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Discussione: Esortazione Apostolica "Laudate Deum" del Santo Padre Francesco (4 ottobre 2023)

  1. #31
    Iscritto L'avatar di claudia2
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    La scienza non è dogmatica (per come intendiamo i dogmi) ma non è nemmeno agnostica e deve permettere di assumere decisioni ponderate.
    Che si tratti di virus, vaccini o clima, se il quadro delle conoscenze scientifiche suggerisce con una certa robustezza di prendere una direzione, la direzione va presa, pur con la consapevolezza che prima o poi si dovrà rettificare qualcosa. Se no, la scienza è inutile.

  2. #32
    Partecipante a CR L'avatar di delpini scudetto
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    Citazione Originariamente Scritto da Cavariese Visualizza Messaggio
    Il professor Prodi non è un turbo capitalista, ma uno dei professori in pensione a cui accennavo, non ha pubblicato uno studio in merito, ma sta dando un'opinione personale.
    Per pubblicato intendo su riviste scientifiche ove c'è la controindagine di altri scienziati, come Nature e Science.
    Questo è il metodo Galileo, se dici una cosa la devi provare.
    Prodi non la prova, la dice, l'ipse dixit non funziona per i vaccini (buon riposo dottor Montanier) non funziona col clima.
    La tua è una fallacia argomentativa, continua pure a voler farti illudere.
    se vuoi dire che un Premio Nobel per la Medicina non capisce niente, almeno scrivi il cognome correttamente: Luc Montagnier
    comunque forse un Premio Nobel in medicina qualcosa ne capisce di virus e vaccini

    il Prof. Prodi dopo la laurea in Fisica nel 1963 presso l'Università di Bologna, con una tesi in fisica dello stato solido, a partire dal servizio di leva svolto come ufficiale del Servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare si è dedicato alla meteorologia e alla fisica dell'atmosfera.
    Ricercatore del CNR dal 1967 al 1987 negli istituti che si occupano di ricerche atmosferiche, ha approfondito i suoi studi presso il Centro nazionale per gli studi atmosferici degli Stati Uniti d'America. Tornato in Italia, ha conseguito la libera docenza in Meteorologia nel 1971, ed è stato docente di Fisica, Termodinamica e Geofisica all'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia dal 1970 fino al 1987, quando ha ottenuto la cattedra di Fisica dell'atmosfera all'Università di Ferrara. Fino al 2008 ha diretto l'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima (ISAC) del CNR
    Siccome però ha opinioni diverse dalle tue ed è andato in pensione, ecco che non capisce niente neanche lui.

    ci sono anche altre opinioni, il tuo ipcc non è immacolato:
    https://www.ilfoglio.it/scienza/2018...nziati-230254/

    https://www.ilfoglio.it/cambi-di-sta...warming-81257/

    Non è questione d'illusione, è questione d'opinioni, tu tieniti le tue e tutti quelli che non la pensano come te si tengono le proprie.
    mi piace l’incenso, non lo zolfo.

  3. #33
    Moderatore L'avatar di Carbonate
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    Torno a ripetermi: nella discussione scientifica il principio d'autorità non esiste.

    Ogni affermazione va supportata con dati e studi, gli studi devono essere pubblicati, i risultati devono essere ripetibili e riproducibili.
    Vale per i vaccini, vale per il cambiamento climatico, vale per la matematica, vale per qualsiasi argomento scientifico.

    Un uomo di scienza formula un'ipotesi, a partire da un'osservazione o da una intuizione, la verifica con metodi rigorosi, pubblica i risultati e li mette a disposizione della comunità scientifica perché anche tutti gli altri possano validarla.

    Concentrarsi su "chi" dice qualcosa è intrinsecamente sbagliato: "chi" dice qualcosa, nel metodo scientifico, è del tutto irrilevante. O ci sono gli studi che lo supportano, e allora è una teoria valida finché non viene confutata da un'altra teoria validata in modo altrettanto rigoroso e secondo lo stesso processo, oppure è un'opinione priva di qualsiasi valore scientifico.

    Il dibattito scientifico non è un confronto di opinioni tutte alla pari dove poi ognuno si schiera dalla parte che lo convince di più: è un confronto di ipotesi che si basano su osservazioni, dati, numeri e studi. Le ipotesi che sono supportate dai dati sono teorie scientifiche, quelle che non sono supportate da nulla sono bufale.

    Se Einstein dice che due più due fa cinque ma poi non lo dimostra, due più due continua a fare quattro e Einstein ha detto una bufala. Anche se si chiama Einstein.

  4. #34
    Partecipante a CR L'avatar di delpini scudetto
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    Citazione Originariamente Scritto da Carbonate Visualizza Messaggio
    Torno a ripetermi: nella discussione scientifica il principio d'autorità non esiste.

    Ogni affermazione va supportata con dati e studi, gli studi devono essere pubblicati, i risultati devono essere ripetibili e riproducibili.
    Vale per i vaccini, vale per il cambiamento climatico, vale per la matematica, vale per qualsiasi argomento scientifico.

    Un uomo di scienza formula un'ipotesi, a partire da un'osservazione o da una intuizione, la verifica con metodi rigorosi, pubblica i risultati e li mette a disposizione della comunità scientifica perché anche tutti gli altri possano validarla.

    Concentrarsi su "chi" dice qualcosa è intrinsecamente sbagliato: "chi" dice qualcosa, nel metodo scientifico, è del tutto irrilevante. O ci sono gli studi che lo supportano, e allora è una teoria valida finché non viene confutata da un'altra teoria validata in modo altrettanto rigoroso e secondo lo stesso processo, oppure è un'opinione priva di qualsiasi valore scientifico.

    Il dibattito scientifico non è un confronto di opinioni tutte alla pari dove poi ognuno si schiera dalla parte che lo convince di più: è un confronto di ipotesi che si basano su osservazioni, dati, numeri e studi. Le ipotesi che sono supportate dai dati sono teorie scientifiche, quelle che non sono supportate da nulla sono bufale.

    Se Einstein dice che due più due fa cinque ma poi non lo dimostra, due più due continua a fare quattro e Einstein ha detto una bufala. Anche se si chiama Einstein.
    sul fatto che la scienza non sia, non possa essere ontologicamente dogmatica, sono assolutamente d'accordo.
    E dunque non può essere un dogma nemmeno che il cambiamento climatico dipenda al 99,99% dall'attività umana.

    Sui dati, d'accordo, ma bisogna saperli leggere.
    E, nel saperli leggere, forse un premio Nobel per la Medicina li sa leggere meglio di un tosacani.
    I dati della galleria del vento per l'aerodinamica d'una Ferrari, li fai interpretare ad un medico? Ad un geologo? Ad un botanico?
    Ovviamente no, li farai interpretare ad un ingegnere, e nemmeno ad uno qualunque (civile, nucleare, etc.), bensì ad un ingegnere meccanico o aeronautico che li sappia leggere.
    E perché? Anche gli altri che ho citato hanno una laurea.
    Sì, ma l'ingegnere meccanico o aeronautico è competente.
    L'ipse dixit è morto con Aristotele, d'accordo, ma se hai un dolorino all'addome, vai da un commercialista o da un medico? Da un medico
    Ma anche il commercialista è laureato
    Sì, ma il medico è più competente.
    Potendo scegliere fra due medici con la medesima specializzazione, ti rivolgerai a quello appena specializzato, oppure a quello che ha qualche anno d'esperienza?
    io andrei dal secondo
    quindi l'uno vale uno nella scienza proprio non vale, poi chi vuole è liberissimo di seguire l'opinione del giornalista o dell'esperto pagato di turno, ci mancherebbe.
    mi piace l’incenso, non lo zolfo.

  5. #35
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    Citazione Originariamente Scritto da delpini scudetto Visualizza Messaggio
    sul fatto che la scienza non sia, non possa essere ontologicamente dogmatica, sono assolutamente d'accordo.
    E dunque non può essere un dogma nemmeno che il cambiamento climatico dipenda al 99,99% dall'attività umana.

    Sui dati, d'accordo, ma bisogna saperli leggere.
    E, nel saperli leggere, forse un premio Nobel per la Medicina li sa leggere meglio di un tosacani.
    In realtà no.
    O meglio probabilmente sì ma non è il premio Nobel a certificarlo.

    I premi Nobel in ambito scientifico sono assegnati in relazione ad un particolare lavoro, ad un particolare studio, ad una particolare ricerca nella quale il vincitore ha dato un importante contributo. Non sono mai un riconoscimento alla carriera, tantomeno alla carriera futura.

    James Watson, Nobel per la medicina per la scoperta della struttura a doppia elica del DNA, sostiene - credo tutt'ora, che mi risulti - che le capacità intellettuali degli africani sono inferiori a quelle delle popolazioni europee e americane per questioni genetiche, e anche che sarebbe opportuno guidare l'evoluzione umana attraverso la genetica per avere una società più sana, più intelligente e già che ci siamo anche più bella.

    Kary Mullis, Nobel per la chimica per l'invenzione della PCR, era un negazionista del nesso causale tra il virus HIV e lo sviluppo dell'AIDS, una posizione priva di qualsiasi evidenza clinica e biologica.

    Di Montagnier se n'è parlato in abbondanza e il "problema" non erano solo le sue posizioni sul Covid e sui vaccini in generale: sosteneva - tutto rigorosamente senza nessuna evidenza scientifica, perché il problema è sempre quello - che l'HIV si può eradicare assumendo antiossidanti, o che la papaya curasse il morbo di Parkinson.

    Sono solo alcuni esempi, ce ne sono molti altri di premi Nobel che dopo aver vinto il Nobel hanno sostenuto tesi prive di qualsiasi fondamento, spesso anche in ambiti affini a quello per il quale sono stati premiati. Il Nobel premia il riconoscimento per un lavoro fatto, non dà in alcun modo patenti di affidabilità generalizzate.

  6. #36
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    Citazione Originariamente Scritto da Carbonate Visualizza Messaggio
    James Watson, Nobel per la medicina per la scoperta della struttura a doppia elica del DNA, sostiene - credo tutt'ora, che mi risulti - che le capacità intellettuali degli africani sono inferiori a quelle delle popolazioni europee e americane per questioni genetiche [...]
    Sono solo alcuni esempi, ce ne sono molti altri di premi Nobel che dopo aver vinto il Nobel hanno sostenuto tesi prive di qualsiasi fondamento
    Vorrei puntualizzare che le affermazioni di Watson non sono sproloqui di un pazzo, ma sono basate anche sulle misurazioni del quoziente intellettivo, che all'unanimità misurano differenze tra i quozienti intellettivi medi delle varie razze. Altri scienziati hanno provato a spiegare queste differenze attribuendoli ad altri fattori non ereditari o razziali.
    Qualunque sia la verità a riguardo, la natura non ha il dovere di essere politicamente corretta, e rigettare i dati e basta perché non piacciono sarebbe antiscientifico.

  7. #37
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    Citazione Originariamente Scritto da Papa Alessandro VI Visualizza Messaggio
    Vorrei puntualizzare che le affermazioni di Watson non sono sproloqui di un pazzo, ma sono basate anche sulle misurazioni del quoziente intellettivo, che all'unanimità misurano differenze tra i quozienti intellettivi medi delle varie razze. Altri scienziati hanno provato a spiegare queste differenze attribuendoli ad altri fattori non ereditari o razziali.
    Qualunque sia la verità a riguardo, la natura non ha il dovere di essere politicamente corretta, e rigettare i dati e basta perché non piacciono sarebbe antiscientifico.
    Infatti il problema non è il politicamente corretto ma il fondamento o meno di un'ipotesi.

    Faccio un esempio. L'Indice di Sviluppo Umano è un indicatore demografico che combina tre parametri - la speranza di vita alla nascita, il grado di istruzione e il reddito medio della popolazione - per dare una classificazione quantitativa standardizzata alla qualità della vita di ogni paese del mondo. Se si sovrappone la mappa di questo indice a quello dei risultati delle misurazioni globali dei quozienti intellettivi si nota una correlazione quasi perfetta: i paesi con l'indice di sviluppo umano più alto sono quelli dell'Europa, dell'America settentrionale, l'area Giappone - Corea del Sud e l'Australia, e sono sostanzialmente anche le aree dove i test rilevano i quozienti intellettivi più alti. É un'ipotesi ragionevole supporre che una qualità della vita più alta - che comporta una più ampia opportunità (sociale, economica, infrastrutturale, ...) di accesso agli studi anche di livello superiore, oltre a condizioni sociali che lasciano più spazio ad attività culturali che per loro natura sono più difficili in paesi molto poveri e/o politicamente instabili - si traduca in quelle differenze che vengono rilevate nelle misurazioni dei quozienti intellettivi a livello macroscopico.

    É una ipotesi, non è una certezza, ma ha quantomeno una base d'appoggio sulla correlazione molto evidente tra i due dati. Dopodiché correlation is not causation - è una ben nota fallacia logica - e quindi perché questa ipotesi possa diventare una teoria è necessario indagare se esiste un rapporto di causa-effetto che va oltre la semplice correlazione statistica tra i dati.

    Quella della componente genetica è un'ipotesi che non è suffragata da nulla.

  8. #38
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    Vorrei puntualizzare che le affermazioni di Watson non sono sproloqui di un pazzo, ma sono basate anche sulle misurazioni del quoziente intellettivo, che all'unanimità misurano differenze tra i quozienti intellettivi medi delle varie razze. Altri scienziati hanno provato a spiegare queste differenze attribuendoli ad altri fattori non ereditari o razziali.
    Qualunque sia la verità a riguardo, la natura non ha il dovere di essere politicamente corretta, e rigettare i dati e basta perché non piacciono sarebbe antiscientifico.
    Guarda, sono laureato in psicologia con una tesi di testistica, l'intelligenza è uno dei concetti meno definibili e "misurabili" che esistono, tanto è vero che ne sono stati proposte svariate definizioni e metodi per verificarla; senza contare che molti test e questionari hanno bisogno di lunghi studi per essere attendibili e che, a volte, possono soffrire di una certa concezione occidentale che non è subito replicabile in altri contesti culturali.
    Quid quaeritis viventem cum mortuis? (Lc 24, 5)

  9. #39
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    se vuoi dire che un Premio Nobel per la Medicina non capisce niente, almeno scrivi il cognome correttamente: Luc Montagniercomunque forse un Premio Nobel in medicina qualcosa ne capisce di virus e vacciniil Prof. Prodi dopo la laurea in Fisica nel 1963 presso l'Università di Bologna, con una tesi in fisica dello stato solido, a partire dal servizio di leva svolto come ufficiale del Servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare si è dedicato alla meteorologia e alla fisica dell'atmosfera.Ricercatore del CNR dal 1967 al 1987 negli istituti che si occupano di ricerche atmosferiche, ha approfondito i suoi studi presso il Centro nazionale per gli studi atmosferici degli Stati Uniti d'America. Tornato in Italia, ha conseguito la libera docenza in Meteorologia nel 1971, ed è stato docente di Fisica, Termodinamica e Geofisica all'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia dal 1970 fino al 1987, quando ha ottenuto la cattedra di Fisica dell'atmosfera all'Università di Ferrara. Fino al 2008 ha diretto l'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima (ISAC) del CNRSiccome però ha opinioni diverse dalle tue ed è andato in pensione, ecco che non capisce niente neanche lui.ci sono anche altre opinioni, il tuo ipcc non è immacolato: https://www.ilfoglio.it/scienza/2018...nziati-230254/https://www.ilfoglio.it/cambi-di-sta...warming-81257/Non è questione d'illusione, è questione d'opinioni, tu tieniti le tue e tutti quelli che non la pensano come te si tengono le proprie.
    Il prof. Prodi compie enormi strafalcioni nella sua materia. Nasce come esperto climatologo ma pare essersi dimenticato (spero non appositamente) come funzionano i modelli di previsione. Sono modelli che se utilizzati su un'area ristretta hanno una bassa portata di previsione (il meteo arriva massimo a una settimana). Ma a livello globale ci permettono di prevedere il clima anche a vari decenni di distanza.

    In ogni caso il professor Prodi non ha prodotto nulla dal punto di vista scientifico per provare le sue opinioni, che dunque rimangono opinioni teoreticamente errate.

    Variazioni stagionali, attività solare, e cicli di Milankovitch non c'entrano col cambiamento climatico e sono tenuti in conto al momento di formulare teorie. Nonostante questi meccanismi naturali di cambio del clima il cambiamento climatico antropico c'è ed è accuratamente studiato e misurato purtroppo.
    Ultima modifica di Orazio_Strati; 22-11-2023 alle 23:18

  10. #40
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    Citazione Originariamente Scritto da Orazio_Strati Visualizza Messaggio
    Il prof. Prodi compie enormi strafalcioni nella sua materia. Nasce come esperto climatologo ma pare essersi dimenticato (spero non appositamente) come funzionano i modelli di previsione. Sono modelli che se utilizzati su un'area ristretta hanno una bassa portata di previsione (il meteo arriva massimo a una settimana). Ma a livello globale ci permettono di prevedere il clima anche a vari decenni di distanza.

    In ogni caso il professor Prodi non ha prodotto nulla dal punto di vista scientifico per provare le sue opinioni, che dunque rimangono opinioni teoreticamente errate.

    Variazioni stagionali, attività solare, e cicli di Milankovitch non c'entrano col cambiamento climatico e sono tenuti in conto al momento di formulare teorie. Nonostante questi meccanismi naturali di cambio del clima il cambiamento climatico antropico c'è ed è accuratamente studiato e misurato purtroppo.
    Ringraziamo Iddio che vi siano persone in grado di rilevare e correggere gli enormi strafalcioni che il Prof. Prodi compie (forse meglio dice) nella sua materia.
    mi piace l’incenso, non lo zolfo.

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