
Originariamente Scritto da
Abbas S:Flaviae
Se ti riferisci al ritardare le ordinazioni/ingressi alla fine dell'estate, ci sono tante motivazioni che possono far comprendere tale scelta, a me ne vengono in mente tre: 1. il caldo, che specialmente negli ultimi tempi sta rendendo difficili le nostre estati (e anche le primavere e gli autunni!); 2. le vacanze, per cui tanta gente non potrebbe essere presente alla celebrazione che è, più di molte altre, una celebrazione che deve avere ampia partecipazione della comunità ecclesiale in tutte le sue componenti; 3. il riposo, a cui anche sacerdoti e vescovi hanno diritto, per lo meno ne ha diritto chi compie veramente la sua missione, unito anche alla possibilità di un periodo di preparazione spirituale fatta non solo da esercizi spirituali ma anche, ad esempio, da una settimana fra le serene valli di una zona montana, che ritempra lo spirito e lo prepara a una missione assai gravosa, quale è quella del vescovo.
Sarebbe anzi consigliabile, a mio modo di vedere, che ci fosse sempre questo buono stacco, perché pensiamo un parroco o un professore che viene eletto vescovo a gennaio e sarà ordinato ad aprile, cosa farà in quei quattro mesi? Fra gli impegni che già ha per la missione che sta svolgendo, l'impegno per "chiudere" tutte le situazioni che ha lasciato aperte, in modo da non far trovare al successore una babele, e la preparazione logistica dell'ordinazione, quanto tempo avrà per prepararsi, tolta quella settimana di esercizi spirituali?
Un'elezione, invece, a maggio, a cui seguirà un'ordinazione ad agosto/settembre dà, almeno, il vantaggio di trovarsi in un periodo in cui sostanzialmente l'anno pastorale si chiude e le attività rimaste (quelle estive) sono già generalmente organizzate (lo stesso dicasi per l'insegnamento), per cui l'eletto ha qualche preoccupazione in meno e più serenità d'animo per prepararsi.
Questo è, almeno, il mio punto di vista, avendo avuto modo di seguire in prima linea il periodo elezione-ordinazione di un vescovo (che era sia parroco che professore).