Cronache della Diocesi di Livorno
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Anno 2015
Anno 2012 - 2014
La Diocesi di Livorno ( in latino: Dioecesis Liburnensis )
è una sede della Chiesa Cattolica suffraganea dell'Arcidiocesi di Pisa appartenente alla regione ecclesiastica Toscana.
Il territorio si estende su 250 km² ed è diviso in 47 parrocchie suddivise in 7 vicariati.
Nel 2013 contava 190.329 battezzati su 202.477 abitanti.
È attualmente retta dal vescovo Simone Giusti.
La Diocesi comprende i comuni di Livorno, Rosignano Marittimo, Isola di Capraia e parte del territorio comunale di Collesalvetti:
( Castell'Anselmo, Colognole, Guasticce, Nugola, Parrana San Giusto, Parrana San Martino, Stagno ).
Sede vescovile è la Città di Livorno, dove si trova la Cattedrale di San Francesco.
Nel 2006, in occasione del bicentenario della Diocesi di Livorno, è stato collocato nel Duomo il "Cristo coronato di spine", capolavoro del Beato Angelico (1450 ca.).
Storia
La prima testimonianza di una organizzazione ecclesiastica a Livorno risale al XII, quando, in una bolla di papa Innocenzo II viene menzionato il Castrum et Curtem de Livorna,
ed in un successivo documento si accenna alla pieve (ossia chiesa con battistero) di Santa Maria.
Nel 1606 Livorno ottiene il titolo di città e nel 1629 la chiesa di San Francesco, futura cattedrale, è insignita del grado di collegiata.
Durante tutto il XVIII secolo furono fatti sforzi per fare in modo che la città fosse retta da un proprio vescovo, attraverso petizioni e suppliche da parte sia della comunità civile, che del clero locale e del popolo stesso. Fu solo con l'aiuto di Maria Luisa di Borbone-Spagna, regina reggente d'Etruria, che si arrivò all'istituzione della diocesi di Livorno con la bolla Militantis Ecclesiae pubblicata da papa Pio VII il 25 settembre 1806.La nuova diocesi divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Pisa.
Nella bolla d'erezione il papa affermava di volere effettuare l'erezione della diocesi, malgrado il dissenso e la contrarietà manifestate dai capitoli delle cattedrali di Pisa, di San Miniato e di Volterra, da cui la nuova diocesi traeva il suo territorio. Per cavilli burocratici e per questioni di confine, l'esecuzione della bolla non ebbe completamente effetto ed il primo vescovo, Filippo Ganucci, prese possesso della diocesi solo con 13 delle 31 parrocchie stabilite dalla Militantis Ecclesiae: le altre, a tutt'oggi, non sono ancora state assegnate alla diocesi livornese.
Inizialmente il territorio diocesano non comprendeva l'isola di Capraia, che fu annessa a Livorno nel 1975 sottraendola all'arcidiocesi di Genova.
Tre sono i sinodi celebrati in diocesi:
due furono convocati durante l'episcopato di Giovanni Piccioni, nel 1927 e nel 1938; il terzo è stato indetto e celebrato dal vescovo Alberto Ablondi nel 1984.
Il 14 settembre 2007 l'amministratore diocesano Paolo Razzauti ha acconsentito, per la prima volta nella storia della diocesi, alla celebrazione nella cattedrale del funerale officiato da clero ortodosso e in lingua rumena (in rito bizantino) dei quattro bambini rom morti a Livorno nell'incendio della loro baracca l'11 agosto 2007.
Cronotassi dei Vescovimons. Filippo Ganucci † (6 ottobre 1806 - 12 febbraio 1813)
Sede vacante (1813-1821)
mons. Angiolo Maria Gilardoni † (13 agosto 1821 - 23 giugno 1834)
mons. Raffaello De Ghantuz Cubbe † (23 giugno1834 - 2 dicembre 1840)
mons. Girolamo Gavi † (3 luglio 1840 - 4 aprile 1869)
mons. Giulio Metti, † (29 luglio 1872 - 4 settembre 1874)
mons. Raffaele Mezzetti † (21 dicembre 1874 - 13 agosto 1880)
mons. Remigio Pacini † (20 agosto 1880 - 6 gennaio 1886)
mons. Leopoldo Franchi † (7 giugno 1886 - 24 marzo 1898)
mons. Giulio Matteoli † (24 marzo 1898 - 25 luglio 1900)
mons. Sabatino Giani † (17 dicembre 1900 - 18 febbraio 1921)
mons. Giovanni Piccioni † (13 giugno 1921 - 10 febbraio 1959)
mons. Andrea Pangrazio † (10 febbraio 1959 - 4 aprile 1962)
mons. Emilio Guano † (27 aprile 1962 - 26 settembre 1970)
mons. Alberto Ablondi † (26 settembre 1970 - 9 dicembre 2000)
mons. Diego Coletti (9 dicembre 2000 - 2 dicembre 2006)
mons. Simone Giusti ( dal 2 dicembre 2007)
Santi
Santa patrona della Città di Livorno è Santa Giulia la cui ricorrenza cade il 22 maggio
Tra i santi locali vi sono :
Santa Elisabetta Ann Bayley Seton ( 1774 - 1821 ) religiosa statunitense convertita a Livorno e promotrice d'iniziative caritatevoli a favore dei poveri e delle vedove con figli piccoli.
Servo di Dio Giovanni Battista Quilici ( 1791 - 1844 ) sacerdote livornese fondatore della Congregazione delle Figlie del Crocifisso.
San Pio Alberto del Corona O. P. ( 1837 - 1912 ) arcivescovo e fondatore della Congregazione delle Suore Domenicane dello Spirito Santo.
Beato Niccolò Stenone ( 1638 - 1686 ) protestante luterano, a Livorno, si commuove durante la processione del Corpus Domini e si converte al cattolicesimo diventando vescovo.
Santuario della Madonna delle Grazie
Il santuario della Madonna delle Grazie, assai più noto come santuario di Montenero, si erge sul colle di Monte Nero, a Livorno.
Il complesso, elevato al rango di basilica minore da papa Pio VII nel 1818, è tenuto dai monaci vallombrosani ed è consacrato alla Madonna delle Grazie di Montenero.
Il 15 maggio 1947 la Madonna di Montenero è stata dichiarate "Mater Etruriae" ( Patrona della Toscana ) da papa Pio XII.
Il 27 gennaio 2015, in occasione della festa del Voto celebrata dai livornesi per onorare la grazia che la Madonna di Montenero concesse nel 1742,
risparmiandoli da un devastante terremoto, la chiesa di Santa Maria della Grazie è stata ufficialmente elevata a Santuario.
Il santuario di Montenero è un complesso architettonico di origini antiche:
la leggenda popolare narra la storia di un pastore claudicante che, nel 1345, ritrovò ai piedi del colle un dipinto raffigurante la Madonna,
ebbe una visione attraverso la quale fu spinto a trasportare l'effigie sino in cima alla collina, dove arrivò guarito della sua malattia.
Il santuario è costituito da diversi corpi di fabbrica disposti attorno ad una piazza rettangolare accessibile attraverso una scalinata.
L'edificio principale è il corpo della chiesa, preceduto da un porticato e affiancato da un campanile dotato di orologio meccanico e a meridiana.
Lungo il portico si trovano alcune lapidi commemorative, tra le quali si segnalano quelle di importanti famiglie maronite.
Presso il portico è situato un bassorilievo raffigurante papa Giovanni Paolo II, l'opera ricorda la visita che il pontefice fece al santuario e alla città nel 1982.
Il tempio vero e proprio è preceduto da un atrio ovale, sontuosamente decorato con pitture di Filippo Maria Galletti.
Da qui tre ingressi conducono alla navata della chiesa barocca, coperta da un mirabile soffitto ligneo.
Presso l'altare maggiore si innalza uno splendido tabernacolo, che racchiude l'immagine sacra della Madonna di Montenero (XIV secolo).
Lungo i fianchi della chiesa si snoda la galleria degli Ex-Voto, tra le più ricche d'Italia e contenente circa 700 raffigurazioni realizzate tra l'Ottocento ed i giorni nostri.
Tra gli spaccati di vita popolare di un tempo, si possono ammirare anche le tavole dei pittori Giovanni Fattori e Renato Natali.
Negli spazi ricavati sul retro dell'abside della chiesa si apre la galleria dei Comuni, dove sono esposti gli stemmi donati dalle giunte comunali della Toscana
dopo la proclamazione della Madonna di Montenero a patrona principale della Toscana.
L'Aula Mariana, inaugurata il 25 marzo 2000, si trova alle spalle della piazza di Montenero ed è stata realizzata con i finanziamenti provenienti dal Grande Giubileo.
Si tratta di una vasta sala ipogea, a pianta ovale (50 x 28 metri), capace di contenere 1.200 pellegrini e coperta da un giardino pensile;
purtroppo è attualmente inagibile per problemi strutturali ed oggetto di un contenzioso tra i committenti e il costruttore, ma il progetto di recupero è già in atto.
Il famedio è un porticato che in origine doveva ospitare i dormitori dei pellegrini.
Incompleto, fu allora ampliato e trasformato in una sorta di "Tempio della Fama", destinato ad ospitare le tombe dei livornesi illustri.
Qui riposano ad esempio Francesco Domenico Guerrazzi, Enrico Pollastrini, Carlo Bini, Giovanni Fattori e Paolo Emilio Demi,
mentre due lapidi ricordano Amedeo Modigliani e Pietro Mascagni, sepolti rispettivamente a Parigi e nel cimitero della Misericordia di Livorno.
La presenza di grotte scavate nella collina retrostante al santuario è attestata sin dai tempi antichi ed in origine probabilmente sono state anche rifugio di briganti.
Nei primi decenni del Novecento, vennero ampliate a seguito dell'interessamento di una società di escavazione, che ottenne il permesso per l'estrazione del materiale lapideo.
Durante la seconda guerra mondiale, le grotte vennero usate come rifugio antiaereo, sono state completamente consolidate nel 1971 e quindi aperte ai visitatori del santuario.