest'anno l'Avvento romano durerà, sostanzialmente, tre settimane. Secondo voi, e chiedo ovviamente a persone molto più esperte in queste vicende di me, come si potrebbe fare per ovviare questo problema? A mio parere una riforma che cercasse di evitare tali situazioni sarebbe auspicabile, per consentire il corretto svolgersi di un tempo liturgico molto importante, già piuttosto breve rispetto ad altri (e anche all'omologo ambrosiano, per il quale tra l'altro mi pare si sia disposta una qualche forma di soluzione qualora l'ultima domenica cada la vigilia di Natale). Vi ringrazio fin d'ora per le vostre risposte.
    Semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore

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