La Croce da Altare
STORIA
Il posto centrale e d’onore dell’altare ospita la croce, poiché questa è segno del supremo sacrificio di Cristo. Tale ornamento è comunque obbligatorio durante la celebrazione della Messa; compare nell’uso liturgico verso il sec. XI-XII e fino all’epoca rinascimentale è spesso priva del Crocefisso.
Anche il Messale di S. Pio V prescriveva semplicemente una croce (crux), ma il Caeremoniale Episcoporum specificava “cum immagine SS.mi Crucifixi”.
Nel periodo delle basiliche è molte volte rappresentata a disegno nel mosaico della conca absidale, adorna di gemme; è la crux gemmata, elevata sul monte fra simboli liturgici.
Nella età romanica la croce dell’altare è poggiata sopra la tavola orizzontale dietro l’altare stesso, posta tra i candelieri ed è spesso di notevoli dimensioni.
È comunemente di metallo fuso o di legno rivestito di lamine metalliche con lavorazioni a sbalzo e con forma quasi esclusivamente latina.
In periodo gotico la croce, pur determinata nella classicità della forma, assume dimensioni di supporti architettonici,e in quello rinascimentale offre spunto per ulteriori concessioni di natura decorativa.
Il barocco propone una croce d’altare in maggiore sintonia con la linea dei candelabri che la affiancano e, nella morbidezza delle linee, la presenta con accentuata priorità su tutto il corredo liturgico.
Gli odierni dettami prescrivono sempre la presenza del Crocefisso al centro della croce.