
Originariamente Scritto da
Carbonate
Il problema etico nasce dall'ipotesi di infettare - o quantomeno di provare ad infettare, dato che poi l'auspicio è che il vaccino funzioni... - i volontari con il Sars-Cov-2, e questa è una procedura del tutto anomala rispetto ai normali trial clinici.
É una situazione da valutare attentamente dal punto di vista morale: non ci è lecito mettere a rischio la vita di una persona - per quanto possa essere volontaria e perfettamente informata - per salvarne un'altra, e questo è un principio morale inderogabile. Il fatto che siamo tutti chiusi in casa da due mesi e che il mondo sia alle prese con la più grave pandemia degli ultimi cento anni (oltre probabilmente, come effetto indiretto, alle porte della più grave depressione economica della storia) comunque non consente di passare oltre a quei paletti che, una volta, si chiamavano principi non negoziabili.
Se si segue questa strada, perché sia moralmente accettabile è necessario avere la ragionevole garanzia che l'esposizione all'infezione dei volontari non costituisca un rischio per la loro vita. Ragionevole almeno quanto lo sia quella delle sperimentazioni cliniche "tradizionali". Siamo in grado di dare questa garanzia?