Azione cattolica: giovani e adulti in preghiera per la pace
Una notte di preghiera, nel cuore di Roma, per chiedere la fine del conflitto in Ucraina. Il punto con l’analista geopolitico Emiliano Battisti.
Le testimonianze degli inviati Vito D’Ettorre (Tv2000) e Andrea Nicastro (Corriere della Sera), intervenuto via Skype da Kiev
All’inizio della Veglia Nikita è rimasto in piedi. Gli occhi chiari, attenti, stupiti. Lo sguardo perso tra i banchi della chiesa di Santi Ambrogio e Carlo al Corso. Erano quasi in trecento, sabato sera, i giovani e gli adulti coinvolti dal settore Giovani dell’ Azione cattolica di Roma nella Veglia per la pace. Una notte di preghiera per chiedere al Signore la fine del conflitto in Ucraina, il Paese di Nikita. La pace per il suo Donbass, per la sua famiglia a Kiev, per i suoi amici che non rispondono più alle telefonate. Lui ha 23 anni ed è in Italia da febbraio.
«Stasera saliremo sulla barca in tempesta insieme agli apostoli – hanno detto Federica De Cristofano e Agnese Palmucci, responsabili dei Giovani di Ac di Roma – per gridare a Dio la nostra inquietudine per il dolore dei fratelli ucraini aggrediti e di tutte le vittime innocenti dei conflitti». Una Veglia, a quasi un anno dall’inizio dell’aggressione russa, che non ha dato risposte, ma ha stretto in comunione tante realtà, tra cui anche il Servizio diocesano per la pastorale giovanile, la Fuci, le Acli, alcuni giovani scout, Pax Christi, la Rete mondiale di preghiera per il Papa. «Sappiamo di avere idee diverse su come questa Pace potrà tornare – hanno continuato Federica e Agnese – ma siamo tutti uniti stasera, come credenti in Cristo, per mettere davanti al Padre tutte la sofferenza che la guerra genera. Certi che il Dio dell’impossibile ascolta i suoi figli». Era presente anche l’assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale Barbara Funari.
La prima parte della Veglia è stata un crescendo di commozione. Emiliano Battisti, analista geopolitico, ha fatto il punto militare sulla guerra. «Non possiamo illuderci, purtroppo, che il cessate il fuoco sia vicino – ha sottolineato – ma dobbiamo restare nella complessità di questi eventi». Dopo di lui Vito D’Ettorre, inviato di guerra di Tv2000. «Tra le storie che non dimenticherò mai – ha raccontato ancora commosso – c’è quella di un sacerdote italiano, conosciuto in Ucraina all’inizio del conflitto. Era malato di tumore, e sapeva che in un Paese in guerra le cure oncologiche sono molto complicate, ma ha scelto di rimanere lì, accanto alla sua comunità». Poi il collegamento via Skype da Kiev con l’inviato speciale del Corriere della Sera Andrea Nicastro. «Fra mezz’ora scatterà il coprifuoco qui. In guerra si vede con i propri occhi l’orrore più grande, e davanti a tanto dolore si fa fatica a rimanere in piedi, si ha paura, ma si deve resistere e raccontare».
Poi l’inizio del momento di preghiera, preparata dai giovani con canti, salmi, una meditazione sul brano di Vangelo, una breve pièce teatrale e poi l’adorazione eucaristica. Nel mezzo, una riflessione accompagnata dalla voce di tre ragazzi. «Dio ha senso pregarti per la Pace? Che futuro ti immagini? Ci hai abbandonato? Perché i bambini muoiono? Non vedo luce». Le domande registrate dai ragazzi hanno risuonato per tutta la chiesa. «Abbiamo affidato al Padre tutti i nostri perché, certi che Lui è sulla barca – ha detto don Eugenio Bruno, assistente diocesano dei Giovani di Ac -. Adesso tocca a noi “alzarci in piedi”, portare la luce dopo le tenebre della notte. È la Pasqua».
Nikita ha preso in mano una busta piena di lumini e ha aiutato l’equipe Giovani a consegnarli ai presenti, prima di uscire sul sagrato della chiesa, dove ha ricevuto gli abbracci di tutti. Fuori ciascuno aveva in mano una piccola fiammella. Il canto finale, nel cuore di via del Corso, insieme alla benedizione, ha regalato un mandato importante: «Voi siete la Pace e la Luce del mondo».
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