Il pastorale
DEFINIZIONE
Il Vescovo, quale pastore del gregge a lui affidato, porta anche visibilmente il segno della sua autorità, infatti il pastorale è l’insegna della giurisdizione vescovile ed è realizzato a guisa di un bastone lungo circa 1,50 m.
Termina in basso con una punta perché “il pastore (vescovo) deve pungere i pigri e difendere i deboli” e in alto, sopra un nodo, con una voluta a ricciolo per “radunare gli erranti”.
STORIA
Fin dal sec. VI il pastorale è l’insegna vescovile, è una verga di legno, qualche volta di metallo e avorio, con una piccola traversa in alto a forma di T. Dopo il sec. XV la forma in occidente è definitivamente a ricciolo.
La curva dei pastorali romanici termina con fantastiche forme di animali simbolici o con un serpente, più tardi sostituito dall’agnello.
Nel Rinascimento il ricciolo prende forma di un punto interrogativo.
Notevoli sono i pastorali in argento, realizzati soprattutto in epoca gotica e barocca.
NORME RELATIVE ALL'UTILIZZO DEL PASTORALE
I Cardinali (anche quelli che hanno ottenuto dal Santo Padre la dispensa dall'ordinazione episcopale) possono portare ovunque il pastorale (cfr Segreteria di Stato, Elenco dei privilegi e facoltà in materia liturgica e canonica dei Cardinali di Santa Romana Chiesa [1999], n. 5).
I Vescovi diocesani portano il pastorale entro il territorio su cui hanno giurisdizione; i Vescovi che celebrano al di fuori della loro Diocesi e i Vescovi titolari possono usarlo col consenso dell'Ordinario del luogo (cfr Caeremoniale Episcoporum, n. 59)