Lo Staff del Forum dichiara la propria fedeltà al Magistero. Se, per qualche svista o disattenzione, dovessimo incorrere in qualche errore o inesattezza, accettiamo fin da ora, con filiale ubbidienza, quanto la Santa Chiesa giudica e insegna. Le affermazioni dei singoli forumisti non rappresentano in alcun modo la posizione del forum, e quindi dello Staff, che ospita tutti gli interventi non esplicitamente contrari al Regolamento di CR (dalla Magna Charta). O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te.
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Discussione: Cronaca della Diocesi di Carpi - Anno 2023

  1. #11
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    News diocesane - Sinodalità è partecipazione (?)

    Una interessante proposta del Laboratorio Teologico "San Bernardino Realino"

    ESERCITAZIONI “DI LABORATORIO” PER ANDARE VERSO COMUNITÀ CRISTIANE PARTECIPATE

    Serie di incontri dal 13 gennaio al 3 marzo 2023 presso Parrocchia San Giuseppe Artigiano (Via Remesina Interna 58, Carpi) dalle 20,45 alle 22,30 (solo in presenza)

    SINODALITÀ È PARTECIPAZIONE (?)

    VENERDÌ 13 GENNAIO 2023: VALORIZZARE LA CREATIVITÀ DI TUTTI
    VENERDÌ 3 FEBBRAIO 2023: IMMAGINARNE GLI SVILUPPI
    VENERDÌ 3 MARZO 2023: DIVENTARE CONCRETI

    Per informazioni e iscrizioni:
    ltrealino@gmail.com

    Come in tutte le cose della vita la buona volontà non basta, ci vuole intelligenza, applicazione e forse arte.
    Questo laboratorio si rivolge a tutti coloro che credono sinceramente che il futuro delle nostre comunità sia legato a quello che chiamiamo sinodalità.
    In queste tre serate proveremo ad esercitarci a immaginare e progettare insieme passi innovativi per le nostre comunità; ci proveremo in pratica per imparare ad ascoltarci e a scegliere il meglio, per individuare e disinnescare la tentazione di lavorare da soli, per riportare nelle nostre parrocchie una competenza e una passione da spendere per il futuro.
    Nelle tre serate don Carlo Bellini, Alberto Ganzerli e Sergio Ricchetti saranno i facilitatori di questo percorso che, attraverso
    il metodo della Open Space Technology, introdurrà alla progettazione partecipata e al confronto creativo.
    Si lavorerà per lo più in piccoli gruppi, a partire da materiale che sarà messo a disposizione sia al momento dell’iscrizione che durante i tre incontri.
    _______________________
    - Dal sito diocesano, con adattamenti
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  2. #12
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    In ricordo del generoso sacerdote, martire della fede

    76° DEL MARTIRIO DI DON FRANCESCO VENTURELLI

    DOMENICA 15 GENNAIO, ALLE 18.00, IN CATTEDRALE A CARPI, IL VESCOVO ERIO CASTELLUCCI PRESIEDERÀ LA SANTA MESSA IN MEMORIA DEL 76° ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO DI DON FRANCESCO VENTURELLI, PARROCO DI FOSSOLI.

    SEMPRE DOMENICA 15 GENNAIO, SONO PREVISTE LE SEGUENTI MESSE PER DON VENTURELLI: ALLE 9.45, IN PARROCCHIA A FOSSOLI; ALLE 10.30, NEL DUOMO DI MIRANDOLA.

    Francesco Venturelli nacque il 31 marzo 1887 a Ganaceto di Modena. Da ragazzo lasciò i genitori, il fratello e le quattro sorelle per entrare nel seminario modenese e poi in quello carpigiano. Fu ordinato prete il 20 settembre 1913 a Carpi. Dopo due settimane, fu inviato come cappellano di Santa Maria Maggiore a Mirandola, allora retta, fino al 1927, da monsignor Roberto Maletti. Qui volle sperimentare il nuovo metodo scout, che attuò con accuratezza, comparandolo con quello più tradizionale di Azione Cattolica. Nel 1935 divenne parroco a Fossoli. L’attività per la quale è più noto don Venturelli nella frazione di Carpi è l’assistenza pressoché quotidiana prestata al Campo di Fossoli dal luglio 1942 fino alla morte. Era consapevole di essere in pericolo. Dal novembre 1945 lo ripeteva espressamente e dava disposizioni per la sua sepoltura. La sera del 15 gennaio 1946, uno sconosciuto bussò alla canonica. Chiamava il prete per un ferito steso sulla strada statale. La sorella cercò di dissuaderlo dall’andare, ma don Francesco, senza rispondere, prese il necessario e andò subito. C’era la neve. Dopo pochi passi nello stradello che portava alla pubblica via, un colpo di pistola, sparato da mano ancora oggi ignota, lo colpì a bruciapelo alla testa uccidendolo.
    Don Francesco Venturelli è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile da parte del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il 25 aprile 2006 con questa motivazione: “Sacerdote di elevate qualità umane e civili, nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, si prodigò con eroico coraggio e preclara virtù civica in favore dei cittadini ebrei, dei prigionieri politici e degli internati civili nel Campo di Fossoli, procurando loro medicine, cibo e capi di vestiario. Dopo la Liberazione continuava la sua opera di assistenza in aiuto di appartenenti alla Repubblica di Salò e all’esercito tedesco sbandati, fino alla barbara uccisione da parte di uno sconosciuto. Fulgido esempio di coerenza, di senso di abnegazione e di rigore morale fondato sui più alti valori cristiani e di solidarietà umana”.
    __________________
    (Dal sito della Diocesi)
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  3. #13
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    La testimonianza di Don Zeno

    FRATERNITÀ: NON C’È ALTRA VIA

    IL PASSARE DEL TEMPO FA EMERGERE VIEPPIÙ IL VALORE PROFETICO ED EROICO DELL'APOSTOLATO DI DON ZENO, GLORIA DELLA NOSTRA DIOCESI.

    Il 15 gennaio il presidente della CEI cardinale Matteo Zuppi sarà a Nomadelfia per la celebrazione dell’anniversario della nascita al cielo di don Zeno Saltini
    CHIESA

    <<Sarà il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana a presiedere, domenica 15 gennaio, a Nomadelfia, la celebrazione eucaristica nell’anniversario, il 42°, della morte di don Zeno Saltini, il sacerdote carpigiano fondatore della comunità che da Fossoli fu costretta a trasfersi in Maremma all’inizio degli anni ’50.
    Dopo l’intenso programma che lo scorso anno, a partire dal mese di giugno, ha coinvolto il territorio della provincia di Modena e le chiese di Carpi e Modena-Nonantola nella riscoperta di “Nomadelfia, profezia di giustizia e fraternità” in una sorta di rinnovato gemellaggio, la presenza e la vicinanza del Presidente dei Vescovi italiani assume un valore del tutto speciale.
    Come ha scritto don Ferdinando, attuale successore di don Zeno, sull’ultimo numero della rivista della comunità “Nomadelfia è una proposta” diffusa in miglia di copie e in gran parte dedicata agli eventi modenesi, “un grande arcobaleno, simbolo di pace, ha congiunto idealmente Nomadelfia con la chiesa che si trova nei territori di Modena, Nonantola e Carpi. Anche l’ex campo di concentramento di Fossoli, rappresentato dalla relativa Fondazione, si è unito. Nomadelfia ha contribuito all’organizzazione di una serie di iniziative culturali. È avvenuto così, senza far rumore, nella cornice di un autunno per lo più soleggiato e tranquillo, il riavvicinamento (la scoperta?) di Nomadelfia, nata nel territorio carpigiano e che è dovuta emigrare tra la macchia mediterranea della maremma grossetana. Anche in questo caso le emigrazioni forzate a causa di eventi negativi lasciano uno strascico di ambiguità. Nei confronti di don Zeno, prete di Carpi molto discusso, fondatore di Nomadelfia c’era bisogno di una specie di riscatto. È avvenuto senza forzature da parte di nessuno. Semplicemente perché i tempi erano ormai maturi… Le generazioni si susseguono, si oppongono e tornano a somigliarsi. Basta saper aspettare. A volte la durata di una vita non è sufficiente per vedere il ritorno”.
    Possiamo pensare che la vicinanza della Chiesa Italiana a Nomadelfia rappresentata dal Presidente Zuppi sia anche frutto dell’impegno delle nostre chiese particolari che, incoraggiate dal vescovo Erio, hanno riportato all’attenzione la testimonianza profetica di un prete della nostra terra che ora si prolunga nella vita di una comunità che continua ad essere segno di contraddizione perché fondata sulla legge della fraternità che scaturisce direttamente dal Vangelo.
    Per avvalorare questa considerazione basta andare a rileggere le omelie di monsignor Castellucci, quella dell’anniversario della seconda prima messa (il 23 gennaio 2022, la prima volta che veniva ricordata a Carpi questa ricorrenza), e quella della celebrazione conclusiva del progetto nell’Abbazia di Nonantola (il 15 ottobre 2022) ma anche gli interventi del Vescovo nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto nella sede della Provincia di Modena e durante l’inaugurazione delle mostre fotografiche al Campo di Fossoli.
    Testi illuminanti per cogliere l’attualità di una profezia che lungi dall’essersi estinta continua a trovare nuova linfa nella realtà di Nomadelfia oggi. “Nonostante questo – ha affermato Castellucci riferendosi alle difficoltà e alle prove che ha dovuto affrontare don Zeno - è nata Nomadelfia, un’esperienza così grande: davvero la preghiera e la tenacia unite assieme compiono miracoli. Oggi ringraziamo il Signore in modo particolare per Nomadelfia, per la figura e l’opera di don Zeno… Dobbiamo ringraziare il Signore perché ci dà forza, alzando le braccia, con costanza, pregandolo, lui incute forza, lui fa cose grandi anche là dove noi abbiamo orizzonti bassi. Grazie a don Zeno, grazie a tutti voi per questo miracolo vivente”. >>
    -------------------------------------------------------------------------------
    Articolo di Luigi Mamma in "Notizie 15.01.2022 (con integrazione)
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  4. #14
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    Intervista al Vescovo Erio

    "TIRARE FUORI LE RISORSE BUONE"

    NELL’INTERVISTA AL VESCOVO ERIO CASTELLUCCI GLI AUGURI PER IL NUOVO ANNO, IL RICORDO DI BENEDETTO XVI E I DUE ANNI COME VESCOVO DI CARPI


    (Cattedrale di Carpi, foto di Carpense)

    Domenica 1° gennaio, 56ª Giornata mondiale della pace, il vescovo Erio Castellucci ha presieduto la Santa Messa in Cattedrale a Carpi. Durante la liturgia, si è ricordata inoltre la ricorrenza del secondo anniversario dell’inizio del ministero episcopale di monsignor Castellucci alla guida della Diocesi di Carpi.

    Don Erio, si è chiuso il 2022 e ci apprestiamo ad iniziare il nuovo anno. Quale il suo messaggio?
    Il mio è un messaggio di speranza, perché noi cristiani viviamo di speranza. Una speranza fondata non sulle nostre qualità o forze, che sono sempre scarse, ma sulla grazia del Signore. Credo però che tutti gli uomini e le donne ben intenzionati vivano di speranza, quindi non abbattiamoci. Ci sarebbero tanti motivi per abbattersi, e potremmo fare un elenco infinito di mali. Ma dobbiamo guardare sempre le risorse buone, e l’anno che inizia è come quando nasce un bambino: comincia qualcosa di nuovo, si riaccendono le speranze, bisogna tirare fuori le risorse più belle che ci sono dentro di noi.

    Da pochi giorni è venuto a mancare Papa Benedetto XVI: qual è il suo cordoglio e il suo messaggio nei confronti di un Pontefice che verrà ricordato sicuramente da tutti?
    E’ stato un pontefice innovatore, nonostante la fama di conservatore, non perché abbia rivoluzionato la dottrina ma perché ha saputo esporla in modo approfondito, comprensibile e intelligente. E’ stato innovatore per il suo stile di grande mitezza, ma anche di salda fermezza. E’ stato innovatore anche per alcuni gesti che ha compiuto: si pensi ad esempio con il mondo musulmano, col quale ha fatto avanzare il dialogo. Tutti ricordiamo l’“incidente” di Ratisbona (ovvero nella lectio magistralis, tenuta il 12 settembre 2006 all’Università di Ratisbona, la citazione di una frase dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo che suscitò pesanti reazioni nel mondo islamico, ndr): in realtà dopo quell’incomprensione, dopo quella conferenza che creò tanti equivoci, malgrado naturalmente le intenzioni di Papa Benedetto, è iniziato un dialogo. Infine, Papa Benedetto XVI è stato innovatore anche per la sua decisione della rinuncia dieci anni fa, perché con quella scelta ha desacralizzato la figura del Papa, ha fatto vedere che non c’è un’identificazione tra la persona del pontefice e il suo ruolo, ma che è un vero servizio.

    Da due anni è alla guida della chiesa di Carpi: che bilancio si sente di tracciare?
    Il bilancio, forse, dovrebbero farlo gli abitanti di Carpi. Io posso dire che sono molto contento della vitalità della Diocesi di Carpi, che non c’è stata la “temuta” annessione a Modena ma che si collabora sempre più strettamente. Perché questa è la sostanza: non tanto la struttura ma la collaborazione reale, e ci sono tante belle forze a Carpi, c’è una Chiesa viva. Quindi sono molto contento.

    FONTE: "Notizie", Edition 15/1/2023Powered by TECNAVIA
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  5. #15
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    Ad undici anni dal rovinoso terremoto

    Comunicato stampa diocesano n. 3

    AGGIORNAMENTI DA PARTE DELL’UFFICIO PATRIMONIO IMMOBILIARE DELLA DIOCESI DI CARPI SULLA RICOSTRUZIONE POST SISMA DEI BENI DIOCESANI

    CANTIERI IN CORSO E PROSSIMI AL VIA

    L’architetto Sandra Losi, direttrice dell’Ufficio Diocesano Patrimonio Immobiliare, ha comunicato alla recente seduta del Collegio dei Consultori
    alcuni aggiornamenti riguardanti la ricostruzione post-sisma del patrimonio nella Diocesi di Carpi.
    Si tratta di ulteriori tasselli che si aggiungono a quelli che già ompongono la “mappa della ricostruzione” dei beni immobili stilata dallo stesso Ufficio Patrimonio Immobiliare.

    RICOSTRUZIONE PROGRAMMA/PIANO OPERE PUBBLICHE

    Nell’ambito del Programma delle Opere Pubbliche della Regione Emilia Romagna-Agenzia Ricostruzione-per la ricostruzione post-sisma del patrimonio diocesano, in cui la Diocesi di Carpi ha il ruolo di soggetto attuatore, e si avvale per ciascuna istanza di un Responsabile Unico del Procedimento, sono in corso alcuni importanti passi finalizzati a concludere i cantieri in corso e all’apertura di nuovi cantieri.

    È in corso il cantiere per opere di riparazione post-sisma dell’Oratorio di San Gaetano - Novi (RUP arch. Mauro Pifferi);

    ed è in completamento il cantiere della canonica di Mortizzuolo - Mirandola (RUP arch. Isabella Colarusso).

    Sono prossimi all’apertura, prevista fra marzo e aprile 2023, tre cantieri:

    • Chiesa di Fossa - Concordia (RUP arch. Mauro Pifferi);

    • Campanile della chiesa di San Paolo - Concordia (RUP arch. Mauro Pifferi);

    • Chiesa di San Martino Spino - Mirandola (RUP arch. Isabella Colarusso).

    Espletate le presentazioni dei titoli edilizi abilitativi alla realizzazione delle opere e la stipula dei contratti con le imprese aggiudicatarie, i cantieri partiranno tra la metà di marzo e la metà di aprile (ovviamente, salvo problemi e/o anomale);

    La durata dei cantieri del Campanile della chiesa di San Paolo a Concordia e della Chiesa di San Martino Spino si aggira indicativamente fra i 9 e i 12 mesi
    ciascuno, con riapertura prevista nel 2024. Più lunghi i tempi per la chiesa di Fossa, indicativamente non inferiori ai 24 mesi, con riapertura nel 2025.

    RICOSTRUZIONE PRIVATA MUDE

    Nell’ambito della ricostruzione privata MUDE, che vede come soggetto attuatore le Parrocchie e fa riferimento agli Uffici Ricostruzione dei rispettivi Comuni, sono prossimi all’avvio i cantieri dei lavori di riparazione post-sisma dei seguenti immobili:

    • Ex asilo di via Luosi, Parrocchia di Santa Maria Maggiore - Comune di Mirandola;

    • Canonica di Limidi, Parrocchia di Limidi - Comune di Soliera; oltre al contributo MUDE l’intervento ha ottenuto anche un contributo della CEI;

    • Canonica di Cortile, Parrocchia di Cortile - Comune di Carpi.
    ________________________________
    (IN SINTESI DAL SITO DELLA DIOCESI)
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  6. #16
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    L'omaggio del Cardinale Zuppi a Don Zeno

    Il Presidente della C.E.I., con un atto di grande valore simbolico, si è recato a pregare sulla tomba di Don Zeno Saltini, profetica, intrepida e generosa figura del clero di Carpi nel secolo scorso.

    LA CHIESA SIA UNA GRANDE NOMADELFIA

    Il cardinale Zuppi, presidente della CEI, si è recato nella “città dove la fraternità è legge” per celebrare l’anniversario della morte del fondatore. Con parole chiare ne ha riconosciuto la visione profetica e ciò che questa opera di fede rappresenta per la chiesa italiana.

    “Sono venuto per chiedere alcune cose a don Zeno, per me e per la Chiesa che è in Italia”. Con la consueta affabilità il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, ha incontrato domenica 15 gennaio il popolo di Nomadelfia, accogliendo l’invito a presiedere la concelebrazione eucaristica nel 42° anniversario della nascita al cielo del fondatore don Zeno Saltini. Una bella giornata di sole ha fatto da cornice ad un evento molto atteso dai nomadelfi sempre attenti all’accoglienza degli ospiti, una trentina di cresimandi di una parrocchia fiorentina, e con le imminenti partenze dei giovani per gli esercizi spirituali all’Abetone da organizzare. Il presidente Giancarlo, la vicepresidente Monica insieme al successore di don Zeno, don Ferdinando, hanno accolto il Cardinale accompagnandolo per una breve colazione nel gruppo familiare Betlem dove ha ascoltato con interesse i racconti dei primi mesi di presenza in Tanzania.
    Alle 11 nell’accogliente sala convegni intitolata a don Zeno è iniziata la Messa che è stata l’occasione per il cardinale Zuppi, nell’introduzione e nell’omelia, di mettere a fuoco alcuni aspetti molto attuali della testimonianza di don Zeno e di Nomadelfia. “Siamo qui per ringraziare del dono che è stato don Zeno – ha esordito il Cardinale rispondendo al saluto di don Ferdinando – in questo legame tra terra e cielo ricordiamo il transito di don Zeno al cielo, ma c’è anche il transito al contrario cioè che Egli continua ad aiutarci, ad illuminarci. Poi siamo tutti piccoli, nella tempesta, nel buio la luce si vede ancora di più. Una luce piccola ma quando c’è tanto buio quella luce consola, orienta e credo che Nomadelfia sia questa luce non soltanto per i nomadelfi: per tanti continuate ad essere un esempio importante nel tanto buio, nel contrario della fraternità, nella divisione che produce l’odio e quindi un una città della fraternità risplende ancora di più”. Sul colle più alto di Nomadelfia svetta una grande croce luminosa che si scorge in lontananza ed è l’immagine più emblematica della prospettiva indicata dal Presidente della CEI, che ha proseguito nell’omelia la sua riflessione attingendo alle parole di don Zeno e all’esperienza concreta di Nomadelfia per offrire alcune sane provocazioni ai singoli credenti e anche alla Chiesa.
    “Don Zeno come Giovanni Battista in tanti modi nel deserto della mediocrità e di tanti formalismi vuoti, ha indicato presente Gesù, mostrando l’agnello di Dio nell’eucaristia e nella vita ordinaria, e continua anche il suo ricordo a farci vedere la presenza di Gesù nella nostra vita di tutti i giorni, dove sembra non ci sia niente ci fa vedere la presenza dell’agnello di Dio, da riconoscere nei suoi e nei nostri fratelli più piccoli, nei tanti segni del suo amore nascosti nella vita ordinaria se sappiamo riconoscere non è mai insulsa ma è sempre piena della presenza di Gesù”. Tanto più resta fedele a questa dimensione spirituale di una vita piena della presenza di Gesù tanto più emerge la consapevolezza dell’importanza di Nomadelfia, “perché in piccolo volete essere un pezzo del mondo futuro, un anticipo. Non siete perfetti, l’amore perfetto lo vivremo in cielo, ma siete santi questo sì, i discepoli di Gesù non erano perfetti ma santi perché chiamati da lui e la regola è quella del servizio”. La vita nei nuclei familiari è proprio questo vivere la santità del quotidiano nel farsi servi del fratello e della sorella e solo “un amore senza misura come quello che don Zeno ci ha lasciato ci aiuta oggi ad affrontare le tante tempeste che sconvolgono la nostra vita e questo mondo”. Poi forse il passaggio più forte dell’omelia, un vero e proprio mandato, “una raccomandazione”, che il Cardinale Zuppi ha affidato ai nomadelfi: “qualche volta come succede quando uno ha delle persone care, uno pensa che ‘cosa ha fatto don Zeno?’ Io credo che più che pensare che cosa ha fatto don Zeno dobbiamo dire ‘cosa farebbero don Zeno’ e quindi con la nostra responsabilità, oggi, scegliere nel carisma, nel dono, nello spirito di don Zeno quello che ci fa continuare ad andare avanti, a camminare don Zeno sicuramente avrebbe inventato qualche cosa, sicuro! Spetta a voi farlo nel suo spirito”.
    Forse da Presidente dei Vescovi italiani Zuppi avverte la difficoltà della chiesa italiana ad intraprendere l’atteso rinnovamento spirituale e pastorale, da qui l’insistenza sul bisogno di creatività nel vivere la vita buona del Vangelo: “disse don Zeno che nella fede non si può rimanere con un’idea vaga, bisogna sempre rinnovare, rinnovare le idee, rivederle, ripassarle, rimeditarle, rimuginarle perché noi facciamo presto a sbagliare. Noi senza volere con la nostra testa spesse volte ci sbagliamo e crediamo una cosa invece un’altra. Bisogna avere la forza di dire: guardiamo in faccia la verità, guardiamo in faccia il Vangelo, cosa dice il Vangelo e allora facciamo così. Perché il Vangelo è matematica di Dio, dello Spirito e questa è la fraternità e allora la mia preghiera per voi, il mio augurio per voi che continuiate a scegliere secondo il Vangelo guardando avanti, forti della vostra storia e anche di tanto amore che don Zeno vi ha lasciato. Ho detto con tanta commozione le ultime parole di don Zeno, le porto nel cuore, finisco con la sua preghiera per voi e anche per tutte quante le chiese in Italia e la Chiesa che in fondo deve essere sempre una grande innovazione, perché la regola della Chiesa è quella di volerci bene e quella di essere fratelli. Pregava così: “O Gesù Salvatore del mondo proteggi Nomadelfia, affinché anch’essa nella tua Chiesa Cattolica ti sappia seguire eroicamente santificando tutte le forme della vita umana è conservando in esse la tua presenza”. Al termine della messa il Cardinale si è recato nel piccolo cimitero della comunità per sostare in preghiera sulla tomba di don Zeno.
    ________________________________________ _________________________

    Articolo di Luigi Lamma, direttore di "Notizie" - (Testo ripreso dal sito diocesano)
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  7. #17
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    In ricordo del benemerito studioso Alfonso Garuti, tra i fondatori del Museo Diocesan

    “STUDIA IN HONOREM”, ALFONSO GARUTI NEL TRIGESIMO DELLA SCOMPARSA

    Ad un mese dalla morte del dottor Alfonso Garuti, già direttore del Museo civico di Carpi, direttore dell’Ufficio diocesano beni culturali e del Museo diocesano “Cardinale Rodolfo Pio”, SABATO 21 GENNAIO, DALLE ORE 16, NELLA SALA DELLE VEDUTE DI PALAZZO DEI PIO, SI TERRÀ L’INIZIATIVA DAL TITOLO “STUDIA IN HONOREM. ALFONSO GARUTI NEL TRIGESIMO DELLA SCOMPARSA”


    La città di Carpi ricorderà Alfonso Garuti, studioso appassionato e rigoroso della storia e del patrimonio artistico locali, ad un mese dalla scomparsa, con un pomeriggio di studi organizzato da Comune e dalla Diocesi: l’appuntamento è sabato, 21 gennaio, alle ore 16 nella suggestiva cornice della Sala delle Vedute di Palazzo dei Pio.

    “Studia in honorem. Alfonso Garuti”, questo il titolo dell’iniziativa, proporrà ricordi e testimonianze sul concittadino, che fu per tanti anni Direttore dei Musei comunali, apprezzato uomo di cultura che diresse anche il Museo diocesano di arte sacra. Il dott. Garuti, morto il 21 dicembre scorso a 83 anni, sarà così ricordato nelle parole delle persone che con lui hanno lavorato e studiato, attraverso interventi che partono da idee e ricerche con le quali ognuno di loro si è confrontato o dalle quali è partito.
    Dopo i saluti del sindaco Alberto Bellelli e del vicario generale monsignor Ermenegildo Manicardi, si alterneranno Paola Domenicali e Silvia Perucchetti (Biblioteca Multimediale “Arturo Loria”), Manuela Rossi (Direttrice dei Musei comunali), Elena Svalduz (Università degli Studi di Padova), Tania Previdi (Musei comunali), Sandra Losi (direttore Ufficio diocesano Patrimonio Immobiliare), Andrea Beltrami (direttore del Museo Diocesano) e Anna Allesina (progettista del Museo Diocesano). Modererà l’assessore alla Cultura Davide Dalle Ave.
    _______________________________
    (Con integrazioni dal sito della Diocesi)
    Ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento dei posti.
    Ultima modifica di Carpense; 19-01-2023 alle 08:49
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  8. #18
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    In dialogo e in preghiera con le comunità cristiane presenti a Carpi - Un evento che ormai si fa tradizione.

    Diocesi di Carpi comunicato n° 05 del 19 gennaio 2023

    VEGLIA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

    DOMENICA 22 GENNAIO, ALLE 16.30, A QUARTIROLO DI CARPI, PRESIEDERÀ MONSIGNOR GILDO MANICARDI CON LA PARTECIPAZIONE DELLE DIVERSE COMUNITÀ CRISTIANE PRESENTI IN DIOCESI DI CARPI.

    In occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si celebra ogni anno dal 18 al 25 gennaio, domenica 22 gennaio, alle 16.30, nell’aula liturgica della parrocchia Madonna della Neve di Quartirolo di Carpi, si terrà la Veglia di preghiera organizzata dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e dalla Consulta delle aggregazioni laicali della Diocesi di Carpi.

    LA LITURGIA SARÀ PRESIEDUTA DAL VICARIO GENERALE, MONSIGNOR GILDO MANICARDI.

    PREGHERANNO INSIEME I RAPPRESENTANTI DELLE COMUNITÀ CRISTIANE PRESENTI IN DIOCESI (GRECO-CATTOLICA, ORTODOSSA, EVANGELICA, PENTECOSTALE) E ANIMERANNO LA CELEBRAZIONE CON I LORO CANTI.

    “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Is 1,17): è il tema scelto quest’anno, tratto dal libro del profeta Isaia. “Mentre sono di triste attualità gli esempi di violenza bellica perpetrati con la benedizione di eminenti rappresentanti di Chiese Cristiane – afferma Brunetta Salvarani, responsabile dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso – noi ci apprestiamo a celebrare la Settimana con l’ammonizione del profeta Isaia che, per scuoterci, ci esorta, ci interpella come comunità. Non solo al tempo del profeta, ma ancora oggi, la società è in crisi. Divisioni, privilegi, disuguaglianze, razzismo… sono piaghe che hanno ferito e continuano a far soffrire gli uomini. Si può guarire? ‘Imparate a fare il bene’. Bisogna guardarsi dentro – sottolinea -, esaminarsi con l’intenzione di riconoscere le divisioni anche fra cristiani e, pregando, cercare l’unità che dovrebbe diventare l’immagine della riconciliata unità di tutta la creazione”.

    L’iniziativa si pone in continuità con il cammino di conoscenza e di dialogo intrapreso già da tempo dalla Chiesa di Carpi con le altre confessioni cristiane e le altre religioni presenti nel territorio diocesano e sulla scia degli incontri pubblici svoltisi dal 2020, in piena pandemia, a Carpi e a Mirandola.
    ________________________________________ ____________
    Comunicato stampa ripreso, con integrazioni, dal sito diocesano.
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  9. #19
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    Mirandola e la Diocesi in ricordo di un grande sacerdote

    DON RUGGERO, PADRE E MAESTRO DI FEDE

    IL 22 GENNAIO, INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA E INCONTRO NEL 40° DELLA MORTE DI MONSIGNOR GOLINELLI.
    Il ricordo di don Carlo Malavasi

    Nell’ambito della rassegna “Mirandola ricorda”, promosso da Amici della Consulta, Comitato Sala Trionfini, Parrocchia di Santa Maria Maggiore in Mirandola, e Consulta del volontariato, domenica 22 gennaio è in programma il secondo appuntamento nel quarantennale della morte di monsignor Ruggero Golinelli, che fu parroco dal 1963 al 1982. Alle 15.30, presso la Sala Trionfini (piazza Ceretti 9), sarà infatti inaugurata la mostra dedicata a don Ruggero e, per l’occasione, interverranno don Carlo Malavasi e don Carlo Truzzi portando testimonianze e memorie del loro confratello. L’evento è aperto alla cittadinanza.
    A don Carlo Malavasi, che visse e operò al fianco di don Ruggero a Mirandola, abbiamo chiesto qualche anticipazione sul profilo che, domenica 22 gennaio, traccerà del “prevosto” e sul legame di “paternità” e “figliolanza” sacerdotale vissuto con lui fino alla fine. “Racconterò, con una certa trepidazione, i miei rapporti personali con don Ruggero, dai quali emerge, a mio parere chiaramente, la sua figura spirituale - spiega -. E tutte le ricchissime tracce evangeliche, francescane, che ha lasciato nella mia vita di giovane sacerdote, non solo la mia in verità”.
    Don Carlo, come avvenne il suo arrivo a Mirandola e quale ruolo giocò don Ruggero in questa “chiamata”?
    Nel 1971, dopo quattro anni di sacerdozio e di segreteria, il vescovo Prati mi aveva appena confermato che era sua decisione continuare a tenermi al suo fianco, quando a sorpresa per me e per il vescovo è arrivata una richiesta esplicita del parroco di Mirandola con la quale don Ruggero chiedeva che io fossi inviato a Mirandola in sostituzione di don Roberto Bianchini che era stato chiamato a Carpi come co-parroco di Quartirolo e parroco della nascente parrocchia del Corpus Domini. La richiesta era esplicita sulla mia persona. Monsignor Prati ha dato subito il consenso, ma poi ha tardato a dirmi di partire, e così appena dopo una settimana, ho ricevuto una lettera di don Golinelli con la quale mi chiedeva - parole testuali - “sei già pentito?”. Ho letto la lettera al vescovo che mi ha detto di partire immediatamente e così sono giunto a Mirandola, nel settembre 1971, a 27 anni, con il compito di terzo cappellano - terzo per età ma non solo, per inesperienza, leggerezza d’animo, tanta voglia di fare; qui erano presenti don Aleardo Mantovani e don Rino Bottecchi con i quali mi sono trovato subito benissimo.
    E come si è trovato al fianco di don Ruggero, che già aveva conosciuto come direttore spirituale del Seminario di Carpi?
    Don Ruggero mi ha dato quella esperienza di paternità di cui io, ancora bambino, ero stato privato per la morte molto prematura del mio papà, una morte per una prolungata malattia. Potrei sintetizzare così: in don Ruggero ho trovato un padre speciale al quale ho voluto molto bene e che soprattutto mi ha voluto molto bene. Se qualcosa ho dato, molto più ho ricevuto. Al mattino mi presentavo, puntualmente, a raccontare in anticipo la mia giornata: oggi farei questo e questo, ovviamente anche per ricevere gli incarichi… E a sera, in un momento opportuno, si ritornava da lui: gli raccontavo la mia giornata. Non era tanto un riferire “ho fatto questo e quello”, ma piuttosto “ho vissuto questo e quello”: emozioni, stati d’animo, fatiche, gioie, moltissime gioie. Fra parentesi, sono rimasto a Mirandola dieci anni completi, dal 1971 al 1981, e sono stati per me anni bellissimi, sempre luminosi nei miei ricordi… E’ cresciuto così, nel quotidiano, questo rapporto con don Ruggero, che ritengo, ancora, unico, straordinario.
    Certamente, sono tanti gli episodi che potrebbe raccontare di monsignor Golinelli… può citarne qualcuno in breve?
    Si sa che don Ruggero faticava a camminare. E mi diceva: “tu corri, voi correte, io vi accompagno con la preghiera davanti al Santissimo Sacramento esposto nella cappella della chiesa”. Chi correva di più, chi otteneva la benedizione del Signore… Mi stupiva questa fiducia in noi, in me, e nello stesso tempo questa fede nel Signore. Una fede affettuosa, calda, umana e radicale nello stesso tempo la sua, che per alcuni giorni, durante la prova suprema della malattia, si è incrinata. Un giorno ci ha detto, ad una Messa in ospedale: “non sento più Gesù in me, non sento più nulla per Gesù, sono come entrato in un tunnel buio”. Non ricordo quanti giorni è durata questa prova che i mistici chiamano notte dei sensi o dello spirito; la sua preghiera era solo dolore, strazio, silenzio cupo, come fosse avvenuto un tradimento, un abbandono. Troppo giovane, troppo ragazzo nello spirito ero io. Solo dopo ho fatto un collegamento con il grido di Gesù sulla croce. Solo dopo ho studiato gli scritti dei santi su questi momenti dolorosissimi della fede, di purificazione assoluta…
    V. P.
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    Da "Notizie", settimanale diocesano, del 22.01.2023
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    Iniziative per ricordare il Beato Odoardo Focherini, martire e giornalista

    In ricordo della testimonianza del Beato Odoardo Focherini

    Il Giorno della Memoria (27 gennaio) e la festa di San Francesco di Sales (24 gennaio), patrono dei giornalisti, sono l’occasione per ricordare il Beato Odoardo Focherini. Giovedì 26 gennaio, alle 20.30, nella parrocchia di San Francesco a Carpi, si terrà l’incontro pubblico guidato dalla grafologa Margherita Po. Sono previsti inoltre sul territorio altri appuntamenti a cura di Paola Focherini e Maria Peri.

    In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio), la parrocchia di San Francesco d’Assisi a Carpi ricorda il Beato Odoardo Focherini con una speciale iniziativa.

    GIOVEDÌ 26 GENNAIO, ALLE 20.30, SI TERRÀ L’INCONTRO DAL TITOLO “ODOARDO FOCHERINI: DALL’EROISMO ALLA SANTITÀ. ANALISI GRAFOLOGICA LONGITUDINALE SU TRE LETTERE AUTOGRAFE”.
    Interverrà Margherita Po, grafologa e rieducatrice della scrittura, che negli anni si è dedicata allo studio della figura di Focherini attraverso questa particolare prospettiva. Tutti sono invitati a partecipare.

    ODOARDO FOCHERINI, PRIMO GIORNALISTA ITALIANO RICONOSCIUTO BEATO

    Il Giorno della Memoria, che si celebra a livello internazionale 27 gennaio, è ormai l’occasione consolidata per far conoscere ai più giovani, e non, la testimonianza positiva di coloro che si prodigarono per la salvezza dei fratelli ebrei o non si piegarono alle leggi inique imposte dal nazifascismo pagando con la vita la loro opposizione.

    UNO DI QUESTI TESTIMONI È IL BEATO CARPIGIANO ODOARDO FOCHERINI CHE È IMPORTANTE FAR CONOSCERE IN TUTTE LE SCUOLE DELLA CITTÀ E DIOCESI DI CARPI E ANCHE NELLE PARROCCHIE CON MOMENTI DEDICATI.

    Da sottolineare come il Giorno della Memoria cada in prossimità della memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti: Odoardo Focherini è infatti a tutt’oggi il primo e unico giornalista italiano ad essere stato riconosciuto Beato dalla Chiesa Cattolica. E non solo: la ricerca storica, compiuta in occasione della causa di beatificazione, ha dimostrato come la persecuzione subita da Focherini sia strettamente legata alla sua attività come operatore della comunicazione presso “L’Avvenire d’Italia”, quotidiano bolognese d’ispirazione cattolica, che, con il direttore Raimondo Manzini, non accettò mai di andare in edicola a ogni costo, se questo avesse significato pubblicare notizie e commenti, secondo i potenti del momento, contrari alla verità e al bene.

    INIZIATIVE SUL TERRITORIO IN MEMORIA DI FOCHERINI

    Alcuni appuntamenti sono già stati calendarizzati grazie alla disponibilità di PAOLA FOCHERINI E MARIA PERI, RISPETTIVAMENTE FIGLIA E NIPOTE DI ODOARDO, per animare gli incontri.

    QUESTO IL PROGRAMMA:
    26 gennaio, Casa di riposo Il Carpine Carpi;
    27 gennaio, Scuola primaria Figlie della Provvidenza di Santa Croce
    27 gennaio, Parrocchia di Masone (Reggio Emilia)
    data da definire, Scuola Pertini di Carpi
    28 gennaio, Liceo Morandi di Finale Emilia
    4 e 11 marzo, laboratorio alle scuole medie di San Martino in Rio (Reggio Emilia)

    (di Virginia Panzani) - Condividi sui Social

    - FONTE: sito della Diocesi -
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