Buongiorno a tutti e buona fine anno solare. Ma l'espressione: "Io fedele concelebrante l'Eucaristia", da quali sacri testi è sostenuta?
Buongiorno a tutti e buona fine anno solare. Ma l'espressione: "Io fedele concelebrante l'Eucaristia", da quali sacri testi è sostenuta?
Benvenuto.
OGMR 5. Basta questo testo senza andare in nessun sacro manuale.
Questa natura del sacerdozio ministeriale mette a sua volta nella giusta luce un’altra realtà di grande importanza: il sacerdozio regale dei fedeli, il cui sacrificio spirituale raggiunge la sua piena realizzazione attraverso il ministero del vescovo e dei presbiteri, in unione con il sacrificio di Cristo, unico Mediatore. La celebrazione dell’Eucaristia è infatti azione di tutta la Chiesa. In essa ciascuno compie soltanto, ma integralmente, quello che gli compete, tenuto conto del posto che occupa nel popolo di Dio.
Dirige nos, Domine, ad augusta per angusta, sic itur ad astra excelsior!
Il fedele non è concelebrante. Sennò alla Messa bisognerebbe dare il libretto con le preghiere eucaristiche a tutti i presenti, i quali dovrebbero stendere le mani ecc. Assemblea celebrante e frasi analoghe sono espressioni che mi puzzano di protestantesimo (e non solo a me), tant'è che nella esortazione apostolica dopo il Sinodo sull'Eucaristia fu scritto (se non ricordo male) di usare con estrema attenzione queste espressioni, perché rischiano di essere fuorvianti.
In OGMR 5 non dice che i fedeli concelebrano e in OGMR il concelebrante è una persona ben determinata, nella fattispecie dalla ordinazione presbiterale.
Dirige nos, Domine, ad augusta per angusta, sic itur ad astra excelsior!
Preciso che non ho dato del protestante a nessuno, se non all'espressione. Comunque rimane il fatto che il concelebrante è una figura ben precisa, non chiunque partecipa alla Messa. E dire che è la Chiesa che celebra non implica automaticamente che io celebro, perché io non sono la Chiesa, ma solo un membro. Cristo (Capo e Corpo) celebra il culto al Padre e il presbitero, che agisce "in Persona Christi", celebra o concelebra. Scusate ma io sono diventato prete con questa teologia: semplice, povera, chiara.
Caro Presbitero della Chiesa di Dio, certamente il concelebrante è una figura ben specifica dell'OGMR e di qualunque altro testo liturgico. Speravo si comprendesse in che senso lo abbia usato ma evidentemente non è così. Lo so che io laico non celebro un bel niente, ma al contrario dire che "se la Chiesa che celebra" non equivale a dire io celebro, è pericoloso oltremodo. É il Popolo che celebra il culto al Padre inserendosi nel sacrificio di Cristo, nella diversità dei carismi e delle vocazioni, con il sacerdote che presiede l'assemblea. Altrimenti non ci sarebbe partecipazione, ma solo assistenza. Non ci sarebbe partecipazione attiva (che non vuol dire fare tutto o prendere ruoli che non competono) ma non vuol dire nemmeno essere esclusi. Infatti il laico singolo non celebra un bel niente, ma nemmeno il prete non in comunione con la Chiesa celebra un bel niente, infatti consacra validamente ma non lecitamente. No? Ma qui siamo oltremodo off topic. Ripeto, per amor di chiarezza, che non intendevo concelebrante nel senso di ministro ordinato accostato all'altare che impone le mani sulle oblate.
Dirige nos, Domine, ad augusta per angusta, sic itur ad astra excelsior!
La Chiesa non si inserisce nel sacrificio di Cristo, vi è già inserita in quanto Corpo del Capo. io, prete o non prete, partecipo di questo evento salvifico, a mio modo proprio, e il vescovo e il prete, celebrando o concelebrando "in Persona Christi". Siccome leggo in giro per internet, specie su un certo blog di uno pseudo-teologo che fu pure mio insegnante, di questa fisima dell'assemblea celebrante e ne sono particolarmente stufo, cercavo di condividere una preoccupazione sull'uso a mio parere improprio di una terminologia che più che Cattolica è usata dai nostri fratelli Riformati.
In realtà non si tratta di singoli fedeli e di capricci occasionali. Io racconto questo perché è quello che vedo nelle varie comunità italiane: tante volte determinate richieste sono state rifiutate, anche ai tempi di SP (che non idolatro affatto, anzi, sono critico su questo documento per alcuni aspetti); quante volte mi è stato detto:" Sì, avete ragione voi, il testo dice A...ma le esigenze pastorali del giorno d'oggi sono più importanti/non corrisponde allo stile celebrativo di questa comunità (?)/semplicemente me ne sbatto e vi diciamo di no". Vorrei poi porre una domanda a chi chiede maggior restrizioni su TC (mi sembra che Laudato e Abbas lo abbiano definito troppo indulgente): voi cosa vorreste esattamente? La polizia nelle chiese? I sicari di Mons. Roche pronti a lanciare coltelli nelle schiene dei preti quando sentono un "Introibo ad altare Dei"?