Recentemente ho riletto d'un fiato il Vangelo di San Giovanni, e quello che mi ha colpito come non mai, quale tratto generale, é il conflitto tra Farisei e Gesú, che fa da sfondo a tutta la narrazione. Non credo sia stato casuale porre l'accento su questo aspetto da parte degli evangelisti, ció che appare é che la chiusura mentale dei Farisei li ha condannati. I Farisei non volevano credere e si ostinavano a ripiegarsi al passato, ignorando una conversione che era l'evidenza dell'onnipotenza di Gesú.
Ora, se rapportiamo questo aspetto nelle nostre vite e nella nostra societá ci si apre una domanda: in che misra l'attaccamento alla tradizione, la coincidenza tra tradizione e veritá, ci chiude la mente? In che modo possiamo fuggire quella presunzione farisaica che ci chiude la mente alla conversione, ovvero all'ascolto di qualcosa di nuovo, che apparirebbe anche eretico? E fino a che punto questo si concilia con l'essenza stessa della fede che, in genere, spinge alla coincidenza tra tradizione e veritá?
Lancio questa riflessione qui anche se non so se sia il posto adatto...é un aspetto che ha implicazioni sociali, a partire dalla dimensione spirituale. Quindi non so ditemi un po' voi.