«Ego sum resurrectio et vita.
Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet» (Io. 11, 25).
ALL’ABBAZIA DEL MONTE RITORNA L’ABATE
Avendo raggiunto ultimamente il numero di dodici monaci, l’antica e celebrata Abbazia Benedettina di Cesena ha ripristinato il diritto di eleggere nuovamente il proprio abate, dopo una assenza prolungatasi per quindici anni. La scelta, come da previsione, è caduta sul priore in carica DOM MAURO MACCARINELLI, CHE LO SCORSO 17 DICEMBRE È STATO ELETTO ABATE DALLA COMUNITÀ DI SANTA MARIA DEL MONTE.
IERI 10 FEBBRAIO IN MATTINATA NELLA SUGGESTIVA CHIESA ABBAZIALE SI È SVOLTA LA CERIMONIA SOLENNE DI BENEDIZIONE DELL’ABATE PER l’imposizione delle mani e la preghiera del vescovo della diocesi di Cesena-Sarsina MONS. DOUGLAS REGATTIERI. Tra i concelebranti anche il vescovo di Lodi Mons. Maurizio Malvestiti, il vescovo emerito di Makeni in Sierra Leone Mons. Giorgio Biguzzi e alcuni abati e monaci provenienti da diverse comunità benedettine.
Nella sua intensa omelia il vescovo Douglas non ha mancato di rivolgere il suo pensiero a chi soffre per le guerre, a partire da quella in Ucraina e alle vittime del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria.
Citando Sant’Agostino, il Vescovo ha rivolto a dom Maccarinelli l’augurio che il suo sia un «ufficium amoris», essendo, ha spiegato il vescovo, questo il senso dell’insegnamento che San Benedetto mise nella Regola indicando come l’abate avrebbe dovuto avere insieme «la severità del maestro e la tenerezza del padre».
Dom Mauro Maccarinelli è nato 53 anni fa a Melegnano, in provincia di Milano. Prima di giungere a Cesena soggiornava nel monastero di Praglia, dove ricopriva l’incarico di economo.
(Fonti: testo elaborato dallo scrivente, attingendo notizie dalla stampa locale)
Virtus ex Alto
Il Rev. Mons. Enrico Trevisi, Vescovo eletto di Trieste, riceverà l'Ordinazione episcopale sabato 25 marzo alle ore 15 nella Cattedrale di Cremona.
Consacrante principale sarà S.E. Mons. Antonio Napolioni, Vescovo di Cremona; co-consacranti S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi, Amministratore Apostolico di Trieste, e S.E. Mons. Dante Lafranconi, Vescovo emerito di Cremona.
Mons. Trevisi prenderà possesso canonico della Diocesi di Trieste domenica 23 aprile alle ore 16.
Fonte: sito ufficiale della Diocesi di Cremona.
«Ego sum resurrectio et vita.
Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet».
(Io. 11, 25)
Saluto di S.E.R. mons. Giovanni Tani all'Arcidiocesi
Domenica 26 febbraio alle ore 17,00 mons. Giovanni Tani saluterà la Comunità diocesana con la celebrazione eucaristica che si terrà nella Basilica-Cattedrale di Urbino.
Sono invitati a partecipare i sacerdoti, i religiosi, le religiose, le associazioni e i movimenti e tutto il popolo di Dio.
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Fonte: https://www.facebook.com/arcidiocesiurbino
Ultima modifica di Leon71; 21-02-2023 alle 10:55
Insediamento di S.E.R. mons. Sandro Salvucci
Venerdì 3 marzo
ore 20,45 presso il Santuario del Pelingo l'arcivescovo Sandro incontrerà tutti i giovani dell'Arcidiocesi.
Sabato 4 marzo
ore 16,30 presso piazza Elisabetta Gonzaga raduno dei fedeli per terminare il pellegrinaggio dell'Arcivescovo presso il Santuario del Sacro Cuore di Gesù in Ca' Staccolo.
Ore 17,00 preghiera di mons. Sandro Salvucci presso il Santuario.
Domenica 5 marzo
ore 15,30 raduno delle autorità e dei fedeli presso Borgo Mercatale di Urbino per l'ingresso da Porta Valbona e corteo sino al Palazzo Ducale.
Ore 16,00 presso il Palazzo Ducale, saluto delle autorità civili e militari.
Ore 17,00 Solenne Pontificale per l'Inizio del Ministero Pastorale nell'Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado.
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Fonte: https://www.facebook.com/arcidiocesiurbino
18 FEBBRAIO 2023
L’ordinazione episcopale di mons. Stefano Rega «occasione per celebrare la bellezza della vita nella Chiesa»
di Umberto Tarsitano
La Chiesa Cattedrale di Aversa oggi pomeriggio, 18 febbraio 2023, alle 16,30 ha accolto la celebrazione eucaristica per Ordinazione Episcopale di Monsignor Stefano Rega, vescovo eletto di San Marco Argentano – Scalea. La liturgia, in un Duomo gremito di fedeli, ha visto la partecipazione di quaranta Vescovi, Presbiteri, Diaconi, Seminaristi, religiosi e religiose. Mons. Angelo Spinillo è stato il vescovo consacrante principale insieme a mons. Mario Milano, vescovo emerito di Aversa e mons. Leonardo Bonanno, Amministratore Apostolico di San Marco Argentano – Scalea. Nella sua omelia, monsignor Spinillo ha sottolineato che la celebrazione non era solo un tributo di affetto a Monsignor Rega, ma un’opportunità per celebrare insieme la bellezza e la gioia di essere nella Chiesa, chiamati a vivere per la Chiesa e a camminare con essa nella storia del mondo. Ha ricordato le parole di Papa Francesco in Evangelii gaudium, in cui il Papa parla dell’immenso amore per l’umanità ispirato dal Dio fatto uomo e offerto dalla Chiesa, e ha invitato tutti i presenti ad approfondire l’esperienza di appartenere al popolo di Dio. Monsignor Spinillo ha anche condiviso un’esperienza personale durante l’ultima “Visita ad limina” dei Vescovi della Campania con Papa Benedetto XVI, dieci giorni prima delle sue dimissioni. Il Papa, recitando a memoria il passo della Lumen gentium, ha ricordato che la Chiesa è un popolo messianico che ha per capo Cristo e il cui fine è il Regno di Dio.
Durante la solenne e commovente Ordinazione episcopale mons. Angelo Spinillo ha ricordato a Monsignor Rega che il suo compito sarà di essere un Pastore per il Popolo di Dio, seguendo l’esempio di Cristo e guidando le persone sulla strada della santità.
La celebrazione dell’ordinazione episcopale di Monsignor Stefano Rega è stata occasione per celebrare la bellezza della vita nella Chiesa, la gioia di appartenere al popolo di Dio e la chiamata a vivere per la Chiesa e a camminare con essa nella storia del mondo.
(Fonte, dal sito della Diocesi di San Marco Argentano-Scalea).
«Ego sum resurrectio et vita.
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18 FEBBRAIO 2023
Nuovo Pastore per la Chiesa di San Marco Argentano – Scalea: ringraziamenti e commozione alla cerimonia di ordinazione
di Umberto Tarsitano
E’ stata una cerimonia toccante e commovente: l’ordinazione episcopale di un nuovo vescovo per la Chiesa di San Marco Argentano – Scalea ha visto il nuovo Vescovo di San Marco Argentano – Scalea mons. Stefano Rega, esprimere stupore e gratitudine per il dono ricevuto e per le tante persone che lo hanno accompagnato in questo importante passo.
Il mons. Rega ha espresso il suo ringraziamento per la chiamata di Dio ma ha anche espresso gratitudine per il dono della vita e della vocazione sacerdotale, e per la Chiesa in tutte le sue dimensioni e la sua bellezza.
Il nuovo Vescovo ha ringraziato Papa Francesco per la fiducia che ha riposto in lui, mandandolo come vescovo nella Chiesa di San Marco Argentano – Scalea. Ha anche ringraziato il suo caro Vescovo, “Padre e fratello Angelo”, che mediante l’imposizione delle mani e la preghiera lo ha unito al collegio apostolico, insieme a tutti i vescovi della Campania, della Calabria e delle altre regioni.
Non sono mancati i ringraziamenti ai confratelli di “questa cara Chiesa di Aversa”, con i religiosi, le religiose, i consacrati, i seminaristi e i fedeli tutti, con cui il nuovo Vescovo ha condiviso la fede e la vocazione. Ha inoltre espresso la sua gratitudine al Seminario Vescovile di Aversa, con il Cdv (Centro diocesano vocazioni) e il Serra club, dove ha vissuto l’esperienza della fraternità sacerdotale e accolto e accompagnato tante storie di vocazioni.
Mons. Stefano Rega ha salutato e ringraziato commosso la sua famiglia di origine, i suoi genitori e tutti i suoi familiari. Ha ricordato l’importanza dell’educazione cristiana ricevuta in famiglia, che è stata e resta per lui un punto di riferimento costante.
Il vescovo ha infine salutato la sua nuova sposa, la Chiesa di San Marco Argentano – Scalea, con il Vescovo Leonardo Bonanno che l’ha servita con generosità e passione, e tutti i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi, i religiosi, le religiose e i fedeli della sua nuova diocesi. Presto, ha promesso il nuovo vescovo, avrà modo di accogliere la ricchezza di questa Chiesa e di continuare a servire la comunità con la stessa passione e dedizione che lo hanno accompagnato fino a questo importante passo.
(Fonte, dal sito della Diocesi di San Marco Argentano-Scalea).
«Ego sum resurrectio et vita.
Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet» (Io. 11, 25).
"Testimoni della gioia di Cristo"
L’ingresso del Vescovo Giovanni in diocesi
L'omelia del Vescovo Giovanni e i saluti del Vescovo Andrea e del Card. Giuseppe Betori
“Che non ci separiamo mai da Gesù, per essere testimoni della sua gioia”. Questo l’invito del vescovo Giovanni Paccosi rivolto oggi alla diocesi di San Miniato, nel giorno che ha segnato l’inizio del suo ministero episcopale.
» Omelia per l’inizio del Ministero Episcopale
» Il saluto del Vescovo Andrea al Vescovo Giovanni
Il saluto del card. Giuseppe Betori
Caro vescovo Giovanni,
come Metropolita fiorentino e come Presidente della Conferenza Episcopale Toscana sono qui ad accompagnare il tuo ingresso nella diocesi di San Miniato, nel segno della comunione tra le Chiese toscane e del legame fraterno tra i loro Pastori.
Ho avuto il dono di averti conosciuto come operoso sacerdote del clero fiorentino e di averti accompagnato nei servizi pastorali che ti sono stati affidati in Perù e poi a Firenze negli ultimi quindici anni, ammirando la tua preparazione dottrinale, la tua generosa dedizione, la tua capacità di stabilire relazioni e costruire comunità. In particolare, caro don Giovanni, ho apprezzato il tuo spenderti con passione e impegno per la formazione delle nuove generazioni. Il compito educativo è particolarmente urgente in questo nostro tempo, un compito a cui tutti siamo chiamati per trasmettere valori e modelli di vita buona che contrastino ogni forma di violenza, fisica o verbale. Solo l’impegno educativo può far crescere nel rispetto dell’altro come persona e nella convivenza sociale in vista del bene comune.
Negli anni più recenti ho potuto averti accanto come Vicario episcopale, collaboratore prezioso e caro amico. Sono lieto oggi di averti introdotto nell’assumere la guida pastorale del popolo di Dio che è in San Miniato, affidato a te da papa Francesco. Sono certo che lo servirai con la stessa dedizione e intelligenza.
“Venite et videte” sono le parole che hai scelto come motto del tuo episcopato, a significate lo spirito con cui ti accingi a vivere il tuo impegno di vescovo: fare dell’incontro con il Signore lo scopo di ogni indicazione pastorale che offrirai alla tua gente. A questo fine introdurrai il tuo popolo ai luoghi che il Signore ci ha donato come sua presenza tra noi: la parola di Dio, la vita sacramentale, l’esperienza della comunione, il volto dei fratelli e delle sorelle, specialmente dei più poveri. Questo è la Chiesa: fraternità offerta al mondo, segno di Cristo nella storia. Possa il tuo ministero nutrirsi ogni giorno dell’incontro con Cristo e possa quindi offrirsi a tutti come spazio di incontro con lui.
L’augurio e l’invocazione finale è che tu possa sperimentare quanto viene suggerito nelle intercessioni della Liturgia delle Ore:
«Padre santo, che ci hai dato il tuo Figlio, come pastore e guida delle nostre anime, assisti i pastori e le comunità che hai loro affidate, perché non manchi al gregge la sollecitudine del pastore e al pastore la docilità del suo gregge».
Questo invoco per te e per il popolo di San Miniato.
Articolo di Riccardo Bigi, Toscana Oggi
Una giornata di freddo e pioggia non ha spento il calore dei sanminiatesi, che hanno gremito la cattedrale per accogliere il nuovo pastore. “Il cammino che iniziamo insieme – ha detto monsignor Paccosi nell’omelia – parte dalla battaglia per essere veri, cioè per scoprirci piccoli e peccatori, ma oggetto di un amore così grande che possiamo ora e potremo sempre rimetterci in gioco, per costruire con Cristo un inizio di vita nuova, luoghi ecclesiali e sociali dove sia possibile sperimentare che la vittoria sul male e sulla morte accade qui e ora, e lo vogliamo gridare al mondo con la testimonianza della nostra letizia, per collaborare alla speranza di ogni persona, cominciando da chi soffre di più, unito più di tutti al dono che Cristo fa di se sulla croce”.
Un’omelia che ha visto molte citazioni di don Divo Barsotti, il mistico originario della diocesi di San Miniato e fondatore, sulle colline fiorentine, della Comunità, dei Figli di Dio, una figura al quale monsignor Paccosi era molto legato: proprio don Barsotti, ha rivelato, gli aveva profetizzato anni fa che sarebbe divenuto vescovo.
Nella prima domenica di Quaresima, Paccosi ha parlato di conversione: “Camminiamo con Gesù verso la settimana santa, ma camminiamo verso la grande gioia della resurrezione. Mi rivolgo a voi giovani: siete disposti a questa conversione non dei comportamenti, ma della concezione di sé e della vita? Mi rivolgo a voi che avete autorità nella Chiesa e nella società: siete disposti a spendervi nel servizio degli altri, vera affermazione di sé? Mi rivolgo a voi anziani: siete grati per quello che avete ricevuto e disposti a offrirvi ancora nella preghiera, nella collaborazione con i più giovani?”. In questa prima giornata in diocesi, ha aggiunto, “Ho visto tanti germogli di vita nuova che il Signore fa sorgere”.
ll’inizio della Messa, monsignor Paccosi era stato accolto in cattedrale dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze. A consegnargli simbolicamente il pastorale, il predecessore, Andrea Migliavacca, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, che lo ha salutato presentando il territorio sociale ed ecclesiale di San Miniato, una terra “in cui troverai tanti segni di Vangelo”.
La giornata si era aperta con la visita a Casa Verde, struttura della Fondazione Stella Maris, e poi alla comunità Nuovi Orizzonti. Quindi l’incontro con i giovani e il saluto delle autorità, con gli interventi di benvenuto del sindaco Simone Giglioli e del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
«Ego sum resurrectio et vita.
Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet» (Io. 11, 25).
«Ego sum resurrectio et vita.
Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet» (Io. 11, 25).