Ma poi, scusa, qual è il problema di ricevere la comunione sulla mano??
Quid quaeritis viventem cum mortuis? (Lc 24, 5)
Posto che concordo pienamente con Verbum, mi permetto di ricordare che ricevere l’Eucaristia almeno una volta all’anno (a Pasqua) è un precetto della Chiesa, la cui osservanza obbliga sotto peccato grave (questo, sì, è un peccato grave reale, non inventato come nell’atteggiamento di chi considera il peggior delitto ricevere la Comunione in mano). Siccome so che tu, Pivialista, sei caratterizzato da una sensibilità molto tridentina e tradizionalista, mi permetto di ricordare cosa afferma il Catechismo Romano al riguardo: «Per evitare che taluni diventino troppo negligenti e tardi a ricevere questo sacramento, con il pretesto che la preparazione al medesimo è troppo grave e difficile, i fedeli devono essere avvertiti che tutti sono obbligati a ricevere l’Eucaristia. Anzi la Chiesa ha stabilito che coloro i quali non si comunicheranno almeno una volta l’anno, a Pasqua, siano espulsi dalla Chiesa» (n. 231). Ed è un precetto non perché lo dice la legge, ma perché il Signore disse che non ha in sé la vita chi non mangia la Carne e beve il Sangue del Figlio dell’uomo (cfr. Gv 6, 53). L’uomo che non riceve mai l’Eucaristia priva sé stesso di tantissime grazie che Dio gli offre ed ha più probabilità di cedere alle tentazioni dell’antico avversario.
E, no, andare a cercare coloro che disobbediscono alle norme per potersi comunicare in bocca non è una soluzione corretta.
«O quanta rerum gáudia alvus pudíca cóntinet,
ex qua novéllum sæculum procédit et lux áurea!».
Per favore, non ricominciamo con tutta la polemica che era già stata fatta qualche pagina fa.
Pivialista, secondo me sbagliando per un senso di devozionismo errato, non ha detto che non ha fatto più la Comunione.
Ha detto che non l'ha fatta nella sua parrocchia.
Dato che, a quanto sembra, frequenta le celebrazioni in rito antico, l'avrà fatta con sua estrema gioia colà, nel modo tradizionale (tradizionale nel senso deteriore del termine).
Prendiamo nota e passiamo oltre che i problemi son ben altri e più seri.
Come ha giustamente sottolineato Ambrosiano, il mio messaggio è stato confuso e non è la prima volta che accade. Dire “Non mi comunico in parrocchia” non significa “Non mi comunico”. Ciò detto, il mio post non voleva essere sulla comunione in mano in generale, ma sugli sviluppi futuri delle indicazioni della CEI. Ho dato la mia previsione, indipendentemente da come la si possa pensare in merito.
Intanto la Diocesi di Bergamo, conformemente a quanto indicato dalla CEI, ha pubblicate le proprie norme su come regolarsi dopo la cessazione dello stato d’emergenza:
https://diocesibg.it/coronavirus-att...in-parrocchia/.
«O quanta rerum gáudia alvus pudíca cóntinet,
ex qua novéllum sæculum procédit et lux áurea!».
https://www.diocesi.brescia.it/aggio...rus-quaresima/
Anche la Diocesi di Brescia ha copiato paro paro le line guida della cei riguardo la Settimana Santa e alle celebrazioni in generale.
Trovo inutile il "non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali.." io non andavo a Messa neppure pre covid quando ero malata, ma magari il resto del mondo si dato che hanno sentito il bisogno di specificarlo.
Hanno sottolineato di esortare la partecipazione in presenza e di limitare le riprese e dirette delle celebrazioni.... eggià... dopo 2 anni a dire che tanto è uguale, che Dio è ovunque, che si può pregare anche a casa, che una Messa alla TV e una in presenza si equivalgono, che la Comunione spirituale è uguale all'altra mi sà che ci vorrà qualcosa di più di una sottolineatura su un foglio....
Chi vuol esser lieto sia, di doman non c'è certezza
Nella gloriosa arcidiocesi di Milano si perpetua purtroppo la costrizione della S. Eucarestia in mano. Un contributo, di critica, ma soprattutto di proposta: (https://www.ecclesiadei.it/comunione...lla-normalita/) cosa che mi fa molto arrabbiare è che le critiche presentate da chi è in linea col mio pensiero sono sempre propositive, con nuove proposte...ma tutte rigettate! Ma allora, dove cavolo si trovano la sinodalità, il processo decisionale che coinvolge i laici...?
Sulle Comunioni non mi pronuncio oltre. Credo che - come abbiamo detto più volte - la fine dello stato di emergenza non è la fine della pandemia: è solo il passaggio da una gestione emergenziale ad una gestione - finalmente - ordinaria di un virus che continua a circolare e che continua a rappresentare un pericolo per le (ancora tante) persone senza copertura vaccinale per scelta o perché costrette dalle condizioni di salute. Siccome quello che ci aspetta adesso è una fase transitoria, l'invito alla prudenza che la stessa CEI ha fatto nel dettare le sue linee guida deve essere la stella polare in tutte le scelte che si faranno nelle prossime settimane, da parte di tutti e in tutti i campi. Tutti abbiamo voglia di lasciarci definitivamente alle spalle questi due anni ma troppe fughe in avanti rischiano di farci tornare non al punto di partenza - perché a quello, grazie ai vaccini, alle opzioni di cura e alle conoscenze che abbiamo acquisito è improbabile che ci torneremo - ma a situazioni meno rosee di quelle che oggi possiamo prevedere per l'immediato futuro.
Sul resto dell'articolo mi permetto: "le acquasantiere le si deve continuare a tenere vuote, contro ogni evidenza scientifica"... quando mai?
Già da molto prima della pandemia, con sommo dispiacere, ma io avevo smesso di infilare la mano nelle acquasantiere, perché mi è capitato di guardarci dentro più di una volta per svuotarle e sostituire l'acqua, e se si lascia passare troppo tempo tra una pulizia e l'altra - soprattutto nei mesi estivi - in quell'acqua ci si trova la vita. E non in senso spirituale...
É esattamente il contrario: sostenere che un contenitore di acqua ferma nella quale centinaia di persone diverse infilano le mani non possa essere un veicolo di contagio - di questo o di qualsiasi altro patogeno - è contro ogni evidenza scientifica.