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Discussione: Viaggio Apostolico del Papa nella Rep. Dem. del Congo e in Sud Sudan (31/1-05/2/2023)

  1. #51

  2. #52

  3. #53
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    Giusto, ma non mi pare di essere stato io ad aver scritto [I]Si continua a parlare dell'intervista del Papa all'AP,
    https://radiotamazuj-org.translate.g..._x_tr_pto=wapp

    Giovedì, durante un'intervista esclusiva con l'Associated Press, Papa Francesco ha criticato le leggi che criminalizzano l'omosessualità come "ingiuste", affermando che Dio ama tutti i suoi figli così come sono e ha invitato i vescovi cattolici che sostengono le leggi ad accogliere le persone ***** nella chiesa.

    Citazione Originariamente Scritto da Vox Populi Visualizza Messaggio
    Giusto, ma non mi pare di essere stato io ad aver scritto in Sud Sudan non sono d'accordo su tutto tutto, e neppure il ministro, a dire il vero.


    https://radiotamazuj-org.translate.g..._x_tr_pto=wapp

    Venerdì il ministro nazionale dell'informazione, della comunicazione e dei servizi postali ha affermato che il Sud Sudan non tollererà l'omosessualità

    Il commento di Michael Makuei Lueth segue l'affermazione di Papa Francesco secondo cui l'omosessualità non è un peccato.

  4. #54
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    Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan (Pellegrinaggio Ecumenico di Pace in Sud Sudan) (31 gennaio - 5 febbraio 2023) - La partenza da Roma, Telegramma al Presidente della Repubblica Italiana e Telegrammi ai Capi di Stato, 31.01.2023


    […].

    La partenza da Roma

    Ha avuto inizio questa mattina il 40° Viaggio Apostolico Internazionale di Papa Francesco, che si reca nella Repubblica Democratica del Congo e in Pellegrinaggio Ecumenico di Pace in Sud Sudan.

    Prima di lasciare Casa Santa Marta il Santo Padre ha incontrato una decina di migranti e rifugiati dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Sud Sudan, accolti e sostenuti, con le loro famiglie, dal Centro Astalli. Con loro era presente il Prefetto del Dicastero per la Carità, l’Em.mo Card. Konrad Krajewski.

    Nell’arrivare all’Aeroporto di Fiumicino, l’auto del Santo Padre ha sostato brevemente nei pressi del Monumento ai Caduti di Kindu, i 13 aviatori italiani uccisi in Congo l’11 novembre 1961. Alle vittime di quel sanguinoso eccidio e a tutti coloro che hanno perso la vita partecipando a missioni umanitarie e di pace, Papa Francesco ha dedicato una preghiera.

    Quindi, giunto all’Aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino, alle ore 8.29 – a bordo di un A359/ITA Airways – è partito alla volta di Kinshasa.

    L’aereo è atterrato all’Aeroporto Internazionale N’djili di Kinshasa alle ore 14.33.

    [00182-IT.01]

    Telegramma al Presidente della Repubblica Italiana

    Nel momento di lasciare il territorio italiano, il Santo Padre Francesco ha fatto pervenire al Presidente della Repubblica Italiana, On. Sergio Mattarella, il seguente telegramma:

    A SUA ECCELLENZA
    ON. SERGIO MATTARELLA
    PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
    PALAZZO DEL QUIRINALE 00187 ROMA

    NEL MOMENTO IN CUI MI ACCINGO A COMPIERE UN VIAGGIO APOSTOLICO NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO E IN SUD SUDAN, MOSSO DAL VIVO DESIDERIO DI INCONTRARE I FRATELLI NELLA FEDE E GLI ABITANTI DI QUELLE CARE NAZIONI RECANDO UN MESSAGGIO DI PACE E DI RICONCILIAZIONE, MI È GRADITO RIVOLGERE A LEI, SIGNOR PRESIDENTE, L’ESPRESSIONE DEL MIO DEFERENTE SALUTO, CHE ACCOMPAGNO CON FERVIDE PREGHIERE PER IL BENE E LA PROSPERITA’ DELL’INTERO POPOLO ITALIANO.

    FRANCISCUS PP.

    [00183-IT.01] [Testo originale: Italiano]

    Telegrammi ai Capi di Stato nel volo aereo da Roma a Kinshasa

    Durante il volo verso Kinshasa, nel sorvolare la Tunisia, l’Algeria, il Niger, il Chad, la Repubblica Centrafricana, il Camerun e infine la Repubblica del Congo, il Santo Padre Francesco ha fatto pervenire ai rispettivi Capi di Stato i seguenti telegrammi:

    Sorvolo Tunisia

    HIS EXCELLENCY KAIS SAIED
    PRESIDENT OF THE REPUBLIC OF TUNISIA
    TUNIS

    AS I ENTER TUNISIAN AIRSPACE ON MY WAY TO THE DEMOCRATIC REPUBLIC OF THE CONGO, I SEND CORDIAL GREETINGS TO YOUR EXCELLENCY AND YOUR FELLOW CITIZENS. PRAYING THAT THE ALMIGHTY MAY BLESS YOU ALL WITH PEACE AND HARMONY, I INVOKE DIVINE BLESSINGS UPON THE NATION.

    FRANCISCUS PP.

    [00184-EN.01] [Original text: English]

    Sorvolo Algeria

    HIS EXCELLENCY ABDELMADJID TEBBOUNE
    PRESIDENT OF THE PEOPLE’S DEMOCRATIC REPUBLIC OF ALGERIA
    ALGIERS

    FLYING OVER ALGERIA ON MY APOSTOLIC JOURNEY TO THE DEMOCRATIC REPUBLIC OF THE CONGO, I EXTEND GREETINGS OF GOOD WISHES TO YOUR EXCELLENCY AND YOUR FELLOW CITIZENS. ASSURING YOU OF MY PRAYERS, I INVOKE UPON ALL OF YOU ABUNDANT DIVINE BLESSINGS.

    FRANCISCUS PP.

    [00185-EN.01] [Original text: English]

    Sorvolo Niger

    HIS EXCELLENCY MOHAMED BAZOUM
    PRESIDENT OF THE REPUBLIC OF NIGER
    NIAMEY

    AS I FLY OVER YOUR COUNTRY ON MY WAY TO THE DEMOCRATIC REPUBLIC OF THE CONGO, I SEND CORDIAL GREETINGS TO YOUR EXCELLENCY AND THE PEOPLE OF NIGER, TOGETHER WITH THE ASSURANCE OF MY PRAYERS THAT THE ALMIGHTY WILL BLESS YOU ALL WITH STRENGTH AND PEACE.

    FRANCISCUS PP.

    [00186-EN.01] [Original text: English]

    Sorvolo Chad

    HIS EXCELLENCY MAHAMAT IDRISS DÉBY ITNO
    TRANSITIONAL PRESIDENT - PRESIDENT OF THE REPUBLIC OF CHAD
    N’DJAMENA

    ENTERING CHADIAN AIRSPACE ON MY WAY TO THE DEMOCRATIC REPUBLIC OF THE CONGO, I OFFER PRAYERFUL GOOD WISHES TO YOUR EXCELLENCY AND YOUR FELLOW CITIZENS, AND INVOKE UPON THE NATION DIVINE BLESSINGS OF RECONCILIATION AND PEACE.

    FRANCISCUS PP.

    [00187-EN.01] [Original text: English]

    Sorvolo Repubblica Centrafricana

    HIS EXCELLENCY FAUSTIN-ARCHANGE TOUADÉRA
    PRESIDENT OF THE CENTRAL AFRICAN REPUBLIC
    BANGUI

    I SEND CORDIAL GREETINGS OF GOOD WISHES TO YOUR EXCELLENCY AND YOUR FELLOW CITIZENS AS I FLY OVER THE CENTRAL AFRICAN REPUBLIC ON MY WAY TO THE DEMOCRATIC REPUBLIC OF THE CONGO. I PRAY THAT ALMIGHTY GOD WILL BLESS YOU ALL WITH JOY AND PEACE.

    FRANCISCUS PP.

    [00188-EN.01] [Original text: English]

    Sorvolo Camerun

    HIS EXCELLENCY PAUL BIYA
    PRESIDENT OF THE REPUBLIC OF CAMEROON
    YAOUNDÉ

    AS MY JOURNEY TO THE DEMOCRATIC REPUBLIC OF THE CONGO TAKES ME OVER YOUR COUNTRY, I EXTEND CORDIAL GREETINGS TO YOUR EXCELLENCY AND THE PEOPLE OF CAMEROON. INVOKING THE BLESSINGS OF ALMIGHTY GOD UPON THE NATION, I PRAY THAT HE MAY GRANT ALL OF YOU PEACE AND WELLBEING.

    FRANCISCUS PP.

    [00189-EN.01] [Original text: English]

    Sorvolo Repubblica del Congo

    HIS EXCELLENCY DENIS SASSOU NGUESSO
    PRESIDENT OF THE REPUBLIC OF THE CONGO
    BRAZZAVILLE

    AS I FLY THROUGH YOUR COUNTRY’S AIRSPACE ON MY APOSTOLIC JOURNEY TO THE DEMOCRATIC REPUBLIC OF THE CONGO, I EXTEND GOOD WISHES TO YOUR EXCELLENCY AND YOUR FELLOW CITIZENS, TOGETHER WITH THE ASSURACNE OF MY PRAYERS FOR THE PEACE AND PROSPERITY OF ALL.

    FRANCISCUS PP.

    [00190-EN.01] [Original text: English]

    [B0088-XX.02]


    [Fonte, dal Bollettino quotidiano del: 31.01.2023 della Sala Stampa della Santa Sede].
    «Ego sum resurrectio et vita.
    Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet»
    (Io. 11, 25).



  5. #55
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    SALUTO DEL SANTO PADRE
    AI GIORNALISTI
    DURANTE IL VOLO DIRETTO A KINSHASA


    Volo papale
    Martedì, 31 gennaio 2023


    Bruni:

    Buongiorno, Santità, e grazie per aver accolto anche in questa occasione circa 75 giornalisti da 12 Paesi, di cui due africani. Sappiamo che questo era un viaggio che aspettava da tempo e siamo contenti di ascoltare e di vedere i gesti di questi giorni per poterli raccontare. Grazie!

    Papa:

    Buongiorno e benvenuti tutti, e grazie per accompagnarmi in questo viaggio. Aspetta da un anno... È un viaggio bello. Avrei voluto andare anche a Goma, ma con la guerra non si può andare là. Soltanto sarà Kinshasa e Juba. Da lì faremo tutto. Grazie di stare qui con me, tutti insieme. Grazie per il vostro lavoro che è tanto buono, aiuta tanto, perché fa arrivare alla gente, che si interessa del viaggio, le immagini e anche i pensieri, le riflessioni vostre sul viaggio. Grazie tante.

    A me piacerebbe fare il giro ma oggi non posso. Non so, posso rimanere qui, ma mi dà un po’ di vergogna far venire tutti voi qui… Possiamo salutarci da lontano, non so… Grazie.

    In questo momento stiamo attraversando il Sahara. Facciamo un pensierino, in silenzio, una preghiera per tutte le persone che cercando un po’ di benessere, un po’ di libertà l’hanno attraversato e non ce l’hanno fatta. Tanti sofferenti che arrivano al Mediterraneo e dopo aver attraversato il deserto sono presi nei lager e soffrono lì. Preghiamo per tutta quella gente.

    [PREGHIERA SILENZIOSA]

    Grazie.

    Bruni:

    Grazie Santità.


    Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana


    (Fonte, dal sito della Santa Sede).
    «Ego sum resurrectio et vita.
    Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet»
    (Io. 11, 25).



  6. #56

  7. #57

  8. #58
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    Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan (Pellegrinaggio Ecumenico di Pace in Sud Sudan) (31 gennaio - 5 febbraio 2023) - Accoglienza Ufficiale, Cerimonia di benvenuto, Visita di cortesia al Presidente della Repubblica e Incontro con le Autorità, 31.01.2023


    […].

    Accoglienza Ufficiale all’Aeroporto N’djili di Kinshasa, Cerimonia di benvenuto e Visita di cortesia al Presidente della Repubblica presso il Palais de la Nation di Kinshasa

    Al suo arrivo all’Aeroporto Internazionale N’djili di Kinshasa, il Santo Padre Francesco è stato accolto dal Primo Ministro della Repubblica Democratica del Congo, S.E. il Signor Jean-Michel Sama Lukonde Kyenge. Due bambini in abito tradizionale gli hanno offerto dei fiori.

    Quindi, dopo la Guardia d’Onore, il Papa e il Primo Ministro si sono diretti verso la Vip Lounge dell’Aeroporto dove ha avuto luogo la presentazione delle Delegazioni e dove si sono intrattenuti per un breve incontro.

    Al termine Papa Francesco si è trasferito in auto al Palais de la Nation per la Cerimonia di Benvenuto nella Repubblica Democratica del Congo. Al Suo arrivo il Papa è stato accolto all’ingresso dal Presidente, S.E. il Signor Félix Antoine Tshisekedi Tshilombo.

    Quindi, dopo la Guardia d’Onore, l’esecuzione degli inni e l’onore delle Bandiere e la presentazione delle rispettive Delegazioni, il Papa e il Presidente della Repubblica hanno raggiunto la Salle Présidentielle del Palazzo per l’incontro privato.

    Dopo l’incontro in privato, ha avuto luogo lo scambio dei doni e la presentazione della famiglia. Al termine, il Santo Padre Francesco si è trasferito nel giardino del Palais de la Nation per l’incontro con le Autorità, la Società Civile e il Corpo Diplomatico.

    [00198-IT.01]

    Incontro con le Autorità, la Società Civile e il Corpo Diplomatico presso il giardino del Palais de la Nation

    […].

    Alle ore 17.30, il Santo Padre Francesco ha incontrato le Autorità, la Società Civile e il Corpo Diplomatico presso il giardino del Palais de la Nation.

    Dopo il discorso introduttivo del Presidente della Repubblica, S.E. il Sig. Félix Antoine Tshisekedi Tshilombo, il Papa ha pronunciato il Suo discorso.

    Al termine dell’incontro, dopo essersi congedato dal Presidente della Repubblica, il Santo Padre si è trasferito in auto alla Nunziatura Apostolica di Kinshasa dove è stato accolto all’ingresso dal personale della Nunziatura e da un gruppo di giovani del Coro giovanile di Kinshasa che hanno eseguito alcuni canti popolari congolesi.

    Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha pronunciato nel corso dell’incontro con le Autorità, la Società Civile e il Corpo Diplomatico:

    Discorso del Santo Padre

    Signor Presidente della Repubblica,
    illustri Membri del Governo e del Corpo diplomatico,
    distinte Autorità religiose e civili,
    insigni Rappresentanti della società civilee del mondo della cultura,
    Signore e Signori!

    Vi saluto cordialmente, grato al Signor Presidente per le parole che mi ha rivolto. Sono felice di essere qui, in questa terra così bella, vasta, rigogliosa, che abbraccia a nord la foresta equatoriale, al centro e verso sud altipiani e savane alberate, a est colline, montagne, vulcani e laghi, a ovest grandi acque, con il fiume Congo che incontra l’oceano. Nel vostro Paese, che è come un continente nel grande Continente africano, sembra che la terra intera respiri. Ma se la geografia di questo polmone verde è tanto ricca e variegata, la storia non è stata altrettanto generosa: tormentata dalla guerra, la Repubblica Democratica del Congo continua a patire entro i suoi confini conflitti e migrazioni forzate, e a soffrire terribili forme di sfruttamento, indegne dell’uomo e del creato. Questo Paese immenso e pieno di vita, questo diaframma d’Africa, colpito dalla violenza come da un pugno nello stomaco, sembra da tempo senza respiro. Signor Presidente, Lei ha menzionato questo genocidio dimenticato che sta soffrendo la Repubblica del Congo.

    E mentre voi Congolesi lottate per custodire la vostra dignità e la vostra integrità territoriale contro deprecabili tentativi di frammentare il Paese, io vengo a voi, nel nome di Gesù, come pellegrino di riconciliazione e di pace. Ho tanto desiderato essere qui e finalmente giungo a portarvi la vicinanza, l’affetto e la consolazione di tutta la Chiesa, e a imparare dal vostro esempio di pazienza, di coraggio e di lotta.

    Vorrei parlarvi attraverso un’immagine, che ben simboleggia la luminosa bellezza di questa terra: l’immagine del diamante. Care donne e uomini congolesi, il vostro Paese è davvero un diamante del creato; ma voi, tutti voi, siete infinitamente più preziosi di ogni bene che sorge da questo suolo fecondo! Sono qui ad abbracciarvi e a ricordarvi che avete un valore inestimabile, che la Chiesa e il Papa hanno fiducia in voi, credono nel vostro futuro, in un futuro che sia nelle vostre mani e nel quale meritate di riversare le vostre doti di intelligenza, sagacia e operosità. Coraggio, fratello e sorella congolese! Rialzati, riprendi tra le mani, come un diamante purissimo, quello che sei, la tua dignità, la tua vocazione a custodire nell’armonia e nella pace la casa che abiti. Rivivi lo spirito del tuo inno nazionale, sognando e mettendo in pratica le sue parole: «Attraverso il duro lavoro, costruiremo un Paese più bello di prima; in pace».

    Cari amici, i diamanti, comunemente rari, qui abbondano. Se ciò vale per le ricchezze materiali nascoste sotto terra, vale a maggior ragione per quelle spirituali racchiuse nei cuori. Ed è proprio a partire dai cuori che la pace e lo sviluppo restano possibili perché, con l’aiuto di Dio, gli esseri umani sono capaci di giustizia e di perdono, di concordia e di riconciliazione, di impegno e di perseveranza nel mettere a frutto i talenti ricevuti. Dall’inizio del mio viaggio desidero dunque rivolgere un appello: ciascun congolese si senta chiamato a fare la propria parte! La violenza e l’odio non abbiano più posto nel cuore e sulle labbra di nessuno, perché sono sentimenti antiumani e anticristiani, che paralizzano lo sviluppo e riportano indietro, a un passato oscuro.

    A proposito di sviluppo frenato e di ritorno al passato, è tragico che questi luoghi, e più in generale il Continente africano, soffrano ancora varie forme di sfruttamento. C’è quel motto che esce dall’inconscio di tante culture e tanta gente: “L’Africa va sfruttata”, questo è terribile! Dopo quello politico, si è scatenato infatti un “colonialismo economico”, altrettanto schiavizzante. Così questo Paese, ampiamente depredato, non riesce a beneficiare a sufficienza delle sue immense risorse: si è giunti al paradosso che i frutti della sua terra lo rendono “straniero” ai suoi abitanti. Il veleno dell’avidità ha reso i suoi diamanti insanguinati. È un dramma davanti al quale il mondo economicamente più progredito chiude spesso gli occhi, le orecchie e la bocca. Ma questo Paese e questo Continente meritano di essere rispettati e ascoltati, meritano spazio e attenzione: giù le mani dalla Repubblica Democratica del Congo, giù le mani dall’Africa! Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare. L’Africa sia protagonista del suo destino! Il mondo faccia memoria dei disastri compiuti lungo i secoli a danno delle popolazioni locali e non dimentichi questo Paese e questo Continente. L’Africa, sorriso e speranza del mondo, conti di più: se ne parli maggiormente, abbia più peso e rappresentanza tra le Nazioni!

    Si faccia largo una diplomazia dell’uomo per l’uomo, dei popoli per i popoli, dove al centro non vi siano il controllo delle aree e delle risorse, le mire di espansione e l’aumento dei profitti, ma le opportunità di crescita della gente. Guardando a questo popolo, si ha l’impressione che la Comunità internazionale si sia quasi rassegnata alla violenza che lo divora. Non possiamo abituarci al sangue che in questo Paese scorre ormai da decenni, mietendo milioni di morti all’insaputa di tanti. Si conosca quanto qui accade. I processi di pace in corso, che incoraggio con tutte le forze, siano sostenuti coi fatti e gli impegni siano mantenuti. Grazie a Dio non manca chi contribuisce al bene della popolazione locale e a un reale sviluppo attraverso progetti efficaci: non interventi di mero assistenzialismo, ma piani volti a una crescita integrale. Esprimo tanta gratitudine ai Paesi e alle organizzazioni che forniscono aiuti sostanziali in tal senso, favorendo la lotta alla povertà e alle malattie, sostenendo lo stato di diritto, promuovendo il rispetto dei diritti umani. Esprimo l’auspicio che possano continuare a svolgere pienamente e coraggiosamente questo nobile ruolo.

    Torniamo all’immagine del diamante. Una volta lavorato, la sua bellezza deriva anche dalla sua forma, da numerose facce armonicamente disposte. Pure questo Paese, impreziosito dal suo tipico pluralismo, ha un carattere poliedrico. È una ricchezza che va custodita, evitando di scivolare nel tribalismo e nella contrapposizione. Parteggiare ostinatamente per la propria etnia o per interessi particolari, alimentando spirali di odio e di violenza, torna a svantaggio di tutti, in quanto blocca la necessaria “chimica dell’insieme”. A proposito di chimica, è interessante che a costituire i diamanti siano semplici atomi di carbonio i quali però, se legati diversamente tra loro, formano la grafite: in pratica, la differenza tra la luminosità di un diamante e l’oscurità della grafite è data dal modo in cui i singoli atomi sono disposti all’interno del reticolo cristallino. Fuor di metafora, il problema non è la natura degli uomini o dei gruppi etnici e sociali, ma il modo in cui si decide di stare insieme: la volontà o meno di venirsi incontro, di riconciliarsi e di ricominciare segna la differenza tra l’oscurità del conflitto e un avvenire luminoso di pace e prosperità.

    Cari amici, il Padre del cielo vuole che sappiamo accoglierci come fratelli e sorelle di un’unica famiglia e lavorare a un futuro che sia insieme agli altri, non contro gli altri. «Bintu bantu»: così, con molta efficacia, un vostro proverbio ricorda che la vera ricchezza sono le persone e le buone relazioni con loro. In modo speciale le religioni, con il loro patrimonio di sapienza, sono chiamate a contribuirvi, nel quotidiano sforzo di rinunciare a ogni aggressività, proselitismo e costrizione, mezzi indegni della libertà umana. Quando si degenera nell’imporsi, andando a caccia di seguaci in modo indiscriminato, con l’inganno o con la forza, si saccheggia la coscienza altrui e si voltano le spalle al vero Dio, perché – non dimentichiamolo – «dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà» (2 Cor 3,17) e dove non c’è libertà, non c’è lo Spirito del Signore. Nell’impegno a edificare un futuro di pace e di fraternità, anche i membri della società civile, alcuni dei quali presenti, svolgono un ruolo essenziale. Spesso hanno dato prova di sapersi opporre all’ingiustizia e al degrado a costo di grandi sacrifici, pur di difendere i diritti umani, la necessità di una solida educazione per tutti e di una vita più dignitosa per ciascuno. Ringrazio di cuore le donne e gli uomini, in particolare i giovani di questo Paese, che hanno sofferto in varia misura per questo, e rendo loro omaggio.

    Il diamante, nella sua trasparenza, rifrange in modo meraviglioso la luce che riceve. Molti di voi brillano per il ruolo che ricoprono. Chi detiene responsabilità civili e di governo è dunque chiamato a operare con limpidezza cristallina, vivendo l’incarico ricevuto come un mezzo per servire la società. Il potere, infatti, ha senso solo se diventa servizio. Quant’è importante operare con questo spirito, fuggendo l’autoritarismo, la ricerca di guadagni facili e l’avidità del denaro, che l’apostolo Paolo definisce «radice di tutti i mali» (1 Tim 6,10). E nello stesso tempo favorire elezioni libere, trasparenti, credibili; estendere ancora di più la partecipazione ai processi di pace alle donne, ai giovani e a diversi gruppi, ai gruppi marginalizzati; ricercare il bene comune e la sicurezza della gente anziché gli interessi personali o di gruppo; rafforzare la presenza dello Stato in ogni parte del territorio; prendersi cura delle tante persone sfollate e rifugiate. Non ci si lasci manipolare né tantomeno comprare da chi vuole mantenere il Paese nella violenza, per sfruttarlo e fare affari vergognosi: ciò porta solo discredito e vergogna, insieme a morte e miseria. Fa bene invece accostarsi alla gente, per rendersi conto di come vive. Le persone si fidano quando sentono che chi le governa è realmente vicino, non per calcolo né per esibizione, ma per servizio.

    Nella società, a oscurare la luce del bene sono spesso le tenebre dell’ingiustizia e della corruzione. Già secoli fa Sant’Agostino, che nacque in questo Continente, si chiedeva: «Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?» (De civ. Dei, IV,4). Dio è dalla parte di chi ha fame e sete di giustizia (cfr Mt 5,6). Non bisogna stancarsi di promuovere, in ogni settore, il diritto e l’equità, contrastando l’impunità e la manipolazione delle leggi e dell’informazione.

    Un diamante sorge dalla terra genuino ma grezzo, bisognoso di lavorazione. Così, anche i diamanti più preziosi della terra congolese, che sono i figli di questa nazione, devono poter usufruire di valide opportunità educative, che consentano loro di mettere pienamente a frutto i brillanti talenti che hanno. L’educazione è fondamentale: è la via per il futuro, la strada da imboccare per raggiungere la piena libertà di questo Paese e del Continente africano. In essa è urgente investire, per preparare società che saranno consolidate solo se ben istruite, autonome solo se pienamente consapevoli delle proprie potenzialità e capaci di svilupparle con responsabilità e perseveranza. Ma tanti bambini non vanno a scuola: quanti, anziché ricevere una degna istruzione, vengono sfruttati! Troppi muoiono, sottoposti a lavori schiavizzanti nelle miniere. Non si risparmino sforzi per denunciare la piaga del lavoro minorile e porvi fine. Quante ragazze sono emarginate e violate nella loro dignità! I bambini, le fanciulle, i giovani sono il presente di speranza, sono la speranza: non permettiamo che venga cancellata, ma coltiviamola con passione!

    Il diamante, dono della terra, richiama alla custodia del creato, alla protezione dell’ambiente. Situata nel cuore dell’Africa, la Repubblica Democratica del Congo ospita uno dei più grandi polmoni verdi del mondo, che va preservato. Come per la pace e per lo sviluppo, anche in questo campo è importante una collaborazione ampia e proficua, che permetta di intervenire efficacemente, senza imporre modelli esterni più utili a chi aiuta che a chi viene aiutato. Tanti hanno chiesto all’Africa impegno e hanno offerto aiuti per contrastare i cambiamenti climatici e il coronavirus. Sono certamente opportunità da cogliere, però c’è soprattutto bisogno di modelli sanitari e sociali che rispondano non solo alle urgenze del momento, ma contribuiscano a una effettiva crescita sociale: di strutture solide e di personale onesto e competente, per superare i gravi problemi che bloccano sul nascere lo sviluppo, come la fame e le malattie.

    Il diamante, infine, è il minerale di origine naturale con la durezza più elevata; è molto alta la sua resistenza agli agenti chimici. Il continuo ripetersi di attacchi violenti e le tante situazioni di disagio potrebbero indebolire la resistenza dei Congolesi, minarne la forza d’animo, portarli a scoraggiarsi e a chiudersi nella rassegnazione. Ma in nome di Cristo, che è il Dio della speranza, il Dio di ogni possibilità che dà sempre la forza di ricominciare, in nome della dignità e del valore dei diamanti più preziosi di questa terra, che sono i suoi cittadini, vorrei invitare tutti a una ripartenza sociale coraggiosa e inclusiva. Lo chiede la storia luminosa ma ferita del Paese, lo supplicano soprattutto i giovani e i bambini. Io sono con voi e accompagno con la preghiera e con la vicinanza ogni sforzo per un avvenire pacifico, armonioso e prospero di questo grande Paese. Dio benedica l’intera nazione congolese!

    [00161-IT.02] [Testo originale: Italiano]

    […].

    [B0091-XX.02]


    [Fonte, dal Bollettino quotidiano del: 31.01.2023 della Sala Stampa della Santa Sede.
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    Citazioni bibliche:
    La Sacra Bibbia, Conferenza Episcopale Italiana, Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, 2008].
    «Ego sum resurrectio et vita.
    Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet»
    (Io. 11, 25).



  9. #59
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  10. #60
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