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Discussione: La vicenda di Padre Marko Rupnik

  1. #1
    Vecchia guardia di CR L'avatar di westmalle
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    La vicenda di Padre Marko Rupnik

    E' uscita una dichiarazione relativa alla vicenda di p. Rupnik da parte della Compagnia di Gesù in cui sostanzialmente si afferma che i fatti non coinvolgano minorenni e siano comunqnue prescritti per la giustizia statale:

    https://www.acistampa.com/story/il-c...-di-gesu-21305

    Mi sembra un modo un po' bruttino per lavarsene le mani.

  2. #2
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    La vicenda di Padre Marko Rupnik, S.J.

    Ecco, ho trovato un articolo che aiuta a inquadrare un po' questa vicenda che coinvolge padre Rupnik

    http://www.settimananews.it/vita-con...-e-le-domande/

  3. #3
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    C'è un aggiornamento sulla vicenda di p.Rupnik: a quanto pare egli fu già scomunicato nel 2019 ma la scomunica gli fu tolta dopo essersi pentito.
    Questa notizia però non vene diffusa e lo stesso generale dei Gesuiti, mentendo, ha dichiarato che non era esistente.

    https://www.repubblica.it/cronaca/20...ore-379124976/

  4. #4
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    L'articolo è a pagamento, comunque di questa vicenda alquanto triste nel suo complesso (triste per il fatto in sé, benché non si parli di abusi su minori, ma anche per la mancanza di trasparenza da parte dei vertici dell'Ordine) se ne parla anche qui:
    http://www.settimananews.it/chiesa/r...po-si-allarga/
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  5. #5
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    “Caso Rupnik”: le dichiarazioni del cardinale vicario Angelo De Donatis

    La Diocesi di Roma, fedele alla sua missione di presiedere nella carità, confortata dal discernimento del suo Pastore Supremo, sente doveroso pronunciarsi su un caso, ormai conclamato, di accusa a livello mediatico ad un chierico, P. Marko Ivan Rupnik S.J., membro della Compagnia di Gesù, Istituto Religioso di Diritto Pontificio, incolpato di pesanti abusi di vario genere, protratti nel tempo, a danno di diverse persone, a partire dall’inizio degli anni Novanta, in Slovenia e in Italia.

    L’attuale pronuncia del Vicariato di Roma si deve intendere rispettosa delle competenze e decisioni dei legittimi Superiori di P. Rupnik, nonché delle determinazioni di tutte le Istanze che si sono occupate del suo caso, soprattutto negli ultimi mesi, in particolare del Dicastero per la Dottrina della Fede. Invero, il chierico finora ha avuto un rapporto di carattere pastorale a più livelli con la Diocesi di Roma, ma non si trova in una posizione di sottomissione gerarchica al Cardinale Vicario a livello disciplinare ed eventualmente penale.

    P. Rupnik finora aveva prestato numerosi e preziosi servizi di carattere ministeriale alla Chiesa di Roma: tra i tanti, che hanno segnato la sua diuturna collaborazione, il cui inizio risale a molti anni orsono, spiccano in particolare l’attività di predicatore di ritiri ed esercizi, soprattutto al Clero romano, e l’attività artistica che lo ha portato fra l’altro a decorare anche la Cappella del Seminario Romano Maggiore.

    Tutta la Diocesi, di fronte a questa sconcertante comunicazione, soprattutto mediatica, che disorienta il Popolo di Dio, sta vivendo con preoccupazione e sgomento queste ore, consapevole dell’estrema delicatezza della situazione, che – va ribadito – è stata ampiamente trattata in sedi giudiziali che esulano del tutto dalla competenza del Cardinale Vicario, e che ora viene gestita autonomamente dai legittimi Superiori di P. Rupnik, come ci è stato comunicato in data 16 dicembre u.s., Prot. DIR-SOLI 22/006, a firma del Delegato DIR, P. Johan Verschueren S.J.

    La Diocesi di Roma, che non era consapevole fino a tempi recenti delle problematiche sollevate, non può entrare nel merito delle determinazioni assunte da altri, ma assicura, anche a nome del suo Vescovo, ogni supporto necessario per l’auspicabile soluzione positiva del caso, che risani le ferite inferte alle persone e al corpo ecclesiale, portando per quanto possibile a fare piena luce e verità sull’accaduto: quella verità che sola ci rende liberi (Gv 8,32).

    È dovere della Chiesa applicare i criteri della verità, che sono quelli di Dio, con i quali Lui ci guarda e ci giudica. Essa ha due mandati inalienabili che sono al contempo anche doveri: stare vicino a chi soffre e attuare i criteri di verità e di giustizia desunti dal Vangelo. Nel caso che la sta scuotendo è bene si proceda secondo una strada certa: noi ministri di Cristo non possiamo essere meno garantisti e caritatevoli di uno Stato laico, trasformando de plano una denuncia in reato. I giudizi che vediamo diffondersi da parte di molti con particolare veemenza, non sembrano manifestare né un criterio evangelico di ricerca della verità, né un criterio di base su cui si fonda ogni stato di diritto, a verbis legis non est recedendum.
    La Chiesa che è in Roma in questo momento ritiene primario e fondamentale accogliere con profondo rispetto il dolore e la sofferenza di tutte le persone coinvolte in questa vicenda, soprattutto in questo tempo liturgico dell’anno che chiama tutti a riconoscere in Cristo Salvatore l’unico in grado di guarire le ferite del cuore dell’uomo.

    In particolare, la Diocesi di Roma assicura tutta la collaborazione necessaria alla Compagnia di Gesù e alle Superiori Istanze per l’attuazione del Decreto Prot. DIR-SOLI 22/005 del 16 dicembre u.s., a firma del Delegato DIR, P. Johan Verschueren S.J., nei termini di legge canonica. Questo comporterà verosimilmente, tra l’altro, anche una serie di provvedimenti rispetto agli uffici canonici diocesani – gli unici direttamente soggetti all’autorità del Cardinale Vicario – di cui P. Rupnik è investito tutt’ora, in particolare quello di Rettore della Chiesa S. Filippo Neri all’Esquilino e di Membro della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra ed i Beni Culturali.

    La Diocesi di Roma è altresì consapevole di dover riflettere ed eventualmente prendere provvedimenti rispetto ad un’attività che già da molti anni è stata avviata da P. Rupnik e dai suoi Collaboratori anche nel nostro ambito diocesano: si tratta del noto “Centro Aletti”, avviato nei primi anni Novanta, poi sviluppatosi e cresciuto sotto l’autorità della Compagnia di Gesù e finalmente diventato, il 5 giugno 2019 (cf. Decreto Prot. n. 349/19), Associazione Pubblica di Fedeli della Diocesi di Roma, della quale è attualmente Direttrice la Dott.ssa Maria Campatelli.

    Affidiamo tutto alla misericordia del Signore e al prudente discernimento di chi è chiamato a prendere decisioni sulle persone coinvolte.

    Angelo Card. DE DONATIS
    Vicario Generale di Sua Santità
    per la Diocesi di Roma


    fonte: Diocesi di Roma
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  6. #6
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  7. #7
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    “Caso Rupnik”: le dichiarazioni del cardinale vicario Angelo De Donatis

    La Diocesi di Roma, fedele alla sua missione di presiedere nella carità, confortata dal discernimento del suo Pastore Supremo, sente doveroso pronunciarsi su un caso, ormai conclamato, di accusa a livello mediatico ad un chierico, P. Marko Ivan Rupnik S.J., membro della Compagnia di Gesù, Istituto Religioso di Diritto Pontificio, incolpato di pesanti abusi di vario genere, protratti nel tempo, a danno di diverse persone, a partire dall’inizio degli anni Novanta, in Slovenia e in Italia.

    L’attuale pronuncia del Vicariato di Roma si deve intendere rispettosa delle competenze e decisioni dei legittimi Superiori di P. Rupnik, nonché delle determinazioni di tutte le Istanze che si sono occupate del suo caso, soprattutto negli ultimi mesi, in particolare del Dicastero per la Dottrina della Fede. Invero, il chierico finora ha avuto un rapporto di carattere pastorale a più livelli con la Diocesi di Roma, ma non si trova in una posizione di sottomissione gerarchica al Cardinale Vicario a livello disciplinare ed eventualmente penale.

    P. Rupnik finora aveva prestato numerosi e preziosi servizi di carattere ministeriale alla Chiesa di Roma: tra i tanti, che hanno segnato la sua diuturna collaborazione, il cui inizio risale a molti anni orsono, spiccano in particolare l’attività di predicatore di ritiri ed esercizi, soprattutto al Clero romano, e l’attività artistica che lo ha portato fra l’altro a decorare anche la Cappella del Seminario Romano Maggiore.

    Tutta la Diocesi, di fronte a questa sconcertante comunicazione, soprattutto mediatica, che disorienta il Popolo di Dio, sta vivendo con preoccupazione e sgomento queste ore, consapevole dell’estrema delicatezza della situazione, che – va ribadito – è stata ampiamente trattata in sedi giudiziali che esulano del tutto dalla competenza del Cardinale Vicario, e che ora viene gestita autonomamente dai legittimi Superiori di P. Rupnik, come ci è stato comunicato in data 16 dicembre u.s., Prot. DIR-SOLI 22/006, a firma del Delegato DIR, P. Johan Verschueren S.J.

    La Diocesi di Roma, che non era consapevole fino a tempi recenti delle problematiche sollevate, non può entrare nel merito delle determinazioni assunte da altri, ma assicura, anche a nome del suo Vescovo, ogni supporto necessario per l’auspicabile soluzione positiva del caso, che risani le ferite inferte alle persone e al corpo ecclesiale, portando per quanto possibile a fare piena luce e verità sull’accaduto: quella verità che sola ci rende liberi (Gv 8,32).

    È dovere della Chiesa applicare i criteri della verità, che sono quelli di Dio, con i quali Lui ci guarda e ci giudica. Essa ha due mandati inalienabili che sono al contempo anche doveri: stare vicino a chi soffre e attuare i criteri di verità e di giustizia desunti dal Vangelo. Nel caso che la sta scuotendo è bene si proceda secondo una strada certa: noi ministri di Cristo non possiamo essere meno garantisti e caritatevoli di uno Stato laico, trasformando de plano una denuncia in reato. I giudizi che vediamo diffondersi da parte di molti con particolare veemenza, non sembrano manifestare né un criterio evangelico di ricerca della verità, né un criterio di base su cui si fonda ogni stato di diritto, a verbis legis non est recedendum.
    Diocesi di Roma[/I]
    Trovo molto scorretto il fatto che nel comunicato di mons. De Donatis in merito a questa vicenda di p.Rupnik si continui a parlare di ricerca della verità, di essere garantisti, e di trasformare una denuncia in un reato.
    La realtà non è questa: non ci sono indagini o ricerche in corso, ma gli gli abusi sono avvenuti con certezza e la scomunica c'è stata,anche se p. Rupnik a continuato a fare le sue attività come se nulla fosse, e anche la condanna da parte dei legittimi superiori c'è stata.
    In questo comunicato emesso dalla Compagnia di Gesù, ordine a cui appartiene p.Rupnik c'è tutta la cronologia della vicenda, che lascia poco spazio ai dubbi:

    https://www.jesuits.global/it/2022/1...a-contattarli/

  8. #8
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    C'è un aggiornamento sulla vicenda di p.Rupnik: a quanto pare egli fu già scomunicato nel 2019 ma la scomunica gli fu tolta dopo essersi pentito.
    Questa notizia però non vene diffusa e lo stesso generale dei Gesuiti, mentendo, ha dichiarato che non era esistente.

    https://www.repubblica.it/cronaca/20...ore-379124976/
    Una vergogna per chi ha tenuto segreto il provvedimento e per chi ha rimosso la scomunica.

    Comportamenti omertosi e conniventi che sono una delle cause delle campagne anti cattoliche.

  9. #9
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    E' uscita una dichiarazione relativa alla vicenda di p. Rupnik da parte della Compagnia di Gesù in cui sostanzialmente si afferma che i fatti non coinvolgano minorenni e siano comunqnue prescritti per la giustizia statale: https://www.acistampa.com/story/il-c...-di-gesu-21305 Mi sembra un modo un po' bruttino per lavarsene le mani.
    ritengo che la storia debba essere ancora chiarita meglio, c'è una scomunica di mezzo

  10. #10
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    E' uscita una dichiarazione relativa alla vicenda di p. Rupnik da parte della Compagnia di Gesù in cui sostanzialmente si afferma che i fatti non coinvolgano minorenni e siano comunqnue prescritti per la giustizia statale:

    https://www.acistampa.com/story/il-c...-di-gesu-21305

    Mi sembra un modo un po' bruttino per lavarsene le mani.
    Non si può essere più legali della legge.
    Se un fatto é prescritto, si rispetti la normativa vigente.
    Ancor più importante sottolineare che non si tratta di minori.
    Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande. BXVI

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