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Discussione: tradizione e veritá

  1. #1
    Nuovo iscritto
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    tradizione e veritá

    Recentemente ho riletto d'un fiato il Vangelo di San Giovanni, e quello che mi ha colpito come non mai, quale tratto generale, é il conflitto tra Farisei e Gesú, che fa da sfondo a tutta la narrazione. Non credo sia stato casuale porre l'accento su questo aspetto da parte degli evangelisti, ció che appare é che la chiusura mentale dei Farisei li ha condannati. I Farisei non volevano credere e si ostinavano a ripiegarsi al passato, ignorando una conversione che era l'evidenza dell'onnipotenza di Gesú.
    Ora, se rapportiamo questo aspetto nelle nostre vite e nella nostra societá ci si apre una domanda: in che misra l'attaccamento alla tradizione, la coincidenza tra tradizione e veritá, ci chiude la mente? In che modo possiamo fuggire quella presunzione farisaica che ci chiude la mente alla conversione, ovvero all'ascolto di qualcosa di nuovo, che apparirebbe anche eretico? E fino a che punto questo si concilia con l'essenza stessa della fede che, in genere, spinge alla coincidenza tra tradizione e veritá?

    Lancio questa riflessione qui anche se non so se sia il posto adatto...é un aspetto che ha implicazioni sociali, a partire dalla dimensione spirituale. Quindi non so ditemi un po' voi.

  2. #2
    Veterano di CR L'avatar di Abaz
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    Citazione Originariamente Scritto da Luff Visualizza Messaggio
    E fino a che punto questo si concilia con l'essenza stessa della fede che, in genere, spinge alla coincidenza tra tradizione e veritá?
    Non capisco questa frase.
    Non credo che la fede spinga alla coincidenza tra tradizione e verità, non lo credo affatto. La tradizione se è buona, cioè giustificata da un senso datole dalla verità, allora va tenuta ed è funzionale alla fede, altrimenti no.

    Se si intende tradizione in senso generale (e non tradizione cattolica), allora apro una parentesi storica: quando i primi cristiani (ma anche quelli di oggi), andavano a portare il Vangelo ai popoli, insegnavano loro la Vera Fede, ma di certo non la identificavano con le tradizioni di quei popoli, tradizioni che con tutta probabilità mantenevano aspetti pagani (sacrifici umani, etc...).

    Aperti al nuovo lo si deve essere, con criterio e buon gusto, a mio avviso, senza la minima fretta di "liberarsi" di ciò che è tradizionale, anzi!

  3. #3
    Iscritto L'avatar di bertilla
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    Caro Luff, secondo me bisogna partire da una constatazione: noi crediamo in una Persona, non in un libro o in una tradizione. Questa persona è il fulcro della salvezza definitiva, della rivelazione e redenzione di ogni uomo che voglia accettarla. "Io sono la Via, la Verità, la Vita". Quindi tutto ciò che serviva per la nostra salvezza è stato completamente compiuto con l'annuncio, la vita, la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo.
    E' tramite lo stesso Gesù che la Chiesa si fonda su Pietro, e tramite Lui abbiamo l'annuncio che lo Spirito scenderà sui suoi discepoli nella Pentecoste.
    Quindi abbiamo un fondamento in Cristo per la Chiesa (= tradizione), e per la Scrittura (di ispirazione divina).
    Questi due elementi, Tradizione/Scrittura, costituiscono un insieme vivo e vitale, un corpo mistico a cui ogni battezzato viene incorporato e che opera per la salvezza di tutti i suoi figli (tramite il culto e il magistero). Quindi parliamo di un insieme vivo, vitale, che contiene tutta la verità necessaria alla salvezza, e non attende dunque nessuna nuova rivelazione o svolta cognitiva, ma che può di epoca in epoca spiegare la verità che custodisce nei modi e nelle forme più adatte agli uomini di quel tempo. Il contrario, insomma di un vuoto formalismo farisaico. Una verità capace di parlare a ogni uomo di ogni tempo.
    Rimane, certamente, il rischio che alcuni di noi abbiano un atteggiamento formalista, diciamo più attaccato al dettaglio che allo spirito, ma credo che rimanga un problema marginale, in quanto è sufficiente rimanere ben ancorati al corpo centrale della Chiesa, e prima di tutto al suo capo visibile, il Papa, per non correre nessun rischio. Ce lo dice, ancora una volta, Gesù "Io sono con voi tutti i giorni".
    Dunque: 1. nulla di nuovo può essere detto relativamente alla salvezza;
    2. la Chiesa è lo strumento che ci viene dato per operare questa salvezza, e la misura dell'attaccamento alla Chiesa e al Papa è di solito la misura della nostra vicinanza a Cristo;
    3. la conversione a Cristo va fatta continuamente, non è un punto, ma un percorso, il lavoro di una vita, l'adesione a Cristo va fatta conformando a Lui la nostra ragione, la nostra volontà e il nostro sentire, in questo ci saranno momenti di maggior slancio, di consolazione, e momenti di maggiore aridità, ma anche in questi momenti dobbiamo ricordare che noi non crediamo a Cristo perché è piacevole, crediamo in Lui perché è vero.
    Non so se con questo ho risposto, almeno in parte, alla tua domanda.

  4. #4
    Bardamu
    visitatore
    Ad onore del vero, la contrapposizione si espresse con drammaticità e asprezza non solo nei confronti dei farisei, ma anche dei sadducei e degli scribi.

  5. #5
    Veterano di CR L'avatar di Abaz
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    Certo, perché nel Vangelo di Giovanni è presentata la regalità di Gesù: Gesù non cede, ed è saldo (non come negli altri Vangeli, dove si mostra per esempio la sofferenza fisica). Anche la fermezza delle risposte date a Pilato lo confermano.

  6. #6
    Bardamu
    visitatore
    Da un punto di vista teologico gli ebrei di oggi sono i farisei di ieri.

  7. #7
    Veterano di CR L'avatar di Abaz
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    Non tutti gli ebrei erano farisei...

  8. #8
    Bardamu
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    Il Talmud ha origine dal fariseismo. O sbaglio?

  9. #9
    Amedeo
    visitatore
    Posta così sembrerebbe che tradizione e verità non necessariamente siano adiacenti.
    Il fatto è che che la nostra Fede è basata sulla testimonianza storica degli Apostoli, è Apostolica. Conserva quindi, non sviluppa; custodisce, non agita.
    Questo è l'unico senso della Chiesa, paradossalmente "indebolita" (si fa per dire) proprio da questa Sua specificità della non arbitrarietà.
    E' molto più temporale, assolutista, preponderante una chiesa protestante, riformata, che consegna la Verità al dinamismo dei tempi, che la Chiesa Cattolica del Magistero, delle Congregazioni e del Dogma.
    Di fronte al fatto di Fede, la Chiesa Cattolica è meno "potente" di una chiesa riformata: l'una perpetua, l'altra recide.

  10. #10
    Fedelissimo di CR L'avatar di arcycapa
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    Citazione Originariamente Scritto da Luff Visualizza Messaggio
    in che misura l'attaccamento alla tradizione, la coincidenza tra tradizione e veritá, ci chiude la mente?
    Concordo con Bertilla. Per noi, Tradizione e Verita` significano la Persona di Gesu` stesso e come si rivela a noi. Per cui non possono chiuderci la mente. Certo, se quelle parole sono mal interpretate, allora si`...

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