MESSALE ROMANO
Principi e norme per l’uso del messale romano
Disposizione e arredamento per l’uso delle chiese per la celebrazione dell’Eucaristia
IV. L’altare
259. L’altare, sul quale si rende presente nei segni sacramentali il sacrificio della croce, è anche la mensa del Signore, alla quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la Messa; l’altare è il centro dell’azione di grazie che si compie con l’Eucaristia.
260. La celebrazione dell’Eucaristia in un luogo sacro si deve compiere sopra un altare fisso o mobile; fuori dal luogo sacro, invece, specie se si fa ad modum actus, si può compiere anche sopra un tavolo adatto, purché vi siano sempre una tovaglia e il corporale.
261. L’altare si dice “fisso” se è costruito in modo da aderire al pavimento e non poter quindi di venir rimosso; si dice invece “mobile” se lo si può trasportare.
262. Nella chiesa vi sia di norma l’altare fisso e dedicato. Sia costruito staccato dalla parete, per potervi facilmente girare intorno e celebrare rivolti verso il popolo. Sia poi collocato in modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l’attenzione di tutta l’assemblea.
263. Secondo un uso e un simbolismo tradizionali nella Chiesa, la mensa dell’altare fisso sia di pietra, e più precisamente di pietra naturale. Tuttavia, a giudizio della Conferenza Episcopale, si può adoperare anche un’altra materia degna, solida e ben lavorata. Gli stipiti però e la base per sostenere la mensa possono essere di qualsiasi materiale, purché conveniente e solido.
264. L’altare mobile può essere costruito con qualsiasi materiale di un certo pregio e solido, confacente all’uso liturgico, secondo lo stile e gli usi locali delle diverse regioni.
265. Gli altari, sia fissi sia mobili, si dedicano secondo il Rito descritto nei libri liturgici; tuttavia gli altari mobili possono essere soltanto benedetti. Non vi è alcun obbligo di inserire la pietra consacrata nell’altare mobile o nel tavolo sul quale si compie la celebrazione fuori del luogo sacro (cfr. n. 260).
266. Si mantenga l’uso di collocare sotto l’altare da dedicare le reliquie dei santi, anche se non martiri. Però si curi di verificare l’autenticità di tali reliquie.
267. Gli altri altari siano pochi e, nelle nuove chiese, siano collocati in cappelle, separate in qualche modo dalla navata della chiesa.