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Discussione: Strafalcioni dall'ambone (letture alternative della Sacra Scrittura)

  1. #61
    Moderatore e Cronista di CR L'avatar di Abbas S:Flaviae
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    Citazione Originariamente Scritto da Gregorius Paulus Visualizza Messaggio
    Nella mia parrocchia, stamattina, nella prima lettura ci è stato detto di essere indulgenti con il padre anche se perde il "sonno" ("Sii indulgente, anche se perde il sonno"). XD
    In queste sere, in cui i ragazzi fino a ora tarda provano già petardi e altre amenità scoppiettanti, svegliando tutto il vicinato, è un'ottima attualizzazione della Parola.
    vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo.

  2. #62
    Cronista di CR L'avatar di Laudato Si’
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    Citazione Originariamente Scritto da Abbas S:Flaviae Visualizza Messaggio
    Il problema "italiano" in realtà è che noi (dico noi ma in realtà io non lo faccio) leggiamo la z quasi sempre dolce anche quando è aspra. Quasi tutti infatti dicono "alzzare" e non "alzare" e così anche con il nome Acaz, ma se quella z la leggessimo più aspra, il nome alla latina non provocherebbe il fraintendimento di cui sopra.
    In realtà in Acaz la z va letta correttamente sonora (cioè dolce, [dz], come quella di zona), come ricorda il DOP. Il fraintendimento s’evita comunque in quanto nell’altra parola (ci siam capiti…) è in vece pronunziata sorda (aspra, [ts], come quella di zitto o di pizza).

    Citazione Originariamente Scritto da Abbas S:Flaviae Visualizza Messaggio
    Sinceramente non ho ancora ben capito le regole di come si legga la z, sebbene vi siano molte indicazioni sulle grammatiche e sui corsi di dizione.
    È difficile da capire, perché non vi sono regole che raggruppano tutt’i casi.

    In generale la z iniziale è aspra se la sillaba seguente inizia con una consonante sorda (c, f, p o t) e dolce se la medesima sillaba principia per z o per consonante sonora (b, d, g, l, m, n, r o v), ma non mancano eccezioni (per esempio in zaffiro è dolce, in zanna è aspra).

    All’interno di parola è in genere aspra se preceduta da l (come in sfilza) e dolce se seguìta da dittongo o iato di due vocali (come in zaino), ma anche qui vi son casi in cui non è così (in elzeviro è dolce; nel secondo caso, se la prima delle due vocali è i, è aspra, ma ad esempio – eccezione alla eccezione – in azienda torna ad essere dolce); è sempre aspra nei suffissi dei sostantivi (come speranza, grandezza, pagliuzza), nelle uscite in -ènza (sapienza, scienza) e nei verbi in -azzàre (scopiazzare); è, poi, generalmente dolce se è scritta scempia in mezzo a due vocali a lor volta non precedute né seguite da altre vocali (bizantino), ma vi sono molte eccezioni (ad esempio, è aspra in nazismo e in bazar, nei plurali dei sostantivi che al singolare l’hanno aspra e nelle coniugazioni verbali degl’infiniti uscenti in -ziàre); è in generale aspra se preceduta da n (dinnanzi) o r (terzo), ma è dolce in romanzo e derivati; è più spesso aspra se intervocalica e scritta doppia (pezzo), ma è dolce ad esempio in azzurro, mezzo ed in tutta la coniugazione dei verbi in -izzàre (organizzare).

    Queste son regole empiriche che risolvono alcuni casi, ma per molti altri non vi son norme ricavabili e l’unico modo per sincerarsi della pronunzia corretta è la consultazione del dizionario.

    Da notare una piccola curiosità (giusto per complicare le cose ): la parola razza ha la z aspra se significa ‘gruppo d’individui, stirpe’, ma dolce se significa ‘pesce’ o ‘raggio’.

    (Chiedo scusa per l’off-topic sulla dizione della z – anche se in realtà così off-topic forse non è, giacché troppo spesso si senton dagli amboni letture pittoresche e alternative di questa lettera!).

    Citazione Originariamente Scritto da Abbas S:Flaviae Visualizza Messaggio
    In queste sere, in cui i ragazzi fino a ora tarda provano già petardi e altre amenità scoppiettanti, svegliando tutto il vicinato, è un'ottima attualizzazione della Parola.
    Quanta ragione hai!
    Ultima modifica di Laudato Si’; 30-12-2022 alle 21:27
    «Ego sum resurrectio et vita.
    Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet»
    (Io. 11, 25).



  3. #63
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    Citazione Originariamente Scritto da Gregorius Paulus Visualizza Messaggio
    Nella mia parrocchia, stamattina, nella prima lettura ci è stato detto di essere indulgenti con il padre anche se perde il "sonno" ("Sii indulgente, anche se perde il sonno"). XD
    Da me il celebrante ha deciso che venisse letto come prima lettura il testo della lettera ai Colossesi proposto come seconda lettura quando la festa cade in domenica, così tutti abbiamo sentito San Paolo esortare alla magnaminità.
    «Ego sum resurrectio et vita.
    Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet».
    (Io. 11, 25)

  4. #64
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    Citazione Originariamente Scritto da Laudato Si’ Visualizza Messaggio
    In realtà in Acaz la z va letta correttamente sonora (cioè dolce, [dz], come quella di zona), come ricorda il DOP. Il fraintendimento s’evita comunque in quanto nell’altra parola (ci siam capiti…) è in vece pronunziata sorda (aspra, [ts], come quella di zitto o di pizza).


    È difficile da capire, perché non vi sono regole che raggruppano tutt’i casi.

    In generale la z iniziale è aspra se la sillaba seguente inizia con una consonante sorda (c, f, p o t) e dolce se la medesima sillaba principia per z o per consonante sonora (b, d, g, l, m, n, r o v), ma non mancano eccezioni (per esempio in zaffiro è dolce, in zanna è aspra).

    All’interno di parola è in genere aspra se preceduta da l (come in sfilza) e dolce se seguìta da dittongo o iato di due vocali (come in zaino), ma anche qui vi son casi in cui non è così (in elzeviro è dolce; nel secondo caso, se la prima delle due vocali è i, è aspra, ma ad esempio – eccezione alla eccezione – in azienda torna ad essere dolce); è sempre aspra nei suffissi dei sostantivi (come speranza, grandezza, pagliuzza), nelle uscite in -ènza (sapienza, scienza) e nei verbi in -azzàre (scopiazzare); è, poi, generalmente dolce se è scritta scempia in mezzo a due vocali a lor volta non precedute né seguite da altre vocali (bizantino), ma vi sono molte eccezioni (ad esempio, è aspra in nazismo e in bazar, nei plurali dei sostantivi che al singolare l’hanno aspra e nelle coniugazioni verbali degl’infiniti uscenti in -ziàre); è in generale aspra se preceduta da n (dinnanzi) o r (terzo), ma è dolce in romanzo e derivati; è più spesso aspra se intervocalica e scritta doppia (pezzo), ma è dolce ad esempio in azzurro, mezzo ed in tutta la coniugazione dei verbi in -izzàre (organizzare).

    Queste son regole empiriche che risolvono alcuni casi, ma per molti altri non vi son norme ricavabili e l’unico modo per sincerarsi della pronunzia corretta è la consultazione del dizionario.

    Da notare una piccola curiosità (giusto per complicare le cose ): la parola razza ha la z aspra se significa ‘gruppo d’individui, stirpe’, ma dolce se significa ‘pesce’ o ‘raggio’.

    (Chiedo scusa per l’off-topic sulla dizione della z – anche se in realtà così off-topic forse non è, giacché troppo spesso si senton dagli amboni letture pittoresche e alternative di questa lettera!).

    La verità è che non ci sono regole. La dizione è fortemente influenzata dal luogo geografico in cui ci si trova. La pronuncia che ti dà il dizionario medio della lingua italiana riflette il cosiddetto "fiorentino emendato" che è una varietà di italiano che non esiste nella realtà (usata di fatto solo dai doppiatori e dalle voci fuori campo) e che è pure lei in divenire (per esempio, la "z" in zucchero, zuppa, zio ecc. un tempo nei dizionari era annotata come sorda, adesso sempre più spesso sonora, riflettendo l'uso reale più comune). Una buona fonte da usare per capire come la pronuncia viene usata nella realtà, con un occhio di riguardo alle regioni italiane cosiddette "normative" (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, cioè dove l'italiano è "nato"), è il DiPI online (dipionline.it).

    Per quanto riguarda alzare, è un divario nord-sud. Il 100% del nord e quasi tutto il centro hanno la z sorda in alzare; gran parte del sud ce l'ha sonora.

    In inglese, la grafia e la pronuncia sono di fatto scollegate quindi il problema non si pone! In inglese i nomi biblici o li sai o li impari, ma non li improvvisi.
    Nos autem gloriari oportet in cruce DNIC, in quo est salus, vita et resurrectio nostra

  5. #65
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    Come quasi sempre accade quando, come oggi nel rito romano, il salmo responsoriale è tratto dal Salmo 94, ecco arrivare puntualmente Entrate: pròstrati, adoriamo, con l'aggettivo plurale che si tramuta magicamente in imperativo singolare.
    «Ego sum resurrectio et vita.
    Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet».
    (Io. 11, 25)

  6. #66
    Fedelissimo di CR L'avatar di Amatrixian
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    mia di parecchi anni fa "rigettare l'empietà e i desideri monTani"...
    "Che vuol ch'io faccia del suo latinorum?"

  7. #67
    CierRino di platino L'avatar di Pellegrina
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    Citazione Originariamente Scritto da Amatrixian Visualizza Messaggio
    mia di parecchi anni fa "rigettare l'empietà e i desideri monTani"...
    "Tutti al mareee...."
    Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla (Salmo 23)

  8. #68
    CierRino L'avatar di Verbum Domini
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    Dalla prima lettura di ieri:
    "Insultati, benediciamo..."

    Vi lascio immaginare cosa è uscito fuori
    Alla fine all'omelia il Parroco ha dovuto fare la battuta perchè la signora che ha letto, non si è accorta che era un pochino strano che San Paolo ci dicesse di autoinsultarci
    O Cristo, tu regnerai! O Croce, tu ci salverai!

  9. #69
    Gran CierRino di Platino e Diamanti L'avatar di sere85
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    Citazione Originariamente Scritto da Verbum Domini Visualizza Messaggio
    Dalla prima lettura di ieri:
    "Insultati, benediciamo..."

    Vi lascio immaginare cosa è uscito fuori
    Alla fine all'omelia il Parroco ha dovuto fare la battuta perchè la signora che ha letto, non si è accorta che era un pochino strano che San Paolo ci dicesse di autoinsultarci

    Anni fa un signore nel leggere era partito "dalla prima lettera di San Pietro ... no era Paolo (correzione detta in dialetto)"
    Durante predica il parroco aveva detto di doveva andare tranquillamente avanti che tanto non si sarebbe accorto nessuno dell'errore
    Chi vuol esser lieto sia, di doman non c'è certezza

  10. #70
    Cronista di CR L'avatar di Laudato Si’
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    Citazione Originariamente Scritto da sere85 Visualizza Messaggio
    Durante predica il parroco aveva detto di doveva andare tranquillamente avanti che tanto non si sarebbe accorto nessuno dell'errore
    Questa, pur troppo, non è una bella cosa, e non v’è tanto da scherzare .
    «Ego sum resurrectio et vita.
    Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet»
    (Io. 11, 25).



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